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Autore: shining leviathan    27/05/2013    5 recensioni
A quanto pare non solo il reparto Soldier vanta delle avventure al limite della follia.
Verdot, comandante dei Turks, in seguito ad un episodio di palese ignoranza è costretto a portare i suoi Turks a farsi una cultura al nuovo museo di Midagr.
Ma le cose non andranno come aveva previsto, e i guai sono giusto dietro l'angolo.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena, Reno, Rude, Tseng, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Before Crisis
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Final Fantasy -Madness is here- dEmEnTiA'
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Salve a tutti! Eccomi nuovamente a traumatizzare le vostre menti con un nuovo capitolo della serie DeMeNtIa. Questa storia è sul pc da qualche tempo, così ho deciso di ultimarla e pubblicarla… per vostra somma sfortuna. Immagino che qualcuno di voi non si sia ancora ripreso dalle scemenze delle volte scorse. Mi scuso in anticipo ^^”

Tuttavia c’è una novità rispetto alle fanfic demenziali che ho scritto fino ad ora: i quattro Soldier non sono più i protagonisti e al loro posto farà l’entrata in scena il reparto Turk al completo. Su, su, diamo anche a loro un momento di gloria!

Dato che citerò dei Turk apparsi unicamente in Before Crisis e che prendevano il nome dalle loro armi personali (il nome era personalizzabile) manterrò appunto i soprannomi dati loro, tranne che per la sorella di Elena, Gun, che chiamerò Rose. Il nome è molto popolare nel fandom inglese, ormai mi sono abituata all’idea. Gli unici a non fare la loro comparsa ( anche se probabilmente in altre storie includerò anche loro) sono i due Martial Arts e il Turk leggendario. I primi due non li citati per il semplice motivo che non volevo mettermi a creare nomi a caso e quindi con il nome della’arma identico sarebbe venuto fuori un casino. Il Turk leggendario apparirà un'altra volta, anche perché tecnicamente lui sta scontando una condanna a Costa del Sol ( che punizione orribile -.- nda Tseng).

Questa fan fiction è stata scritta unicamente per divertimento. Non discrimino nessuno, il mio intento è di far ridere, non convincere che un determinato personaggio o titolo della Compilation  venga messo in cattiva luce perché lo odio, sia stupido ecc.  Se non possedete il senso dell’umorismo questa fic non fa per voi.

Ci rivediamo a fondo pagina!

I Turks

Verdot (o Veld): Comandante dei Turks.

Tseng: Vice- comandante dei Turks.

Rude

Reno

Elena

Gun ( o Rose): sorella di Elena.

Rod: Maschio.

Katana: Maschio.

Shotgun: Femmina.

Knife: Femmina.

Nunchaku: Maschio.

Two Guns: Maschio.

Cissnei (In Before Crisis è chiamata Shuriken).

 

 

 

 

Verdot lavorava nel reparto Turk da molti anni, ormai. Aveva visto il succedersi degli eventi con occhio severo e al contempo paterno, guidando le sue reclute nel bene e nel male, come se fossero figli suoi.

Reno: Verdoooot! Me lo compri il gelato?

Verdot: No, Reno. Uno perché siamo in missione, due…

Un coyote ululò nella vasta piana deserta, accentuando la solitudine del luogo e dei pochi cactus che imploravano un po’ d’acqua.

Verdot: Ti pare che ci sia un camioncino dei gelati qui attorno?

Reno si guardò attorno, prendendo coscienza che la merenda se la poteva scordare. Gli occhi, dapprima sbarrati, si restrinsero a due fessure.

Reno: Quel maledetto Poltergeist! (Punta il dito davanti a se, pur non essendoci niente) Mi hai mentito! Fottuto spiritello bugiardo! è_é

Verdot, allarmato dal comportamento del sottoposto, cercò di farlo ragionare.

Verdot: Reno, calmati! A parte noi non c’è nessuno, nessun Poltergesit. Devi aver avuto un miraggio (Si terge il sudore con un fazzoletto) d’altronde fa molto caldo.

Reno: (Riflette) Sì… in effetti hai ragione. Allora… anche quel cactus rosa che balla la samba accanto a noi non è reale… e quindi…

Rivolse lo sguardo a destra, oltre un avvallamento sabbioso, e vide una sommità lucida innalzarsi poco a poco.

Reno: Quindi nemmeno quella pietra ballerina laggiù lo è! Ah, ma faccio passare io la voglia a questo deserto di prenderci per il culo!

Si gettò rabbioso contro la presunta roccia, menando fendenti col teser e ululando insulti come “ Figlio di un macigno calcareo” e “ Scarto della naturale produzione mineraria.”

Soliti epiteti che si rivolgono alle rocce, no?

Verdot impallidì, correndo a fermare Reno. Gli bloccò le braccia, lottando per evitare che continuasse a…

Verdot: Reno, no!! Quella è la testa di Rude!!!

Reno smise di calciare, guardando con attenzione il sangue che era schizzato lì attorno. Rude mugugnò, la faccia affondata nella sabbia e la pelata coperta di ematomi e tagli, ammaccature e botte. Il rosso spalancò la bocca, poi cadde in ginocchio e scoppiò a piangere.

Reno: WAAAAA, Rude! Scusaaaaa!!! T____________T

Rude: Mrfffff * Tradotto approssimativamente come: Aspetta solo che ti metta le mani addosso, bastardo figlio di donnola!!!*

Verdot:  -_________-

Poltergesit: -______________-

Verdot: O____O

Poltergeist: OPS! (Scompare)

Verdot: Ho bisogno di una vacanza…

Ehm, nonostante le varie incomprensioni e incidenti di percorso, Verdot amava i suoi Turk. Un po’ meno la loro stupidità.

Niente in confronto a ciò che gli propose il Presidente Shinra un venerdì mattina apparentemente normale.

Presidente Shinra: Verdot, porterai i tuoi Turk al museo.

Verdot: Come?  O_O

Presidente Shinra: Ho detto che porterai i tuoi…

Verdot: No, ho capito ma…

Presidente Shinra: ( Si acciglia) Perché diavolo dici “come”, allora?? I Turk hanno bisogno di incentivare le loro conoscenze in storia, ho notato che sono piuttosto carenti su quel versante. Su quello e sulle buone maniere. Insomma, l’altro ieri ho chiesto a Rod quando è caduto l’Impero Romano d’Occidente e lui ha fissato il vuoto per mezz’ora prima di riprendersi e mandarmi a fanculo. Ha detto che non era una conoscenza indispensabile per essere un Turk.

Verdot:  Tutti i torti non ha avuto. È come se le chiedessi se un albero cade in mezzo alla foresta e non c’è nessuno fa rumore lo stesso?

Il Presidente rimase un attimo a guardare il capo dei Turk con espressione ebete, poi si riprese.

Presidente Shinra: Ma vai a cagare, Verdot! Cosa diavolo posso saperne io? Mica faccio il boscaiolo!

Verdot: Ecco, appunto…

Presidente Shinra: Piantala di fare il furbo! Zitto e ascolta: ho appena inaugurato un museo nel Settore 5, voglio che li porti a fare un pieno di cultura. E non ammetto che ci siano assenteisti.

Verdot: Ma…

Presidente Shinra: Un Turk non disubbidisce agli ordini. Ti stai forse rifiutando??

Verdot: Presidente è da mesi che non manda né i Soldier né i Turk in missione. Come faremo a mandare avanti la società se ci manda a fare i picnic??

Presidente Shinra: Innanzitutto non vi mando a fare i picnic, ma ad un museo. Sei sordo? È già la seconda volta che mi ripeto!

Verdot: Era un modo di dire! *Shiva, un capo più ottuso di un angolo ottuso non poteva capitarmi…*

Presidente Shinra: Quello che è! Suvvia, Verdot, siamo alla Shinra. Qui i soldi escono pure dai cessi, e uso le banconote da cento guil come lettiera per il Dark Nation di mio figlio. Guai a fargli trovare un pezzo da cinquanta.

Detto questo si soffiò il naso con una banconota da mille guil. Chiamò la segretaria.

Presidente Shinra: Annette?  Mi porti quei due sacchi di soldi in salotto e li butti nel camino. Comincia a fare freddo qui…

Verdot capì di aver perso e si congedò, pensando sconsolato all’assurda gita che lo attendeva.

 

 

Nell’ufficio comune dei Turks, i membri operativi stavano lavorando diligentemente ai loro rapporti.

Rod: Quasi fatto… ecco, ci sono!

Mostrò orgoglioso un origami a forma di moto. La sua scrivania era disseminata di altri tentativi falliti, fogli accartocciati dell’estratto conto di Tseng. Naturalmente non si era accorto di nulla, lui era l’unico a lavorare sul serio.

Reno: Tsk! Sei un dilettante, guarda e impara.

Davanti al rosso stava un mucchio di carta che evidentemente era stata masticata e unita in quell’enorme grumo grigiastro.

Two Gun sollevò un sopracciglio. Lui veniva dagli slums, ma una schifezza simile non l’aveva mai vista. E con Reno di schifezze ne aveva viste già tante.

Two Gun: Cosa diavolo dovrebbe essere?

Rod: Già, sembra un mucchio di letame di mucca.

Reno: Appunto. Il ritratto dal vero di Tseng.

Shotgun e Katana: Aahahahahahahah! ^^

Tseng: (Alza la testa di scatto) CHE CAZZO HAI DETTO???

Reno: Eddai, Tsengi. Stavo solo scherzando…

Tseng: Ah…

Reno: Questa roba è molto meglio di te.

Tseng: Brutto stronz…! No, non devo arrabbiarmi. Sono il Vice-capo perfetto e freddo, mai scenderò ai livelli di questa feccia!

Nunchaku: Che modestia encomiabile…

Shotgun: Oh, no. Mister Perfettini comincia a parlare difficile… -_-

Reno: Già, che c’entra l’ecologia con me e Tseng? Ma parlare come mangi è troppo difficile?

Nunchaku: Mpf!

Cissnei aprì la porta dell’ufficio, seguita a ruota da Elena.

Cissnei: Slave, ragazzi! Che fate di bello?

Katana, di cui tutti avevano paura perché ogni tanto gli prendevano raptus di follia simili a quelli di Sephiroth, rispose:

Katana: (Sorride come un invasato) Osservo i Signori della Luce farsi battaglia fra loro.

Tutti quanti seguirono la direzione del suo sguardo, e non videro nient’altro che gli acari che si muovevano su un raggio di sole che colpiva la finestra. Annuirono a disagio, non volendo contraddirlo.

Elena si appropinquò alla postazione di Tseng, sussurrandogli:

Elena: Signore, chiedo il permesso di toglierle i pantaloni e divertirci.

Tseng: ( Smette di scrivere di botto) Chiedi il permesso per cosa…????

Elena: Ugh, no, aspetti. ( Sfoglia un manuale di seduzione) questo viene dopo. Mannaggia che sbadata!

Tseng: Mi pareva di aver capito male…

Reno: Che diavolo, Elena! Quando si impreca lo si fa con stile. Mannaggia sa tanto di Winnie The Phoo, e dopo la novantesima puntata anche Pimpi si è concesso un Oh, merda clamoroso.

Elena arrossì, vergognandosi della scurrilità del suo collega e Cissnei lo fulminò con lo sguardo.

Cissnei: Reno, non tutti possono approvare la tua filosofia.

Reno: Un vaffanculo al giorno leva il medico di torno?

Two Gun: Se lo fai davanti a Sephiroth invece ti accellera il ricovero all’ospedale.

Shotgun: E’ risaputo.

Knife: E’ risaputo.

Rude: ….

Per un po’, forse contagiati dall’attitudine di Rude, stettero in silenzio, occupandosi delle loro faccende. Tseng continuava a stillare rapporti di missioni che nessuno aveva mai intrapreso e che, probabilmente, non erano mai esistite. Cissnei pensò che era un modo come un altro di mascherare la solitudine e ammirò lo smalto che aveva steso in maniera perfetta sulle unghie.

Katana continuava a fare il tifo per quella o l’altra fazione dei Signori della Luce, mentre Rod cercava di capire come facesse a riconoscere il colore degli acari danzanti. Shotgun puliva il suo fucile, schioccando baci sulla canna in completa adorazione e la stessa cosa stava facendo Knife con i suoi coltellini. Two Gun e Reno cantavano nelle loro menti “ La canzone mono nota” e Rude notò perplesso i loro tic nervosi deformare l’occhio e la guancia sinistra. Elena leggeva mortificata il manuale, chiedendosi se a Tseng piacessero le ragazze che dicevano parolacce.

La porta si aprì e un grugnito fece sollevare gli occhi di tutti su Rose, la sorella maggiore di Elena. Si mormorava che la sua precisione con la pistola fosse letale, ed in effetti il puntino sulla fronte di Tseng ne era la prova. Un foro di proiettile. Piccolo ricordo di un litigio tra innamorati molto tempo fa.

Che fanciulla soave, pensò invidiosa Elena, vedendo sua sorella avanzare con passo pesante e un grugno da troll sul volto. Il lampadario oscillò, scosso dalle vibrazioni, e la ragazza si indispettì a pensare che non sarebbe mai stata come lei, e che gli occhi di tutti sarebbero rimasti puntati sempre sulla maggiore.

Insomma, sessantadue chili di incazzataggine non passavano certo inosservati, soprattutto per il fatto che fulminava chiunque la fissasse troppo a lungo.

Rose: Che hai da guardare, eh??

Il piccolo pupazzetto hentai sulla scrivania di Cissnei se possibile, e anche per il fatto che in teoria dovrebbe essere un oggetto inanimato, sgranò ancora di più gli occhi, impaurito da quella donna.

Yumi: O___O *Aiuto…*

Rose: E tu??

Reno: Ma che vuoi? Non guardava mica te, guardavo il tuo bel culetto.

Addio, Reno.  Si ritrovò fuori dalla finestra ancora prima di dire “ Mestruata!”

Rude deglutì e Rose avrebbe continuato la sua opera di distruzione se Verdot non fosse sopraggiunto con una notizia speciale.

Verdot: Preparatevi. Fra poco un pullman ci porterà al museo di Midgar.

Il comandante dei Turk si ritrovò al centro dell’attenzione. O forse di confusione.

Knife: Museo?

Nunchaku: Giubilo e delizia! Il tempio della storia ci aspetta!

Reno: (Dimostrando di non saper ascoltare gli altri) Concordo con il giubbotto e la pizza di Nunchaku. Che razza di merda ci vuole proporre??

Aspetta ma Rose non ti aveva buttato giù dalla finestra????? O_o

Verdot: Non per mia volontà, il Presidente ritiene che voi siate alquanto digiuni per quanto riguarda le materie storiche.

Rod: Che sciocchezza. Solo perché l’altro giorno non ho risposto alla sua domanda vuole spedirci dritti all’inferno.

Shotgun: Esagerato! Trovo questo diversivo molto stimolante.

Two Gun: Io no. Odio i musei e soprattutto i guardiani. Non mi permettono mai di prendere i souvenir!

Cissnei: Che crudeltà! Perché?

Two Gun: Mha, che ne so. La tibia di dinosauro no, il vaso Ming no, i bracciali in ambra del Mare del Nord no, la mummia di Tutankhamon nemmeno… alla fine mi rompo, sai com’è.

Cissnei: Quello è rubare U_U

Two Gun: Tutankhamon si è lamentato quando gli ho preso la collana d’oro? No. Quindi perché i guardiani devono fare tutto quel casino?

Un Face-Palm generale, tranne Katana che sbatté la fronte apposta sulla scrivania, fu più che sufficiente ad esprimere lo stato d’animo generale.

Elena: Però una gita potrebbe farci bene. Vero, senpai?

Verdot: Certo, Elena.

Elena: Ehm, mi riferivo a Tseng.

Verdot: Fino a prova contraria, e prima di Final Fantasy 7, sono io il capo. è_é

Reno: Vabbè, dai, dimmi quanti al di fuori del Giappone conoscono la lenta decadenza del mio personaggio.

Rude: Dimentichi Advent Children.

Reno: RUDE NON BESTEMMIARE!!!

Verdot: (Una vena pulsa sulla fronte) Ora basta! Io sono qui, voi siete qui, e tutti quanti andremo in quel fottutissimo museo!!!!

Tutti: O__________O

Verdot: Scusate, ragazzi. Non volevo urlarvi contro…

Katana: Hai spaventato i Signori della Luce! (Gli acari sono scomparsi perché non c’è più il sole ad illuminarli) ora sei tu… il Signore della Luce!

Visto che si trattava di Katana nessuno ribatté all’assurdità del proclamo.

Nunchaku: Bhé, direi che possiamo dirigerci verso il pullman.

Tseng: Non ci credo, hai parlato in maniera normale! O_o

Nunchaku: (Offeso) Come sarebbe a dire? Io mi esprimo come di consueto, mi adatto alla favella della vostra alquanto pittoresca cricca di angeli della morte.

Shotgun: Come non detto. Ora tira in ballo anche le fave.

Rose: €$&@! Grr!

Elena: Ma sorellona! Non si dicono le parolacce!

Rod: Perché? Per te dire euro, dollaro chiocciola e…- ma che cazzo è quell’affare??- rappresenta una parolaccia?

Cissnei: Siamo un po’ nervosetti oggi.

Rose: Qualcosa da ribattere?

Cissnei: Anche io ho i miei momenti no, ma non mi comporto certo come fai tu.

Rose: Stai cercando di dirmi che sono mestruata?

Cissnei: No,no! Solo che dovresti limitare i tuoi scatti di rabbia. Hai quasi ucciso Tseng e Reno.

Knife: E’ risaputo.

Shotgun: E’ risaputo.

Rose: Volete finire male anche voi?

Entrambe tacquero, era risaputo non rispondere alle provocazioni dell’acida bionda.

Verdot: Non perdete altro tempo. Mettete degli abiti da civili e raggiungetemi nel piazzale davanti all’edificio, lì c’è il pullman pronto a partire.

 

 

 

Bene, ecco qui la prima parte! Nella seconda e ultima vedremo cosa combineranno questi scapestratissimi assassini in giro per Midgar, o se arriveranno indenni a quel museo. Che dire, vado, spero via sia piaciuto.

La prossima settimana pubblicherò l’ultima parte!

  
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