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Autore: N e v e r l a n d 91    29/05/2013    1 recensioni
[2014] Destiel
Fermati.
Qualcosa nella tua mente di chiede pietà, ti supplica di non farlo, è lui. Il vecchio te. Che è ancora vivo, anche se si sente a malapena. E si dispera, e ti supplica di non farlo, mentre il viso di Castiel si fa sempre più livido, sempre più rosso. E le urla di dolore sempre più acute. E ti feriscono, Dio se ti feriscono. Come mille aghi nel cuore. Ma continui.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nel futuro
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Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean Winchester, Castiel.
Rating: Giallo
Chapter: 1/1
Genere: Angst,Romantico, Introspettivo.
Warning: 2014.
Summary:Qualcosa nella tua mente di chiede pietà, ti supplica di non farlo, è lui. Il vecchio te. Che è ancora vivo, anche se si sente a malapena. E si dispera, e ti supplica di non farlo, mentre il viso di Castiel si fa sempre più livido, sempre più rosso. E le urla di dolore sempre più acute. E ti feriscono, Dio se ti feriscono. Come mille aghi nel cuore. Ma continui.
Note: La canzone che li rappresenta a parer mio alla perfezione è The only exception dei Paramure, quindi quando mi è arrivata l'ispirazione non ho potuto far a meno di scrivere questo abominio xD

Dedica: Dedico tutto a Castiel, il mio angelo segreto ed adorabile.. se esistesse me ne innamorerei *^* <3
DISCLAIMER: Non mi appartengono, Ma prima o poi saranno miei Mwa hahaha


The Last Night




Quando ero più piccolo
Vidi mio padre piangere
E dire parolacce al vento
Si era spezzato il cuore
E io osservai
Mentre tentava di riassemblarlo


Vi è mai capitato di chiedervi il motivo della vostra esistenza? Quando si pensa che tutto accada per un motivo, che si esiste perché è così che qualcuno ha deciso ed è così che dovrà andare. Quando provi a domandarti perché tuo fratello sia il diavolo, perché Dio fece tanto affidamento su di te, perché dovevi essere la sacca umana che doveva soltanto soffrire, accumulare e stare zitto. Capita di chiedersi perché ogni giorno. Ripensando ai bei tempi andati, sentendosi in colpa per tutto. Tutto.
Quando viaggiando per il campo vedi il tuo miglior amico distrutto, ridotto ad un pezzo di carne privo di grazia, che si diverte a far abuso di droghe e ad organizzare orge con le poche donne rimaste in vita. Ti assumi la colpa per ciò che è diventato, e non riesci nemmeno a guardarlo in faccia, così lo superi ignorandolo, e ti accorgi che lui ti sta guardando e si fa schifo per il semplice motivo di creare in te quella reazione.
Un tempo eri un punto di riferimento per lui ma ora sei nulla, sei solo il tipo che l’ha ridotto a perdere tutto. A tradire tutto il creato e il suo stesso Dio per una causa che non ha portato a nulla, se non alla morte.
Vorresti chiedergli perché lo ha fatto, se è ancora la scelta giusta per lui, ma ti basta vederlo affogare i suoi problemi sulla marijuana per capire che no, non era la scelta giusta per uno come lui.
Te lo ritrovi li, debole e costantemente angosciato, che guarda i suoi compagni morire.. e beve, e fuma, e si droga. E tu ti rendi conto di essere stato la sua oscurità, il suo peccato, perché lui prima non era così.
Come ci si dovrebbe sentire ad essere il peccato di qualcuno?
Continui a camminare senza sosta lungo tutto il tracciato del campo, la terra arida e brulla che ti ricorda la tua anima, logora e priva di vegetazione da tempo, tanto che ormai nemmeno ricordi più com’è la felicità. Superi tutti i ragazzi che ti salutano. Accenni qualche saluto qua e la finchè non rientri nella tua tenda. La più grande e anche la più vuota.
Nella tua mente, come ogni giorno, riecheggia la voce di tuo fratello. La sua chiamata quando voleva tornare da te e tu gli hai detto di no, quanto ti penti ogni notte di quel fottuto momento.
Ti sdrai privo di emozioni, spento e non ti chiedi più nulla, le lacrime non escono più, i graffi sulle mani che ti procuravi per scaricare la rabbia sono secchi e aridi. Ma bruciano al ricordo, e ti vien voglia di farlo ancora, di ferirti per far smettere la tua mente di pensare, di distruggerti dentro. Finchè come ogni notte, la tenda non si apre per far entrare la figura scomposta di quello che un tempo era un angelo.
E’ chiaramente stressato, lo mostrano le occhiaie che incessanti scavano ogni giorno di più sulla sua carne delicata. Si siede con calma sul tuo materasso, le mani congiunte in avanti posano sulle gambe e il suo sguardo punta verso di esse.
Sembra voglia parlare di qualcosa di diverso dal solito, non della guerra contro Lucifero, non del fatto che ti vede diverso da prima.
Proprio quando inizi a chiederti che cosa voglia dire, la sua mano si poggia sopra la tua, in quello che doveva essere un gesto di conforto. E il suo sguardo incrocia il tuo, ed è triste, ed è spento, esattamente come il tuo.
Quel gesto ti porta alla mente tua madre, al ricordo di quando eri piccolo e piangevi, e lei ti sfiorava con delicatezza e ti guardava, esattamente come ora stava facendo l’angelo.
Distogli lo sguardo e lo allontani, ti disgusta quel contatto, in realtà provi disgusto per qualsiasi tipo di contatto con lui, da quando aveva iniziato a cambiare non ti sembrava più lo stesso. Anche se ti stava vicino sempre, più di prima.
Un leggero ‘scusa’ riecheggia per la stanza, scuro e baritono come la sua voce era sempre stata. Ti chiedi se non hai esagerato ma immediatamente il pensiero viene scacciato via dall’idea che è la cosa giusta, e non puoi farci nulla.

E mia madre giurò che
Non si sarebbe mai permessa di dimenticare
E che quello era il giorno in cui promisi
Che non avrei mai cantato di amore
Se non esiste


Castiel cambia la direzione del suo sguardo, stavolta punta verso il nulla che si trova di fronte a lui, ha lo sguardo spento e ti chiedi se non sia ancora una volta colpa tua. Cerchi di ignorarlo, provando a chiederti come mai da quando tuo fratello ha detto di si tu abbia smesso di trattare Castiel come una persona normale.
Come se lo accusassi, magari per non accusare te stesso. Oppure perché inconsciamente, pensi di non meritare l’amore e l’affetto di nessuno e te ne privi, perché non è il caso, perché tu nell’amore non ci credi. Non ci hai mai creduto, e figurati se ti interessa provare amore nei confronti di un altro uomo, perché di quello si trattava, lo apevi, lo sai che Castiel è innamorato di te da tempo. E una volta hai anche pensato che forse, anche tu potevi provare qualcosa, seppur minima, nei suoi confronti.
Ma è un qualcosa che si è sbiadito da tempo, che è stato soffocato, privato di ossigeno per vivere. E ti chiedi se magari odi farti toccare perché quello che provi è tutt'altro che disgusto, ma reprimi il pensiero, perchè vuoi provare fastidio piuttosto che affetto.
Il suo tocco brucia.
E smetti di pensarci.
Mentre lui prova a parlare, ancora una volta. Forse per l’ultima.
“Domani quindi Probabilmente moriremo…”
Si volta ancora verso di te, le sue labbra sorridono, i suoi occhi invece sono persi, e ti ci perdi anche tu per un momento, nel freddo blu delle sue pupille, che tanto hai ammirato tempo fa. Poi ti decidi a rispondere, anche se la voce esce a fatica.
“E’ quello che dobbiamo fare. E se moriremo, almeno avrò provato ad uccidere quel figlio di puttana.”
Castiel sorride ancora, amareggiato. E’ così difficile quando le emozioni faticano a venire a galla. Quando hai dato talmente tutto te stesso che non ti resta altro da dare, a nessuno. Sei spento, come un cyborg. Hai solo un obbiettivo, e non puoi permettere alle emozioni di distrarti, se cedi un momento. Impazzisci.
“Sono sicuro che stavolta finalmente sarà finita. E se dovrò finire all’inferno, almeno non sarò solo.”
Castiel parla come se fosse già finita. Quante volte avevi dovuto togliergli le armi di mano perché avevi paura che si sarebbe ucciso da solo? Quante volte lo avevi visto crollare, prima che si concedesse alla droga e all’alcol? Quando aveva perso la sua grazia era distrutto, lo ricordavi, certo che lo ricordi, avevi dato la colpa a te stesso anche in quell'occasione. Lui ti aveva promesso che sarebbe sempre stato dalla tua parte, e tu ci avevi creduto in quel momento, che forse avresti potuto vincerla questa guerra. Ed ora quando lo guardi, provi tanta di quella vergogna per esser stato così superbo, e punti il dito verso di te. Per averlo fatto consumare dall’interno.
“Io però voglio dirti che sono felice di averti conosciuto, Dean… Tu mi hai cambiato, mi hai reso libero, mi hai insegnato che posso decidere da solo le mie azioni.”
Guardi verso il pavimento mentre l’angelo decanta ancora una volta le tue lodi, pensi che lui non abbia ragione ma decidi di non dirglielo perché questa è la nostra ultima sera sulla terra, da vivi. Quindi stai zitto per una volta e ascolti le sue parole e Castiel continua.
“E voglio dirti Dean, che puoi ancora contare su di me… In qualsiasi momento… Sempre.”
Sollevi lo sguardo perché non ti aspettavi che dalla sua bocca sarebbero uscite quelle parole.
“Castiel..” Vorresti dirgli molte cose, ma dalle tue labbra non esce assolutamente nulla, solo un cumulo di versi interrotti e sbiaditi. Sai che stai sbagliando, perché la prima reazione che ti viene in mente distruggerà per sempre l’anima del tuo amico ma non puoi farne a meno, le tue azioni sono pessime, sempre.
“Esci dalla mia tenda” Il tono è gelido, glielo dici con decisione. Mentre pulisci la pistola rilucidata milioni di volte, non vedi lo sguardo di lui ma lo avverti, forse sperava che stavolta sarebbe stato diverso, che questa sera saresti stato meno stronzo. Però non ce la fai. Non ci riesci. Non vuoi che lui speri in qualcosa, non vuoi concedergli quel grammo di felicità perché non vuoi concederla nemmeno a te.

Forse so, da qualche parte
Nel profondo della mia anima
Che l’amore non dura mai
E che dobbiamo trovare altri modi
Per farcela da soli
O per restare impassibili


Ancora una volta, dopo molto tempo. Senti il tuo cuore rompersi, e ti stupisci perché pensavi fosse fottuto da tempo. Castiel è ancora li, sai che ti guarda ma non vuoi affrontare il suo sguardo. Hai paura di ciò che puoi trovare, hai paura di vedere il danno che hai creato.
Ma la voce di lui esce fredda e pulita, mentre con decisione ti sfida.
“Dimmi di andarmene guardandomi in faccia. Penso di meritare almeno questo da te, dopo tutto…”
Ci pensi un momento, mentre continui a pulire la pistola, poi non lo fai, lo ignori. Ancora una volta, senza problemi.
Lui si alza in piedi velocemente, poi qualcosa ti colpisce con una forza tremenda. Sei a terra, la mano sulla guancia destra e il viso sbigottito di fronte all'angelo che geme per il dolore alla mano, anche se in modo composto e razionale. Lo fissi prima di alzarti e colpirlo a tua volta. Stavolta incassa, ancora, ed ancora. Lo colpisci una volta, due, tre. Gli dai un pugno sul viso, due sull'addome. E poi continui a colpirlo in faccia. Lui ride. E ti urta ancora di più così continui in un lapsus furioso, il tuo cervello si è bloccato, vuole ucciderlo, e sta per farlo, poi si ferma mentre lui sanguinante inizia a parlare.
“Se vuoi odiarmi, ti do un motivo per farlo…” Lo dice con un sorriso, pieno di sangue. Quindi ti fermi, poi ci ripensi e lo colpisci ancora, sei sopra di lui e lo guardi, stai per esplodere, hai sfogato le tue frustrazioni su di lui ed ancora non ti senti soddisfatto perché una nuova colpa si fa largo tra le altre: Lo hai picchiato.
“Perché?” Lo chiedi mentre lo pesti, ed hai voglia di ammazzarlo e di farla finita. Di rompere l’ultimo legame con la tua umanità, l’unica cosa che ti rende ancora un uomo. Vorresti spaccargli la testa così da perdere la tua del tutto. Perché se lui muore, il vecchio Dean non esiste più.
E i suoi tormenti, le sue paure andrebbero via con lui, trasformandoti in un involucro vuoto. “Perché?” Continui a chiedere in preda alla furia, gli attacchi si fanno più forti e lui inizia a sputare sangue, forse dimentichi che è umano.
Fermati.
Qualcosa nella tua mente di chiede pietà, ti supplica di non farlo, è lui. Il vecchio te. Che è ancora vivo, anche se si sente a malapena. E si dispera, e ti supplica di non farlo, mentre il viso di Castiel si fa sempre più livido, sempre più rosso. E le urla di dolore sempre più acute. E ti feriscono, Dio se ti feriscono. Come mille aghi nel cuore. Ma continui.
Fermati.
Tuo fratello è morto, Tuo padre è morto, Bobby è morto.. Tutto intorno a te è perduto. Non ti è rimasto nulla.
Non è vero.
La voce non vuole andare via. Ma ti fermi lo stesso a contemplare il tuo lavoro. L’angelo è dolente, a terra, e a fatica respira. Ti chiedi se sia il caso o meno di ucciderlo e la voglia è tanta, molta.
Lui ti guarda, i suoi occhi sono ancora più accesi, contornati dal rosso del suo sangue e tu li ammiri, in tutta la loro bellezza prima di Prepararti a sferrare l’ultimo pugno, probabilmente quello decisivo. Parti con una forza sovrumana e colpisci il pavimento fin quasi a spaccarti la mano.
“Fermati!” Urli. Castiel ti fissa, tu lo fissi e ti rendi conto di ciò che stavi per fare, in quel momento in cui avevi abbandonato il tuo corpo. Stavi per uccidere Castiel.
L’idea è così insopportabile che quasi ti manca il respiro. Perché lo stavi trattando in quel modo?
“Va tutto bene Dean…” E ancora una volta, come se ti leggesse dentro ti da la risposta. E tu sei sbigottito e ti fai schifo, sempre di più.

E ho sempre vissuto così
Vedendolo in modo confortevole,
tenendolo a distanza
E fino ad ora
Avrei giurato a me stesso di essere contento
In solitudine


“Volevo solo mostrarti quanto schifo hai dentro…” Lo dice guardandoti con preoccupazione, e si solleva a fatica pulendosi il volto, mezzo morto, con una fiacchezza che ti disarma, e ti chiedi perché volesse farlo, ti domandi come mai sia ancora qui e non esca dalla stanza urlando che sei pazzo. Ma poi pensi che lui non andrebbe mai via da te.
“Perché?” Chiedi con innocenza, perché davvero non comprendi il motivo di quell’azione. Attendi che lui pulisca per bene il sangue che gli contorna le labbra. E gli dai una mano, ti strappi un pezzo della maglia e lo passi delicatamente sul suo viso, ogni suo sussulto provoca in te una pugnalata al cuore, quel cuore che è così distrutto e rotto, che pensavi fosse morto. Ma evidentemente ancora è in grado di soffrire e provare dolore. Perché in questo momento ti sta uccidendo. Poi l’angelo ti risponde, sorride a malapena per quel poco che riesce a fare, l’occhio semi chiuso e la mano che si posa sulla tua per impedirle di continuare a muoversi.
“Per farti capire che io ti amo comunque”
Prende aria, solo ora ti accorgi che per la prima volta dopo anni, Castiel indossa il suo impermeabile.
Quanto sei stato cieco. Quanto sei stato stupido.

Perché niente finora era valso il rischio,
Ma tu, sei la sola eccezione


Combatti con te stesso per impedire alle lacrime di uscire, ce la fai, ma gli occhi si inumidiscono comunque, e lui lo vede, riesce a leggere qualcosa in essi perché si avvicina e ti bacia debolmente.
In un primo momento non capisci cosa stia accadendo. Ma dopo qualche secondo ti accorgi che la sensazione che provi è quasi del tutto nuova a te. Sei felice. Per un piccolo secondo, quando le labbra piene dell’angelo hanno toccato le tue, il tuo cervello si è spento, inebriandosi della luce di Castiel, che nonostante tutto è ancora parte di lui.
Te lo godi tutto quel bacio, lo avvicini sfiorandogli il viso che poco prima stavi pestando e ti inebri di tutta la sua dolcezza. Quando l'avevi immaginato era un bacio più rude, forse perchè ricordavi come aveva baciato Meg, eppure in quel momento il suo bacio conteneva tanta di quella dolcezza da farti male.
Quando scioglie il bacio riapri gli occhi a fatica, e il suo viso è ancora di fronte a te. E vorresti afferrarlo e portarlo ancora una volta a te, stringerlo e piangere fino a morire affogato dalle tue lacrime, perché sai che ti avvolgerebbe con le sue ali e con calma ti direbbe che va tutto bene. Vorresti farlo, ma l’unica cosa che esce dalla tua bocca è il suo nome, ed anche solo a pronunciarlo ti senti blasfemo, maledetto.
“Cas… ”
Lui sorride, sa cosa stai per dire, sa che il suo sarà un amore a senso unico, sa che soffrirà ancora fino alla fine, forse più di quanto abbia fatto in questi anni. E tu forse potresti concederglielo, almeno questa volta.
“Io non posso amare.”
Lo dici con tranquillità, forse sei tornato per un attimo privo di sentimenti, perché tutte le sensazioni che provavi pochi secondi prima sono sparite, assieme all’espressione dell’angelo, che si alza senza dire una parola e zoppicante si dirige verso l’uscita. Tu lo guardi, lo sguardo spento, in attesa che lui esca. Lui si volta e sorride, prima di dire un’ultima cosa.
“Tu credi di non poter amare Dean, ma non è vero.. in realtà sei la persona che sa amare più di chiunque in questo mondo.. Dio compreso … ”
Lui esce. E tu ti smonti, e torni cosciente.
Hai voglia di piangere, di urlare. Di sere come questa ne capitano ogni notte, ed ogni notte finisce sempre allo stesso modo. Sai che adesso lui andrà a bere, o a fumare, o a farsi una delle ragazze del campo se non tutte. E tu provi rabbia perché avresti potuto prenderlo e sbatterlo sul letto. Avresti potuto farlo tuo e dirgli che lo amavi, che non credevi nell’amore ma che credevi in lui, avresti potuto guardarlo e perderti nei suoi occhi e magari dimenticare che domani sareste morti, avresti voluto concederti una notte di passione, di lacrime e di amore.
La notte è calata, e l’alba è vicina. Ovviamente non avresti dormito, e sai che non l’avrebbe fatto nemmeno lui. Sareste stati vicini, lo avresti stretto in un abbraccio caldo perché tu hai l’indole del protettore e lui ha bisogno di una guida. E lo avresti guidato, Dio se avresti voluto guidarlo.
Ma come ogni sera lo lasci andar via, amaro di delusione e pieno di rimpianti. Sperando che magari, in un’altra vita lui sarà tuo, e tu sarai felice.



Note II: Sono assolutamente insoddisfatta di ciò, non mi piace quasi nulla in realtà però l'ho pubblicata comunque perchè del tutto schifo non mi fa :/
Non siate troppo cattivi ahaha Byeee alla prossima <3
  
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