Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Silver_Doe    25/05/2013    3 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO I
25 AGOSTO 1976
Quello era un classico e afosissimo pomeriggio di agosto, forse uno dei più caldi dell’intera estate; ormai non si parlava d’altro: un incessante ed estenuante caldo aveva preso il sopravvento; nessuna tregua da un mese, nessun rimedio efficace. Nessuno si trovava fuori casa, nessuno al parco, nessuno per strada: nessuno da nessuna parte, solo sole e tanto, tanto caldo. Ma naturalmente la nostra bella Lily Evans non poteva, anche in questo caso, non differenziarsi dalla massa, dalla comune normalità, certo che no. La sua inconfondibile chioma rosso-scarlatto, era ben visibile, come al solito, anche in lontananza. Sedeva, in tutta eleganza, su una panchina, come se quella fosse stata il suo regale trono: non che lo facesse apposta, questo mai, era solo il suo modo di essere, sempre estremamente composta e rigorosa. Era intenta, come suo solito, a leggere uno dei suoi interminabili libri, l’unico passatempo che aveva, l’unico modo che aveva per allontanarsi dai problemi e smettere, almeno per qualche minuto, di pensare, cosa che il più delle volte le risultava tremendamente difficile. Tuttavia, dopo poco tempo, chiuse il libro con un colpo secco, emettendo un piccolo sospiro. Qualcosa la turbava, era più che ovvio, e il leggero sbuffo che seguì, confermò tale ipotesi. Per quanto si fosse impegnata a chiudere la mente, non ci riusciva mai, era più forte di lei; quel dannato cervello non la smetteva di tormentarla, non le dava un attimo di pace, ma che ci volete fare, la testa di Lily Evans era difficile da spegnere, più difficile di una pozione polisucco!

Le vacanze estive stavano per finire, e Lily, forse per la prima volta dopo tanti anni, voleva che ciò non accadesse: per quanto amasse il mondo magico e la sua doppia vita, quell’anno non se la sentiva proprio di affrontare tutto da sola, un’altra volta. Severus… l’assenza di amici... i compiti… Severus… fare il prefetto… sopportare ogni giorno quell’egocentricopallonegonfiatoquattrocchi di Potter… Severus… Era inutile girarci intorno: il suo più grande problema era il suo ami… EX amico, il suo EX adorato Sev…
Era passato un bel po’ di tempo da quel fatidico giorno dello scorso anno, quando Lily aveva smesso di essere sé stessa, di stare bene, quando aveva smesso di essere felice. Nonostante il trascorrere del tempo, non aveva di certo dimenticato quello che era successo con Severus… quelle parole le rimbombavano ancora nella testa, ogni giorno: “Sporca Mezzosangue!”. Il tono della sua voce, le fiamme nei suoi occhi, quello sguardo carico d’odio e di disprezzo… no, come poteva dimenticarlo… d’altronde, pur volendo, non ci sarebbe mai riuscita.
 Mentre ripensava a quei ricordi, qualcosa si mosse dentro di lei: non sapeva descrivere con precisione cosa fosse, sentiva solo un grande nodo alla gola ed un estenuante bruciore dentro… era sofferenza? Dolore? Nostalgia? Molto probabilmente, anche se Lily era troppo orgogliosa per ammetterlo. Si passò con decisione una mano sugli occhi, che erano diventati lucidi: no, non doveva versare nemmeno una singola lacrima per lui, pensò, non si meritava nemmeno quella. Ormai doveva farci l’abitudine, e per quanto facesse dannatamente male, doveva rendersi conto di essere sola, doveva rendersi conto che Severus Piton non faceva più parte della sua vita, e mai più l’avrebbe fatta. Ripensare a tutto ciò era sempre una pugnalata nel petto, e Lily si ripromise che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe fatto: era decisa a tenerlo fuori dalla sua vita, così come lui l’aveva cacciata dalla sua.
Andare avanti: era tutto quello che doveva fare.
Dopo aver ripensato a quegli amari ricordi non così lontani, la ragazza si alzò dalla panchina dove aveva passato tutto il giorno, o per meglio dire l’intera estate, e si avviò verso casa.
Ormai si era fatta sera, e benché il sole stesse per scomparire, c’erano ancora dei sottili fasci di luce nell’aria. Mentre proseguiva il tragitto, Lily percepì un rumore, pochissimi metri dietro di lei: la mano scivolò quasi meccanicamente dentro la tasca dei suoi jeans, afferrando e stringendo la piccola ma potente bacchetta di salice. Lo fece senza pensare, ormai era diventata un’abitudine: quel pezzo di legno era diventata una parte di lei, la migliore amica di cui aveva costantemente bisogno, l’amica che l’aveva scelta cinque anni prima…
Il fruscio si fece ben presto risentire, e questa volta Lily si girò di scatto, volendo capire l’origine di quel rumore. Pochi attimi dopo ebbe la risposta alla sua domanda: una persona stava avanzando lentamente verso di lei, squadrandola da capo a piedi con un misto di disprezzo e di diffidenza… era Petunia. Cosa ci faceva lì?
- Petunia, per l’amor del cielo! Cosa… cosa ci facevi lì? Mi hai spaventata! – disse subito Lily.
- Che ti interessa? Non vedo perché dovrei dare spiegazioni a TE! – rispose glaciale la sorella maggiore.
- Andiamo Tunia… vuoi smetterla di comportarti così almeno per cinque minuti?! -
- Non chiamarmi così! – sbraitò Petunia adirata, come se Lily avesse detto chissà quale tremenda cosa; d’altronde Petunia ora odiava quando la sorella la chiamava in quel modo, le faceva riportare alla mente i ricordi di quando erano bambine, quando lei era ancora la sua sorellina, e non quel… quel mostro di adesso.
- Perdonami P E T U N I A, - scandì bene Lily – per un momento mi ero ricordata di quanto amassi quel nome un tempo, quando eravamo bambine… -
- Hai detto bene… molto tempo fa! Sarà meglio per te ricordare che quei tempi sono passati, e che ormai hai scelto da che parte stare… quella dei mostri! – concluse Petunia, nella sua voce solo disdegno e ira, per poi scappar via.
Lily rimase lì, ferma, come una statua. Severus, Petunia… non ce la faceva più! Perché la sua vita era così complicata?! Aveva solo 16 anni, dannazione! A quell’età doveva pensare a divertirsi, ai ragazzi, a uscire… non a preoccuparsi di ignorare sua sorella per farla felice, non a pensare costantemente a quanto difficile fosse diventata la sua vita, o a spaccarsi la testa in due ogni volta che pensava a lui… basta, non ne poteva più! Gli occhi le si riempirono subito di lacrime, e questa volta le lasciò scendere, non preoccupandosi di essere vista, o di quanto sarebbe sembrata stupida agli occhi degli altri, lì, immobile, al centro della strada, con il volto bagnato e il cuore a pezzi.
Restò in quella posizione per diverso tempo, per quanto ne sapeva potevano essere stati tre secondi, o forse anni interminabili. L’acqua calda ora le bagnava il viso, rigandole le rosee guance: non si curò nemmeno di asciugarsi, perché doveva farlo poi? Quel pianto aveva per lei una funzione liberatoria… poco dopo difatti, si sentì meglio. Non era una ragazza che dava a vedere le proprie emozioni, ma in quel caso bè… le aveva fatto bene lasciarle fuoriuscire, una volta tanto.
Ormai il sole era tramontato del tutto, lasciando il posto ad una splendida luna. Convinta del fatto di sentirsi un tantino meglio, Lily decise che era arrivato il momento di tornare a casa… non voleva di certo far preoccupare ulteriormente sua madre, che già era impensierita da un bel po’ di tempo, cercando di capire cosa stesse succedendo alla sua dolce figliuola. Riprese perciò a camminare, i capelli che le danzavano sulle spalle come se fossero lingue di fuoco luccicanti. Non ci mise molto ad arrivare a casa, e una volta entrata, salutò sua madre con un affettuoso bacio sulla guancia.
- Ciao mamma… - la salutò abbozzando un flebile sorriso.
- Ciao tesoro… mi hai fatto preoccupare! La cena si sarà ormai freddata… - rispose Ella, con la sua solita, immensa dolcezza.
- Oh, sai mamma, io… io non credo che cenerò stasera… anzi penso di andare su in camera e stendermi un po’ sul letto, non mi sento molto bene e… - non finì nemmeno la frase che la madre le posò una mano sulla fronte.
- Sei un po’ accaldata… vuoi che ti prepari qualcosa di fresco? Lily, ultimamente ti vedo davvero giù di morale… non sarà ancora per quel Piton, vero…? – Chiese incerta: parlare di quel ragazzo con sua figlia era sempre rischioso, non le aveva mai raccontato cosa fosse successo realmente tra loro, ma forse erano cosa da ragazzi… proprio per questo motivo, Ella non aveva mai voluto scavare a fondo in quella questione, ma forse era arrivato il momento di… provarci ecco. Non le piaceva assolutamente vedere la figlia in quello stato, e in quanto madre, si sentiva in dovere di fare qualcosa per lei, per farla sentire meglio. Era la sua bambina e le avrebbe provate tutte.
- No davvero mamma… sono solo un po’ stanca… vad-o, vado di sopra, buonanotte.-
Al solo sentir nominare Severus le si annodò la gola: possibile che doveva sempre essere presente anche quando ero lontano?! Evidentemente si.
Con un sospiro Ella la lasciò andare, seguendola con lo sguardo fin quando non sparì dalla sua vista.
Arrivata nella sua stanza, Lily si chiuse la porta alle sue spalle e si buttò letteralmente sul letto, sprofondando la testa nel morbido cuscino. Non si tolse nemmeno le scarpe. Sentiva premere contro la coscia il legno duro della bacchetta, ma non fece nulla. Perché privarsi anche dell’unica vera amica che le era rimasta? Allungò un braccio solo per spegnere la luce della lampada, e poi, come se non dormisse da anni interi, si addormentò di colpo, come una bambina, cullandosi nel fatto che nel sonno, nessuno le avrebbe potuto fare del male, o almeno lei non sarebbe riuscita a sentirlo.


NOTE
Ciao a tutti! :3 Questa è la mia primissima storia in assoluto! Mi è sempre piaciuto tantissimo scrivere e finalmente qualche giorno fa mi è venuta l’ispirazione! Dovete sapere che amo FOLLEMENTE HP, e ho pensato di scriverne una sui Malandrini e sulla loro generazione, perché li adoro troppo! ** Ho scritto questa storia di getto e spero che ne sia uscito qualcosa di buono! Chiedo troppo se vorrei delle recensioni anche piccine piccine?? E’ la mia prima ff e vorrei tanto sapere cosa ne pensate! Ah e ovviamente spero di farvi appassionare! :D
Fatto il misfatto! **
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Silver_Doe