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Autore: parveth    29/05/2013    2 recensioni
Per proteggere Rumpel da ogni eventuale pericolo Michelle decide di nascondere il pugnale a casa sua ma...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano giorni che ci rimuginava sopra e ancora non si era decisa a fare nulla: ma il terrore che potesse succedere ancora qualcosa di simile a quanto accaduto giorni prima non la lasciava in pace, e fortuna che il suo “sesto senso” l’aveva aiutata in quel caso, ma se fosse successo ancora e per qualche motivo lei non avesse potuto intervenire? Certo non poteva rinchiudere Regina da qualche parte per prevedere i suoi momenti “oscuri”  (anche se la tentazione c’era eccome) ma il pugnale, quel dannato coso doveva sparire, doveva nasconderlo lei a casa sua, nessuno avrebbe mai pensato ad una soluzione del genere o meglio, forse si ma dopo averci pensato piuttosto a lungo.


Alla fine Michelle si decise ad uscire di casa e a recarsi nel luogo dove sapeva l’avrebbe trovato, erano solo le due del pomeriggio e per strada non c’era nessuno lei avrebbe aperto la farmacia un’ora dopo quindi aveva tutto il tempo di metterlo al sicuro.


Mentre lo reggeva tra le mani con disgusto si chiese se prima non fosse il caso di parlarne con lui ma poi disse di no: Rumpelstiltskin avrebbe rifiutato dicendo che gia’ aveva rischiato una volta ma due non gliel’avrebbe mai permesso anche se lei avrebbe ribadito che dopo quella volta non temeva piu’ niente, che la collana di sua sorella non la toglieva nemmeno per lavarsi e che comunque l’avrebbe rifatto altre cento volte se fosse stato necessario.

Non si era ancora reso conto di quanto potesse essere testarda.


Tornando verso casa lo incrocio’ e lo saluto’ con la consueta allegria ma vide che nei suoi occhi vi era solo freddezza.

“Che vuoi fare con quello?”  le chiese


“Nulla pensavo solo di…”


“Uccidermi?”



Per poco a Michelle non cadde di mano il pugnale.



“Ma che dici sei impazzito?? Volevo solo…”


“Io mi fidavo di te…”  mormoro’ lui a meta’ tra lo sconvolto e l’incredulo.

“Rumpelstiltskin, forse ti sei messo a trafficare coi tuoi alambicchi
E i fumi ti hanno annebbiato i neuroni ma ti posso assicurare che non avevo nessuna intenzione di farti del male”  disse lei avvicinandosi.


“Vattene!  Stammi lontana! Non ti voglio piu’ vedere!!”  urlo’ lui allontanandosi a grandi passi.



Non riusciva a credere a quanto era successo! Proprio Michelle, colei sulla quale subito dopo Belle avrebbe messo la mano sul fuoco che non l’avrebbe tradito neanche sotto tortura gli era comparsa davanti col pugnale tra le mani, si chiese perche’ non glielo avesse strappato di mano all’istante, concluse che lo temeva anche solo a tenerlo fra le mani,  si chiese anche perche’ se avesse voluto ucciderlo non l’avesse fatto immattinente anche approfittando del fatto che erano soli.


“Perche’ mi sono allontanato giusto un attimo prima che lo facesse”  si disse una volta seduto al bancone del negozio.


“E’ inutile, non posso fidarmi di nessuno, solo di Belle”  penso’,  Belle che adesso era convinta di essere Lacey a causa di Regina e per la quale ancora non aveva trovato una soluzione.


“Nessuno mi stara’ mai piu’ vicino, nessuno mi vorra’ mai bene!”  urlo’ a se’ stesso prima di scoppiare in lacrime.


“Allora perche’ ti ha salvato la vita giorni fa?”  gli chiese la voce del suo inconscio  “avrebbe potuto mollarti li se e’ come pensi tu”


“Ma le persone cambiano, l’oscurita’ e’ sempre una grande tentazione per chiunque”  concluse risoluto.



Michelle era andata ad aprire la farmacia con gli occhi gonfi di lacrime: come poteva essere cosi’ cieco da non capire?? E il fatto che gli avesse salvato la vita non contava niente per lui?  

“Ma perche’ mi faccio venire le idee accidenti a me!”  sbotto’ dando un calcio al cestino della carta straccia.


Il pugnale era al sicuro sotto una piastrella del pavimento della sua cantina accuratamente coperta da un grosso mobile.


Quella sera dopo cena decise di recarsi al negozio per chiarire la situazione, odiava l’idea di avere qualcosa in sospeso con lui, cosi’ si fece coraggio ed entro’.


“Rumpel, io…”  esordi’ avvicinandosi al bancone mentre lui era chino su un grosso registro.


“Fuori”  le rispose lui senza nemmeno guardarla.


“Aspetta, lasciami spiegare…”


“HO DETTO FUORI!!!”  urlo’ lui con una luce negli occhi che lei non gli aveva mai visto prima.


Ecco com’era colui che reputava il suo migliore amico da Oscuro, se anche l’aspetto era rimasto umano Michelle era sicura che il suo spirito non fosse piu’ tale, non l’avrebbe disgustata vederlo color verde-grigiastro, la pelle squamosa e le unghie nere come lui le aveva raccontato che era, ne’ tantomeno l’avrebbe temuto fintantoche’ avesse preservato la sua indole buona e gentile.

Ora lo temeva davvero, li’, nel suo negozio con la solita giacca e cravatta ma con nello sguardo la luce di chi avrebbe potuto farle male, davvero molto male e senza rimorso alcuno.


“NO!!! IO NON MI MUOVO DI QUI!”  prese a strillare lei mentre si slanciava in avanti per abbracciarlo ma lui non glielo permise, frapponendo tra loro uno scudo creato con la magia una sorta di campo magnetico che le impediva di avvicinarsi.

“ESCI! ORA!!!”  urlo’ Rumpelstiltskin mentre fissava la giovane donna negli occhi e vedendo che era sconvolta senza tuttavia scorgere in lei quel terrore che avrebbe dovuto avere.

“E VA BENE!”  fece lei di rimando ed effettivamente usci’ ma comincio’ a picchiare sulla vetrina  “APRIMI RUMPEL, PER FAVORE APRIMI!!! VOGLIO SOLO PARLARTI!!!”  continuava ad urlare Michelle incurante del fatto che qualcuno avesse potuto sentirla ma vedendo che lui stava lentamente calmandosi prese una decisione.

“Non vuole che entri? Perfetto, e allora rimarro’ qui”  disse sedendosi a terra a lato della vetrina in modo che lui da dentro non la vedesse.

Nel frattempo Rumpelstiltskin era cosi sconvolto e stanco dopo aver usato i suoi poteri si era sdraiato sul divanetto del retrobottega e si era addormentato.


Quando si sveglio’ erano le due di notte e barcollando dal sonno si alzo’ deciso ad andare a casa, la furia che provava poco prima era svanita  “Domani…domani andro’ in farmacia e le parlero’”  si ripromise, ormai certo che Michelle l’avrebbe capito ma poi penso’ che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo dopo quanto accaduto quella notte.


Lui era e sarebbe rimasto un maledetto vigliacco!


Uscendo dalla porta principale gli cadde l’occhio su una figura sdraiata a terra, li per li’ credette che il sonno e la fioca luce dei lampioni gli stessero giocando uno scherzo ma guardando meglio si accorse con orrore che non era cosi’.

“Michelle!”  mormoro’ accovacciandosi accanto a lei,  quando l’aveva scacciata erano all’incirca le 23 e anche se l’inverno stava terminando la sera faceva ancora molto freddo, lei indossava solo un cappotto che non sarebbe stato sufficiente per la temperatura notturna, era stesa a terra con gli occhi chiusi.

“Che cos’ho fatto??!”  penso’ lui terrorizzato mentre le tastava il polso, una volta constatato con sollievo che era viva decise di portarla dentro, accese molte candele con la magia e fece comparire tre coperte sotto la quale la colloco’ dopo averle tolto cappotto, scarpe e calze, lei odiava il freddo, quante volte quando lo veniva a trovare la sera lo abbracciava introducendo il viso tra la sua giacca e la camicia per riscaldarsi, ed era stata fuori per tre ore…


“Io l’ho cacciata ma lei e’ rimasta! Poteva andarsene a casa e tornare domani ma ha preferito rimanere fuori al freddo ad aspettarmi piuttosto che starsene al caldo”

Ricordo’ quando tempo addietro gli aveva detto che per qualsiasi cosa ci sarebbe stata sia per lui che per Belle, che mai per nessuna ragione li avrebbe abbandonati, sarebbe morta piuttosto,  sul momento gli era sembrata una frase fatta ma ora capiva che stava dicendo sul serio.


S’infilo’ sotto le coperte stringendola a se’  “Michelle, svegliati per favore, svegliati!  Perdonami per come ti ho trattato e per aver pensato che volessi farmi del male, ora so che non e’ cosi ma per favore non lasciarmi, non abbandonarmi…mi sei rimasta solo tu ora dolce amica mia”  mormoro’ mettendole il viso sotto la sua giacca mentre le lacrime gli rigavano il volto.


Poco dopo si era addormentato.



Erano circa le 5.30 quando Rumpelstiltskin si sveglio’, non poteva vedere l’ora da com’era sdraiato ma si poteva intuire dai raggi di sole che filtravano dalla vetrina,  richiuse gli occhi per abituarsi alla luce quando percepi’ un movimento alla base dell’ascella  “ehi ferma, mi fai il solletico…”  comincio’ poi si rese conto che Michelle lo stava guardando negli occhi.


“Tu  sei un angelo amico mio”  gli disse con un piccolo sorriso.



“No, non e’ vero, sono un mostro guarda cosa ti ho fatto”  rispose lui mentre lei gli posava un dito sulla bocca.

“Se lo fossi mi avresti lasciato la’ fuori e te ne saresti andato non ti saresti premurato di prepararmi coperte e candele: io non volevo fare niente di male, solo mettere il pugnale in un posto dove a nessuno verrebbe in mente di cercarlo”


“A proposito, dov’e’?”


“Seppellito nella mia cantina”


“Non male”  sorrise lui  “come ti senti?”


“Meglio grazie non ho piu’ freddo”  rispose lei.


“Granny’s sara’ aperto a quest’ora? Potremmo fare colazione assieme”  propose Rumpelstiltskin

“Si lo e’, so che alcuni che cominciano molto presto a lavorare ci vanno”  rispose lei alzandosi.


“Non pensi a cosa potrebbe pensare la gente vedendoci uscire assieme a quest’ora?”  disse lui con ghigno.


“Ma certo e non me ne importa proprio nulla, alla peggio urlero’ “ehi Ruby!  I signori vogliono un piatto di cazzi loro ben cotti”  ribadi’ lei rimettendosi il cappotto.


“Ah, un’ultima cosa: offro io”  rispose lui uscendo.

“Dopo tutto quello che e’ successo mi sembra il minimo”
.


  
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