Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: carmineeramo    27/05/2013    0 recensioni
Sorrideva.
Che bello quel sorriso, avrei voluto morire dentro quel sorriso, vederla sorridere era l'unica cosa che riusciva a farmi stare rilassato.
Uno di quei sorrisi che dai per certo come sorrisi sinceri, da quegli sguardi, da quegli occhi verdi come lo smeraldo capivo che Roberta ci sarebbe stata per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
- Questa storia fa parte della serie 'Fabio.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La festa era iniziata da un'oretta e già si respirava aria di divertimento.
Il mixer del DJ era letteralmente infuocato e l'aria da discoteca si faceva sentire.
Non sono uno che adora le discoteche e se mi chiedono di ballare con  della musica house spacca-timpani di solito non lo faccio ma quella sera dovevo rinnovarmi.
Avevo deciso di dare una svolta alla mia vita, questa prima settimana con Roberta è stata di grande aiuto per superare la rottura con Marco.
Oltre a lui nessuno mi aveva fatto stare così bene.
Presi un bicchiere di vodka liscia, lo tirai giù tutto d'un fiato e mi buttai nel mucchio.
Nella mia testa non c'era niente.
Niente Marco, niente scuola, niente genitori, niente Skorpion di Mortal Kombat, niente pianti inutili, niente distrazioni.
Solo divertimento.
Cercai con lo sguardo Roberta che mi chiamò, andai da lei e mi presentò due sue amiche.
«Lei è Marta e lei è Valeria »
«Piacere di conoscervi ragazze, io mi chiamo Fabio» dissi dando a ciascuna delle due ragazze un bacio sulla guancia per salutarle.
Erano due ragazze abbastanza bassine ma arrivavano alla mia altezza grazie ai tacchi.
Marta aveva i capelli rossi e le lentiggini, era abbastanza magra e aveva dei grandissimi occhi verdi mentre Valeria era una ragazza bionda come Roberta, magra e abbastanza loquace.
Passai una parte della serata con loro 2 e Roberta a farmi compagnia.
Cercavo di rimanere piuttosto solo ma è difficile resistere all'euforia di Roberta.
Sorrideva.
Che bello quel sorriso, avrei voluto morire dentro quel sorriso, vederla sorridere era l'unica cosa che riusciva a farmi stare rilassato.
Uno di quei sorrisi che dai per certo come sorrisi sinceri, da quegli sguardi, da quegli occhi verdi come lo smeraldo capivo che Roberta ci sarebbe stata per sempre.
Durante festa ci divertivavamo molto insieme, abbiamo anche ballato il lento e ridevamo come dei menomati perché le mie doti da ballerino sono a dir poco catastrofiche.
Era sempre stato il mio sogno andare a una festa in stile "American Pie", i bicchieri della birra rossi, le persone che parlavano al piano di sotto e concludevano a quello di sopra, i grandi conquistatori di donne e le nuove matricole e molto altro.
Ma, anche se per la prima volta partecipavo a una festa del genere, sentivo qualcosa dentro che mi spingeva a isolarmi, me ne andavo lontano da tutti anche se mi divertivo, non mi sentivo partecipe.
All'inizio pensavo fosse la Playstation e che fossero tornati i sensi di colpa dopo averla rotta ma poi realizzai.
Ero solo.
Non nel senso che non avevo amici, i miei veri amici ci sono stati e ci sono tutt'ora ma solo dal punto di vista sentimentale.
Dentro avevo così tanto amore che non bastava per una persona sola, dovevo condividerlo con qualcuno.
Oltre ai capocannonieri della scuola calcio di Castellaneta che ci provavano con ragazze di ogni tipo io  vedevo le vere coppie, tutti con la propria ragazza, felici come una pasqua.
Loro si che erano fortunati, potevano condividere la cosa più bella che il mondo ha messo ha disposizione all'uomo.
Non avevo nessuno con cui condividere tutto ciò che avevo dentro.
Tutti i giorni immagino la mia vita sentimentale con la mia futura moglie e più volte mi sono promesso che l'avrei trattata come una principessa.
16 anni di repressione per un ragazzo sono troppi e continuare a vivere così è una cosa davvero orribile.
Questa sensazione non la conosce nessun altro, a quanto pare sono l'unico che ha di queste preoccupazioni.
Neanche Marco, il ragazzo che conosco da quando sono nato e che fino a poco tempo fa credevo più buono del pane, sarebbe riuscito a capirmi.
Mi ero davvero stancato di essere Fabio.
Dopo 16 anni di vita mi ero stancato di essere colui che sono.
Ho sempre ripudiato questo pensiero, ma quando arriva il momento capisci che non ce la puoi fare più.
Era troppo difficile abbozzare un sorriso nuovo ogni giorno, far finta di stare bene quando invece non hai nessuno che ti venga incontro.
Era troppo difficile e io, francamente, non ce la facevo più.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: carmineeramo