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Autore: Noruwei    25/05/2013    6 recensioni
Sirius odia la neve, Remus sa che - prima o poi - riuscirà a fargli cambiare idea.
[Wolfstar]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Snowflake
Autore: im_apanda
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Un po' tutti
Paring: Remus/Sirius
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Giallo
Word: 2701 all'incirca
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J. K. Rowlink che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Note: La Wolfstar non è esattamente la mia coppia preferita indi per cui sono sicura per il 99, 8 per cento che questa storia faccia abbastanza schifo. Non è colpa mia: Remus penso che non riuscirò mai a sopportarlo. È più forte di me disprezzarlo, penso mi venga naturale.
Ho cercato di non essere troppo melensa o zuccherosa e nell'ultimo paragrafo è stato veramente complicato visto che simboleggiava il “ritrovarsi” di Sirius e Remus tramite la morte.
Non so se si può parlare di un lieto fine ma io lo considerò così perché il loro amore (anche se io li vedo più come qualcosa fra amici-fratelli-amanti) è continuato a vivere – per citare Sirius – in ogni caso. Fra il secondo e il terzo pezzo c'è un bel salto temporale durante il quale succede tutto ciò che ha scritto la Rowling nei suoi libri.
Sirius muore e Remus sposa Tonks. Per la cronaca: io adoro Tonks e, sì, in questa storia all'inizio Remus non la considerava altro che un ripiego finendo alla fine per innamorarsi di lei sul serio.
Un ultimo appunto: “
Una parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo... un sempre nel mai.” è una citazione di “L'eleganza del riccio” che casualmente è uno dei miei libri preferiti.



 


 


 

Snowflake









The time ticks around you
And then I need your voice
As a key to unlock all the love that's trapped in of me
(Green Day – When It's Time)




« Odio la neve. »
Remus sorride.
« Lo so. »
« È fredda. » continua incurante Sirius mordicchiandosi l'interno della guancia « Ed umida. E fastidiosa. E poi » sbuffa seccato con la smorfia di un ragazzino capriccioso « se stai volando ti finisce negli occhi. »
Remus non riesce a trattenere una risata.
« Sto dicendo sul serio, Moony! » protesta Sirius con falsa disapprovazione « È una cosa terribile. »
Remus sorride. Di nuovo. E intanto pensa che quando è con Sirius è la cosa che fa più spesso. « Non riesco a immaginare male maggiore. » ribatte con un'espressione di pacato divertimento.
« Oh, ma taci. » sbuffa Sirius e l'altro ex Malandrino riesce a schivare con facilità il cuscino che Sirius gli ha appena tirato con poca convinzione.
Remus sente vagamente Sirius imprecare qualcosa a proposito di “stupidissimi riflessi da Lupo Mannaro”.
« Vuoi che me ne vada? » domanda conoscendo già la risposta ma alludendo comunque alla porta appena socchiusa.
Sirius rotea gli occhi per poi afferrargli il polso e tirarlo sul letto. Giocano come dei ragazzini, rotolandosi fra le coperte. Remus non può fare a meno di domandarselo: quando è stata l'ultima volta che ha fatto una cosa così sciocca?
« Ti arrendi, Moony? » gli soffia infine Sirius in un orecchio e Remus può sentire il suo respiro caldo sul collo quando l'amico con un sorriso vittorioso gli lascia i polsi in seguito al suo appena mormorato e ansimante “Mi arrendo”.
Quando è stata l'ultima volta che hanno fatto una cosa così sciocca?
Si sdraiarono vicini, gli sguardi rivolti al soffitto come se fosse un cielo stellato.
« Quindi domani parti? » domanda Sirius dopo pochi minuti di silenzio, il tono fintamente incurante. Gli occhi che fissano il poster babbano di una ragazza in bikini appesa alla parete.
Remus annuisce « Sotto richiesta di Silente, già. »
« Oh. » Odia quel tono di delusione nella voce di Sirius « Divertiti, allora. »
Remus scosta la tenda a lato della finestra. Candidi fiocchi di neve cadino dal cielo vorticando graziosamente per poi posarsi come piume trasportate dal vento sull'asfalto della strada.
Lo sospettava, a dire il vero, che non fosse quello il vero motivo dell'irritazione di Sirius quel giorno.
« A me piace. La neve. » bofonchia infine, incerto, e anche se non può vederlo riesce ad immaginare benissimo il sopracciglio destro dell'amico inarcarsi ironico.
« Per me è solo noiosa. »
« Solo perché tu sei poco poetico. »
Secondo cuscino.
Remus trattiene uno sbuffo. Incomincia a diventare un'abitudine.
« Bastardo. » lo definisce finemente Sirius, il mento fra le mani, le caviglie intrecciate e uno sguardo interiormente - sospetta Remus - divertito. « Tu dovresti consolarmi nonprendermi per il culo. »
Remus inarca un sopracciglio, ironico.
Bastardo.
Forse lo è davvero, alla fine.
« Verbalmente. Non prendermi per il culo verbalmente, Moony. Fisicamente non mi sono mai lamentato. » precisò Sirius. L'ombra dell'antico sogghigno sfacciato sulle labbra.
« Sei volgare. »
« Di questo tu non ti sei mai lamentato. »
Rotea gli occhi. « Non è vero. Ti ho detto un sacco di volte di moderare il linguaggio. »
« Ah sì? » Sirius indossa la sua miglior espressione innocente e Remus ride, perché la sfacciataggine di Sirius è semplicemente adorabile.
Inutile. Era un caso perso, il suo caso perso.
Remus scuote la testa, esasperato « Stupido cane pulcioso. »
Veniva voglia di accarezzarlo quando faceva così, di passargli le dita fra i capelli ingarbugliati e promettergli che sarebbe tornato, che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Ma probabilmente se l'avesse abbracciato in quel momento poi non sarebbe più riuscito a lasciarlo andare.
« Invece d'insultarmi perché non mi dici quanto io sia fantastico, intelligentissimo e stratosferico? Sai, per farmi sentire meglio. » ribatte ironicamente Sirius e intanto giocherella disinteressato con una ciocca dei suoi capelli.
« Oppure potresti mangiare la cioccolata che ti ho portato. » replica il Lupo Mannaro facendo cenno alla barretta di cioccolato fondente abbandonata al suo destino sul comodino.
Una smorfia attraversa le labbra di Sirius.
« La cioccolata non mi farà sentire meglio. »
« Sentirti dire di essere fantastico, intelligentissimo e stratosferico, sì? » ribatte divertito Remus.
« Sì. »
Riusce a sostenere lo sguardo duro di Sirius per poche manciate di secondi prima di abbassare il proprio.
Quante volte avrebbero dovuto perdersi e ritrovarsi prima di trovare il loro equilibrio? Tante.
Quante volte si sarebbero feriti l'un l'altro senza nemmeno rendersene conto? Troppe. 
Remus dubitava che Sirius l'avrebbe mai perdonato sul serio per non essersi fidato di lui, per la storia di Peter. E a lui andava bene così.
L'avrebbe mai trovato un modo per guarire la sua anima?
« Verrai a salutarmi domani? » domanda, gli occhi fissi alla parete della ragazza in bikini.
Erano così che ormai si svolgevano le loro conversazioni, con cambi improvvisi di discorso e sguardi fugaci, accompagnati dalla paura di dire qualcosa di sbagliato.
Sirius gli sfiora con le labbra la guancia « Forse. » ride, l'espressione nuovamente mutata. Sirius era come l'autunno. Sincero, con quel suo sorriso schietto e l'aria di chi non ha paura di nulla, e mutevole, una persona che del mondo avrebbe voluto vedere ogni cosa.
Forse era stato quello ad attrarlo, all'inizio. Quella sua passione per la vita che lui, il tranquillo e studioso Remus Lupin, non avrebbe mai potuto avere.
« Se ti dico che sei fantastico, intelligentissimo e stratosferico? »
Sirius non fa una piega.
« Forse. »
« Sei fantastico, intelligentissimo e stratosferico. Verrai? »
Sirius si limita a sorridere e Remus si domanda se la malinconia di quel sorriso sia solo frutto della sua immaginazione. « Ti voglio bene, Moony. »
« Anch'io. » Sussurra. « Anche se odi la neve. »



 

*





We're all born in a world of doubt
But there's no doubt
I love you 




« Verrà? » si lascia sfuggire Remus sul ciglio della porta.
È la quinta volta che lo chiede ma non riesce a farne a meno. Molly sembra infuriata – con Sirius? - Piton invece lo squadra con un ghigno soddisfatto, è però Tonks a rispondergli con uno squadro fugace che dice tutto e dice niente.
Quel giorno Tonks ha i capelli rosa confetto e Remus sospetta vagamente che abbia deciso d'indossare tutti i colori dell'arcobaleno. Quando però guarda Tonks negli occhi gli viene in mente Sirius, forse è perché Tonks è una Black o forse per il sorriso, così dannatamente somigliante a quello del cugino.
« Tu le piaci. » gli ha detto un paio di settimane prima Sirius, in una giornata molto somigliante a quella del giorno prima.
Molleggiava sul materasso, le mani sotto le cosce, una sfumatura vagamente nostalgica negli occhi. Remus ricorda di aver riso a quell'affermazione e di avergli poi detto che si stava immaginando tutto.
« Sei così intelligente, Moony, » aveva ribattuto Sirius, il tono derisorio « ma alle volte dei proprio cieco. »
In quel momento, lo sguardo preoccupato di Tonks su di sé, Remus non riesce a fare a meno di domandarsi se Sirius non abbia ragione.
È Sirius, in fondo, l'esperto di donne. È Sirius quello che cambiava ragazza ogni due settimane, quando era ancora giovane e attraente - anche se Remus attraente lo trova ancora, nonostante i capelli ingarbugliati e lo sguardo vissuto.
Non è più un ragazzino Sirius. Almeno: non lo stesso ragazzino che di notte s'infilava silenziosamente nel suo letto imponendogli di stare zitto perché, o almeno così diceva, non riusciva a dormire senza avere vicino il suo odore di muschio.
La prima volta che si erano baciati Remus se la ricorda come se fosse il giorno prima. Era stato sempre Sirius a prendere l'iniziativa. Era la vigilia di Natale a casa Potter e Sirius era scappato di casa da neanche un mese. Era stato il caso a portarli sotto il vischio della cucina, si erano guardati quasi increduli e James – interrompendosi dal raccontare la sua tredicesima barzelletta sconcia – era scoppiato a ridere.
« Bacio-bacio. » aveva incominciato ad intonare, immediatamente seguito da tutti i presenti.
Remus non l'aveva mai odiato come in quel momento.
Sirius aveva lanciato un'occhiataccia a James poi, come se nulla fosse, prima che Remus provasse a fuggire come stava progettando gli aveva stretto il polso mentre con l'altra mano gli stringeva il colletto della camicia poi, quasi con prepotenza, l'aveva baciato. Remus non aveva mai capito come riuscisse Sirius a baciare con dolcezza e passione allo stesso tempo.
Era stato in quel momento che Remus aveva capito come lui e Sirius fossero completamente opposti.
Sirius era quello dinamico, quello che prendeva l'iniziativa, quello che pretendeva continui colpi di scena.
« Non penso che verrà. » mormora Tonks, scrutandolo in volto come a volergli leggere dentro, esattamente come Sirius.
Ma Remus non ascolta perché è ancora immerso nei suoi ricordi. Nella sua mente c'è solo l'immagine di Lily che gli si avvicina, una smorfia incerta che avrebbe dovuto essere un sorriso. Alla fine James ce l'aveva fatta a convincerla a conoscere i suoi.
« Siete carini insieme. » gli aveva fatto con gli occhi posati sulla figura di un Sirius sedicenne che ballava con una delle cugine di James.
Remus era avvampato affrettandosi a precisare.
« Non siamo una coppia. »
Lily aveva roteato gli occhi « Solo perché tu non ne hai le palle » poi aveva sorriso angelicamente, propinandogli un buffetto sulla guancia.
« Devo andare a cercare quell'idiota di Potter, scusami. »
Remus deve molto a Lily, anche adesso che è morta.
Probabilmente se non fosse intervenuta lei tutto sarebbe rimasto invariato. Lui avrebbe continuato a fare come se nulla fosse successo, come se quel bacio non fosse mai accaduto, e Sirius semplicemente vi si sarebbe adeguato.
E invece il pomeriggio dopo, il giorno di Natale, quando aveva visto Sirius avventurarsi nel cortile dei Potter l'aveva seguito senza pensarci, prima di poter cambiare idea.
Era un bel Natale, quello. C'era la neve sugli alberi e se non stavi attento rischiavi di scivolare sul ghiaccio delle strade.
Aveva raccolto un po' di neve da terra e prima che potesse sciogliersi l'aveva lanciata sulla nuca di Sirius che si era voltato sorpreso.
Si erano fissati per una manciata di secondi poi il ragazzo dai capelli scuri si era esibito in un sorriso feroce.
« Vuoi guerra, Moony? »
E chissà come erano finiti a rotolarsi sull'erba umida, lanciandosi la neve a vicenda e ridendo come due innamorati. E poi Remus si era ritrovato con Sirius a cavalcioni sopra di lui.
« Cosa mi devi dire, Rem? » gli aveva domandato, il tono più tranquillo, ma gli occhi che tradivano una reale curiosità.
« Chi ti dice che io ti debba dire qualcosa? »
« Quando fai così è sempre perché mi devi dire qualcosa, solo che non sai come dirla. » lo sguardo si era fatto giocoso « Non mi scandalizzo, tranquillo. »
E Remus l'aveva baciato. Timidamente, sfiorandogli appena le labbra.
« Ti voglio bene. » aveva mormorato perché sapeva che a un “ti amo” Sirius sarebbe scoppiato a ridere come un matto – con quella sua risata che sembra un latrato di un cane ma che Remus adora in ogni caso.
Sirius dopo qualche istante di sbalordimento aveva scosso leggermente la testa, come incredulo.
Poi gli aveva sorriso, un sorriso brillante.
« Anch'io. »
Ed è lo stesso sorriso che vede Remus quando alza gli occhi sulle scale e trova Sirius che lo scruta come indeciso se l'essere o no ancora in tempo per tornarsene di sopra. Molly sbuffa un “era ora” seccato e Tonks batte le mani allegra.
« Sei qui » sussurra Remus con stupore.
Sirius scuote le spalle, e distoglie di occhi. « Avevo promesso. » borbotta in imbarazzo.
C'è distanza fra loro, una distanza che Sirius annulla facilmente, abbracciandolo.
« Vedi di tornarmi a casa vivo, razza di idiota. » gli sibila nell'orecchio e Remus non riesce a trattenere una lieve risata che dissimula con un colpo di tosse.
« Moony? »
« Sì? »
« Io ti aspetterò in ogni caso, sappilo. » fa Sirius, gli occhi sulla parete alle spalle di Remus.
Si fissano, poi Sirius sbuffa e rotea gli occhi.
Non è mai stato bravo con gli addii, lui.
« Allora ciao? » mormora, le mani nelle tasche dei pantaloni babbani che indossa.
Remus nota Piton far finta di vomitare alle sue spalle, ma non ci fa caso.



 

*




We're all born in a world of doubt
But there's no doubt
I love you



« Ciao. »
Sirius è seduto sulla panchina, le gambe accavallate e un sorriso allegro sul volto. Sembra più giovane, nota Remus.
C'è un treno. Probabilmente si trovano a Kink Cross. Silente glielo diceva spesso che lui era un tipo sveglio.
« Sono morto? » si lascia sfuggire, interrogativo e sinceramente curioso. In realtà conosce già la risposta, da quando si è risvegliato in quel luogo e l'ha visto seduto su quella panchina.
Sirius ride, tranquillo. « Sei morto. »
Gli ultimi ricordi di Remus risalgono alla guerra, a Dora, ad uno Stupeficium che la colpiva in pieno.
« Dov'è? » domanda con un filo di voce, sa che Sirius capirà di chi sta parlando.
Sirius l'osserva con attenzione, ma non c'è ombra di gelosia nei suoi occhi. « Probabilmente ha già preso il treno. » fa, un fiocco di neve sul naso.
Remus vorrebbe sapergli leggere nella testa, a Sirius. Vorrebbe sapere se lo odia per averlo abbandonato dopo la sua morte. Vorrebbe sapere se lo considera spregevole come si considera lui stesso.
« E tu sei qui per portarmi dall'Altra Parte? »
Vede Sirius indugiare ma poi, infine, annuire. Ed è strano perché Remus si sente quasi sollevato.
« Ma c'è un'altra possibilità. Puoi tornare indietro. Come fantasma. »
Remus sorride, prendendo posto sulla panchina gelida accanto all'amico. « Ma tu non vorresti che lo facessi, vero? »
Lo conosce troppo bene e infatti un attimo dopo Sirius sta scuotendo la testa. « No. »
La stazione e completamente deserta, ma forse è perché non è la vera stazione.
Gli viene da sospirare. « Perché sei qua? »
L'osserva con la coda dell'occhio: Sirius fissa il marciapiede, un sorriso appena accennato. « Perché te l'avevo promesso. Avevo promesso che io ci sarei stato sempre. In ogni caso. »
E con “in ogni caso” Remus capisce che Sirius intende anche se ha sposato sua cugina, anche se si è davvero innamorato di lei, anche se ci ha avuto un figlio che ama con tutto se stesso.
« Dora ha il tuo stesso sorriso. » si sente il dovere di dire Remus « E Teddy ha preso da lei. »
« Davvero? »
« Davvero. »
C'è un attimo di silenzio e Remus si sente sempre più a disagio. Il vento gli scompiglia i capelli, facendogli finire qualche fiocco di neve negli occhi.
« Che posto è questo? » domanda e intanto le dita di Sirius sfiorano la sua mano.
Sono fredde, ma a Remus non importa. Forse Sirius gliela stringerà.
Ma alla fine scopre di sbagliarsi, Sirius non lo fa. Si limita ad accarezzargliela, con dolcezza.
« Una parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo... un sempre nel mai. La fine, forse. »
Sirius deve trovare quella sua stessa risposta incredibilmente divertente perché finisce con lo scoppiare a ridere da solo.
Se l'era quasi dimenticata Remus. Quella risata, la risata di Sirius. Era convinto che dopo la morte nel Velo non l'avrebbe mai più sentita.
« Perché sta nevicando? » mormora cambiando ancora discorso.
« Non ne ho idea. » Sirius aggrotta le sopracciglia con ovvietà. « È la tua fine, dopotutto. »
Perché sta nevicando?” 
E poi gli torna in mente. Silente. Le sue parole quando l'aveva assunto come insegnante. « È un circolo vizioso, ragazzo. Come ogni cosa inizia, così ogni cosa finisce. » gli ripete nella sua testa il Silente di anni prima.
Sirius lo fissa, in attesa.
« Dovremo andare. » gli sussurra nell'orecchio e a differenza della mano il suo fiato è caldo, avvolgente come Remus lo ricordava. « Verrai? »
Un circolo vizioso.
Remus ha la sensazione di averla già vissuta una scena simile con Sirius.
In una calda estate, nella camera da letto di Sirius, il giorno prima che lui partisse in missione.
« Ti voglio bene, Moony. »
« Anch'io. Anche se odi la neve. »

Forse anche Sirius lo sta ricordando.
Remus non è mai stato un tipo impulsivo. L'impulsività era più una cosa da James o da Sirius. No, Remus non è mai stato un tipo impulsivo ed è per quello che quando la palla di neve colpisce al petto Sirius quest'ultimo non può trattenere uno sguardo stupito.
Si fissano per qualche secondo poi, infine, Sirius ride.
« Vuoi guerra, Moony? » fa, in un falsetto del vecchio se stesso.
Remus ride a sua volta. Sirius ricorda quel giorno invernale, allora. Ricorda la neve, ricorda quei baci. Ricorda lui.
È buffo che il loro equilibrio l'abbiano ritrovato solo con la morte.
Sirius si morde il labbro.
« Il treno può aspettare. » sussurra con noncuranza e pochi minuti dopo stanno giocando nella neve e sono coperti di brina.
Quando è stata l'ultima volta che hanno fatto una cosa così sciocca?
« Ho cambiato idea. » gli soffia Sirius in un orecchio e per un attimo Remus ha paura di cosa intenda, ma Sirius lo stupisce ancora una volta « Amo la neve. »
Remus sorride.
« Lo so. »


 

   
 
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