Fandom: Teen Wolf.
Personaggi: Derek
Hale, Stiles Stilinski, Peter Hale, Isaac Lahey.
Pairing: Derek
Hale/Stiles Stilinski.
Rating: verde.
Beta: _Luthien_ (santa donna!), che ha avuto davvero tanta, tanta,
tanta pazienza.
Genere: un po' angst, un po' fluff e
un pizzico di romanticismo.
Warning: slash,
post season 2, pre season 3.
Capitoli: 1/4
Summary: A volte per trovare la tua strada devi far pace con te stesso. A volte
trovi la tua strada dove non avresti mai immaginato.
Note: il
titolo è un verso della canzone “Start of something good” di Daughtry.
Dediche: a _Luthien_, per il suo compleanno (in ritardo). Cento di questi
quei
giorni!
Disclaimer: Stiles,
Derek & Co. non mi appartengono. A scrivere questa cosa non ci ho guadagnato nulla tranne soddisfazione personale.
u_u No, neanche “Start of something good” è mia.
And all my scars don't seem to matter anymore
Capitolo 1
Peter sospirò parcheggiando la lucida Camaro di suo nipote davanti al
rudere che fino a pochi anni prima era stato la villa degli Hale, la sua casa.
L'incendio appiccato da Kate Argent e dai suoi simpatici scagnozzi aveva ucciso
undici membri della sua famiglia, lasciando lui, sfregiato e catatonico, come
unico sopravvissuto. Aveva passato i sei anni seguenti alla tragedia in
ospedale, più morto che vivo per i medici, mentre il suo corpo si riparava lentamente
e la sua mente progettava la sua vendetta. Essere un licantropo gli aveva
permesso di guarire, per quanto sapesse che il proprio branco non lo credeva
completamente sano di mente. Forse lo era, forse no,
Peter non poteva giudicare se stesso, ma sapeva che se anche non fosse stato
pazzo lo sarebbe diventato se Derek, l'unico Hale sopravvissuto oltre a lui, e
Stiles non avessero smesso seduta stante di litigare come due mocciosi. Litigare...beh,
più che altro la maggior parte delle volte uno ringhiava minacce e l'altro
blaterava senza sosta, di qualsiasi cosa, quasi senza riprendere fiato. E sì, nonostante
Peter trovasse divertente vedere suo nipote perdere le staffe e sbattere Stiles
contro il primo muro disponibile, anche lui qualche volta avrebbe volentieri
squarciato la gola al ragazzo pur di avere un po' di pace. Sapeva perché non andavano d'accordo: Stiles
assomigliava al Derek adolescente, al ragazzo un po' sfigato, calmo,
tranquillo, attaccato al branco, cresciuto all'ombra della sorella destinata a
diventare alfa. L'arrivo di Kate aveva cambiato le cose: lo aveva fatto sentire
importante, desiderato, amato. Non che la sua famiglia non l'amasse, ma forse
erano tutti un po' troppo presi da Laura per accorgersi di cosa stesse passando
Derek. Quanto a Peter, era sempre stato un po' menefreghista, aveva vestito i
panni da cattivo ragazzo – giacca di pelle, capelli ravviati indietro, occhiali
da sole, macchina sportiva lucida come uno specchio,… – ed era quasi strano
rivedere se stesso in suo nipote. Se non fosse stato per la rabbia che covava
dentro, Derek sarebbe stato il suo specchio. Lui e il ragazzo si
assomigliavano, anche se forse Peter aveva un vena di crudeltà in corpo che a
suo nipote mancava. Entrambi erano cresciuti all'ombra dei futuri alfa, e Peter
era sempre stato per Derek una figura di riferimento, la persona forte che
sarebbe voluto diventare, non un semplice beta, ma un sostegno per sua sorella, come lo zio lo era stato per i
suoi genitori.¹
Ma ormai quei giorni se n'erano andati; Peter aveva ucciso Laura per diventare
alfa e avere abbastanza potere per vendicare la propria famiglia, e Derek ora
lo odiava con tutte le sue forze. Se non fosse stato per l'arrivo del branco di
alfa probabilmente il nipote avrebbe già tentato di farlo fuori.
C'era un'altra cosa che rendeva Derek e Peter diversi, ed era l'insicurezza che
il ragazzo a volte mostrava nel guidare il branco. Suo nipote non era stato in
grado di convincere Scott a farne parte, aveva trasformato quattro sfigati in
lupi mannari, e uno di loro era addirittura diventato un lucertolone
vendicativo asservito ai peggiori psicopatici della città – e Peter non sapeva
se sentirsi offeso o meno di non aver fatto parte del gruppo. Ora Jackson era
uno di loro, ma ancora soffriva l'autorità e Derek era costretto una volta su
due a farsi ubbidire con la forza. Quel
piccolo, ricco, strafottente ragazzo era una spina nel fianco, e nella scala
delle spine nel fianco era secondo solo a Stiles.
Degli altri sfigati solo uno era rimasto con loro. Erica e Boyd se n'erano
andati alla prima occasione, si erano imbattuti negli alfa e adesso non si
sapeva che fine avessero fatto. Isaac invece…
Isaac amava vincere e suo padre aveva trasmesso una nota di crudeltà nel figlio
dopo tutti i tormenti che gli aveva inflitto, ma Peter non temeva che li
abbandonasse. Si era affezionato a Scott, formavano un bel duo, e se anche il
ragazzo avesse deciso di lasciare il branco di Derek per quello di Scott
avrebbe comunque combattuto al loro fianco, vista la triplice intesa Derek-Scott-Chris
Argent.
Scott stava sempre più assumendo le caratteristiche di un alfa. Sia chiaro, non
che Peter facesse il tifo per lui, desiderava
che il potere rimanesse interamente nelle mani degli Hale, ma era affascinato
da come la cosa si stesse evolvendo, e sapeva che questo provocava in Derek una
sorta di irritazione, anche se suo nipote non l'avrebbe mai ammesso.
Quanto alla fonte di irritazione primaria, più l'alfa gli diceva di togliersi
dai piedi, più lui si faceva coinvolgere, e questo mandava Derek in bestia. Stiles aveva l'innata capacità di finire sempre nei
guai; che lo facesse apposta, intromettendosi in affari che non lo
riguardavano, o che succedesse per caso, sempre mentre si intrometteva in
affari che non lo riguardavano, si poteva star certi che almeno una volta alla
settimana il ragazzo avrebbe volontariamente o meno rischiato la vita. E Derek
l'avrebbe salvato. Per Peter aveva dell'incredibile che il nipote fosse sempre
pronto ad aiutare Stiles; sbuffava, si lamentava, ringhiava e minacciava, ma
era sempre lì al suo fianco per salvarlo. Non che il ragazzo si tirasse
indietro: passare due ore a mollo nella piscina della scuola impedendo a Derek,
paralizzato dal veleno del kanima, di affogare lo si poteva definire un
salvataggio. E lo era anche scarrozzare il licantropo sanguinate per Beacon
Hills cercando di impedire agli Argent di rintracciarlo e tormentando Scott
perché trovasse il gemello del proiettile allo strozzalupo che l'aveva ferito.
Il problema di quei due era che non si sopportavano, ma erano sempre lì l'uno
per l'altro, più di quando Scott facesse per il suo migliore amico. Stiles era
terrorizzato da tutto quello che gli stava accadendo intorno, Peter lo poteva
sentire dal suo battito cardiaco e dal suo odore, ma era determinato, e
testardo, tanto quanto Derek. Il licantropo lo atterriva, ma il ragazzo
continuava imperterrito a sfidarlo, mostrando uno scarso istinto di
conservazione, e a gravitargli intorno come una falena con la fiamma. Era vero
che si poteva dire anche
il contrario.
Che Derek e Stiles si girassero attorno a quel modo preoccupava Peter, perché
poteva voler dire solo una cosa: che suo
nipote avrebbe sofferto ancor più di quanto stesse già facendo. L'odio e il
desiderio di vendetta avevano trasformato Peter in un assassino. Cosa sarebbe
diventato Derek con tutta quella rabbia e quel dolore in corpo?
Isaac lo accolse alzando semplicemente lo sguardo.
«Mi ha sbattuto fuori» rispose all'occhiata che gli lanciò Peter. Sentendo un
rumore di passi che si avvicinava, l'uomo guardò verso la porta e aspettò di
vederla aprirsi. Stiles comparve sull'uscio furibondo, lo lasciò spalancato e
passò loro accanto per dirigersi alla sua jeep.
«Ciao, Stiles» disse piatto Isaac senza nemmeno degnare di uno sguardo il
compagno di squadra.
Peter imbastì il suo miglior sorriso accattivante e lo salutò continuando poi a
tenere gli occhi puntati su di lui mentre il ragazzo mormorava un saluto, si
infilava in macchina e se ne andava. Derek comparve allora sulla porta con
tutta l'intenzione di urlargli contro, intuì Peter
notando la sua furia, ma si bloccò quando vide i suoi beta osservarlo in
attesa. Espirò con uno sbuffo dal naso, rilassò le spalle, diede un'altra
occhiata a loro e al punto in cui la jeep era scomparsa e rientrò in casa.
Isaac rimase immobile, per nulla intenzionato a raggiungere l'alfa e farsi
quantomeno rompere un braccio per essersi impicciato dei suoi affari. Peter
fece una smorfia e imboccò le scale per seguire Derek.
«Nipote» chiamò una volta all'interno della villa. Lo sentì emettere un basso
ringhio di avvertimento ma Peter non si fece impressionare e raggiunse il
ragazzo nel salotto.
«Non voglio parlare» lo avvisò ancora Derek.
«Non vorrei contraddirti, ma quando qualcuno se ne esce con quella frase poi,
sistematicamente, lo fa.»
Suo nipote ringhiò ancora, frustrato, ma poi mise da parte l'aggressività e
incassò la testa nelle spalle, esausto e sconfitto.
«Sai cosa accadrà se continuerai di questo passo, vero?» si informò Peter.
«Ricordo di aver già incontrato due persone come te e Stiles, ed è finita che
hanno messo al mondo i miei nipoti.»
«Peter» lo avvertì Derek.
«No, ascoltami, per il tuo bene e per il suo» disse e il ragazzo alzò la testa
perché Peter gli aveva già parlato a quel modo, più di sette anni prima, quando
lo zio aveva cercato di dissuaderlo dal frequentare una ragazza molto più
grande di lui. All'epoca non sapeva che fosse Kate Argent, ma ora Derek era più
che certo che ne fosse a conoscenza.
«So cosa stai per dirmi» disse infatti il ragazzo. «Di stargli alla larga e-»
«No, Derek, no. Fai chiarezza in quello che provi, e poi prendi una decisione,
perché ricorda che è per la vita, nipote. Per
te sarà per la vita, e non vale la pena provare tutto quel
dolore se alla fine vi lascerete.»
Avvicinandosi, Peter gli posò una mano sulla spalla e la strinse in una presa
rassicurante.
«Nessuno dei due lo merita, avete sofferto entrambi a sufficienza, per cui, se è lui, valuta bene tutte le opzioni
che hai.»
Derek sospirò e a Peter sembrò di essere tornato indietro con gli anni, a quando
il nipote gli aveva chiesto consiglio sulla sua relazione con quella che
avrebbe poi scoperto essere Kate Argent. Derek non era cresciuto per diventare
alfa e, ora che lo era, lo trovava
diverso da come se l'era sempre immaginato, Peter ne era certo.
«Da quando sei diventato così apprensivo e affettuoso?» si informò suo nipote,
rindossando la propria aria da duro.
«Da quando la mia sopravvivenza dipende da quella del mio alfa.»
¹ Come la mia beta mi ha fatto notare, in un branco
vi è un solo alfa (sebbene abbia letto una fanfiction in cui Peter dice a
Stiles che per diventare alfa non è necessario uccidere un alfa, basta esserne
il compagno). Io intendevo invece i genitori di Derek come una coppia, un uomo
e una donna che si danno supporto l'un l'altro, una famiglia, oltre che un
branco.
Breve commento. Che in realtà non è un
commento, ma un'accozzaglia di roba
che non ha senso.
Ho scritto questa storia a settembre. Sì, avete capito. A
settembre. E a gennaio era stata interamente betata da _Luthien_, che come ho
detto è una santa donna santa. Ci ho messo un po' a pubblicare, vero? Colpa del
male che mi ha afflitto in questi mesi, e che continuerà ad affliggermi, e che
mi dicono si chiami pigrizia. Devo ancora capire di cosa di tratti, non avendo
una laurea in medicina.
Derek e Stiles sono tra i miei personaggi preferiti nella serie. A prescindere
dal pairing, mi piacciono proprio le loro storie. Cioè, non che mi piaccia
che abbiano subito tutte quelle tragiche perdite. Mi piace
il diverso modo in cui le hanno affrontate. Stiles ha cercato di riempire i
vuoti, Derek si è chiuso in se stesso.
Sapete, all'inizio, la serie, non volevo nemmeno vederla. Poi tante ragazze del
gruppo slash di cui faccio parte su Facebook ne parlavano e parlavano di
qualcosa chiamato Sterek, e allora io
mi sono incuriosita. La curiosità...altro male di cui sono affetta.
Tanto è stato detto e tanto è stato scritto su questo pairing – io stessa l'ho
psycoanalizzato allegramente con Evaney Winchester e Shannara_810 – ma non ne abbiamo mai abbastanza, giusto? Se
manterrò gli impegni che ho preso con me stessa, troverete un aggiornamento a
settimana, il sabato o la domenica.
Di solito dico che i commenti e le recensioni sono la
paga del fanwriter. Stavolta non lo farò. Sono la prima che non commenta le
fanfiction che legge – ricordate? Ho questa strana malattia chiamata pigrizia – per cui non sentitevi obbligati, ok?
Fate come credete. Ovviamente, se vi fa schifo, vi autorizzo a dirmi brutalmente
le peggiori cose con estrema gentilezza cosa ne pensate.
Kiss!
Chiara