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Autore: Hybrid_JK    27/05/2013    0 recensioni
C’era una volta una giovane principessa di nome Evangeline,dai capelli biondi e dagli occhi color ghiaccio,figlia del Re Rodolfo Primo di Westganga.
insieme al suo augusto padre,a uno stuolo di servitori e di fantesche a un piccolo esercito di guerrieri armati fino ai denti,viveva nel castello del Falcone della Cento Torri,abbracciato sul cucuzzolo del monte Cucù.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta una giovane principessa di nome Evangeline,dai capelli biondi e dagli occhi color ghiaccio,figlia del Re Rodolfo Primo di Westganga.
insieme al suo augusto padre,a uno stuolo di servitori e di fantesche a un piccolo esercito di guerrieri armati fino ai denti,viveva nel castello del Falcone della Cento Torri,abbracciato sul cucuzzolo del monte Cucù.
Evangeline era una ragazza solitaria,che amava trascorrere le sue giornate nella sua camera,
una stanzetta quadrata cinquanta metri per cinquanta.
da li usciva raramente,preferibilmente di notte,quando armigeri,dame e inservienti erano a dormire sotto le coltri, e i corridoi del maniero erano silenziosi e deserti.
per il resto del tempo,invece,seguita dalla sua nutrice Delia,si dedicava ad apprendere i rudimenti del disegno e della pittura,della lettura e della composizione poetica,della musica e del canto ..
Re Rololdo, man mano che gli anni passavano,la schiena s’incurvava e le rughe segnavano l’augusto volto,mentre Evangeline veniva su bella e in salute come una spiga di grano,avvertiva sempre più il forte desiderio che la sua figliola accettasse di conoscere qualche principe dei paesi confinanti,per convolare a giuste nozze ed assicurare un successore alla stirpe.
peccato però,che Evangeline non volesse saperne proprio nulla.
così quando l’augusto genitori le comunicò che per il mattino seguente aveva chiesto udienza un giovane e potente nobile per chiederla in sposa..
 
-un giovane nobile e potente?e chi sarebbe mai?

-è il figlio di Stefan Giocondo de Bellosguardo,Marchese del Frik,Conte del Pummarò,Reggente della Brinalandia e della Spritzia, ereda del potente impero da qui un tempo cado cercando amicizia
 
-hai dimenticato un altro titolo,il più appropriato: Gran Zoticone!

lo interruppe Evangeline con lo sguardo altero.
 
-ha chiesto di vedermi? per decidere se chiedermi in moglie? come se fosse solo sua incombenza e facoltà! e il mio parere?
e la mia inclinazione? ebbene,riverito Genitore,intanto te la comunico io la mia decisione: dovesse essere l’ultimo uomo del Regno e del mondo intero,quel bifolco non voglio neppure incontrarlo,sia ben chiaro!
 
-questa volta obbedirai a tuo padre! domani mattina,che lo voglia o no,ti troverai nella Gran sala del trono alle nove in punto,seduto a mio fianco,abbigliata come si conviene e disposta al sorriso e alla conversazione!
 
proseguì,prima di volgere a sua volta le terga a dirigersi all’uscita.
 
-e non ti venga in mente di fingerti malata:ti trascinerò di sotto anche con la febbre!

aggiunse,prima di rinchiudersi alla spalle,con gran tonfo,la massiccia anta.
‘cuoci pure nel tuo bordo,figlia mia’ pensò,cercando di calmare la sua rabbia.
‘domani converserai con il figlio di Stefan Giocondo,dovessi farti trascinare a forza’
 
[..]
 
 
il giorno dopo,puntualmente e preciso come una clessidra di Elvenziania,l’aspirante sposo,si presentò al ponte levatoio.
gli faceva scorta un drappello di dragoni imperiali,belli e dannati come angeli ribelli.
 
-vai a chiamare la principessa
 
ordinò Rodolfo al fido sgherro Orazio.
-e qualora dovesse incapricciarsi,non farti scrupolo di usare le manieri forti
 
aggiunse,accingendosi ad accogliere l’illustre visitatore.
ciò detto s’assiste sul trono teso e vibrante come una corda di violino.
dalla porta intarsiata face il suo ingresso il giovane che indossava una lucentissima armatura d’argento intarsiata in oro.
 
-Re Rodolfo le porgo i saluti di mio padre Stefan ,l’imperatore.
 
ma, intanto che parlava, gli occhi color rame esploravano il salone.
 
-ho attraversato sei fiumi,ho attraversato la catena degli impervi Mugolloni e superato la palude vedo solamente voi,come mai ancora non la vedo?
 
-Evangeline ritarda solo perché intenta a farsi ancora più bella per ..
 
cominciò,Rodolfo,ma proprio in quel momento fece irruzione Orazio.
 
-maestà la principessa non si trova
 
gridò,col suo vocione da soldato destando al principe qualche timore e paura che la fanciulla non lo volesse sposare.
 
-com’è possibile? e la sua nutrice?
 
-Delia? introvabile anche lei.
 
-avete perquisito la camera? mia figlia si sarà nascosta.
 
s’inviperì il sovrano.
poi si ricordò della presenza dal suo ospite imperiale che lo guardava con aria titubante
 
-è così giovane che le piace ancora giocare a nascondino.
aggiunse in fretta,cercando con poco successo di trasformare una smorfia in un sorriso.
poi calò il silenzio.  
 
[..]
 
non riusciva ancora a credere a quello che le era appena successo.
un minuto prima si trovava nella sua stanza e mentre alcune lacrime rigavano il suo volto aveva espresso il desiderio di sparire per sempre
da quel castello che le appariva sempre più come una prigione, costretta a sottostare a stupide regole che non le consentivano d'essere libera di
esprimere le sue doti in diverse attività come il canto e anche la pittura.
Si guardava intorno con stupore osservando ogni sfaccettatura di quella foresta buia e che trasudava di paura.
Che posto era mai quello?come poteva un suo sogno essersi trasformato in un incubo?
La verità,forse, era proprio quella,si era semplicemente addormentata e adesso stava sognando.
Pensò che fosse fin troppo strano quindi, socchiudendo leggermente gli occhi si diede un leggero pizzicotto ripetendo a se stessa che era ora di svegliarsi
ma .. niente.
La sua nutrice  le si stringeva accanto.
A rompere quel silenzio, che si era formato per lo stupore, fu proprio lei esclamando:

-Dove siamo finite? Dobbiamo tornare a casa adesso,subito,altrimenti tuo padre mi ucciderà al nostro ritorno.-

La principessa però non sembrava prestare molta attenzione alle sue parole ancora affascinata da quella magia che aveva avvolto la
sua stanza portandola proprio li.
Nella sua mente iniziarono a formarsi diverse ipotesi che furono però bruscamente interrotte dalla mano della nutrice che si poggiò sulla sua spalla scuotendola leggermente affinché potesse tornare alla realtà.
 
 
-Oh andiamo! che cosa ci può essere di male in tutto questo? finalmente qualcuno ha ascoltato le mie preghiere portandomi via da quella prigione.Dobbiamo solo trovare il modo per uscire da questo posto spaventoso e poi vedrai che troverò il modo per riportarti a casa
 e conoscendo mio padre non ti sarà fatto alcun male.-

Cercò di sembrare il più tranquilla possibile per cercare di calmare anche lei che però pareva non trovare pace neanche nelle sue parole conoscendo,forse meglio della stessa figlia,quell'uomo così rude conosciuto in vari regni per la sua crudeltà.
Non riusciva infatti a credere come da quell'uomo fosse potuto nascere una tale bellezza e dolcezza.
Le due iniziarono a camminare senza avere una meta o un sentiero ben preciso.
Gli alberi erano talmente alti da coprire la luce del sole e l'unico rumore, a parte i loro respiri, erano strani versi che provenivano da insoliti cespugli composti da foglie secche e bacche velenose.
Quel luogo sembrava non avere una fine, nonostante camminassero solo da qualche minuto per loro pareva fossero passate ore.
Entrambe le ragazze furono impaurite da un rumore che proveniva non molto distante da loro,un respiro molto pensante e dei rametti secchi che si spezzavano lentamente come se questa 'cosa' stesse avanzando proprio verso di loro.
Senza pensarci molto iniziarono a correre tra gli alberi procurandosi anche qualche taglio ,la principessa aveva un lungo taglio sulla sua guancia mentre la sua balia aveva urtato contro una roccia, ma nessuna delle due si sarebbe sicuramente fermata davanti a quella spaventosa creatura che stava velocemente avanzando verso di loro ma il dolore a quella gamba si fece improvvisamente più forte facendola cadere nuovamente a terra ormai stanca e priva di forze.
 
-Mettetevi in salvo principessa  più veloce che potete,non badate a me.-

urlò con rabbia imponendole di continuare a correre ma ovviamente lei fece di testa sua tornando indietro per soccorrerla.
Cercò di alzarla e prenderla sotto braccio ma ormai era troppo tardi: davanti a loro c'era un terrificante uomo dal viso simile a quello di un leone che stava ritto su due zampe.
Evangeline trasudava di terrore ,il suo respiro si fece affannoso ed il suo cuore iniziò a battere fin troppo velocemente.
Il leone però non le aggradi iniziando invece a parlare cercando di far cascare la ragazza nella sua trappola.

-Ero venuto a caccia e invece incontro una splendida fanciulla e la sua balia sperdute in questa foresta. Potrei indicarvi la strada per uscire da qui, ma tutto ha un prezzo,non credete?-

La sua voce era rauca ma sopratutto tagliente tanto da impaurirla nonostante l'immenso sorriso beffardo  che aveva lo scopo di rassicurarle.
Il suo scopo era quella giovane ragazza dai capelli biondi raccolti in una treccia e gli occhi color del ghiaccio quella che invece stava accanto a lei protesa in avanti quasi come se volesse farle da scudo era soltanto una persona dalle quale se ne sarebbe sbarazzato presto.

-Mi chiedo che cosa possa volere un possente uomo come voi da una ragazza come me che non possiede niente. Preferisco non fidarmi degli sconosciuti.-

L'animale corrugò la fronte facendo un leggero verso che fece venire la pelle d'oca alla sua nutrice che provava sempre più un senso di irritazione.
La rabbia era troppa da trattenere quindi fu lei a parlare rivolgendosi a lui in modo forse fin troppo azzardato:

-Non ho paura di voi,quindi invece di fare questi stupidi giochetti fareste meglio a togliervi di mezzo! -
Sul volto della bestia fu subito visibile una grande collera mentre su quello della principesse era percepibile quanta ira stesse crescendo in lei verso la sua balia che assomigliava tanto a suo padre con tutte quelle manie di protagonismo lasciandola in ombra come se fosse indifesa e incapace di difendersi da sola.
Cercò infatti di aprire la bocca per dire qualcosa ma fu nuovamente interrotta da lei che ,nonostante la sua ferita, si posizionò davanti allungando la sue braccia quasi come da farle da scudo per proteggerla.

-Siete ancora qui?- andatevene ho detto!

Quelle parole quasi urlate con rabbia e comando fecero scattare qualcosa in quel leone che senza esitare si avvicinò a lei aggredendola.
Tutto avvenne fin troppo velocemente per far rendere conto a Evangeline di tutto quello che stava succedendo.
Il felino era avanzato con uno scatto veloce verso la direzione della sua gamba che con un solo morso le era stata portata via.
Quel silenzio che pochi minuti prima aveva fatto da protagonista adesso era riempito dalle urla strazianti di dolore della donna che ormai non poteva fare altro se non guardare la sua morte in faccia.
Cercò di dimenarsi e di allontanare e ferire la bestia,ma non poteva niente contro un felino tanto possente,non aveva neanche un pò della sua forza e non possedeva neanche un'arma per scalfirlo.
il sangue era ormai dappertutto sui suoi vestiti,sull'erba verde e sul suo viso.
Non avrebbe implorato pietà passando per la codarda di turno,morire adesso o in seguito per mano del re dopotutto era la stessa cosa.
Evangeline era rimasta immobile,anche le sue urla miste a lacrime avevano distrutto il momento  sereno nel quale si trovavano prima di imbattersi in quel mostro.
Davanti ad una situazione del genere la paura prendeva il sopravvento.
Per quanto dentro la sua testa il pensiero di muoversi e soccorrerla fosse forte. le sue ossa,il suo corpo,i suoi piedi erano lì impalati al suolo mentre le lacrime con insistenza rigavano il suo volto e in un sussurro che poi diventò un vero e proprio urlo disse :

-Fermatevi vi prego! fermatevi e avrete tutto ciò che possiedo!
 
 
La belva ormai non era più in sè.
Alla visione di tutto quel sangue i suoi occhi si erano fatti dello stesso colore e i suoi denti non desideravano altro se non essere affondati in quella dolce e tenera carne umana.
Non gli importava della ragazza, sebbene essa fosse la chiave di tutto quello che da tempo aveva desiderato.
Riusciva a sentire il cuore della donna battere all'impazzata e gli occhi leggermente lucidi forse non ancora pronti a salutare quel mondo.
Si avvicinò al suo volto senza provare alcuna pietà per quella scena raccapricciante.
il suo sguardo simboleggiava la vittoria perchè ormai entrambi erano consapevoli che la sua ora era arrivata che era stata una sciocca a credere di poter vincere con un leone tanto forte come lui.

-Ultimo desiderio prima di morire,my lady?

A rispondere a quella domanda fu un quarto personaggio che apparve proprio davanti al felino con una spada tra le sue mani.

-Perchè non il vostro,Sher Kan?-

disse in tono eroico e dispregiativo per quell'animale ripugnante che nel sentire quella parole fece un passo all'indietro distogliendo la sua attenzione dalla donna che stava stesa a terra quasi del tutto priva di sensi, dando così l'opportunità ad Evangeline di correre da lei.
Il giovane era ancora li,sembrava non avere alcuna paura di quella creatura e da quelle parole la principessa aveva dedotto che i due si conoscessero.

-Filippo quando la smetterete di fingervi un eroe e vi renderete conto che dopotutto siete uguale a me?-

disse Sher Kan avvicinandosi sempre di più a lui.
Nel frattempo la principessa si protese verso la sua balia strappandosi un pezzo di tessuto dalla sua lunga e ingombrante gonna stringendolo intorno alla gamba con l'intenzione di fermare il sangue che però continuava a fuoriuscire.
Ormai non c'era speranza alcuna.
Non si sarebbe salvata in una foresta come quella senza neanche la presenza di apparecchiature in grado di guarirla.
Il cuore di Evangline si spezzò lentamente mentre alcune lacrime iniziarono a rigarle il volto.
Quella donna se pure a volta irritante era stata come una mamma per lei.
Le era stata sempre vicina quando suo padre la privava di poter vivere a pieno la sua giovane età.
Proprio lei che l'aveva tenuta per prima tra le sue braccia adesso non sarebbe sopravvissuta e tutto questo era colpa sua,
Colpa sua e del suo stupido desiderio di sparire da quel castello che adesso sembrava essere solo un lontano ricordo.
Cercò di rassicurarla accarezzandole il volto sporco di sangue cercando di trattenere le lacrime per farsi forza.

-Non devi morire! non puoi lasciarmi qui tutta sola,hai capito?-

Anche la sua nutrice iniziò a piangere nel sentire quelle parole dette con così tanta rabbia.
ma mentre sentiva il calore della sua mano accarezzare il suo corpo si stava lentamente raffreddando e gli occhi non desiderava altro se non chiudersi in un dolce sonno che sarebbe durato per sempre.

-Mi hai sempre detto di lottare,adesso tocca a te,ti prego non chiudere gli occhi,
non lasciarti andare per quanto la voglia sia immensa,
combatti per me . .. -

disse quasi in un sussurro rendendosi conto che ormai ella aveva lasciato andare il suo copro trasformandosi solo in una semplice carcassa di carne
ormai priva di ogni respiro.
La strinse al suo petto urlando con rabbia mentre dal cielo iniziarono a scendere alcune gocce di pioggia che resero entrambi i corpi freddi e bagnati.
Nella sua mente passarono velocemente come dei piccolo flashback tutti i momenti che avevano trascorso insieme,
Dalla prima volta che le aveva insegnato a dipingere alla più recente dove stringendola in un caloroso abbraccio le aveva detto di 'essere forte' e di imporsi con suo padre perchè non esisteva niente di più bello se non la capacità di esternare i proprio sentimenti o emozioni con l'arte.
L'arte del cantare,l'arte del dipingere,l'arte del suonare ogni tipo di strumento.
Una mano poggiò sulla sua chioma spaventandola,era quell'uomo che arrivato in suo soccorso era riuscito a mettere in fuga la bestia.

-Mi dispiace tanto vedervi così addolorata ma dobbiamo andarcene da qui!-
 
 
Evangeline si passò dolcemente una mano sulla guancia asciugandosi le lacrime e dando per l'ultima volta uno sguardo al corpo della sua nutrice che ormai giaceva lì al suolo privo di vita.
Pensò tra sè e sè a quanto la vita fosse ingiusta ma il giovane aveva ragione quel posto non era sicuro per nessuno dei due e dovevano andarsene.

-Vi sono debitrice,mi avete salvato la vita,come potrò mai ripagarvi per tale gentilezza?-

parlò con voce dolce iniziando a camminare dietro di lui seguendo ogni suo passo.
Si fidava di lui,dopotutto le aveva salvato la vita ma l'unica cosa alla quale adesso riusciva a pensare era come tornare a casa.
La pioggia aveva ormai reso il suo lungo vestito viola pesante rendendo il suo respiro sempre più affannoso.
Di lì a poco sarebbe scesa la notte,dove si sarebbero riparati?

-Non è il momento di pensare a questo.-

Disse l'uomo con voce fredda e distaccata tenendo ancora sulla testa un grande cappuccio nero che non le permetteva di vedere il suo viso.
Si schiarì la voce come se si fosse reso conto del tono poco adatto che aveva appena utilizzato.

-Il mio nome è Filippo,e voi siete ..?

La principessa si fermò porgendogli la mano ma lui non si girò continuando a camminare.
Pensò che fosse un rozzo e anche un maleducato ma forse era anche lei la stupida a pensare a una stretta di mano in un momento simile.
La sua voce era calda.

-Evangeline,ma permettetemi una domanda,dove stiamo andando con esattezza?-

-In un posto sicuro,fidatevi di me,non vi sarà fatto alcun male.
Ci sono alcune cose che dovete sapere ma è meglio parlarne in un posto sicuro. -

Arrivarono dopo aver camminato  per diversi minuti ad una casa interamente costruita con il legno che poggiava al di sopra di un grande albero.
Era ancora incredula a tutto quello che le stava succedendo.
Si arrampicarono su alcuni scalini non molti resistenti per arrivare fin su.
Il suo vestito ormai era pieno di fango e lei stessa, che sempre doveva apparire con un bell'aspetto, sembrava trasandata.
La treccia che aveva legato i suoi capelli era svanita.
Il leggero trucco che aveva sul viso era colato e sulla sua guancia c'era il segno di quella giornata  che le riportava alla mente il ricordo di quella morte avvenuta  per colpa sua.
Si passò una mano tra i capelli avvicinandosi ad uno specchio una volta entrata in quella così detta 'abitazione' non molto accogliente.
La ferita le faceva male,ma era sicuramente un dolore sopportabile.

-A destra trovate il bagno, se volete disinfettare la ferita e farvi un bagno.
Ho alcuni vestiti che io non uso e che potete mettere,vestiti come quello che indossate sono scomodi qui,principessa.-

Ancora una volta le diede l'impressione di essere sgarbato con lei.
Quel "principessa" le era risuonato in modo molto dispregiativo.
Fece un leggero inchino e mostrò un sorriso divertito stando al gioco, nascondendo il suo disappunto per quelle stupide offese al suo sangue reale e poi andò in bagno.
Aprì l'acqua della doccia e lasciò cadere i suoi vestiti per terra rimanendo completamente nuda con l'acqua calda che man mano iniziò a bagnarle tutto il corpo.
Adorava passare ore lì sotto, l'aiutava a non pensare a suo padre, ma adesso era tutto diverso,
non riusciva a smettere di pensare alla sua balia,a suo padre, al ragazzo che a quest'ora avrebbe dovuto conoscere e sposare.
Smettere di piangere risultava impossibile mentre dolcemente il fango e lo sporco lasciavano la sua pelle candida come la neve.

-Basta!- urlò contro se stessa chiudendo la doccia e mettendosi un asciugamano intorno alla vita.
Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo?
perchè proprio lei?
I vestiti erano poggiati su di una sedia.
Prese tra le mani una grande camicia bianca e dei lunghi pantaloni che con uno strappo netto fece diventare corti e li indossò sentendosi un pò stupida visto che erano tutti molto più grandi di lei.
Si passò un pettine tra i capelli biondi notando allo specchio il rossore delle sue guance e dei suoi occhi dovuto al troppo piangere.

-Ne avete ancora per molto?-
disse in modo arrogante Filippo bussando per poi aprire bruscamente la porta.
Evangeline si morse il labbro alla sua visione perchè non voleva sembrare fragile ma davanti a tutti quegli avvenimenti era difficile sorridere.
Lui si avvicinò,lei non fece neanche un passo all'indietro e lo abbracciò come se lo conoscesse da tempo.

-Perchè a me? -

disse sussurrando al suo orecchio mentre le mani di lui la stringevano sempre di più attorno al suo corpo.
Era tutto terribilmente complicato ,questo Filippo lo sapeva bene, ma doveva affrontare in parte la verità e raccontale quello che le stava succedendo ma sopratutto il perchè Sher Kan la voleva con sè.

-E' complicato,venite qui fuori con me e vi racconterò tutto ciò che dovete assolutamente sapere.-

La prese per mano senza provare alcuna sorta di imbarazzo e la portò sul terrazzo.
Aveva smesso di piovere da pochi minuti ma comunque la temperatura era molto fredda,finalmente decise di togliersi quell'ingombrante mantello nero che poggiò sulle sue spalle.
La fanciulla osservò con molta più attenzione il suo volto rimanendo senza parole per la bellezza di quell'uomo.
I capelli erano color rame leggermente ricci mentre gli occhi erano color smeraldo.
possedeva un bellissimo sorriso e delle graziose fossette.
  
-Siete molto gentile.-

disse arrossendo e vergognandosi subito dopo delle sue gote rosse e cercò di nascondere il viso con alcuni capelli che le ricaddero su di esso ma egli con le dita affusolate della mano glieli mise dietro l'orecchio accarezzandole lievemente il viso.
Si sentì ancora più in imbarazzo e incredula di fronte a quel gesto.
I suoi occhi color ghiaccio si poggiarono sui suoi dimenticandosi per pochi attimi di tutto quello che le stava succedendo.
Per la prima volta il suo cuore non stava battendo all'impazzata perchè in pericolo ma perché quel ragazzo che le stava davanti sembrava essere la chiave della sua tranquillità,come se i due si conoscessero da sempre, ma ovviamente era solo un'illusione.
Si sentiva in torto a provare quei sentimenti proprio adesso che una delle persone più care che aveva era morta.
Sul suo viso sparì nuovamente ogni traccia di felicità e prendendo la mano di lui  la strinse alla sua.

-Mio padre un tempo era il re di queste terre, era amato da tutto il popolo e stimato per la sua bontà d'animo ma ..
un freddo giorno d'inverno mentre tutto il reame dormiva l'esercito di Sher Kan si stabilì nel castello uccidendo mio padre.
Da quel giorno il regno è nelle sue mani e sto cercando con tutte le mie forze di combattere per riavere ciò che è mio di diritto ma non solo per me, anche per il mio popolo che ormai vive con il terrore tanto da non riuscire più a vivere.

FIlippo si alzò in piedi lasciando la mano di lei.
odiava raccontare per l'ennesima volta quella triste storia ma sopratutto si rendeva conto sempre più che il tempo era passato e che l'idea di riconquistare finalmente il regno di suo padre era sempre più lontana.
Diede un leggero calcio contro la porta, cercando di trattenere la rabbia, e poi continuò a parlare senza guardare la principessa negli occhi per il troppo imbarazzo.

-Ho promesso al mio popolo che li avrei liberati da questa schiavitù e invece non è cambiato niente. Ho deluso mio padre e tutta la gente che un tempo credeva in me.
Non sono un eroe, le persone si aspettano che io sia qualcosa che non sono.-

Evangeline si alzò correndo da lui e prendendo il suo viso tra le sue mani.
Anche se ancora un sacco di domande le opprimevano la testa sicuramente quello era molto più importante.
Che cosa le stava succedendo? come poteva essere innamorata di un ragazzo sapendo poco e niente sul suo conto?
I suoi occhi nuovamente si incontrarono.

-Calmati,ok? Una donna che io conoscevo mi ha insegnato a non arrendermi e tu vorresti farlo adesso? la tua gente ha bisogno di te e noi due insieme uccideremo quella bestia,capito? -

Le sue labbra erano a pochi centimetri di distanza dalle sue e la voglia di baciarsi crebbe velocemente in entrambi facendoli desiderare di poggiare
le loro labbra su quelle dell'altro per un unione perfetta.
Ma in un momento come quello era giusto pensare all'amore?
La principessa fece un passo indietro abbassando lo sguardo rendendosi conto che la situazione stava diventando sempre più incontrollabile ma il ragazzo si avvicinò ancora e ancora mettendola letteralmente a spalle contro il muro.
La mano di lui le sfiorò lievemente la coscia.

-Desiderate baciarmi almeno quanto lo voglio io? perchè se questo è amore,non c'è niente di sbagliato.-

Quanto avrebbe ancora resistito?
Tutto il suo corpo sembrava andare in fiamme per il desiderio ardente di averlo ma per quanto ancora non avrebbe ceduto?
Per quanto ancora quegli occhi verdi avrebbero continuato a persuaderla con lo sguardo.
Prese la sua mano che poggiava sulla sua coscia e la strinse alla sua portando i loro corpi ad avvicinarsi ancora di più.
Tutto introno a loro era calata la notte e i loro respiri erano gli unici rumori che per kilometri si potevano udire.
Lasciarsi andare alla tentazione o resistere?
Non aveva mai amato nessuno,non aveva desiderato altro se non esprimersi tramite le sue passioni artistiche ma adesso che era arrivato l'amore?
Adesso che in mezzo al suo grande amore per l'arte e alla musica c'era lui?
Adesso non bramava altro se non lui.
Provare il piacere di amare una persona con tutta se stessa.
Inclinò la sua testa in avanti per avvicinarsi ancora di più a lui ma l'unica cose che fece fu mordergli leggermente il labbro inferiore per poi allontanarsi.

-Amare non è sbagliato, se smettiamo di credere nell'amore per che cosa dovremmo vivere allora?
ma ancora non è arrivato il nostro momento, vi conosco a malapena,so così poco di voi e quello che so non posso dire che sia certezza.
 
 Lui ascoltò ogni sua parola capendo di essere stato forse fin troppo precipitoso.
Rendendosi conto di essere stato fin troppo insistente  si limitò semplicemente a darle un casto bacio sulla guancia augurandole una buona notte.
L'indomani nessuno dei due si sentiva pronto per salutare il nuovo giorno mentre lentamente i raggi del sole penetravano attraverso la finestra accarazzandosui loro visi.
La principessa aveva dormito sul letto,se ne stava lì avvolta tra quelle calde coperte di lino con il sole che batteva sui suoi lunghi capelli biondi rendendo quel color giallo ramato mentre lui si era disteso accanto a lei,più precisamente però,sul tappeto con una coperta di lana e un cuscino.
non poteva sicuramente dire di aver dormito serenamente ma da quel sonno lui non voleva svegliarsi lo stesso.
Evangeline non era ancora pronta ad affrontare quel nuovo giorno in quel posto sconosciuto, non era pronta ad aprire i suoi occhi e ricordare di tutto il male che aveva subito in un solo giorno passato in quell'infero.
Non voleva ricordare più niente di quella giornata trascorso a piangere per la morte della sua balia ma doveva, doveva farlo per quel ragazzo che giaceva proprio li,accanto a lei,e che le aveva salvato la vita rubandole il cuore.
La notte precedente aveva preso la decisione di soffocare nel suo animo tutti quei sentimenti nati ma tra quelle calde lenzuola stava rimpiangendo quel momento che era rimasto lì impresso nella sua mente.
Il respiro di lui era pesante,oltre al cinguettio di alcuni uccelli quello era l'unico rumore che si udiva in quella piccola dimora.
Si alzò in piedi con malavoglia legandosi i capelli in una lunga coda lasciata ricadere lungo la sua spalle e poi si avviò in cucina. Decise a cucinare un'ottima colazione per ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lei ma abituata a essere sempre servita e riverita nel suo castello prendere una 'padella' e cucinare anche solo delle semplici uova le sembrava un' impresa impossibile.
Proprio dalla cucina si sentì un gran frastuono seguito da urla che fecero drizzare in piedi Filippo che, con estrema velocità e senza provare alcuna importanza per il semplice fatto che indossava solo dei corti pantaloni e nient'altro, si diresse da lei ridendo a voce alta osservandola.

-Vi diverto così tanto? -

disse la principessa osservando lo splendido sorriso di lui e scuotendo leggermente la testa, in seguito girandosi per dargli le spalle in modo da non pensarci.
Lui andò dietro di lei afferrando il manico della padella e versando al suo interno un uovo che in pochi secondi fu cotto.

-Cucinare anche solo un uovo per una ragazza abituata ad essere sempre servita deve essere difficile ma apprezzo il vostro sforzo.-

 [..]

Filippo aveva una meta ben precisa, ma portare Evangeline con sè sapeva benissimo non essere stata una saggia decisione visto che molto probabilmente, una volta arrivati alla reggia di Sher Kan, nessuno dei due sarebbe sopravvissuto.
Doveva pensare ad un piano per allontanarla e poter svolgere da solo il compito affidatogli dal suo popolo.
Non poteva rischiare di mettere la sua vita in pericolo,non avrebbe sopportato la vista della ragazza del quale lui era innamorato uccisa per mano di quel leone.
Proteggerla doveva essere il suo compito,ma come?
Chi si sarebbe preso cura di lei?
Mentre camminavano avvicinandosi sempre più alla dimora di quel felino, nella sua testa continuava a pensare e ripensare di chi si fidava così tanto da
lasciare quella splendida e incantevole creatura nella sue mani.
La verità era che avrebbe voluto scappare via con lei. Con lei al suo fianco sarebbero andati lontani da tutto quel male e lui l'avrebbe protetta promettendole di amarla per tutta la vita ma
quella sicuramente non era una fiaba con un lieto fine,quella loro storia sarebbe finita diversamente,non con un semplice 'e vissero tutti felici e contenti'.
Era così determinata ad aiutarlo che neanche parlare con lei sarebbe servito.
Poi gli venne in mente l'unica persona della quale veramente si fidava,l'unico che forse l'avrebbe resa felici e protetta meglio di lui.
Un suo caro e vecchio amico d'infanzia con il quale aveva trascorso i momenti più divertenti della sua vita,quando alla tenera età di 12 anni non avrebbe mai immaginato di dover affrontare tutto quello.

-Un mio amico ci ospiterà per pranzo,casa sua è poco distante da qui e per arrivare da Sher Kan il viaggio è ancora lungo. Abbiamo entrambi bisogno di riposarci prima di trovarci finalmente faccia a faccia con quel mostro.

Evangeline annuì ignara di tutto il piano che lui aveva creato per proteggerla.
Non camminarono molto.
La dimora del suo amico era molto grande provenendo da una famiglia alquanto benestante.
Lui sicuramente era una di quelle persone che non temeva la fame o la paura di essere preso di mira dall'animale.
IL suo nome era Ethan.
Bussarono alla sua porta e nell'arco di pochi secondi furono accolti da lui che non sembrava essere così tanto stupito della visita di Filippo.
I due si scambiarono un lungo e sentito abbraccio,l'amico sapeva benissimo tutto quello che il ragazzo stava passando,sapeva della promessa fatta al suo popolo ma sopratutto era lui quello che nella fredda sera d'inverno aveva regalato un sorriso all'amico ormai pieno di sconforto.
Ethan spostò leggermente la testa notando nascosta quasi completamente dietro le spalle possenti del suo amico una giovane ragazza con un mantello e un cappuccio nero addosso che nascondeva quel suo dolce viso.
Senza scambiare alcuna parola con Filippo gli fu subito chiaro il motivo della sua visita e stringendolo più forte a sè gli sussurrò

-Sarà al sicuro con me. -

Poi mentre il suo amico di accomodava in casa si rivolse alla principessa prendendo la sua mano e baciandola senza provare alcun imbarazzo mentre le gote della principessa diventrono subito rosse.

-Non siate timida,sarete stanca,accomodatevi.-

Evangeline si tolse il cappuccio lasciando anche Ethan senza parole per la sua bellezza e con un grazie prese quel suo mantello e lo appese vicino all'entrata.
Sicuramente pensò che quella doveva essere una principessa,ma che cosa ci faceva una come lei in un posto come quello?
La sua abitazione all'interno sembrava ancora più maestosa.
C'erano un sacco di dipinti e affreschi ed un enorme pianoforte accanto al tavolo da pranzo a coda.
Tutto trasudava, nel più piccolo dei particolari, di arte facendo sentire la principessa, tanto amante della musica, finalmente in paradiso.
Il suo viso era illuminato come se la causa del suo immenso sorriso fosse quella dimora e l'amore per quell ragazzo appena conosciuto.
Ethan e Filippo notarono subito il volto della ragazza capendo entrambi quanto immensa fosse la sua passione.

-Direi che per un'amante dell'arte come te questo deve essere il paradiso.-

Proseguì il ragazzo dopo averla invitata ad entrare e mentre i suoi servitori apparecchiavano il tavolo per il pranzo lui si sedette al pianoforte e osservando con la coda dell'occhio lo spartito suonò una delle tante canzoni che sicuramente lei conosceva.
La principessa si avvicinò appoggiando una mano sulla spalla di lui e con la sua voce armoniosa per niente imbarazzata iniziò a cantare rubando,se ancora possibile, il cuore di Filippo che al suono della sua voce rimase catturato dalla sua bravura.
Quella sua voce era stata capace di entrare nella sua anima rendendolo quasi incapace di contenere quel suo carattere che tutto sommato possedeva un lato dolce.
Non era il momento di lasciarsi ammaliare, pensò.
Non era il momento di lasciare che i suoi sentimenti prevaricassero in lui, la sua missione adesso che la principessa era finalmente in salvo era un'altra.
Sher Kan.

[..]
 
Evangeline dopo un sostanzioso pranzo si era addormentata sul divano dando così la possibilità ai due amici di poter parlare con libertà.
Uscirono da quella casa rimanendo sulla soglia della porta mantenendo comunque un tono di voce abbastanza basso per non svegliarla.
Il primo che iniziò a parlare ancora pieno di dubbi fu Ethan.

-Filip non preoccuparti avrò cura di lei e la proteggerò fino al tuo ritorno,
sono sicuro che tornerai vincente da questa battaglia, è ormai giunto il momento di riportare questo regno alla gloria.
 
 

 
 
disse cercando di tranquillizzare l'amico che però sudava dalla paura di non riuscire nella sua impresa.
Ethan proseguì

-Mi chiedo però come una tale bellezza sia finita quaggiù -..

-Il destino forse. Dopotutto non è proprio lui che deciderà anche la mia stessa sorte?
Ho pensato così tante volte di scappare da tutto questo ma è bastato il suo arrivo,
la sua voglia di vivere, la sua voglia di aiutarmi, a farmi rendere conto che non posso mollare proprio adesso.

Sorrise passandosi una mano tra i capelli ormai pronto ad andare incontro al suo destino.
Non aveva più alcuna paura.
Aveva aspettato anni,era rimasto nell'ombra e adesso era arrivato il suo momento senza alcuna via di fuga e per quanto facesse male allontanarsi,forse per sempre, dalla principessa, si avviò nella foresta alla prime luci del pomeriggio senza neanche salutarla.

[..]

Le guardie lo avevano scortato direttamente davanti al suo nemico Sher Kan.
Aveva vagato nella foresta arrivando in poco tempo davanti al castello che un tempo era di suo padre.  Adesso era faccia a faccia con il suo nemico e cercava di trattenere la paura che pian piano stava invadendo il suo corpo.
Davanti a lui non c'era un pauroso leone ma un uomo, egli infatti possedeva il potere di potersi tramutare in quel felino tutte le volte che lo desiderava godendo anche del privilegio di poter camminare tra la folla e non essere riconosciuto.
Non aveva mai visto il suo aspetto e rimase stupito una volta trovatosi davanti a lui.
Stava seduto sul trono di suo padre con aria possente osservandolo come se fosse un semplice omino del quale poco gli importava.
Era stupito della sua visita,sorpreso del fatto che avesse deciso di buttare così la sua vita.
Filippo era in ginocchio forzato davanti a lui con due guardie ai lati pronte ad ucciderlo in caso di un eventuale mossa falsa.

-A che cosa devo la vostra visita? Finalmente il nostro FIlippo ha deciso di unirsi a noi accettando di diventare come me?

disse in tono beffardo facendo intendere al ragazzo a che cosa stesse alludendo.
lui infatti aveva il 'dono del morso' se così si poteva chiamare,ogni essere umano che veniva morso sarebbe diventato come lui con l'unica eccezione che
invece di essere libero sarebbe stato per sempre asservito a lui.
Sher Kan bramava di poter affondare i denti sulla sua pelle,
desiderandolo fortemente al suo fianco decidendo così di regalare al ragazzo un'eternità di sofferenze passate ad essere il suo cagnolino.
Parlò con aria dispregiativa come aveva sempre fatto non riuscendo a trovare niente di buono in quella bestia,
Nessun sentimento,nessuna emozione se non odio e desiderio di  potere.
Aveva cercato molte volte di farlo ragione,di fargli capire che non tutto doveva essere affrontato con la violenza ma lui sembrava conoscere solo quel mezzo.

-Non diventerò mai come voi,lurida bestia ripugnante! -

Cercò di alzarsi in piedi ma le guardie lo ributtarono a terra procurandogli dolore.
Si sentiva uno stupido incapace di lottare e iniziava a sentire quasi in un ricordo molto lontano la voce del suo popolo che gioiva per la sua promessa di sconfiggere quella bestia e riportare finalmente la pace in quel regno.

-Che cosa credete di fare? tenermi qui imprigionato a farvi da cane?
perchè non combattiamo? siete forse un codardo?

Sapeva benissimo quanto quelle parole avrebbero scatenato la sua rabbia infatti egli si alzò in piedi avvicinandosi a lui e prendendo il viso del ragazzo tra le mani con un sorriso falso e compiaciuto per la sua ingenuità.
Questa volta la fine della storia l'avrebbe scritta lui facendola terminare con un 'non sempre il bene ha la meglio sul male'.
lui lo teneva in pugno e questo Filippo lo sapeva bene,sapeva di non poter fare molto ma ormai era giunto all'estremo.
L'unica persona per la quale valeva veramente lottare era Evangeline e sapendola al sicuro sarebbe potuto ancora morire per mano sua.

-Potrei benissimo uccidervi adesso con la mie stesse mani, ma preferisco sporcarmi con il sangue di una giovane fanciulla . .
Evangeline è forse il suo nome?

Fece segno ad altre guardie di andarla a prendere.
Gli occhi del ragazzo si sgranarono vedendola entrare completamente sporca di sangue con alcuni graffi ben evidenti sul volto e su tutto il corpo.
A stento riusciva a reggersi in piedi,le mani erano legate tramite una corda dietro la schiena.
L'aveva trovata,aveva trovato il suo amico Ethan e forse anche ucciso.
Non era riuscito a proteggerla pensò mentre nuovamente tentò di alzarsi in piedi con le lacrime agli occhi per quella visione.
Adesso non poteva più nascondere di avere paura e mentre con la mente cercava velocemente di escogitare un piano si rivolse a Sher Kan urlando e utilizzando tutta la voce che aveva in corpo
 
 
-Ti prego non farle del male! lasciala andare,è me che vuoi.
uccidimi,trasformami in un mostro ma lasciala andare ..

Il felino rimase ad osservalo per qualche secondo per poi allontanarsi da lui e avvicinandosi alla principessa.
I capelli le ricadevano sul viso mentre gli occhi stancamente si chiudevano e si riempivano velocemente di pianto.
Con la sua mano le accarezzò il volto spostando quei capelli, che le ricadevano davanti, dietro l'orecchio.
Era stupenda! neanche lui poteva negare il contrario ma questo poco gli importava,
aveva tolto la vita a ragazze ancora più belle, una come lei rappresentava solamente la prossima che lentamente avrebbe visto morire.
L' osservò...lei cercò di aprire la bocca per dire qualcosa ma ormai non possedeva neanche il fiato per dire qualcosa.
Si amavano, era visibile sul volto di entrambi e questo gli faceva alquanto schifo.
amare era semplicemente una debolezza.

- E' così, alla fine qualcuno si è innamorato di voi,FIlippo? Che cosa vedrà mai una tale bellezza in uno come voi-
Poi, rivolto alla ragazza:
- Non vorrete diventare una regina obbligata a esaudire ogni mia singola richiesta?-

disse guardandola in quegli occhi azzurri color ghiaccio mentre con la mano nuovamente le accarezzava il volto attendendo una risposta.
Evangeline cercò dentro di se la forza di parlare per esprimere quanto quell'uomo fosse disgustoso e facendo un enorme respiro provò a liberarsi da quelle guardie attaccate a lei sentendosi una stupida perchè faticava a reggersi in piedi.
La verità era che avevano trovata insieme a lei anche Ethan e l'avevano ucciso.
La felicità che aveva provato quando era  fuggita da suo padre adesso era solo un inferno.

-Siete ripugnante! Non avete neanche il coraggio di combattere ricorrendo a questi stupidi giochetti. Altro che leone, siete solo un coniglio che crede con il suo aspetto di far tacere tutti!
Filippo non sarà mai come voi.

Rabbia e nient'altro.
Tenne lo sguardo dritto in quegli occhi color smeraldo che in pochi secondi divennero rossi, quasi incapaci di trattenere la rabbia dovuta a quelle parole e alle sue stupide insinuazioni.
per concludere fece un sorriso beffardo scatenando la sua ira e facendogli desiderare solo di ucciderla adesso, velocemente, con le sue stesse mani,
Ma sarebbe stato fin troppo facile e poco doloroso.
Il suo viso cambiò facendogli spuntare fuori degli artigli e le unghie come un vero e proprio leone.
Evangeline e Filippo si scambiarono un ultimo sguardo che fece capire ad entrambi quanto l'uno fosse innamorato dell'altro.
Sher Kan fece cenno alle guardie di allontanarsi da FIlippo che subito si alzò in piedi impugnando una spada.
Quello era finalmente il momento della sua vendetta.
Quasi in un sussurro disse 'ti amo' alla principessa che sorrise tristemente mentre alcune lacrime rigavano il suo volto e poi iniziarono quel combattimento che entrambi aspettavano da anni.
La spada sfiorò il collo della bestia,le unghie dell'animale sfiorarono il collo del ragazzo.
le guardie compiaciute per la bravura del proprio re lo ammiravano nel suo combattimento mentre la principessa scuoteva se stessa cercando di liberare la sue mani strette da una corda non volendo assistere al massacro del suo amato.
Non c'era più niente da fare.
In pochi secondi il principe fu immobilizzato dal felino che affondò i denti su di lui facendolo infine ricadere a terra.
Tutto quello per cui FIlippo aveva lottato era andato perduto,lui stesso con quel morso sarebbe stato perso per sempre, obbligato ad eseguire ogni suo ordine.
Buio...la principessa chiuse gli occhi iniziò ad urlare mentre la corda che la legava si stava allettando.

-Lasciatela!-.

disse Sher Kan passandosi la lingua sul labbro inferiore sporco del suo sangue e sistemandosi i vestiti sgualciti.
Si risedette semplicemente al suo trono osservando la disgustosa scena davanti a lui.
La principessa si chinò sul corpo del ragazzo stringendolo a sè ancora incredula di fronte a tutto quello che le era successo.
La sua balia era morta,Ethan era morto e adesso anche Filippo l'unico che le aveva promesso di proteggerla adesso non c'era più.
Il suo cuore aveva smesso di battere proprio come quello della altre due persone alle quali aveva voluto bene.
Non sarebbe mai più tornata a casa e adesso, proprio nel momento in cui si era ormai resa conto che aveva persone tutto, rimpianse quei pomeriggi passati a litigare con suo padre che non faceva altro che proibirle di esprimere la sua arte.
Era tutta colpa sua e del suo stupido desiderio.
Aveva messo a repentaglio la sua vita uccidendone altre.
Lei e quel suo stupido desiderio di sparire avevano condannato le persona che amava alla morte e da li a poco anche se stessa.
Il cuore di FIlippo ormai aveva smesso di battere,ormai era anche lui una carcassa che si sarebbe risvegliata con l'unico desiderio di servire il leone.
Gli diede un casto bacio sulla bocca vedendo le sue palpebre sbattere e sapendo che l'uomo che aveva davanti non era lo stesso che pochi attimi prima aveva amato con tutta se stessa e quello che quella sera le aveva detto che non esisteva niente di più bello se non due persone che si amano.

-Filippo .. Filippo ... non lasciarmi ..

Ma ormai era troppo tardi.
Sher Kan osservò il ragazzo notando che anche lui possedeva gli occhi rossi,rossi come il sangue e che al posto del suo sorriso c'erano due canini pronti
ad affrondare sulla tenera carne di lei.
Fece cenno con il capo al suo nuovo giocattolo di ucciderla senza provare alcun rimorso ma divertendosi il più che poteva con la sua prima vittima.
Il ragazzo ormai era morto e quello che aveva davanti non era più lo stesso.
Come se tutti i ricordi della persona che precedentemente era stata fossero scomparsi incominciando una nuova vita priva di alcuno stupido sentimento come l'amore,la compassione o il desiderio di fare del bene.
Alzò in viso guardando la ragazza che ai suoi occhi era una sconosciuta ma ascoltato l'ordine del padrone affondò i suoi denti sul suo collo senza trasformarla ma riducendo la sua sofferenza al minimo essendo un novellino.
Il sangue caldo della ragazza scorreva dolcemente lungo la sua gola facendogli desiderare di averne sempre di più,ancora e ancora fino a ridurla senza neanche una goccia di esso in corpo.
Evangeline chiuse gli occhi sentendo un immenso dolore al corpo ma le forze dolcemente l'abbandonarono facendola cadere in un sonno che sarebbe
stato eterno senza la voglia di lottare e di reagire visto che ormai aveva perso tutto.
Meritava di morire.


[..]

-Avanti Evangline svegliatevi, vostro padre vi aspetta di là!.
Andiamo, altrimenti sapete com'è fatto potrebbe arrabbiarsi con entrambe.-

Delia continuava a scuotere la povera principessa che a furia di piangere si era appisolata sul suo letto vestita e pettinata pronta per conoscere
il ragazzo che suo padre aveva scelto per prenderla in moglie.
Suo padre era un uomo cattivo ma dopotutto voleva solo il bene di sua figlia pensò, scuotendola nuovamente e svegliandola finalmente.
Evangeline fece uno scatto in piedi alzandosi velocemente e sgranando gli occhi vedendo la sua nutrice proprio li davanti a lei.
Com'era possibile?

-Delia!-

urlò gettandosi tra le sue braccia e stringendola a sè come mai aveva fatto prima.
Cercò di trattenere le lacrime per l'immensa felicità.
Era viva,ancora con i suoi capelli castani e i suoi occhi verdi,ancora con il suo sorriso e le sue buona parole che sempre l'avevano consolata.
Non era morta,nessun leone l'aveva uccisa e guardandosi intorno, riconobbe anche camera sua.

-Oh Delia sono così contenta non siate morta! Dov'è mio padre? ho bisogno di parlare con lui.
disse alzandosi in piedi senza ascoltare la risposta della sua balia e dirigendosi subito nella stanza del trono dove sicuramente l'avrebbe trovato.
Corse tra i lunghi corridoi pensando che fossero infiniti.
tutto quello che era successo non era stato altro che uno stupido sogno,
non esisteva nessun Sher Kan,nessun regno sconosciuto,nessuna foresta oscura, nessun Ethan .. nessun ... nessun ..Filippo.
Pensò tra sè e sè mentre rendendosi conto che tutto era stato un grande sogno, Anche l'uomo che aveva amato in realtà non esisteva.
Si era immaginato tutto,ogni singolo momento vissuto in quella dimensione.
Quindi adesso era nuovamente da sola con la sua arte,quindi tutto quell'amore che aveva provato non era stato altro se non uno stupido sogno.
Quegli occhi color rame e quei capelli dorati,quel sorriso magnetico e le sue labbra rosse erano tutte una grande invenzione della sua mente che
aveva deciso di giocare con lei.

-Evangeline! Evangeline!-

disse suo padre Re Rodolfo che a gran voce la chiamava per farla dirigere nella stanza del trono dove il suo futuro sposo l'attendeva.

- Sono lieto di non essere venuto nella vostra camera a prendervi.
Il nostro ospite aspetta da qualche minuto,venite su, andiamo a conoscere il vostro futuro marito-.

Eccola nuovamente in quella prigione,anche se doveva ammetterlo,non era paragonabile a tutto l'inferno che aveva dovuto passare in quel sogno.
Non le restava altro se non obbedire a suo padre,forse il ragazzo che dietro quella porta l' attendeva avrebbe saputo amarla come aveva sempre desiderato.
Prese la mano di suo padre che la condusse nella stanza dove vide un uomo girato di spalle con una grande armatura addosso.
Sentito il rumore, lo sconosciuto si girò desideroso di vedere il volto della principessa e quando la vide entrambi non fecero altro se non mostrare un immenso sorriso ricordandosi l'uno dell'altro.

-Lui è il principe Filippo,Evangeline.-

- Ho sentito tanto decantare la vostra bellezza,ma adesso che vi ho davanti posso finalmente avere la conferma di quanto siate stupenda. Permettetemi di presentarmi io stesso ..il mio nome è Filippo..

Lei sorrise facendo un leggero inchino capendo che anche lui si ricordava di quell'avventura,che forse era stato un sogno di entrambi.
FInalmente erano liberi di amarsi come sempre avevano desiderato senza nemici.
Liberi di sposarsi e costruire insieme il finale della loro storia con un 'e vissero per sempre felici e contenti'.
La principessa parlò infine.

-Se questo è amore allora non c'è niente di sbagliato,giusto?
 
 


  
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