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Autore: kae    26/05/2013    1 recensioni
A volte per trovare la tua strada devi far pace con te stesso. A volte trovi la tua strada dove non avresti mai immaginato.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf

Fandom: Teen Wolf.
Personaggi:
Derek Hale, Stiles Stilinski, Peter Hale, Isaac Lahey.
Pairing:
Derek Hale/Stiles Stilinski.
Rating:
verde.
Beta:
_Luthien_ (santa donna!), che ha avuto davvero tanta, tanta, tanta pazienza.
Genere: un po' angst, un po' fluff e un pizzico di romanticismo.
Warning:
slash, post season 2, pre season 3.
Capitoli:
1/4
Summary:
A volte per trovare la tua strada devi far pace con te stesso. A volte trovi la tua strada dove non avresti mai immaginato.
Note: il titolo è un verso della canzone “Start of something gooddi Daughtry.
Dediche:
a _Luthien_, per il suo compleanno (in ritardo). Cento di questi quei giorni!

Disclaimer:
Stiles, Derek & Co. non mi appartengono. A scrivere questa cosa non ci ho guadagnato nulla tranne soddisfazione personale. u_u No, neanche “Start of something good” è mia.

 

 

And all my scars don't seem to matter anymore

 

 

Capitolo 1

Peter sospirò parcheggiando la lucida Camaro di suo nipote davanti al rudere che fino a pochi anni prima era stato la villa degli Hale, la sua casa. L'incendio appiccato da Kate Argent e dai suoi simpatici scagnozzi aveva ucciso undici membri della sua famiglia, lasciando lui, sfregiato e catatonico, come unico sopravvissuto. Aveva passato i sei anni seguenti alla tragedia in ospedale, più morto che vivo per i medici, mentre il suo corpo si riparava lentamente e la sua mente progettava la sua vendetta. Essere un licantropo gli aveva permesso di guarire, per quanto sapesse che il proprio branco non lo credeva completamente sano di mente. Forse lo era, forse no, Peter non poteva giudicare se stesso, ma sapeva che se anche non fosse stato pazzo lo sarebbe diventato se Derek, l'unico Hale sopravvissuto oltre a lui, e Stiles non avessero smesso seduta stante di litigare come due mocciosi. Litigare...beh, più che altro la maggior parte delle volte uno ringhiava minacce e l'altro blaterava senza sosta, di qualsiasi cosa, quasi senza riprendere fiato. E sì, nonostante Peter trovasse divertente vedere suo nipote perdere le staffe e sbattere Stiles contro il primo muro disponibile, anche lui qualche volta avrebbe volentieri squarciato la gola al ragazzo pur di avere un po' di pace. Sapeva perché non andavano d'accordo: Stiles assomigliava al Derek adolescente, al ragazzo un po' sfigato, calmo, tranquillo, attaccato al branco, cresciuto all'ombra della sorella destinata a diventare alfa. L'arrivo di Kate aveva cambiato le cose: lo aveva fatto sentire importante, desiderato, amato. Non che la sua famiglia non l'amasse, ma forse erano tutti un po' troppo presi da Laura per accorgersi di cosa stesse passando Derek. Quanto a Peter, era sempre stato un po' menefreghista, aveva vestito i panni da cattivo ragazzo – giacca di pelle, capelli ravviati indietro, occhiali da sole, macchina sportiva lucida come uno specchio,… – ed era quasi strano rivedere se stesso in suo nipote. Se non fosse stato per la rabbia che covava dentro, Derek sarebbe stato il suo specchio. Lui e il ragazzo si assomigliavano, anche se forse Peter aveva un vena di crudeltà in corpo che a suo nipote mancava. Entrambi erano cresciuti all'ombra dei futuri alfa, e Peter era sempre stato per Derek una figura di riferimento, la persona forte che sarebbe voluto diventare, non un semplice beta, ma un sostegno per sua sorella, come lo zio lo era stato per i suoi genitori.¹
Ma ormai quei giorni se n'erano andati; Peter aveva ucciso Laura per diventare alfa e avere abbastanza potere per vendicare la propria famiglia, e Derek ora lo odiava con tutte le sue forze. Se non fosse stato per l'arrivo del branco di alfa probabilmente il nipote avrebbe già tentato di farlo fuori.
C'era un'altra cosa che rendeva Derek e Peter diversi, ed era l'insicurezza che il ragazzo a volte mostrava nel guidare il branco. Suo nipote non era stato in grado di convincere Scott a farne parte, aveva trasformato quattro sfigati in lupi mannari, e uno di loro era addirittura diventato un lucertolone vendicativo asservito ai peggiori psicopatici della città – e Peter non sapeva se sentirsi offeso o meno di non aver fatto parte del gruppo. Ora Jackson era uno di loro, ma ancora soffriva l'autorità e Derek era costretto una volta su due a farsi ubbidire con la forza.
Quel piccolo, ricco, strafottente ragazzo era una spina nel fianco, e nella scala delle spine nel fianco era secondo solo a Stiles.
Degli altri sfigati solo uno era rimasto con loro. Erica e Boyd se n'erano andati alla prima occasione, si erano imbattuti negli alfa e adesso non si sapeva che fine avessero fatto. Isaac invece…
Isaac amava vincere e suo padre aveva trasmesso una nota di crudeltà nel figlio dopo tutti i tormenti che gli aveva inflitto, ma Peter non temeva che li abbandonasse. Si era affezionato a Scott, formavano un bel duo, e se anche il ragazzo avesse deciso di lasciare il branco di Derek per quello di Scott avrebbe comunque combattuto al loro fianco, vista la triplice intesa Derek-Scott-Chris Argent.
Scott stava sempre più assumendo le caratteristiche di un alfa. Sia chiaro, non che Peter facesse il tifo per lui,
desiderava che il potere rimanesse interamente nelle mani degli Hale, ma era affascinato da come la cosa si stesse evolvendo, e sapeva che questo provocava in Derek una sorta di irritazione, anche se suo nipote non l'avrebbe mai ammesso.
Quanto alla fonte di irritazione primaria, più l'alfa gli diceva di togliersi dai piedi, più lui si faceva coinvolgere, e questo mandava Derek in bestia.
Stiles aveva l'innata capacità di finire sempre nei guai; che lo facesse apposta, intromettendosi in affari che non lo riguardavano, o che succedesse per caso, sempre mentre si intrometteva in affari che non lo riguardavano, si poteva star certi che almeno una volta alla settimana il ragazzo avrebbe volontariamente o meno rischiato la vita. E Derek l'avrebbe salvato. Per Peter aveva dell'incredibile che il nipote fosse sempre pronto ad aiutare Stiles; sbuffava, si lamentava, ringhiava e minacciava, ma era sempre lì al suo fianco per salvarlo. Non che il ragazzo si tirasse indietro: passare due ore a mollo nella piscina della scuola impedendo a Derek, paralizzato dal veleno del kanima, di affogare lo si poteva definire un salvataggio. E lo era anche scarrozzare il licantropo sanguinate per Beacon Hills cercando di impedire agli Argent di rintracciarlo e tormentando Scott perché trovasse il gemello del proiettile allo strozzalupo che l'aveva ferito.
Il problema di quei due era che non si sopportavano, ma erano sempre lì l'uno per l'altro, più di quando Scott facesse per il suo migliore amico. Stiles era terrorizzato da tutto quello che gli stava accadendo intorno, Peter lo poteva sentire dal suo battito cardiaco e dal suo odore, ma era determinato, e testardo, tanto quanto Derek. Il licantropo lo atterriva, ma il ragazzo continuava imperterrito a sfidarlo, mostrando uno scarso istinto di conservazione, e a gravitargli intorno come una falena con la fiamma. Era vero che
si poteva dire anche il contrario.
Che Derek e Stiles si girassero attorno a quel modo preoccupava Peter, perché poteva voler dire solo una cosa:
che suo nipote avrebbe sofferto ancor più di quanto stesse già facendo. L'odio e il desiderio di vendetta avevano trasformato Peter in un assassino. Cosa sarebbe diventato Derek con tutta quella rabbia e quel dolore in corpo?

Isaac lo accolse alzando semplicemente lo sguardo.
«Mi ha sbattuto fuori» rispose all'occhiata che gli lanciò Peter. Sentendo un rumore di passi che si avvicinava, l'uomo guardò verso la porta e aspettò di vederla aprirsi. Stiles comparve sull'uscio furibondo, lo lasciò spalancato e passò loro accanto per dirigersi alla sua jeep.
«Ciao, Stiles» disse piatto Isaac senza nemmeno degnare di uno sguardo il compagno di squadra.
Peter imbastì il suo miglior sorriso accattivante e lo salutò continuando poi a tenere gli occhi puntati su di lui mentre il ragazzo mormorava un saluto, si infilava in macchina e se ne andava. Derek comparve allora sulla porta con tutta l'intenzione di urlargli contro, intuì
Peter notando la sua furia, ma si bloccò quando vide i suoi beta osservarlo in attesa. Espirò con uno sbuffo dal naso, rilassò le spalle, diede un'altra occhiata a loro e al punto in cui la jeep era scomparsa e rientrò in casa. Isaac rimase immobile, per nulla intenzionato a raggiungere l'alfa e farsi quantomeno rompere un braccio per essersi impicciato dei suoi affari. Peter fece una smorfia e imboccò le scale per seguire Derek.
«Nipote» chiamò una volta all'interno della villa. Lo sentì emettere un basso ringhio di avvertimento ma Peter non si fece impressionare e raggiunse il ragazzo nel salotto.
«Non voglio parlare» lo avvisò ancora Derek.
«Non vorrei contraddirti, ma quando qualcuno se ne esce con quella frase poi, sistematicamente, lo fa.»
Suo nipote ringhiò ancora, frustrato, ma poi mise da parte l'aggressività e incassò la testa nelle spalle, esausto e sconfitto.
«Sai cosa accadrà se continuerai di questo passo, vero?» si informò Peter. «Ricordo di aver già incontrato due persone come te e Stiles, ed è finita che hanno messo al mondo i miei nipoti.»
«Peter» lo avvertì Derek.
«No, ascoltami, per il tuo bene e per il suo» disse e il ragazzo alzò la testa perché Peter gli aveva già parlato a quel modo, più di sette anni prima, quando lo zio aveva cercato di dissuaderlo dal frequentare una ragazza molto più grande di lui. All'epoca non sapeva che fosse Kate Argent, ma ora Derek era più che certo che ne fosse a conoscenza.
«So cosa stai per dirmi» disse infatti il ragazzo. «Di stargli alla larga e-»
«No, Derek, no. Fai chiarezza in quello che provi, e poi prendi una decisione, perché ricorda che è per la vita, nipote. Per te
sarà per la vita, e non vale la pena provare tutto quel dolore se alla fine vi lascerete.»
Avvicinandosi, Peter gli posò una mano sulla spalla e la strinse in una presa rassicurante.
«Nessuno dei due lo merita, avete sofferto entrambi a sufficienza, per cui, se è lui, valuta bene tutte le opzioni che hai.»
Derek sospirò e a Peter sembrò di essere tornato indietro con gli anni,
a quando il nipote gli aveva chiesto consiglio sulla sua relazione con quella che avrebbe poi scoperto essere Kate Argent. Derek non era cresciuto per diventare alfa e, ora che lo era, lo trovava diverso da come se l'era sempre immaginato, Peter ne era certo.
«Da quando sei diventato così apprensivo e affettuoso?» si informò suo nipote, rindossando la propria aria da duro.
«Da quando la mia sopravvivenza dipende da quella del mio alfa.»





¹ Come la mia beta mi ha fatto notare, in un branco vi è un solo alfa (sebbene abbia letto una fanfiction in cui Peter dice a Stiles che per diventare alfa non è necessario uccidere un alfa, basta esserne il compagno). Io intendevo invece i genitori di Derek come una coppia, un uomo e una donna che si danno supporto l'un l'altro, una famiglia, oltre che un branco.



Breve commento. Che in realtà non è un commento, ma un'accozzaglia di roba
che non ha senso.
Ho scritto questa storia a settembre. Sì, avete capito. A settembre. E a gennaio era stata interamente betata da _Luthien_, che come ho detto è una santa donna santa. Ci ho messo un po' a pubblicare, vero? Colpa del male che mi ha afflitto in questi mesi, e che continuerà ad affliggermi, e che mi dicono si chiami pigrizia. Devo ancora capire di cosa di tratti, non avendo una laurea in medicina.
Derek e Stiles sono tra i miei personaggi preferiti nella serie. A prescindere dal pairing, mi piacciono proprio le loro storie. Cioè, non che mi piaccia
che abbiano subito tutte quelle tragiche perdite. Mi piace il diverso modo in cui le hanno affrontate. Stiles ha cercato di riempire i vuoti, Derek si è chiuso in se stesso.
Sapete, all'inizio, la serie, non volevo nemmeno vederla. Poi tante ragazze del gruppo slash di cui faccio parte su Facebook ne parlavano e parlavano di qualcosa chiamato Sterek, e allora io mi sono incuriosita. La curiosità...altro male di cui sono affetta.
Tanto è stato detto e tanto è stato scritto su questo pairing – io stessa l'ho psycoanalizzato allegramente con
Evaney Winchester e Shannara_810ma non ne abbiamo mai abbastanza, giusto? Se manterrò gli impegni che ho preso con me stessa, troverete un aggiornamento a settimana, il sabato o la domenica.
Di solito dico che i commenti e le recensioni sono la paga del fanwriter. Stavolta non lo farò. Sono la prima che non commenta le fanfiction che legge – ricordate? Ho questa strana malattia chiamata pigrizia
per cui non sentitevi obbligati, ok? Fate come credete. Ovviamente, se vi fa schifo, vi autorizzo a dirmi brutalmente le peggiori cose con estrema gentilezza cosa ne pensate.
Kiss!

Chiara

   
 
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