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Autore: aerosmjth    26/05/2013    2 recensioni
Aerosmith.
Una sola band, cinque persone, una lunga storia.
Ed è proprio da qui che inizieremo: dalla loro storia.
Si erano conosciuti e formati pian piano, in gioventù.
E i due fondatori della band, Steven Tyler e Joe Perry, si erano conosciuti appunto da giovani, diventando così migliori amici.
Il loro rapporto era divenuto presto forte, e tale era rimasto per molti anni.
Ma, col passare del tempo, qualcosa stava cambiando… no, non si stavano allontanando, ma c’era qualcosa tra loro di diverso da prima, e diverso dal rapporto con tutto il resto della band. Nessuno, neanche loro stessi, se ne accorgevano. Ma lo avrebbero fatto molto presto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Come ogni sera dopo i concerti, la band si divideva, chi con una groupie, chi a spasso, chi a farsi di qualcosa.

A Steven però, quella sera non andava.

Non gli andava di andare in giro, tantomeno gli andavano la droga e il sesso, il che era strano.

Era così da alcune settimane, era come se non volesse nulla e allo stesso tempo cercasse qualcosa. In realtà, sapeva di essersi avvicinato ancora di più a Joe, e ne era entusiasta, forse più del normale. Era come se il tempo con lui passasse in maniera diversa, migliore, e a questo proposito, decise di rimanere con lui e i fans dopo il concerto.

Si avvicinò a lui.

“Hey, perché non restiamo un po’ qui? firmiamo autografi, facciamo qualcosa.”
“Come mai hai così tanta voglia di firmare roba, signor Tyler?”
Joe rise un po’.

“Non so, forse mi piace vedere il mio bellissimo nome ovunque.”
Steven sorrise come per provocarlo.

“Okay, tanto io non andavo da nessuna parte. I toxic twins restano qui con voi, signori!”


Passò mezz’ora e tra le tante persone, arrivò anche una fan che chiese se poteva fare una foto con Joe.

“certo.”

Si fecero la foto mentre Steven, pensieroso, li guardava.

Sentiva che qualcosa lo urtava, ma non sapeva bene cosa. 
O meglio, aveva un sospetto, ma cercava di non pensarci, era una di quelle idee assurde, a cui pensi per un attimo e ne rimani turbato, giurando a te stesso di non pensarci mai più. 

Improvvisamente però, sentì il bisogno di andarsene.

“Senti Joe, se vuoi tu resta qui. Io non mi sento bene, ho bisogno di aria ” disse alzandosi. 
“Divertiti.”

“Hey, così non vale. Eri tu che avevi proposto questa cosa, e non mi fido a far andare in giro una solitaria testa di cazzo come te così tardi di notte, chissà che combini”

Joe salutò i fans e si scusò per l’interruzione improvvisa, dicendo che a causa dell’ora e del malore di Steven dovevano proprio andare.

Allontanatisi ormai dalla folla, Joe lo seguì per un po’, senza dire nulla. 
Ma dopo una decina di minuti di assoluto silenzio, decise di capire meglio cos’aveva. Steven era di spalle e camminava spedito, aveva un’aria leggermente stizzita, ma forse era solo un’impressione.

“Dove si va?”
“Non lo so. In realtà, se non te ne sei accorto, non ti ho chiesto di seguirmi.”
“E questo che cazzo c’entra?”
“C’entra che non devi rompermi i coglioni!”
Joe vedendosi trattato in quel modo all’improvviso, ebbe uno scatto di rabbia e afferrò Steven per la spalla, obbligandolo a girarsi.

“Cosa c’è? Parla, prima che perda la pazienza.”
La mano che aveva afferrato la spalla di Steven ora stringeva la sua maglia e lo tirava contro Joe, che avvicinava il proprio viso al suo, guardandolo con sempre più rabbia.
 

In quel momento Steven non c’era.
Mentalmente, intendo.

Era come se fosse cristallizzato. Era stato così concentrato sul proprio nervosismo da non pensare minimamente al fatto che avrebbe scatenato una reazione negativa in Joe, non aveva immaginato che l’avrebbe trascinato verso di sé, distruggendolo con gli occhi.

In quel momento era confuso, spaventato, ma in un certo senso felice.
Maledettamente felice.
Avrebbe voluto che finisse tutto in un secondo, ma anche che non finisse mai.

Nel giro di pochi attimi i brividi si fecero sempre più forti, il battito cardiaco accellerato, la mente offuscata, l’espressione vacua.

“Ti prego lasciami.”
Rispose con un fil di voce.

Joe era ancora offeso, ma quella reazione l’aveva disorientato. 
Era come se capisse che era tutto perfettamente giustificato da qualcosa, ma non sapeva cosa, eppure gli bastava.

“Va bene.”
Disse, guardando Steven con aria perplessa.

“Grazie… e scusa. Ho un forte mal di testa e ciò mi rende acido.”
Disse Steven, ancora più di là che di qua, con un tono da pessimo attore, lo sguardo perso nel vuoto e quei dannati brividi che lo tormentavano ancora.

“Non ci credo, non può essere così, sono fottuto.”

Disse tra sé.

Ora non poteva più negarlo a se stesso.
Ma, nonostante ciò,
avrebbe preferito morire che dirlo al resto del mondo.

  
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