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Autore: Reykon23    26/05/2013    2 recensioni
Qualcosa è successo nel presente di akane...qualcosa che ha fatto si che lei e ranma si dividessero...nulla potrà dire cosa accadrà in futuro, i segreti sono tutti da scoprire e contenuti nei petali....in quei petali che vagano dimenticati...
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nubi all'Orizzonte



Una macchia nera in mezzo al mare, dilaga, si spande e copre ogni raggio di felicità. Un buco nero nell'anima dell'oceano, ormai cosi tanto oscuro da portar con se tutto, speranze, gioie, fantasie e due semplici lacrime: una corre sul filo dell'emozione e del rimpianto, e l’altra viene trasportata nello stesso vortice. Vite trascorse correndo freneticamente, velocemente, tanto da non cogliere la voce ormai stanca di un bimbo, un tempo felice e oggi imprigionato.

 Anonimo


Era giunta ormai la sera quando finalmente l’ultimo cliente se ne andò.
Oggi era stata una giornata abbastanza stressante, tra il dover dare conto ai rifornitori per i prodotti e la gente che faceva innumerevoli richieste, ma almeno potevo dire comunque di essere soddisfatta per come ero ripartita.
La voce della mia riapertura si era sparsa in giro in fretta, e non poche persone mi avevano fatto visita per salutarmi o semplicemente vedere se la mia arte culinaria era sempre la stessa o addirittura migliorata.
Il mio lavoro in innumerevoli occasioni era stata la mia salvezza.
La mia scappatoia per allentare le tensioni, lenire il nervosismo, per pensare ad altro….
Mi sentivo il cuore leggero come non lo avevo da tantissimo tempo, e volevo continuare a tenere questo ritmo, per non ricadere nel mio stato d’animo depressivo che ultimamente mi caratterizzava.
Ovviamente queste e altre innumerevoli riflessioni le stavo compiendo mentre pulivo l’intera sala, e non facendo attenzione sbattei su un tavolo nel quale vi era una bottiglia d’acqua semi piena, che cadendo riversò tutto il suo contenuto a terra.
Mi accinsi subito a prendere il strofinaccio, per pulire ciò che avevo combinato.
Appena mi inginocchiai però mi bloccai: su quel piccolo specchio che si era creato vedevo la mia immagine riflessa…da essa non trapelava nessuna emozione.
O semplicemente ero io stessa che non recepivo niente di me; forse è questo che in realtà, dietro le quinte, mi affliggeva: chi ero in realtà io?! Cosa volevo davvero dalla vita?
Mi accorgevo sempre di più che non riuscivo a rispondere a queste domande.
Socchiusi gli occhi sperando di trovare qualche risposta nel buio del mio essere.
Erano  cambiate così tante cose in questi anni, ero stata con così tante persone in questi anni che ormai non sapevo chi ero davvero diventata, cosa mi aspettavo davvero dalla vita.
L’assenza di un vero centro di riferimento mi aveva destabilizzata fino ad arrivare quasi a un punto di non ritorno, e questo ormai non potevo più permetterlo…non potevo!!!
L’unica persona che aveva da sempre avuto quel ruolo nella mia esistenza era solamente Ranma, avevo bisogno di vederlo, di parlargli, di capire la verità.
Non so cosa potevo aspettarmi di preciso da un futuro incontro di lui…forse una volta visto mi sarei rassegnata alla realtà e sarei andata avanti per la mia strada…oppure…avrei potuto aiutarlo, confortarlo, stringerlo a me per pulire tutte le macchie che avevano corroso la sua anima.
Si, ne ero certa! Se solo me lo avesse chiesto, io sarei diventata la sua salvezza!
Lo strofinaccio che avevo usato per asciugare l’acqua ormai ero zuppo e sfregando non mi ero ancora resa conto che dovevo andarlo a cambiare; mi alzai e mi mossi per andare a prenderne uno nuovo al bancone.
Nel momento in cui mi abbassai per cercare la scatola che mi serviva sentì  all’improvviso un rumore, come di vetri rotti, che interruppe il silenzio nel quale era immersa l’intera stanza.
Mi alzai di scatto e perlustrai l’intera sala in cerca di una possibile fonte…ma niente tutto sembrava essere come lo avevo lasciato poco prima.
Pensai a questo punto che doveva essere successo qualcosa al piano di sopra, magari qualche ramo che aveva sbattuto contro la finestra…oppure gli spifferi del vento che avevano fatto cadere qualcosa di leggero dagli scaffali, dato che il meteo ribadiva in questi giorni dell’avvicinarsi di una delle rare tempeste tropicali estive.
Controllai le stanze una per una, ma niente nulla sembrava essere cambiato.
Nel momento in cui realizzai che forse mi ero solo immaginata tutto, ero appena tornata nella sala principale e…mi bloccai.
La porta d’entrata era semi-aperta, lasciando entrare un po’ di vento e pioggia che era cominciata a scendere dal cielo cupo e nuvoloso.
Ero sicura di averla chiusa e sprangata quando l’ultimo cliente era uscito, e quindi corsi subito a chiuderla, non pensando minimamente a quello che poteva accadere…
Non ebbi neanche il tempo di posare la mano sulla maniglia per chiudere che qualcosa dal nulla mi bloccò il corpo! Due braccia mi cinsero il busto e il collo mobilizzando con una forza immane che non sembrava neanche umana…mi divincolai con tutte le energie che avevo a disposizione ma tutto sembrò immediatamente inutile fin dall’inizio poiché era impossibile qualsiasi mia mossa…
La mie palette erano tutte sparse nel bancone e non riuscivo neanche ad avvicinarmi per afferrarle e scaraventarle contro il mio aggressore.
Tuttavia questo sembrò fare una mossa sbagliata che mi consentì di tirare una testata all’indietro per farlo cadere verso i tavoli ancora sporchi e disordinati.
Ma purtroppo non servì a niente, perché mi trascinò con sé facendomi sbattere contro le sedie e le varie vettovaglie che caddero  a terra versando il loro contenuto e rompendosi in tanti pezzi.
Paura, adrenalina, terrore, incoscienza….una marea di emozioni si impossessarono di me per salvarmi, per lottare a continuare una vita che avevo appena ricominciato, una vita che avevo progettato con tanti orizzonti…non poteva finire tutto così!
Feci l’ultima mossa tentato il tutto per tutto per scappare verso la porta, gridando con tutto il fiato che avevo in gola la mia disperazione…ma fu tutto inutile; la sua mano destra posò un panno bianco sulla mia faccia, all’altezza della bocca e del naso, impedendomi di respirare l’aria pura.
Mi resi conto che altro non si trattava che cloroformio.
Non potei più resistere….il mondo cominciò a vorticare intorno a me, e pian piano le forze restanti mi abbandonarono, lasciandomi frastornata e assopita….persi tutto, insieme all’ultimo barlume di speranza….dopodichè vi fu solo il nulla….
 
I giorni passarono in fretta nell’attesa che arrivasse di nuovo il momento in cui potevo rincontrare Ranma.
La mattina dell’agognato terzo giorno finalmente giunse, così mi preparai presto per andare come di consueto quello che ormai era diventato il nostro posto.
Ancora avevo tante domande in testa da rivolgere a Ranma sul suo comportamento del nostro  ultimo incontro quando lasciamo la casa del bosco dicendomi di dover andare a trovare Ukyo, tutto sembrava così strano ogni volta che stavo con lui: appena qualcosa andava bene, subito si ripresentavano mille altri problemi che ci sovrastavano…e pericolosamente potevano ancora una volta allontanarci, tutto ciò che insomma io non volevo più.
Poi tra l’altro arrivata a casa potei ben riflettere su quello che era accaduto quando eravamo nella sua stanza da soli…..non so se era stata l’atmosfera che si era creata, o qualche sconosciuto istinto che dormiente si era inesorabilmente risvegliato, ma non riuscivo a comprendere il comportamento che avevamo avuto sia io sia lui.
Ero entrata in un mondo sconosciuto fatto di calore e sensazioni straordinare che avevano conquistato sia la mia mente che il mio corpo, solo tra le sue braccia potevo assaporare un affetto che non avevo provato per nessun altro, solo che ancora non potevo davvero credere come tutto ciò potesse essere finalmente ricambiato anche da parte sua….il suo starmi accanto, il suo sguardo fisso, le sue labbra che si avvicinavano….mi stava sul serio baciando?! Mi stava desiderando?
Può davvero cambiare una persona in questo modo? Oppure semplicemente era diventato uno sconosciuto…di nuovo tutto da scoprire.
Appena stavo per uscire di casa la voce di Kasumi mi bloccò all’improvviso destandomi dai miei pensieri.
< Akane…esci già di buon mattino? >
< Sisi ho alcune cose da sbrigare,  credo che tornerò sul pomeriggio tardi >
< Mmh ultimamente ho notato che però stai uscendo molto spesso…>
Dovevo aspettarmelo. Le mie lunghe scappatelle apparentemente innocenti dovevano destare alcuni sospetti, specialmente in Kasumi a cui mai nulla era potuto sfuggire nonostante il suo silenzio e la sua riservatezza.
< Beh…non esageriamo, magari prima stavo preferibilmente a casa, ora preferisco stare all’aria aperta tra una commissione e un’altra…>
Come sempre ebbe uno sguardo indagatore ma comprensivo e non mi fece altre domande, se non che mi disse qualcosa che mi bloccò subito.
< Comunque l’altro giorno è passata Ukyo sai?! E’ tornata da poco in città…ti mandava a salutare.
La guardai curiosa. Allora lei era già venuta a casa mia! C’era qualche motivo dietro per la sua visita?!
E poi bisognava tenere conto delle affermazioni di Ranma prima che mi lasciasse e di andare al suo locale. Le cose sembravano essere collegate.
< Allora pensò che l’andrò a trovare al suo locale >.

Non ci volle molto prima che raggiunsi il tanto fatidico parco.
La strada e il sentiero ormai lo conoscevo a memoria, e finalmente raggiunsi la radura a cui tanto ero legata.
Era sempre uno spettacolo osservare la danza dei petali e delle foglie che scendevano ritmicamente dal cielo, portatrici di una pace a lungo agognata.
Il tempo oggi aveva deciso di dare una tregua apparente dalla pioggia e dal vento, ma nuvoloni nero continuavano a sovrastare il cosmo che circondava noi, poveri comuni mortali.
Osservando bene i rami sinuosi potei scorgere finalmente la figura di Ranma appollaita su uno di essi presumibilmente in attesa del mio arrivo.
Non ebbi neanche il tempo di parlare che lui si accorse della mia presenza, scese subito e arrivò davanti a me.
< Ciao..> sembrava una parola così fredda e priva di significato, ma nel momento in cui la disse sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori, di quelli che mi scombussolavano le sinapsi impendendomi di reagire a qualsiasi cosa. Perché aveva un così potente effetto su di me?! Quando glielo avevo ceduto questo potere?
< Ciao..>  sorrisi a mia volta cercando di ritornare a terra e non più tra le nubi danzanti con i loro fulmini.
Il suo sguardo però cambiò ben presto e si fece serio e cupo, i tratti marcati non stavano preannunciando nulla di buono.
< Oggi sono già passato da Ukyo per controllare se la trovavamo oggi al locale…quello che ho trovato era un po’ quello che mi aspettavo…siamo arrivati tardi >
Lo sguardai stupita senza proferire alcuna parola…che cosa mai era successo!?
< Ho trovato tutto il locale sotto sopra…tavoli e sedie a terra, alcuni piatti rotti a terra…la porta era chiusa ma senza serratura…sembra essere da giorni che si trova in questo stato.
Penso che purtroppo….qualcuno debba averla presa >.
< Presa? Nel senso che è stata rapita??! >
Ranma annui con la convinzione che molte volte lo caratterizzava.
Chi mai avrebbe potuto volere una cosa del genere? Rapire Ukyo per qualche oscuro motivo? Tutto era così inverosimile.
< Penso che lei sia coinvolta con quello che è successo a tuo padre il giorno del campionato…non so se ne è cosciente, volevo appunto domandargli alcune cose con te…per questo volevo andarci, anche se purtroppo qualcuno ci ha preceduto…qualcuno che non vuole che si sappia la verità…le mie ipotesi si stanno facendo sempre più veritiere>.
< Allora era questo che volevi dire l’altro giorno…ma chi mai può essere stato? chi si sta spingendo fino a questi livelli per ostacolarci?>
Ranma non seppe cosa rispondermi lì sul momento.
Le parole forse non sembravano servire, oppure erano inadatte per esprimere quello che aveva in testa.
Vide che il mio viso si era oscurato e cercò di confortarmi portandosi più vicino a me e poggiandomi una mano sul mio viso. Era così calda….
Nel momento in cui cercò di aprire bocca cominciarono a scendere prima piccole goccie, finchè dopo pochi secondi iniziò davvero a diluviare, come se il cielo si fosse deciso all’improvviso di aprire il rubinetto per scatenare la sua potenza.
< Svelta, andiamo! Prima che ci bagniamo tutti! >
< Dove dobbiamo andare adesso?! >
< Se non mi ricordo male i miei compagni ti avevano invitato ad assistere a qualcosa o no?! >
Correndo cercai di ricordare quella volta in cui parlai con i vari componenti della scuola…
Siiii, uno di loro mi aveva parlato di una specie di torneo, di gara che dovevano fare tutti.
< Avrai l’occasione di vedere come sono i veri combattenti…e così magari stando insieme potremmo capire cosa è successo davvero ad Ukyo>.
Così iniziammo a dirigersi verso il bosco cercando si sfuggire alla pioggia….
Nonostante tutto lungo la strada fummo davvero zuppi di acqua ma non mi importò, non mi importava del freddo che iniziava ad attanagliare il corpo, non mi importava del vento che ostacolava la nostra strada…
Avevo dalla mia parte il sole, che aveva abbandonato il posto dietro le nubi per venire qui accanto a me.
Lui era il calore….Ranma era il mio sole.






Dopo tanto tempo ho deciso di aggiungere questo capitolo in seguito un potente attacco ispiratore…
Mi dispiace aver abbandonato la storia e molti di quelli che la stavano seguendo, spero davvero di poterla ricoltivare e che possiate ritornare a leggermi e dirmi cosa ne pensate ancora una volta.
Un grande abbraccio a tutti.

Reykon °



  
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