Cacciatori e Vittime.
La Profezia
Prologo.
Una
folla vociante strepitava al centro della piazza, l’aria era carica di
elettricità e fermento. Su un patibolo eretto, in legno, si poteva scorgere un
tronco morto di albero, sporco di sangue ormai secco.
Una
donna fu strappata a un gruppetto di persone, tenute sotto catene vicino a una
rampa sulla destra che, seguendo la pianta della piazza, saliva fino al centro
del palchetto.
La
folla urlava, inneggiando alla violenza e desiderosa del loro spettacolo. Urlava,
bramosa di sangue.
Questa
donna, con un rozzo sacco calato sul volto, impediva di scorgerla in volto.
Alla
sinistra, con una vista esclusiva sull’esecuzione, stava un trono, coperto di
sontuosi veli e protetto dal sole corroborante e pesante di quel giorno. Una
figura, nell’ombra, gioiva delle urla, e sorrise, stringendo un bastone nelle
sue mani giovani. La folla, ignara del sole, lanciava pomodori e uova marce
verso la condannata a morte, che però camminava con passo sicuro verso la
propria morte. Le spalle ritte, sebbene avesse le mani incatenate e ricoperte
di lividi e croste. Era vestita di stracci puzzolenti, e il boia, un energumeno
dal volto celato da un cappuccio nero, affilava per l’ultima volta la sua
enorme scimitarra prima del colpo.
Il
cappuccio fu tolto, e una cascata di capelli rossi come il fuoco nel camino di
un castello incantato scese dolcemente, rilucendo alla luce del sole cocente.
La
folla urlava, inneggiando cori di odio.
«Morte
all’eretica!».
«Bastarda!».
«Muori
eretica!».
La
figura, prima celata, si alzò, e batté per tre volte il bastone per terra. Il
silenzio si propagò nella piazza come vento. E divenne il centro
dell’attenzione della folla, ora diventata pubblico.
Luce. C’è luce, sui miei occhi.
Non vedo.
Sto... cadendo?
«Pietà!»
urlò una voce, nel silenzio, grigia nel tono e roca.
Una
vecchia, incatenata insieme a un giovane uomo, gridava con tutto il suo povero
corpo, pieno di rughe e di malori. Cercò di muoversi verso il patibolo, e la
rossa incrociò gli occhi dell’anziana, bianchi come un foglio intonso. Sorrise
malinconica, conscia della sua imminente fine, e ringraziò silenziosamente
quell’ultimo impeto prima della fine. La vecchia fu bloccata da un soldato, ma
non smise di urlare, come se andasse della sua vita.
Ora ho capito.
Sto arrivando... amor mio.
«Abbiate
pietà per mia figlia, ve ne prego!» urlò, disperata. Le lacrime solcavano la
sua pelle rugosa, piegata dal tempo. China nella sua postura scoordinata, perse
subito le forze del suo impeto, e crollò sulle ginocchia, tremando
vistosamente. La rossa fremette alle sue parole, una lacrima invisibile si
formò agli angoli degli occhi.
L’uomo,
ricoperto di vesti di sacerdote, bianchi e azzurri, sogghignò di fronte alla
patetica richiesta dell’anziana e con un cenno del capo fece intuire al boia di
continuare.
La
ragazza venne obbligata e legata sul ceppo, i capelli scostati per permettere
al collo di brillare, bianco come la luna sotto il sole.
La
giovane,tremò al silenzio della piazza, e strinse convulsamente le mani sulle
catene, aspettando il momento fatidico della morte istantanea. Tutto era in
tensione, per il momento culminante.
«Andrea,
no!» l’ultimo urlo della vecchia, prima che l’arma venisse alzata. Brillò come
oro, sotto il sole impassibile.
E
poi...
... un
tonfo scosse la terra.