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Autore: BlackAurum    25/05/2013    0 recensioni
Per una storia lunga una Vita,
per una storia che ancora deve cominciare,
per Aurora.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Una sera d’estate, una come tutte le altre. Anzi una delle peggiori. Ero in terrazza e guardavo il vuoto delle stelle; dicono che a san Lorenzo ci sia maggior possibilità di vedere le stelle cadenti, ma io non ne avevo vista ancora una. Probabile che fosse per il semplice fatto che non mi era concesso esprimere alcun desiderio, o per lo meno provare ad esprimerlo. Pensavo anche che se ne avessi vista una non avrei avuto niente da desiderare, quindi non volevo avere questa responsabilità. La responsabilità di vederne una cadere e poi non aver nessun desiderio con me. E’ strano e difficile, intendo che un’adolescente non abbia almeno un desiderio da portare con se, ne avevo espressi troppi, e troppi erano falliti clamorosamente nel vuoto. Il vuoto che fissavo però aveva un senso, il senso della mia anima. Totale affinità col cielo infinito e le stelle, rare nel cielo di nettuno, affini alle speranze dentro di me. Avevo dato tutto, davvero tutto fino ad allora, persino il mio meglio, ma non bastava nemmeno quello. Non era mai bastato, ed avevo smesso di credere in molte cose. C’erano solo due costellazioni che riuscivo a vedere tra il casino di palazzi che stavano intorno: il grande carro. Sei stelle. Ne comprendeva solo sei, ma se se ne fosse spenta una sarebbe stato davvero un problema serio per la costellazione stessa; non sarebbe più somigliata ad un carro… magari a qualcos’altro, ma non ad un carro. Io mi sentivo come quella stella meno luminosa, era comunque importante, ma rimaneva la meno visibile. E’ triste sentirsi parte di una costellazione, ma saper comunque di brillare meno delle altre stelle che la compongono, semplicemente perché vorresti essere importante quanto le altre, luminosa quanto le altre e bella. Ecco, io non riuscivo a brillare. E cosi la mia costellazione poteva sembrare di tutto, meno che un carro.. non ero definita, la mia luce non era definita. E quando le luci non sono ben visibili le si vede fioche, e in qualche modo sfuocate, anche se dentro possiedono l’energia necessaria per brillare quanto basta per apparire ancora più luminosa di tutte le altre. La potenza che ha in se quella stella è enorme, ma non si sprigiona, non ci riesce. E così, non riuscendoci, sogna di brillare. Ma in realtà non brilla. E gli altri ovviamente, che non hanno l’abitudine di osservare, non la notano, la ignorano, non la vedono. Io non brillavo.
Poi c’è un ‘altra cosa curiosa per quanto riguarda le stelle, lontane anni luce da qui, se si dovessero per chissà quale causa spegnere nel nulla, noi non lo sapremmo subito, ma tra non so quanto tempo. Possibile che quella stella era gia spenta, morta e annullata, meno che zero, e quaggiù si vedeva ancora il ricordo della vecchia luce. Io ero spenta, ero annullata, meno che zero, anche se il riflesso del passato era ancora vivo io non esistevo più.

C’è che quando un giorno, riguarderò il carro e penserò a quella sera lontana d’estate, in cui mi voltai e vidi che sul calendario era bel impresso il nome “agosto”, terrò mio figlio in braccio, e gli dirò che lui sarà la stella più luminosa che esiste in quella costellazione. Sprecherò tutta la mia luce, ed il ricordo del mio riflesso, solo per darlo a lui, morirò donando tutto il mio piccolo e insignificante bagliore per te, amore. Non lo farò per l’uomo di una sera, e non lo farò neanche per il mio sogno più grande, perché quando ti avrò tra le mie braccia sarai tu la completezza di quell’insieme di stelle, ed io finalmente potrò, prima illuminarmi di luce immensa, scoppiare in un frastuono enorme di fuochi; poi annullarmi nell’immenso vuoto del cielo, come una stella sa fare, come una stella sa morire. Tu sarai visto da tutti, e sarai più brillante di me, io ti darò il calore e la luce che servono per stare a questo mondo. Ti terrò tra le mie mani e ti guarderò finché non spunterà l’Aurora."


V

  
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