.: Guilty :.
Chapter 02.
.: Crawly. Baby
Bookman :.
Knockin’ [die]
Knockin’ [life]
Il rumore
sordo e vuoto delle proprie ossa che si ruppero gli fece gelare il sangue nelle
vene. Ci mise qualche attimo a capire cosa fosse successo, perché non
aveva sentito dolore. Poi vide uno scarpone sopra la propria mano e
istintivamente volle alzarsi in piedi. Con uno strattone ritirò il
braccio e si allontanò di qualche passo.
Non capiva
cosa fosse successo. Poteva quasi sentire il cervello elaborare e analizzare i
fatti, ma non riusciva trovare
risposta. Sapeva solo che prima era in un castello, con Rabi, e adesso era da
qualche altra parte con qualcuno che gli aveva appena rotto la mano.
In
più c’era qualcosa che non gli tornava…
“Oh,
tranquillo.” L’altro sembrò intuire i suoi pensieri.
“Non ho intenzione di farti altro.”
Allen si
irrigidì ancora di più. E non perché dubitasse delle
parole dello sconosciuto – cosa che in effetti era vera – ma per
via della sua voce.
Che era
sottile. Impercettibile, quasi, ma che rimbombava nella testa come se stesse
urlando.
Lo
sconosciuto fece un passo avanti, sorridendo. Cercando di non richiamare
l’attenzione dell’Esorcista su qualcosa che non fossero i suoi
movimenti.
“Dico
sul serio.”
“A-ah.”
Allen annuì distrattamente, senza staccargli gli occhi di dosso. Aveva
centinaia di domande gli passavano per la testa in quel momento. Chi era? Che
voleva? Dove si trovavano?
Ma Dio, in quel momento voleva solo una
risposta.
“Dov’è
Rabi?”
“…”
l’altro arricciò le labbra, contrariato. “Dovresti rivedere
le tue priorità, sai? Dove si trova in questo momento quell’altro
Esorcista è l’ultimo dei tuoi problemi.”
C’era
qualcosa di sbagliato in quella persona…
“Dimmi
dov’è.” Il ragazzo strinse i pugni, ignorando lo
scricchiolio sinistro delle ossa rotte. Quel senso di inquietudine non voleva
sapere di andarsene.
“E’
un’altra la domanda che ti devi porre.”
C’era
qualcosa…
E poi
Allen capì cosa non quadrava. Semplicemente non riusciva a vederlo. Non
riusciva a vedere quella persona. Non ne vedeva i dettagli. Il viso, gli occhi,
la bocca…per lui era tutto bianco. Era come un sogno ad occhi aperti:
sapeva che era lì, che gli stava parlando e che poteva toccarlo. Ma non
ne vedeva i particolari.
In qualche
modo seppe che l’altro stava sorridendo.
“Non
sei molto sveglio, a quanto pare…”
“…che
cosa…sei…tu?”
“Bene.”
Un sordo suono di battito di mani si sentì per tutta la pianura.
“Hai trovato la domanda.” Clap
clap clap. “Ora ti serve solo una risposta.”
† †
†
Un lento e
basso picchiettare dietro di se lo distrasse per un attimo dai mille pensieri
che gli ovattavano il cervello, costringendolo a voltarsi.
Clap Clap Clap.
“…cosa…?”
Vuoto.
Bianco.
“…dove
diavolo..?”
Ragazzo, una frase,
su. Non è difficile.
Fece
un’altra risata nervosa, bloccandola a metà. Un attimo prima si
trovava davanti ad un portone di legno. Si, certo, antiestetico, ma niente di
eccessivamente orribile da fargli preferire quella specie di foglio bianco in
cui si trovava in quel momento.
“Ehi…”
Fece un passo avanti, su quella piattaforma di nulla.
“Allen…?”
Come siete noiosi voi
due...
Si
portò una mano alla testa, come ad accertarsi che fosse ancora
lì.
Ma se vuoi te
la stacco io, Esorcista. ♥
“Allen!”
Alzò la voce, ma niente risuonò attorno a lui. Lasciò
perdere la testa e si nascose il viso dietro la mancina, respirando a fondo.
Sembrava un incubo. Fece un altro sospiro, chiudendo gli occhi. Doveva pensare
a qualcosa.
Think think
think…
Si
sentì sciocco solo a pensarlo, ma un attimo dopo impugnò la
propria Innocente. C’era una sola cosa che gli veniva in mente in quel
momento.
Ehi, aspetta. Non fare
stronzate.
Colpì
forte sotto i propri piedi.
Bum.
Sta’ fermo! Se no lui…
Ancora una
volta. Bum. Di nuovo, di nuovo,
ancora, avrebbe potuto sbattere quel fottuto martello per
l’eternità.
Ti ho detto di
smetterla!
“Smettila dannatissimo Esorcista!”
“Cos-“
Le
ginocchia gli cedettero di colpo, tradendolo improvvisamente. Quasi non se ne
accorse, che una mano fredda e pallida l’aveva afferrato per i capelli e
glieli stava tirando, piegandogli la testa all’indietro.
“Ah!
Ah, cazzo smettila Da-…”
“…”
Smise di
agitarsi, consapevole dell’assurdità che stava per dire. Non ci
mise molto a liberarsi dalla presa, allontanandosi con un salto. Si
passò più volte le mani fra i capelli, nervosamente, come a voler
constatare di ci fossero tutti e che fossero ancora intatti. Intanto
fissò con astio e diffidenza il chiunque che aveva davanti, che intanto
si stava rigirando tra le mani la sua fascia nera, scrutandola distrattamente.
“Non
è carino confondere le persone. Potrei offendermi, sai?”
bofonchiò.
Il
chiunque era un ragazzo. In quanto ad età era probabilmente più
piccolo di Allen.
“Analisi
in corso?”
Dai corti
capelli neri, gli occhi del medesimo colore e dalla presenza molto, molto irritante.
Rabi stava
per aprire bocca e chiedere spiegazioni, quando l’altro gli fece segno di
tacere, portandosi un dito sulle labbra. Un sorriso appena accennato si
intravedeva dietro quel gesto.
“...”
l’Esorcista, suo malgrado, non parlò. Quel tizio non gli sembrava
eccessivamente pericoloso, e comunque, anche facendo il contrario, non sapeva
cosa dire. Dov’è Allen? Che succede? Dubitava di riceva una risposta.
Il moro
guardò verso l’alto, cercando qualcosa. “…sei molto
rumoroso, sai Sir? Ancora una botta e quello ci sentiva.”
“…sei
un Akuma?” il rosso cercò con una mano la propria arma, di cui non
sentiva più la consistenza fra le dita.
“Si
e no. Cerchi questa?” dopo un ultimo sguardo al cielo bianco,
l’Akuma tornò a scrutare l’Esorcista. E gli mostrò
gentilmente un martelletto nero e rosso.
“…tch.”
Il
ragazzino sorrise candidamente, incrociando le mani dietro la schiena e
piegandola in avanti, in tono cospiratore. “Allora, baby Bookman, ti va
di parlare un po’?”
“Non mi piace la tua
voce.”
† †
†
Bum.
Quel suono
gli risuonò fin nelle ossa. Bum. Un senso di vuoto, d’angoscia Bum Bum si fece strada in lui. Allen Walker
si portò una mano al petto, aspettandosi quasi di sentire il cuore
premere contro la carne per poter uscire. Poi sollevò lo sguardo verso
l’essere che gli stava parlando, sorpreso.
“Cos’è
stato?”
Ma
l’altro non lo ascoltava. Anche lui avete teso tutti i muscoli, in attesa
di qualcosa.
Bum.
L’essere
imprecò, e per Allen divenne tutto nero.
† †
†
“…oh.
Ecco vedi?” il moro si passò una mano sul viso, rassegnato.
“Ti ha sentito.”
“…ma
cosa…chi ha sentito cosa?” Rabi indietreggiò istintivamente,
guardandosi intorno con la coda dell’occhio.
“Il
tuo spettacolino di prima, hai presente? L’ha sentito.”
“Ma
chi!”
Il ragazzo
sorrise seccato ”Il mio No.”
“Non mi piace la tua
voce.”
Bum Bum.
.: End Chapter :.
Note dell’autrice:
Aw…
Crawly
significa “raccapricciante”. Allora, mi sa proprio che
alzerò il rating °_° Perché del primo pezzo, quello di
Allen...beh, ne avevo scritta un’altra versione, ma cami_war mi ha detto
che stavo torturando troppo Are-chan °_° quindi l’ho levata.
Cercherò di limitarmi…sono in vena di splatter (ma per me non
è splatter! E’ roba leggerissima, giuro!) Voi preferite con
splatter o senza splatter? (domanda inutile °_° metterò lo
splatter)
See ya ^w^