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Autore: Marty_Angel    27/05/2013    3 recensioni
Dal capitolo 11:
- Non lo so principessa ma se non ti va bene, ti scarico qua- sbottò sbrigativo lui. Quella subito negò con la testa e si strinse maggiormente al suo collo. Qualcosa dentro di lei, una piccola minuscola parte, la incitava a fidarsi di quel mostro e di non contraddirlo troppo se voleva sopravvivere. Ma l'avvocato Grant rimaneva sempre l'avvocato Grant.
- Comunque sappi che mi devi un Suv nuovo!- sibilò velenosa ripensando alla sua povera macchina ridotta ormai simile ad una sottiletta. Duncan non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Genere: Erotico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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11

Courtney esaminava i fogli firmati dal giudice Coryn in cui la informava che tra due giorni esatti si sarebbe tenuto il processo per direttissima a carico del suo cliente Duncan Evans con l'accusa di omicidio volontario. Sorrise tra sé, smontare tutte le accuse a danno del vampiro sarebbe stato un giochetto da ragazzi e un avvocato del suo calibro non avrebbe neanche dovuto ricorrere a sporchi trucchetti.


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Geoff, B, Owen e Mike scesero dal jet appena atterrato all'aeroporto di Tokyo e furono immediatamente accolti da una squadriglia di tre subordinati locali.

- Youkoso*, Geoff sensei- lo accolse l'angelo più alto con strani capelli blu a spazzola, occhi neri come la pece e fisico perfetto che avrebbe fatto girare la testa a parecchie ragazze. Il suo viso era sereno e rilassato, emanava calma da tutti i pori ma Geoff sapeva perfettamente quanto poteva essere letale quell'angelo con quei toni tanto pacati. Non per niente era il suo vice sul fronte nipponico.

- Youkoso anche a te Misaki chan! E ti prego non chiamarmi sensei, potresti darmi tranquillamente dei punti!- scherzò il capo dandogli un buffetto sulla guancia. Quello sorrise e annuì, facendo segno di seguirli.

Fuori dall'aeroporto li attendevano due Mitsubishi Outlander bianchi pronti a partire non appena fossero saliti.

- Sei riuscito a scoprire qualcosa Misaki?- chiese Geoff tornando serio e guardando l'amico dritto negli occhi mentre il grosso suv sgommava per le strade illuminate della capitale del Giappone.

- Si, qualcosa forse si e ti assicuro che non è stato per niente facile. Il file contenente la foto e le descrizioni  sul suo conto non accennava a nessun potere speciale e sebbene non è nella nostra natura sottovalutare i nemici, ha fatto fuori uno dei nostri con facilità prima di scomparire nella notte nonostante tutta la nostra prudenza- spiegò con un tono di voce cupo il giapponese.

- L'avete per caso allarmata?- domandò preoccupato il biondo.

- No, abbiamo inscenato un finto attacco contro lei ma anche a tutta la sua banda. Il nostro fine era quello di inserirle sotto pelle, senza che se ne accorgesse, il chip costruito da Cameron san e Sasuke kun. Sembra abbia funzionato, Nao- e indicò con la testa il compagno seduto accanto a lui con i capelli quasi rasati fatta eccezione per un lungo ciuffo che gli copriva l'occhio sinistro - è riuscita a ferirla alla spalla con la sua katana dove aveva applicato il minuscolo chip che si è subito insinuato sotto pelle. Secondo i rilevatori, è ancora li, non deve averlo notato-

- Bene, avverti i tuoi uomini che questa sera stessa si apriranno le danze.Voglio un'azione rapida e precisa, senza errori di alcun genere. Dopo che l'avremo catturata, ho bisogno che il jet sia già in moto pronto a partire per l'America con il serbatoio pieno. Prima riuscirò a beccare questa famigerata Jade e prima quel bastardo di una sanguisuga libererà mia figlia, se non vuole che io faccia la pelle alla sua...-


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Per molti aspetti Sasuke era simile a Cameron: entrambi super intelligenti, in grado di costruire tecnologie avanzatissime anche con pochi materiali disponibili ma con un fisico minuto ed esile, non adatto ai combattimenti. La carnagione del topo di laboratorio giapponese era candida come la neve, i capelli lisci e neri gli scendevano fino al naso, comprendo completamente gli occhi sebbene si potesse intravedere le pupille che si muovevano freneticamente per leggere i dati che scorrevano sullo schermo del computer.

- E' vicina al quartiere di Shibuya, sembra sia entrata in un locale a fare "rifornimento". Se vi muovete la potete cogliere di sorpresa- li informò Sasuke.

- Forza Geoff! Entriamo in azione!- esclamò tutto felice Owen mentre finiva di mangiare la sua mega porzione di sushi.

- Si, direi che è ora. Ci muoviamo noi quattro e ne voglio cinque di voi: due mi seguiranno e tre sparsi entro un raggio di duecento metri dalla zona in cui si trova in formazione triangolare, ok? Inoltre, dì agli altri tuoi guerrieri di tenersi pronti in caso ci sfuggisse. Voglio prenderla oggi ma mi serve assolutamente viva, i tuoi non le devono torcere un solo capello. Abbiamo un solo tentativo, non si possono commettere errori- concluse Geoff guardando dritto negli occhi Misaki. Quello annuì tranquillo e prima di congedarsi, sorrise dicendo:

- Se c'è una razza che è precisa è proprio quella nipponica e tu lo sai meglio di me. Siete voi americani che combinate un pò troppi disastri- i quattro risero e si diressero sul tetto, pronti a spiccare il volo appena fossero arrivati i compagni.

Dopo pochi minuti li raggiunsero Misaki, Nao il terzo dell'aeroporto e altri due angeli completamente identici tra loro. I loro capelli erano di rosso rubino tanto vivace da risplendere nella notte ed entrambi avevano un occhio simile a quello di un serpente con la pupilla a spirale: uno il destro e l'altro il sinistro.

- Allora io e Nao vi seguiremo, invece Go e i due gemelli, Eishi ed Eizo, saranno nelle vicinanze- i tre annuirono confermando quanto detto dal loro capo - Inoltre se ci dovesse sfuggire state pur certi che non scapperà a loro due- ed indicò i fratelli - Il loro potere è straordinario. Sono giovani è vero ma molto potenti: possono fondersi e trasformarsi in un unico drago e una volta mutati niente può sfuggire alla loro vista o al loro olfatto-

- Mitico!- esclamò Owen entusiasta. Mike sorrise alla sorpresa dell'amico: bastava così poco per farlo emozionare!

- Perfetto, andiamo allora- ordinò Geoff librandosi in volo e seguito a ruota da tutti i suoi guerrieri.

Raggiunsero il quartiere di Shibuya dopo neanche cinque minuti di volo e aggiornati da Sasuke, tramite gli auricolari, sul palazzo preciso dove l'obiettivo si trovava, cominciarono a scendere di qualche metro mentre Go, Eishi ed Eizo si dividevano e appartavano nelle vicinanze.

- State attenti, tre vampiri sembrano avervi visto e si stanno dirigendo verso di voi. Jade è ancora in camera con l'uomo di cui si sta nutrendo- li informò il topo di laboratorio.

- B, Owen state qui con Nao e cercate di tenerli a bada. Create un diversivo mentre noi andiamo a prenderla. Tra poco avremo visite- ordinò il biondo.

B estrasse tutto felice la sua ultima invenzione: un'arma simile per dimensione a una mitragliatrice ma in grado di lanciare piccole catene fatte di diamante, talmente sottili da sembrare invisibili che una volta agganciate al nemico sarebbero state percorse da raggi ultravioletti potenziati. Cameron poteva anche essere un genio informatico, un biologo professionista, un matematico e un fisico eccellente ma chi inventava le armi era lui. Poteva sembrare debole per via della sua stazza simile a Owen ma Geoff non lo teneva in panchina per quel motivo ma bensì per ragioni opposte: era terribilmente letale. Non poteva parlare con nessuno, non perché non ne fosse capace ma perché proprio la sua voce era la sua arma di distruzione di massa. Un suo grido avrebbe tranquillamente spazzato via città grandi quanto New York e solo negli ultimi tempi aveva imparato a controllare le sue potenti onde sonore ed indirizzarle verso un nemico ben preciso. Sarebbe stato quello il giorno in cui avrebbe verificato i suoi progressi?

Tre puntini dapprima molto distanti si fecero sempre più vicini finché non si sentì uno scoppio proprio vicino al gruppetto: una delle sanguisughe doveva aver lanciato una granata.

Quando furono abbastanza in alto, B fece fuoco e un lungo filo si andò a conficcare contro il petto di uno di loro che subito urlò dal dolore prima di precipitare velocemente al suolo. Troppo facile così! Owen calò in picchiata contro un altro e questo, preso alla sprovvista nel trovarsi di fronte un gigante simile, esitò per qualche momento e il ragazzone ne approfittò per dargli una sonora panciata, stordendolo e facendogli perdere quota.

Nao invece rimase immobile e aspettò che il vampiro gli si parò di fronte e cominciò a far fuoco con  la sua calibro 38. Sebbene fosse terribilmente preciso, neanche un colpo andò a segno, sembravano oltrepassare la figura di fronte a sé. Eppure l'angelo era immobile davanti a lui o meglio così credeva...

Senza perdere tempo estrasse un'altra pistola e ricominciò a sparare ma la scena si ripeté; quando l'ultimo colpo venne lanciato Nao sparì. Il vampiro con le braccia ancora tese che reggevano il revolver non riuscì ad elaborare in tempo la situazione e perciò non vide che il nemico era proprio alla sua destra con la katana alzata. Due secondi dopo e un altro urlo si diffuse per tutta Tokyo mentre due avambracci con una rivoltella attaccata precipitavano al suolo.

- Hai mai sentito parlare di super velocità? Può essere molto utile- gli sussurrò Nao prima di conficcare la spada dritta nel petto e porre per sempre fine alla sua vita.

Nel frattempo i tre erano riusciti ad evitare l'attacco preventivo e a irrompere nel privè di una discoteca dove c'erano un uomo svenuto e pallido come un cencio sul letto e una ragazza bellissima molto alta con un fisico da dea, la carnagione che ambrata, gli occhi neri profondi come la notte dal taglio orientale e dei lunghi neri capelli mossi che le arrivavano fino alla vita. Non sembrava sorpresa dal loro arrivo, anzi sorrise in modo strafottente.

- Oh ma guarda quante nuove colombe che abbiamo qua! Un vampiro ora non può neanche più bere un buon cocktail che subito voi piccioni vi mettete in mezzo!- esclamò quasi divertita.

- Arrenditi e giuro che non ti farò del male- ringhiò Geoff a quell'impertinente.

- Stai fresco, chico!- rise prima di emettere un forte fischio assordante. Subito due vampiri scardinarono la porta e si avventarono sul gruppo mentre Jade tentava di attivare la sua abilità innata.

- INIBISCI ORA SASUKE!- urlò il capo degli angeli nell'auricolare e senza aspettare risposta si scagliò contro uno di quelli prima di atterrarlo con facilità con un solo pugno. Lasciò che i suoi compagni si occupassero degli invasori mentre lui si concentrava sulla vampira che aveva un'espressione confusa in faccia.

- No Jade, hai un dispositivo dentro di te che non ti permette di dissolverti e sparire come tua madre. Come vedi non siamo così sprovveduti- disse con calma l'angelo piazzandosi di fronte a lei.

- Joder- sibilò quella estraendo una pistola dalla tasca della minigonna ma non fece in tempo a puntarla che strani fasci di luce sbucati dal pavimento e simili a liane le avevano bloccato i polsi impedendole ogni movimento.

- Ah, no tesoro. Papà Alejandro non ti ha detto che i bambini non dovrebbero giocare con queste armi pericolose?- le chiese ironico Geoff mentre creava una strana gabbia di luce intorno alla vittima che, sebbene tentasse di fuggire, non riusciva neanche a scalfire quella strana bolla in cui era stata racchiusa. L'angelo si voltò verso i suoi compagni e vide che Misaki aveva steso il suo avversario con la sua abilità nel far crescere le ossa del proprio corpo, staccarle e usarle come armi micidiali; Mike invece aveva semplicemente, sfruttando la sua capacità nel rendersi invisibile, mirato al cuore che aveva diviso in due grazie ad una speciale lama del suo bisturi, in grado di tagliare anche il diamante.

- Molte bene. Avverti la base di portare l'aereo nel tuo covo. Partiamo immediatamente- esordì Geoff. Misaki annuì e si mise in comunicazione via radio con la centrale con una Jade che bestemmiava in tre diverse lingue dentro la sua gabbia.


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Alejandro, se avesse potuto, impallidì dopo aver sentito ciò che aveva detto Harold. Non aveva neanche la forza di reagire alla notizia. In altre circostanze lo avrebbe sicuramente già ucciso ma ora no... l'occhialuto se ne stava tremando in piedi di fronte a lui e appena lo vide accasciarsi sulla poltrona, ne approfittò per fuggire.

Il boss dei vampiri non poteva credere a ciò che era successo: qualcuno aveva violato il sistema, apparentemente inespugnabile di Harold e aveva deviato i segnali delle telecamere e trasmettitori del Giappone in modo che le immagini riprodotte fossero sempre le stesse. Fece chiamare Heather dalla segretaria e si preparò alla sua reazione.

- Che cosa cazzo vuoi Al? Sono già andata in ricognizione l'altro giorno e non ho intenzione di rifarmi un altro giro senza essermi prima nutrita- cominciò la vampira con il suo consueto tono acido. Al la guardò, incurante di tutto il suo veleno e riuscì solo a pronunciare una parola:

- Jade...- Heather indietreggiò di qualche passo mentre il terrore si impossessava di lei.

- Che è successo a mia figlia?- sussurrò guardandolo con occhi spalancati - CHE E' SUCCESSO A MIA FIGLIA?- ripeté gridando prima di scaraventarsi contro l'uomo e assestargli un potente calcio all'addome che gli mozzò il respiro.

- Ti conviene sperare che non le sia successo niente Burromuerto altrimenti ti uccido io con le mie stesse mani- ringhiò come una belva la moretta con le narici dilatate, le zanne completamente fuori e le ali spalancate sulla schiena.

- La sua scorta è stata trovata morta questa mattina e di lei non c'è traccia... stanno provando a rintracciarla ma credo che l'abbiano presa- cercò di spiegarle.

- Chi l'ha presa?! Chi? Rispondi cazzo!- il mondo di Heather le crollò addosso: aveva giurato sulla sua stessa vita che avrebbe protetto sua figlia ad ogni costo ed ora...

- Chi vuoi che sia chica?! Geoff, porca puttana! Non capisco come abbia scoperto di nostra figlia, nessuno lo sapeva a parte noi due e pochi intimi!- grugnì contrariato Alejandro riprendendo un pò di vigore che tanto lo contraddistingueva.

- Non me ne fotte un cazzo del come e del perché! Hanno Jade e questo mi basta! E' tutta colpa tua bastardo che non sei altro! E' stata tua l'idea di mandarla a vivere in Giappone tutta sola! Se fosse rimasta qua io l'avrei difesa e protetta! Se muore Alejandro, sappi che faccio saltare in aria tutto: non me ne frega che io sia un vampiro o meno, hai capito? Sai che sono in grado di farlo- e detto questo si dissolse nel nulla lasciando come al solito una leggera nebbiolina nera che galleggiava in aria.

Alejandro osservò il pavimento dove pochi attimi prima c'era Heather. Una piccola lacrima risplendeva alla luce dei primi raggi mattutini. Al sapeva che la moretta non aveva mai pianto per niente o per nessuno e non credeva che si sarebbe mai potuta affezionare veramente a qualcheduno. Invece la nascita di quell'essere tanto meraviglioso e bello avevano portato alla luce una sfaccettatura della ragazza che nessuno conosceva. Sarebbe stata ancora così se lui non si fosse comportato da vigliacco tanto, tanto tempo fa...



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Tre giorni erano passati in fretta e Courtney quel giorno si sentiva pronta e piena di energie. Aveva già delineato la sua strategia per scagionare Duncan. Il punto forte dell'accusa era il testimone che aveva visto il vampiro uccidere il giovane uomo e una telecamera che inquadrava parzialmente la sua figura. A favore del vampiro invece c'era il fatto che nessun indumento sporco o arma del delitto era stato ritrovato. Inoltre, il cosiddetto testimone era un ex- alcolista violento che, stando ai servizi sociali, era da poco migliorato e la telecamera inquadrava solo parte del vialetto. Quindi, primo punto: far passare il testimone per un ubriacone non attendibile e far notare che la telecamera non inquadrava mai la faccia di Duncan ma solo la sua schiena e la sua cresta ma... quanti ragazzi portavano una maglietta nera e avevano strane creste in testa? Migliaia! Sorrise, prese la macchina e si avviò in tribunale.

Dopo aver giurato, presentato  la corte ed esposto le accuse, venne subito chiamato dall'accusa il testimone al banco che dichiarò quanto precedentemente affermato: Duncan era l'assassino che aveva visto uccidere Josh Leder.

 Quando fu il turno di Courtney ad interrogarlo, si piazzò di fronte all'uomo e con tono dolce gli chiese.

- Allora Signor Stock, posso chiederle se è sposato?- l'uomo esitò per la strana domanda e negò con la testa.

- Ma lo è stato?- continuò la sirena.

- Si ma mia moglie mi ha lasciato dieci anni fa...- sussurrò debolmente, non capendo dove volesse andare a parare.

- E posso sapere il motivo per cui la vostra relazione si sia interrotta?-  subito l'accusa si alzò dalla sedia.

- Obiezione Vostro Onore! Le domande dell'avvocato Grant non sono pertinenti!-

- Accolta- annunciò il giudice - Si attenga ai fatti avvocato- Courtney annuì ma non demorse.

- E' vero che Lei ha avuto parecchi problemi con l'alcool? Se non mi sbaglio è stato fermato diverse volte per guida in stato di ebbrezza giusto? Inoltre è seguito anche dai centri sociali-

- Obiezione Vostro Onore! L'avvocato Grant continua a formulare domande non pertinenti!- strillò l'avvocato dell'accusa, un ometto piccolo e tarchiato con spessi occhiali da vista neri.

- Giudice Coryn, se il testimone risulta inattendibile la giuria dovrà tenerne conto!- ribadì Courtney testarda.

- Respinta ma non entri nella sfera personale e si attenga ai fatti avvocato. Non voglio ripeterglielo più- disse deciso il giudice.

- Potrebbe rispondere alla domanda?- continuò la sirena rivolgendosi di nuovo al testimone.

- Ecco io... si...- balbettò rosso in viso quello.

- Bene. Posso chiederle cosa ci facesse in giro alle quattro di mattina in un quartiere non proprio dei migliori? Eppure casa sua, per quanto mi risulta, si trova dall'altra parte della strada- lo incalzò. L'uomo rimase in silenzio.

- Prego Signor Stock risponda alle domande che le sono poste- lo incitò il giudice.

- Ero andato a farmi una birretta con gli amici al Night Bar...- mormorò abbassando lo sguardo. Courtney aspettava questa risposta, andò al suo banco ed estrasse dalla cartellina una ricevuta piuttosto lunga che la sera prima si era premunita di andare a cercare nei tre bar delle vicinanze. Dopo aver chiacchierato con ogni barista era riuscita ad avere una copia della ricevuta e farsi confermare che il testimone era passato di lì a farsi qualche drink.

- Da quanto risulta dalla ricevuta si è fatto più di una birretta! Vedo qua che si è preso un Malibù, una Pigna Colada, un Gin lemon, un Fata Cubana e un Long Island! Però niente male, sono un bel pò di gradi se non mi sbaglio e anche se fossero passate un pò di ore, così tanto alcool sarebbe rimasto ancora in circolo! -

- Obiezione!- ringhiò l'avvocato capendo dove volesse andare a parare la difesa.

- Respinta- annunciò solennemente Coryn. La sirena continuò decisa:

- Ora vorrei sapere: un uomo con tutto questo alcool in corpo si può considerare un testimone attendibile? Chi ci dice che non si sia immaginato tutto o non abbia scambiato il signor Evans per qualcun altro?- tutti in sala tennero il fiato sospeso - Formulo quindi la domanda definitiva: è sicuro di aver visto chiaramente il mio cliente- e accennò a Duncan dietro di sé - uccidere Josh Leder?-

L'uomo sembrava sconvolto: voleva passare come un eroe agli occhi di tutti ma ora quella donna così giovane aveva rivelatola sua vera natura in poche semplici battute.

- No...- la semplice sillaba scese come un coltello sull'accusa che non seppe come ribattere.

- Non ho altro da aggiungere- concluse soddisfatta Courtney prima di andarsi a sedere accanto al vampiro che la guardava gongolante. Era stato a un sacco di processi ma tra lei e Blaineley c'era un abisso! Blaineley il più delle volte ricorreva a sporchi trucchetti per vincere, lei invece aveva semplicemente usato la testa. Figa e intelligente, sembravano due realtà inconciliabili, eppure ecco l'eccezione che confermava la regola!

Courtney smontò brillantemente anche la prova della telecamera e dopo le aringhe finali, in cui sottolineò come il suo cliente fosse un personaggio con turpe vicende familiari alle spalle e un fisico impossibilitato ad atterrare un tipo alto e robusto come la vittima, la giuria si ritirò per il verdetto.


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- Principessa non so come tu abbia fatto a non utilizzare il tuo potere!- esclamò divertito Duncan spaparanzato sul sedile dell'Evoque bianco di Courtney.

- E' stata una cavolata.Giù quei piedi dal cruscotto!- esclamò Courtney tirando uno schiaffo alle sue gambe e suscitando la sua risata.

- Ne hai di fegato sirenetta!- continuò divertito stuzzicandola.

- Piantala! Se non la smetti giuro che accosto e ti faccio scendere!- ringhiò lei.

- Non sto facendo niente! E sei stata tu a propormi di riaccompagnarmi a casa!- gongolò Duncan tirandogli un pizzicotto sul fianco asciutto. Subito l'avvocato reagì mollandogli un altro schiaffo che venne però bloccato a mezz'aria dalla mano del vampiro. Si era pentita di averglielo chiesto nello stesso istante in cui aveva formulato la domanda. Era sicura che avrebbe rifiutato ed invece...

- Ah, mai colpire un vampiro, Onorevole! Potrei farti male- le sussurrò sensualmente.

- Figuriamoci! Se stai cercando di mettermi paura caschi male! Sappi che...- improvvisamente il ragazzo la zittì con un gesto. Aprì il finestrino e annusò l'aria con una Courtney che protestava al suo fianco.

- Accelera principessa. Metti la sesta e premi quel pedale- le ordinò il vampiro con voce ferma mentre scrutava il cielo. Erano sopra ad un ponte che attraversava un piccolo fiume di periferia che scorreva pigro sotto di loro e l'orologio segnava le quindici e venti. Per la stradina secondaria che portava a uno dei passaggi segreti per arrivare alla villa, non c'era anima viva eppure sembrava che il verde avesse scrutato qualcosa.

- Si può sapere che succede? Esigo una spiegazione!- sibilò l'avvocato guardandolo di sbieco.

- Slacciati la cintura e preparati a dire addio al tuo suv nuovo- ghignò quasi divertito il vampiro mentre liberava le ali, lacerando completamente la maglietta. Courtney fece per aprire nuovamente bocca quando qualcosa esplose violentemente davanti a loro, facendo sbandare il veicolo.

- Ci sono tre colombe qua sopra che vogliono farmi la pelle e siccome sono in troppi e uno di loro è quella pericolosa di Izzy direi di levare il disturbo!- esclamò ora serio.

- Ma cosa me ne frega! Uccideranno te mica me! Sono angeli non...- un altra granata esplose vicino al fianco destro dell'auto sbalzandola fuori dal ponte e facendola precipitare nel fiume.

- Ah, ah, ah, ah! Colpiti! Esplosivo non fallisce mai!- esultò una ragazza con capelli riccioluto rosso fuoco e ogni verdi malachite. In mano aveva una granata pronta ad esplodere da un momento all'altro ma sembrava non curarsene - Possiamo ritornare alla base, missione compiuta!- esultò zigzagando in aria.

- Non dovremo scendere a controllare che non si siano salvati?- chiese un ragazzino con capelli a caschetto castani e occhi blu.

- Figuriamoci Cody! Sono morti! Esplosivo lo sa!- e dopo un'ultima risata da pazzoide si allontanò dall'accaduto seguita dai due compagni riluttanti.


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Courtney  era aggrappata come una disperata al collo di Duncan, ancora terrorizzata e sotto shock per la morte appena scampata.

- Zitta avvocato. Ci dobbiamo allontanare silenziosamente. Una parola e ti lascio qui in mezzo al nulla- le sussurrò il vampiro mentre volava rasoterra e si inoltrava nel boschetto li vicino. Per quando detestasse ubbidire a chiunque, questa volta lo fece e si tappò la bocca, lasciando che il vento le scompigliasse i bellissimi capelli.

Dopo aver volato per una decina di minuti, Courtney si rese conto in che posizione imbarazzante era! Arrossì mentre l'istinto di urlare e di prenderlo a calci si faceva spazio in lei ma cercò di tenerli a bada per non rischiare che i tre ritornassero. Si accorse di quanto fosse piacevole il profumo del delinquente. Si sarebbe aspettato puzza di cadavere, di marcio, di sporcizia ed invece... sapeva di muschio di montagna e i suoi vestiti erano perfettamente puliti, seppur inquietanti. Il suo viso era concentrato e due grosse zanne bianche gli spuntavano dalle labbra: quante persone aveva ucciso con quelle armi letali? Deglutì, poteva ammazzare anche lei se non gli fosse andata a genio... decise di non pensarci e di continuare ad esaminarlo: le sua ali scure squamate si alzavano e abbassavano a ritmo regolare e alla luce del sole poteva quasi vedere i tendini contrarsi.

- Perché mi hai salvato? Non sono una di voi...- mormorò improvvisamente la moretta. Duncan non rispose subito all'affermazione e si limitò a roteare gli occhi guardandola di sbieco con le sue grosse iridi rosso sangue.

- Non lo so principessa ma se non ti va bene, ti scarico qua- sbottò sbrigativo lui. Quella subito negò con la testa e si strinse maggiormente al suo collo. Qualcosa dentro di lei, una piccola minuscola parte, la incitava a fidarsi di quel mostro e di non contraddirlo troppo se voleva sopravvivere. Ma l'avvocato Grant rimaneva sempre l'avvocato Grant.

- Comunque sappi che mi devi un Suv nuovo!- sibilò velenosa ripensando alla sua povera macchina ridotta ormai simile ad una sottiletta. Duncan non poté fare a meno di scoppiare a ridere.



* Benvenuto in giapponese.


Nota autrice:

Wa eccomi con un bel capitolo lungo! Spero che questo piaccia a tutti perchè io personalmente mi sono divertita un mondo a scriverlo! Spero che il colpo di scena tra Alejandro ed Heather vi sia piaciuto: chi di voi si aspettava che avessero la figlia? :D Ora bisogna scoprire cosa sia successo però! Inoltre quanto sono belli  quell'adorabile coppietta? :D

Duncan: Perchè ci sono io :D

Si come no! :D ringrazio tutti quelli che mi seguono e fatemi sapere che ne pensate! Un bacio!


                    Marty angel
                                                                                   




  
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