Tutti i personaggi Anime/Manga non mi appartengono, ma sono
proprietà dell’autore e della rispettiva casa editrice. Gli altri personaggi,
che invece non appaiono nell’Anime/Manga, mi appartengono di diritto in quanto
sono il frutto della mia fervida immaginazione. Inoltre tutti i personaggi e la
stessa fanfiction non sono utilizzati assolutamente da me medesima a
scopo di lucro.
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BACK TO PAST =
Una ragazza guardava fuori dal
finestrino dell’ aereo sul quale stava viaggiando persa tra pensieri e ricordi.
Non aveva chiuso occhio per tutto quel lungo viaggio, quelle parole non le
lasciavano pace, soprattutto quella assurda bugia detta per paura di soffrire
che poi non aveva fatto altro che farla soffrire il doppio.
La distolse dai suoi pensieri la voce di
una hostess gentile e professionale.
Si pregano i gentili clienti di
allacciare le cinture e di portare il sedile in posizione eretta. Stiamo per
atterrare. A Tokio sono le ore 16.00, il tempo é leggermente nuvoloso e la
temperatura esterna è di 19°C. Vi ringraziamo per aver scelto la nostra
compagnia e vi auguriamo una buona permanenza.
‘ Buona permanenza ‘ – sorrise
sarcasticamente ripetendosi quel augurio nella testa, che a lei suonava più
come una minaccia. Francamente non si aspettava che quel ritorno sarebbe stato
ciò che si osa definire una Buona
permanenza. Dopotutto era facile
per l’hostess parlare, mica era lei quella che doveva tornare nel luogo più
triste di tutti, quello dove una volta era stata felice. Aveva paura, non si
sarebbe mai alzata da quel sedile, il tempo sembrava avesse accelerato la sua
corsa e i minuti sembrava si fossero trasformati in secondi, non voleva
affrontare la sua più grande paura, non voleva rivedere tutto quello che le
ricordava il suo passato, tutto quello che era stato il suo passato.
Non aveva avvertito nessuno del suo
ritorno, nessuno dei suoi vecchi amici. Già i suoi vecchi amici… Aveva una
voglia incredibile di rivederli ma allo stesso tempo aveva una grande paura.
Non si aspettava di certo il migliore dei benvenuti dopo cinque anni che non si
faceva più sentire, giusto gli auguri di natale a Sora e Yoley le sue due
migliori amiche, le uniche con le quali aveva ancora una fattispecie di contatto,
anche se molto informale, alle quali poi, al termine della conversazione,
chiedeva fugacemente di salutare tutti. Un
sorriso amaro gli comparve sulle labbra ripensando a quei momenti – ‘ come sei
stata vigliacca Kari ‘ – si disse. Questo pensiero la tormentava da giorni
ormai, da quando aveva iniziato a ripensare al suo passato, da quando aveva
deciso di tornare a Tokio.
Triste, molto triste pensare che quel
legame così particolare che andava oltre l’ amicizia, quello che li ha tenuti
uniti nei momenti più difficili e drammatici si sia potuto sciogliere così,
come neve al sole. Non sapeva bene di chi fosse la colpa, a dire il vero ormai
non le andava nemmeno più di cercarla, l’aveva cercata ovunque ma l’unica
persona alla quale arrivava sempre, ogni volta che ripensava a quello che era
successo, era lei. Se aveva sofferto in quel modo non poteva fare a meno di
pensare che fosse solo colpa sua. Era lei che di punto in bianco aveva chiuso i
ponti con tutti quelli che facevano parte della sua vita, lo aveva fatto solo
per dimenticare, voleva dimenticare il suo passato, dimenticare tutto ciò che
era stato, digiworld, i suoi amici, l’unica persona che aveva veramente amato e
che, per quella stupida partenza, aveva lasciato creando in se un immenso vuoto
che senza di lui non sarebbe mai più
riuscita a colmare.
Erano passati cinque anni dalla sua
partenza, un sacco di tempo. Eppure dopo tutto quel tempo il ricordo di quel
giorno era ancora perfettamente vivido nella sua testa e ogni volta che ci
ripensava le sembrava di sentire ancora gli odori, le sensazioni, le paure e la
tristezza di quei momenti.
Back:
Camminava a testa bassa tra le strade di
Tokio, strade fin troppo conosciute. Doveva dirglielo, ormai mancava solo lui
da avvertire e le partenza sarebbe stata solo 5 giorni dopo. Doveva
assolutamente trovare il coraggio, non poteva aspettare un giorno di più, né
poteva rischiare che lo venisse a sapere da qualcun altro. Non sapeva proprio
come dirglielo, aveva provato mille discorsi da due mesi a questa parte, ma nessuno le sembrava quello giusto così
aveva deciso di improvvisare. Arrivò davanti quel palazzo nel quale era
praticamente cresciuta, era sicura di trovarlo a casa perché l’aveva chiamato pochi minuti prima per
avvertirlo che sarebbe passata e che gli avrebbe dovuto dire una cosa molto
importante ma non aggiunse nient’altro. La mano le tremava mentre si trovava
davanti al campanello di casa Takaishi, ma poi prese un grande respiro, si fece
coraggio e suonò. Dopo pochi secondi la porta si spalancò e fu Tk in persona ad
aprirle con un aria abbastanza preoccupata. – Kari ciao entra… - le disse il
biondo dandole un bacio a fior di labbra. La ragazza non disse una parola e
entrò.
- allora…cosa c’è? - Disse Tk guardandola preoccupato.
- devo parlarti. . . – rispose lei
cercando di scappare da quello sguardo, dai quegli occhi celesti così profondi
nei quali si era persa tante volte e che rendevano un addio ancora più
difficile di quanto già possa essere.
- o-ok andiamo in camera mia… - i due
entrarono nella stanza del ragazzo chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi
sul letto, seguirono alcuni secondi di silenzio. Kari continuava a tenere lo
sguardo basso cercando di trattenere le lacrime che da tempo premevano per
uscire ma soprattutto per evitare di incontrare il fantastico sguardo di Tk che
l’aveva bloccata tutte le volte che aveva provato a dirglielo.
- Kari mi vuoi dire che succede? È un
po’ di tempo che sei strana, sfuggente…. mi stai facendo preoccupare.
- Ecco… i-io dovevo… parto la settimana prossima. – disse alla
fine tutto d’un fiato continuando a tenere il volto basso e lo sguardo
inchiodato a terra.
- Ah…e dove vai? – disse non capendo
come mai la ragazza si stesse preoccupando tanto di una semplice vacanza,o almeno, a quanto aveva
capito lui.
- a New York… - una lacrima solitaria le rigò
una guancia.
- Dai…Fantastico! E sei triste?! Io sarei
felicissimo e … per quanto tempo?
- Per sempre Tk! – urlò innervosita,
possibile che non capisse?! Le lacrime iniziarono a uscirle copiose dagli occhi
e per quanto si sforzasse di fermarle non ci riusciva. Il ragazzo la guardava
scioccato.
- Che…che cosa??- la ragazza annui
semplicemente gettandosi tra le sue braccia. Ormai le lacrime erano
incontrollabili. Tk rimase per qualche istante immobile ancora scioccato dalla
rivelazione fatta dalla ragazza poco prima dopodiché la strinse più forte a se.
Stettero così per qualche minuto, entrambi avrebbero voluto fermare il tempo in
quel abbraccio, poi il silenzio fu rotto da una domanda che stava tormentando
la testa del ragazzo da quando aveva ricevuto quella rivelazione, forse la
domanda più ovvia, quella che doveva essere rivolta prima di qualsiasi altro
gesto ma Tk ancora non aveva trovato la forza di chiedere.
- Perché? – disse in un sussurrò il
biondo che ancora non aveva metabolizzato del tutto l’accaduto.
- per mio padre… il lavoro… - rispose
vaga. Il padre di Kari era medico ed era sempre stato il suo più grande sogno
andare a praticare in uno dei più importanti centri del mondo. La ragazza era ancora
in un mare di lacrime e per il momento
quella risposta a Tk bastava…
Now:
Come avrebbe voluto cancellare quelle
immagini dalla sua testa, ma il passato non si può dimenticare…mai! E ora che
era cresciuta, all’età di 23 anni, aveva deciso di tornare e di affrontare gli
spettri del suo passato.
Uscita dall’aeroporto prese un taxi che
la portò alla sua “ vecchia ” casa. Appena aprì la porta fu investita da una
nube di polvere, entrò nel grande appartamento che l’aveva vista crescere,
quanti ricordi. Diede uno sguardo in casa, i mobili rimasti erano pochi ma
abbastanza per vivere almeno nei primi tempo. Infatti c’era ancora cucina,
bagno, un divano e tavolinetto nella sala e la sua camera da letto era intatta.
Tutto era ben conservato, ogni cosa era coperta da qualche telo tenuto fermo da
alcuni pezzi di nastro isolante. Si sarebbe dovuta dare parecchio da fare per
sistemare tutta quella confusione. Posò il bagaglio ad un lato vicino
l’ingresso e butto sconfortata il suo borsone sul pavimento, facendo alzare
ancora un po’ di polvere. Stava iniziando a pensare che quella di tornare non
era stata esattamente ciò che si definisce un “colpo di genio” e possiamo anche
aggiungere che non aveva calcolato che la casa era disabitata da quattro anni
quindi la polvere era il minimo che vi si potesse trovare, ma pensò che da
qualche parte si doveva pur iniziare cosi si mise subito sotto per rendere
quella casa quanto meno vivibile.
Dopo qualche ora di duro lavoro il
grosso era fatto, certo ancora non era tutto perfettamente pulito ma per il
momento andava bene anche perché era stanca e aveva bisogno di una doccia per
togliersi di dosso un po’ di polvere e stanchezza dopodiché sarebbe andata a
fare una passeggiata, aveva bisogno di aria e poi si era preparata abbastanza
bene psicologicamente da poter affrontare i ricordi che sicuramente le
avrebbero provocato quelle strade e quei luoghi.
E così fece, dopo alcuni minuti era già
pronta per uscire. Passando vicino all’ingresso si fermò ad osservare il
borsone lasciato vicino la porta, in particolare guardava titubante una
cerniera laterale. Dopo qualche secondo di riflessione si chinò di scatto, la
aprì e ne cacciò fuori una vecchia agenda sbiadita dal tempo, con la copertina
rigida che una volta era rosa, ancora si ricorda il giorno che l’aveva ricevuta
come regalo.
Back:
Pomeriggio. La pioggia batteva forte sui
palazzi e sulle strade della città. Kari era appoggiata con i gomiti al
davanzale della finestra della sua camera, sorseggiando una tazza di té
guardando fuori, immersa tra i suoi pensieri. Il suo stato d’animo di quel
pomeriggio e il tempo erano in perfetta sintonia, le piaceva la pioggia, in
qualche modo si riconosceva in ogni singola goccia, in alcuni momenti sembrava
fosse l’unica a capirla realmente. Mancavano solo due giorni alla partenza e
lei si era litigata con Tk,, l’aveva lasciato più precisamente, e ancora non
riusciva a capacitarsene, lei non voleva ma tutta quella situazione sembrava
non le lasciasse alcuna scelta,non aveva mai creduto nei rapporti a distanza e
non pensava che il loro potesse durare, o forse si era comportata troppo
egoisticamente perchè sapeva benissimo che non averlo vicino l’avrebbe fatta
soffrire troppo. O almeno questa era la spiegazione che cercava di dare a se
stessa, anche se non ci credeva nemmeno lei. Alcune volte non si sa bene perché
si fanno certe cose, si fanno e basta, anche se ci sembrano sbagliate. Si era
litigata anche con Yoley, la sua
migliore amica, solo perché voleva farla ragionare.
DRIIIIIN DRIIIIIIN… il suono del
citofono la distolse dai suoi pensieri.
- chi è?
- Sono Yoley, posso salire? – il portone
scattò e questo la ragazza con gli occhiali lo interpretò come un si. Entrò,
salì le scale e quando arrivò al piano giusto trovò Kari poggiata sullo stipite
della porta ad aspettarla a braccia conserte. Yoley si fermò, le due amiche
rimasero per qualche istante a guardarsi dopodiché sorrisero e si
abbracciarono.
- scusami… - disse la mora.
- no…scusami tu, dovevo farmi i fatti
miei…sono sicura che tu sai quello che fai. – rispose liberandosi
dall’abbraccio della amica.
- io invece non ne sono più tanto sicura
sai? – sorrise amaramente, quasi per ingannare le lacrime che premevano per
uscire. Yoley capì la situazione.
- allora? Vogliamo entrare o vogliamo
passare i giorni prima della tua partenza qui fuori? – le due scoppiarono a ridere
e si incamminarono dentro casa.
- approposito…ti ho portato una cosa! –
con l’aria di chi la sa lunga frugò nella sua borsetta facendone uscire un
pacchettino con la carta rigorosamente rosa.
- è una cavolata in se per se ma…
secondo me ha un grande valore simbolico! – disse sorridente e sprezzante di
energia come al solito. Kari prese il pacchettino e lo scartò velocemente,
tolta tutta la carta comparì una agenda, rosa naturalmente.
- diciamo che è un modo per dirti
“teniamoci in contatto”… - le sorrise con gli occhi lucidi.
- sei matta! Non mi dimenticherei mai di
te… – le due si abbracciarono e delle lacrime solitarie segnarono il viso di
entrambe.
La mora aprì la prima pagina dell’agenda
e vi trovò una scritta fatta da Yoley dove c’erano tutti i suoi numeri di
telefono, il suo indirizzo e sotto una frase:
“ ricorda che se anche sei dall’altra
parte del mondo… potrai chiamarmi sempre “
Now:
Ripresasi dal flash-back aprì l’agendina
e iniziò a sfogliarla e alla prima pagina c’era ancora quella scritta, fatta
dalla sua migliore amica. Rimase a guardare quel numero – ‘’ chissà se è ancora
quello…se abita ancora li… dovrei chiamarla…’’- prese il cellulare in mano,
compose il numero dopodiché cancellò e rimise l’agendina nella borsa – ‘’forse
dopo… ‘’ – prese le chiavi di casa e uscì.
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Rieccomi!! Sentivate la mia
mancanza? [ NO! * tutti guardano in cagnesco Ice_Princes*; * Ice_Princes mette
il broncio e cerca di continuare il suo discorso* ] Sono tornata a tormentarvi
con un’ altra di quelle folli idee che, fortunatamente per voi, non troppo
spesso mi passano per la testa e che vengono benevolmente lette, e perché no anche
commentate, da voi Santi e che mi riempite di immensa gioia! [ che lecchina!!!
N.D.Tutti; Lo so AHAHAAHAH *risata malefica* N.D.Ice_Princes ]
A parte gli scherzi [ e chi
scherzava?? N.D.Tutti; Uffy!!! N.D.Ice_Princes ] Spero questo primo cappy vi sia
piaciuto, lo so…non ho scritto un granchè ma spero di avervi quanto meno
incuriosito… Vi assicuro che c’è ancora molto da vedere e vi prometto che mi
impegnerò a non far diventare questa Ficcy la solita storia banale di cui tutti
conoscono già la fine prima che venga scritta per come è scontata [ o almeno
spero di riuscire nel mio intento… N.D.Ice_Princes ] A VOI IL GIUDIZIO!
Grazie 1000000000000 in
anticipo…. E se non ci sentiamo prima: BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!!!
P.s non so se riuscirò a
essere costante negli aggiornamenti o quanto vi farò aspettare per il prossimo
cappy, purtroppo sono davvero mooooooolto impegnata in questo periodo ( come
credo lo sia chiunque di voi si ancora sotto quella istituzione assassina
chiamata “scuola”…Comunque cercherò di sfruttare al meglio queste vacanze di
natale per scrivere! Grazie in anticipo!