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Autore: IndelibleSign    25/05/2013    3 recensioni
-Rosie?- la chiamò Louis.
La ragazza si limitò soltanto ad alzare il capo. –Ho paura.- le disse prima di chiudere la porta e uscire dall’aula.
Quella non sembrava essere una frase detta a caso.
Quella era una richiesta.
Una richiesta d’aiuto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Hai visto quant'è bella quella ragazza?- la voce di Jack richiamò l'attenzione dell'amico Louis, occupato in tutt'altre faccende.
Louis alzò il capo e, notando la figura di Jack e Robin, strinse di più al petto il suo block-notes sul quale stava scrivendo l'ennesima poesia.
-Dicono che sia appena arrivata ma che abbia già scalpitato le attenzioni di tutti.- intervenne Robin leccandosi le labbra mentre continuava imperterrito a fissarla.
Louis si voltò nella traiettoria datagli dall'amico e la vide: i capelli corti, biondi e ricci le contornavano le guance, rendendo il suo sguardo più visto e angelico.
Gli occhi verdi si addicevano perfettamente al colore rossastro delle sue labbra sottili.
Che era una bella ragazza era evidente, ma l'immagine di quella ragazza non gli aveva suscitato nulla in petto.
-Se solo avessi il coraggio di andarle vicino..- sussurrò a se stesso Jack, mordendosi le labbra pensieroso.
Louis scosse il capo, spostandolo di nuovo dall'altra parte del corridoio.
-Ti prego, chiedile il suo nome!- Jack lo scosse, riportandolo di fronte a loro.
-Ma quella ragazza non m'interessa!- sbuffò Lou gesticolando, cosa che accadeva ogni qual volta era nervoso.
-Jack, Jack!- la voce di Robin interruppe la conversazione -Sta venendo qui!- sussurrò ancora prima che una voce soave e dolce riempisse i loro timpani.
-Piacere, io sono Claude.- si presentò la ragazza suscitando piccoli apprezzamenti dai due ragazzi.
-Sapete, vengo dalla Francia.- continuò lei attorcigliando attorno al suo indice una ciocca di capelli e voltando il suo sguardo verso Louis.
-..dalla Francia!- le fece eco Robin voltandosi arrabbiato verso Louis, il quale non aveva ricambiato lo sguardo di Claude.
-Molto interessante, ma se non vi dispiace devo and..- proprio nell'esatto momento in cui il moro stava per voltarsi andò a scontrarsi contro un ragazzo riccio, il quale cadde perdendo l'equilibrio.
Louis, mortificato, chinò il suo sguardo perdendosi nel dolce verde degli occhi di quel ragazzo.
Non erano verdi come quelli di Claude, questo verde era più speciale.
Louis si sentì annegare in quello sguardo, ma ebbe la forza di tendergli la mano ed aiutarlo ad alzarsi.
Quando il corpo del ragazzo gli fu abbastanza vicino, Louis sentì il suo cuore aumentare velocemente il battito.
-Io sono Harry e sono mortificato dell'acc..- ma la voce di Louis lo interruppe.
-Fanculo, Harry.- gli urlò prima di voltarsi ancora per poi andar via.
Probabilmente mandare a fanculo la sua stessa natura sarebbe stato giusto, ma si stava sbagliando.




Era appena entrato nell’aula di filosofia e già non vedeva l’ora di uscirne. Non perché la materia non gli piacesse, anzi, filosofia era la sua ora preferita da sempre, ma da un paio di giorni il professore si era ammalato ed una nuova ragazza, probabilmente della sua stessa età, aveva preso il suo posto.
“Sono Rosie e, nonostante non abbia una laurea in filosofia, sono qui.” si era presentata così e Louis ancora non riusciva a capire come fosse possibile che la Preside Wilson avesse deciso di dare una tale responsabilità ad una ragazza di soli diciotto anni.
Era assurdo.
La voce della ragazza interruppe i suoi pensieri.
-Oggi vorrei fare una riflessione su Oscar Wilde, per questo ho scritto questa sua citazione alla lavagna.- disse indicandola.
Una miriade di sbuffi echeggiò in tutta l’aula. Evidentemente nessuno sapeva di quanto importante fosse stato e fosse ancora Oscar Wilde.
-Lerman, vuoi leggere tu?- lo richiamò Rosie.
Un’altra cosa che faceva incazzare ancora di più Louis era il fatto che questa ragazza dava loro del “tu” e non del “lei”.
-Rosie, mi scoccio di leggere la lista delle spesa figurati se leggo un tale poema.- sbuffò lui.
La ragazza si limitò solamente ad annuire, prima di chiamare il nome di Lou.
-Tomlinson, tocca a te a questo punto.- trillò.
Louis si schiarì la voce prima di iniziare a recitare la frase.
-Sono solo le persone superficiali ad avere bisogno di anni per liberarsi da un'emozione. Un uomo che sia padrone di se stesso può porre fine a un dolore con tanta facilità quanto può inventarsi un piacere. Non voglio essere in balia delle mie emozioni.- si fermò, inspirando aria, prima di continuare con l’ultimo periodo.
-Voglio servirmene, goderle e dominarle.- concluse.
Spostò per un attimo il suo sguardo dalla lavagna alla ragazza e vide che lo guardava sorridente.
Lei aveva capito tutto.
Prima che potesse dire qualcosa, la campanella interruppe la loro lezione e tutti gli altri si affrettarono ad uscire dall’aula, mentre soltanto Louis e Rosie rimasero dentro.
-Rosie?- la chiamò Louis.
La ragazza si limitò soltanto ad alzare il capo. –Ho paura.- le disse prima di chiudere la porta e uscire dall’aula.
Quella non sembrava essere una frase detta a caso.
Quella era una richiesta. Una richiesta d’aiuto.  




-Louis! Louis!- la voce di Robin riempì i suoi timpani. –Indovina un po’?- urlò sbattendo le mani euforico.
-Hai vinto a dama contro Jack?- provò ad indovinare Louis mentre posava cautamente i libri nell’armadietto.
-No.- disse il ragazzo con tono eccitato.
-Hai preso finalmente un cinque in matematica?- ritentò.
-Louis, i miracoli li fa Gesù, non io.- sbuffò Robin, prima di esasperare il moro.
-E allora cosa?- urlò prima di sbattere l’armadietto.
-Hai un appuntamento con Claude, organizzato dal sottoscritto.- gli disse indicando se stesso con fare superiore.
-Io cosa!?- sbottò arrabbiato il moro, voltandosi verso la figura dell’amico.
-Andiamo Lou, è una bella ragazza. Una botta e via.- sbuffò Robin e nell’esatto momento passò una ragazza dai capelli rossi che attirò la sua attenzione.
-Non possiamo discutere, ho una missione ora.- disse ammiccando alla ragazza.
Louis si limitò a sbuffare.
-L’appuntamento è oggi alle 17.00, non tardare. Odia chi la fa aspettare, l’ha detto a me.- disse prima di fargli un occhiolino e andar via correndo.




-Allora, il tuo tipo di ragazza ideale?- domandò Claude passeggiando accanto a Louis in uno dei tanti parchi di Londra.
-N-Non ho un tipo di.. ragazza, in realtà.- balbettò imbarazzato.
-Capisco, ma io ti piaccio?- chiese sfacciata.
-I-Io credo che tu sia carina, sì..- borbottò ancora lui.
-Carina?!- trillò Claude –Sono soltanto.. “carina”?!- urlò ancora avvicinandosi al ragazzo.
Louis notò le labbra della ragazza sempre più vicine alle sue e un senso di disgusto gli salì alla gola.
-Davvero non pensi che io sia maledettamente sexy?- chiese sensualmente avvicinandosi.
Louis portò le sue mani avanti, allontanando il suo corpo da quello della ragazza.
-No, non lo penso.- dichiarò.
-O-Ora devo andare, scusa.- concluse dandole le spalle e andando via, verso casa.




“Claude Strandfort: Credo proprio che il ragazzo con cui sono uscita oggi sia attratto dai ragazzi.
Jessica Ferrell: Ma cosa dici? Quello moro e occhi azzurri? Non inventarti frottole!
Claude Strandfort: Ho mai mentito, io?”
Louis non faceva altro che leggere e rileggere quei commenti sotto lo stato della bionda.
Si sentiva usato, sporco, inutile, diverso.
-Louis, vieni a cenare!- la voce ovattata della madre interruppe i suoi pensieri.
Il moro sbuffò –Non ho fame.- le rispose prima di spegnere il computer e gettarsi velocemente nel letto, in balia dei problemi.




Louis entrò in ritardo nell’aula di filosofia notando, fortunatamente per lui, che Rosie non era ancora arrivata e quindi si sarebbe risparmiato una ramanzina.
-Dimmi che non è vero, ti prego!- urlò Robin, comparendo alle sue spalle.
-Dimmi che non è vero che hai rifiutato Claude ieri pomeriggio.- lo supplicò l’amico.
Louis deglutì, in cerca di una scusa che però non arrivò.
-E’ vero, l’ho fatto.- dichiarò –Quella ragazza non mi piace.- concluse.
Robin lo guardò disgustato. Stessa cosa che fece Jack prima di affermare:
-Aveva ragione lei. A te le ragazze proprio non piacciono.-
Rosie non era ancora in classe e quindi poté scappare via dall’aula prima che una marea di lacrime potesse bagnargli il volto.
-Louis! Louis!- la voce di una ragazza lo fermò.
Le sue gambe sembravano non voler correre più, persino le lacrime rientrarono.
-Non badare alle persone, tu sei perfetto così come sei.- disse Rosie sorridendogli.
Louis si voltò, fissandola con odio. –Tu non sai nulla di me! Mi fai schifo!- le urlò correndo via.
Correva e correva, ma non sapeva dove andava.
Quei pochi ragazzi che erano ancora nei corridoi lo fissavano interrogativi, cercando di capire dove stesse andando con tanta fretta.
Senza nemmeno accorgersene andò a sbattere contro qualcuno e la sua cartella cadde, sparpagliando tutti i libri.
-Suppongo che questo sia l’unico modo che abbiamo per incontrarci.- ridacchiò una voce roca e graffiata.
Louis sorrise, sentendosi finalmente a casa, ma quando alzò lo sguardo incontrò quello di Harry e capì l’ironia della sua frase.
-Harry..- sussurrò il ragazzo.
-In persona- affermò il riccio –Volevo scusarmi per ieri, non volevo venirti addoss..- ma le sue parole gli morirono in gola.
Si ritrovò incatenato in uno scambio di lingue tra lui ed il moro e sentì un macigno all’altezza del cuore sciogliersi.
Quando il bacio finì, Louis rimase due secondi a fissare le iridi verdi di Harry, prima di correre via.
Quel bacio gli era piaciuto, ma tutto ciò era sbagliato.




Il rumore delle onde a contatto con le rocce lo rilassava. Lo faceva sentire libero e coraggioso.
“Aveva ragione lei. A te le ragazze proprio non piacciono”
Si guardò attorno cercando qualcuno o qualcosa che potesse tenerlo in vita.
Perché, sì, in quel momento lui non desiderava altro che morire.
“Rosie, ho paura”
Aveva paura di annegare.
Paura che il vento lo avrebbe portato via.
“Tu non sai nulla di me, mi fai schifo!”
Le sue stesse parole gli risuonavano nella mente facendolo sentire una merda.
Si avvicinò sempre più al precipizio, notando che a causa del maltempo le onde erano anche più forti ed alte.
Prese un lungo sospiro prima di allungare una gamba verso il vuoto più assoluto, ma una voce lo fermò.
-Non farlo!- e la riconobbe subito, la riconobbe in un batter d’occhio.
-Ti prego, Louis, non farlo.- Rosie.
Lei era lì come c’era sempre stata.
-Ho trovato questo nei corridoi..- la ragazza agitò il suo block-notes –E, scusami se l’ho fatto, ho letto l’ultima poesia che hai scritto ed ho capito che eri qui.- gli sussurrò avvicinandosi.
L’unica cosa che Louis riusciva a fare era guardarla con occhi ricolmi di lacrime ed un groppo alla gola.
-So come ti senti ora. Sei deluso, triste, frustato ma più di tutto ti senti a pezzi.- iniziò lei.
-Hai il cuore in gola e una morsa al petto che quasi ti uccide. Ti senti morire dentro e avresti quasi voglia di chiudere tutto questo dolore, ma sai solo che non puoi.
Non ce la faresti.-
concluse sorridendogli amaramente.
In quel sorriso Lou vi trovò sicurezza, fiducia e soprattutto amore.
-C-Come..?- provò a domandare, ma le parole si bloccarono.
-Come lo so? Perché l’ho provato anch’io, Lou.- dichiarò.
-Volevo solamente mettere fine al dolore contro il quale ogni giorno dovevo combattere e perennemente perdevo.- raccontò lei.
-E come hai fatto a vincerlo?- domandò Louis.
-Vincerlo? Chi ha detto che l’ho fatto?- ridacchiò.
-Contro certe cose bisogna lottare ogni giorno. Con questa vita non sai mai cosa ti accadrà domani, come non sai se un domani per te ci sarà, ma io posso assicurarti una cosa.- gli sorrise lei, prendendogli le mani.
-Cosa?- domandò lui mordendosi le labbra.
-Che da domani ogni volta che ti alzerai avrai due motivi per continuare a vivere.
Uno dei due sarò io.-
gli sussurrò prima di stringerlo in un abbraccio che riuscì a cancellare l’odio, la vergogna e tutti i brutti ricordi dalla mente del moro.
-E il secondo motivo?- chiese.
-Ops, forse ho letto anche la poesia dove parlavi di Harry.- concluse lei.
-Rosie!- urlò Louis prima di sentire la risata della ragazza riecheggiare nell’aria insieme al suono delle onde e all’aria di qualcosa di nuovo.



In fine voglio dire che non so cosa mi aspetterò da domani, ma posso dire che se ci sarà lei con me io mi lascerò trasportare come un granello di sabbia al vento ed il resto sarà soltanto polvere. 


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Aloha lettori.
Eccomi qui con una nuova one-shot larry, spero vi piaccia.

Non so se leggevate la mia FF su Zayn "Hall of Fame", ma l'ho momentaneamente sospesa siccome non ho il tempo materiale
per mettermi a scrivere, siccome siamo a fine anno scolastico e ho interrogazioni e verifiche tutti i giorni. çç

Ma la continuerò, i promise!

Mi aspetto pareri personali, critiche e chi più ne ha più ne metta.
-vostra, Martina. (:

  
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