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Autore: Ink_    28/05/2013    5 recensioni
"-Avremo un bambino-"
Sono queste le parole pronunciate da Pepper Potts all'eccentrico supereroe Iron Man.
Sono queste le parole che trascinarono il nostro eroe e la sua assistente in un vortice di notti in bianco,pannolini e dolci sorrisi sdentati.
E sono queste le parole che coinvolsero i Vendicatori e soprattutto sono queste le parole che riportarono a galla segreti e minacce,perché -nessuno te lo dice quando firmi il modulo per diventare supereroe,ma c'è una piccola cluasola secondo la quale tu non puoi vivere in pace. Come se una lampadina nel torace non fosse già abbastanza.
E poi,in tutta sincerità,ce lo vedete voi Tony Stark a fare il papà?
O Hulk il babysitter?
Beh,se sei in grado di salvare il mondo da un rockettaro con problemi di inferiorità,dovresti essere in grado di gestire un bambino,no? E c'è un motivo se ho usato il "se".
~
[Pepperony,assolutamente] [Sono presenti nuovi personaggi,decisamente inventati] [Crossover con "The Avengers",ne vedremo delle belle!] [Il rating può variare,così come il risultato della storia] [Sono presenti scene indescrivibilmente Fluff,lettore avvisato mezzo salvato] [OOC,ma c'è ancora bisogno che lo dica?] [AVVERTIMENTI ALL'INTERNO]
Buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Men In Black
 

Sbuffò irritata. Non le piaceva uccidere, al contrario di quanto poteva sembrare non le piaceva affatto e ancor più non le piaceva trovarsi in quelle situazioni così scomode.

Erano quasi arrivati alla Base, doveva darsi una mossa a decidere. Se fosse stata in una posizione più comoda gli avrebbe spezzato l’osso del collo –che a detta sua era il modo più veloce e indolore per uccidere un uomo e cosa migliore, ti lasciava le mani pulite-, ma si trovava sul sedile anteriore dell’auto, poteva spezzare il collo del conducente –che a dirla tutta non le stava nemmeno simpatico-, ma avrebbe poi dovuto fare lo stesso con russo lì dietro e tempo che l’avesse raggiunto, colpito e ucciso quello le avrebbe piantato una pallottola in fronte e inoltre se avesse ucciso prima il conducente avrebbe perso il controllo della vettura e quella avrebbe rischiato di trasformarsi in una frittella in un fosso. Oppure andare dietro, rompere il collo al russo e poi al conducente, dopotutto, quello non avrebbe di certo rischiato di finire in un fosso per spararle, no? No, figurati se non l’avrebbe fatto.

Due curve e sarebbero arrivati. Maledizione! Devi sparargli. Non hai altra scelta e nemmeno tempo. Chiuse gli occhi e portò le mani sul calcio delle pistole che teneva nelle fondine

-Je suis désolée- disse più rivolta al russo che al conducente, tirò fuori le pistole e , prima che avessero il tempo di reagire, sparò. I corpi si accasciarono sui sedili e la ragazza rimise le pistole nelle fondine con un sospiro

-Ma porca!- afferrò velocemente il volante, prima di diventare davvero una frittella di lamiera in un fossato e –spostando il cadavere dell’uomo come meglio poteva- si mise alla guida dell’auto. Si fermò dopo pochi metri, al limite del bosco, dove l’attendeva un uomo in giacca e cravatta, più simile ad un Man In Black che ha un agente governativo. Scese dalla vettura e si avvicinò

-Buonasera, sono l’agente Phil Coulson, dello S.H.I.E.L.D, Strategic Homeland Intervention Enforcement and Logistic Division-

 -Ho smesso di ascoltarla dopo “Strategic”, comunque piacere- disse stringendo la mano che le veniva offerta – sono stata io a contattarvi, avete già ricevuto istruzioni?- chiese spiccia

-Sì, gli agenti sono già ai loro posti.-

-Perfetto. Sa sparare Collins?- chiese infilando i proiettili mancanti nella pistola

-Sì, ma sarebbe Coulson non-

-Ottimo. Dove sono gli agenti?-

-Sono appostati su tutto il perimetro, sarà principalmente un attacco dall’alto. Altri agenti si trovano ai lati dalle porta d’ingresso e a quella d’uscita-

-Certo che fate le cose in grande … -mormorò la ragazza

-Posso farle una domanda signorina, se non le dispiace- chiese educatamente l’agente

-Dipende- disse lei sulla difensiva

-Vorrei sapere qual è il suo nome-

-Oh. Facciamo così, io le dico il mio nome a patto che lei mi chiami “agente”, d’accordo?-

-Non vedo quale potrebbe essere il problema- disse l’uomo senza confuso da quella richiesta

-Evelyn, Evelyn Melbourne.- disse con un mezzo sorriso

-Bene Agente Melbourne, tenga questo- disse porgendole un piccolo auricolare; Coulson si picchiettò sull’orecchio destro –Lo indossi ,ci permetterà di tenerci in comunicazione se succedesse qualcosa.- Evelyn mise l’apparecchio, ci fu un lieve ronzio, poi la voce di Coulson s’insinuò nella sua testa

-Mi riceve?- valutò l’ipotesi di fare un’uscita alla “Houston abbiamo un problema”, ma optò per un più tradizionale –Forte e chiaro-

-Posso farle una domanda Agente Coulson?- chiese cercando di soddisfare la sua curiosità

-Certamente- acconsentì l’uomo

-E’ sicuro di lavorare per lo S.H.I.E.L.D?-

-Perché questa domanda?- chiese sbalordito Phil

-Insomma, è certo di non essere un Man In Black?- chiese Evelyn guardando il completo austero dell’uomo. L’agente boccheggiò in cerca di una risposta sensata

-Non importa, l’avranno sparafleshata. E’ pronto?-

Coulson premette qualche strano bottoncino sul suo auricolare –Agente Romanoff? E’ in posizione? Bene. Agente Barton? Ottimo. Tra qualche minuto daremo il via all’operazione-

Ti prego, dimmi che non è vero!

-Cos’ha detto?- chiese improvvisamente la ragazza –Agente Barton e Romanoff? Ma lo sa vero che sono Vendicatori?-

-Certo- rispose Phil non riuscendo a comprendere quale fosse il problema –è una situazione delicata e loro sono tra i nostri migliori agenti-

-Quando ho chiesto che fosse inviata una squadra, non mi sono forse premunita di dirvi di non inviare la Vedova Nera e Occhio di Falco?-

-Sì … ma è una missione delicata e-

-L’ha già detto! Se ho chiesto che ne rimanessero fuori avrò avuto i miei motivi, no? Sono entrambi coinvolti nel progetto dell’organizzazione e dovranno rimanerne all’oscuro finché non saremo riusciti a raccogliere tutti i dati e ci saremo assicurati che-

-All’oscuro di cosa?- chiese una voce maschile nell’auricolare, facendola sobbalzare

-Fantastico- bonfocchiò. –In posizione, preparatevi. Faremo una bella sorpresa ai miei amichetti-

Si avviò verso l’austero capannone in cemento armato, non era alto, ma si estendeva in larghezza per parecchi metri. Una sola uscita, una sola entrata. Gettò uno sguardo al tetto dell’edificio, dove diversi agenti si erano appostati ai lati delle grandi finestre, non c’era sole quel giorno, ma si erano comunque premuniti di posizionarsi in modo tale che le loro ombre non venissero proiettate sul pavimento e venissero, così, scoperti. Il cellulare le vibrò improvvisamente nella tasca dei jeans, lo prese: Sokolov.

-Piacere di sentirti Soky- disse facendo segno a Coulson di tacere

-Dove siete?- chiese col suo pesante e irritante accento russo. Evelyn diede un’altra occhiata agli uomini sul tetto, la fissavano e tenevano le armi in posizione, pronti a sparare

-Stiamo arrivando. Sarai felicissimo di vedermi- disse sorridendo. Ok, sarà anche vero che non le piaceva uccidere, ma non poteva negare che provava un brivido di eccitazione e non poteva trattenere un sorriso al pensiero che finalmente avrebbe piantato una pallottola nel cervello nell’ultimo bastardo che aveva reso la sua vita un inferno. E poi stava per uccidere per il “bene del paese”, sarebbe valso qualcosa questo?

–Felice da morire- e chiuse la comunicazione.

-Non Sokolov- disse rivolta a Coulson –lui è mio.-

-Come faranno gli uomini a capire chi è?-

-Anelli, pelliccia probabilmente. Il più ridicolo- l’agente riferì il suo messaggio tramite auricolare. Fece un cenno agli uomini sul tetto che le risposero con un pollice alzato, si mise a correre fino alle porte del capannone, spalancandole e sparando un colpo a vuoto, dando così il via agli agenti sul tetto.
 
 
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Non so se esiste la dea protettrice delle fanwriter, ma costei è reale, allora c’è la con me ‘sta stronza!
Questo non è un capitolo, va a sapere che cos’è. Io lo chiamo “intermezzo” , perché intermezzo fa figo.
Allora,  non avete sbagliato fan fiction e questa è ancora Iron Baby.
E’ crudele da parte mia buttarvi una carrellata di mistero addosso senza nemmeno spiegarvelo quando voi aspettate che Tony si metta a cambiare pannolini, MA è essenziale cominciare a vedere anche l’altro lato della medaglia.
Un paio di precisazioni: Coulson lives Fury lies. That’s all.
E Pheels è il figlio di K, quello dei Men In Black. Ecco.
A presto il prossimo capitolo, serio, possibilmente ;)
Bacio!
 
 
 
   
 
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