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Autore: JeckyCobain    29/05/2013    4 recensioni
A chi pensate se dico "Scherzi e capelli rossi"?
Questa è la storia di una ragazza, Fionna McAvoy, terzo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. è una ragazza seria e intelligente, non ha tempo da perdere in stupidaggini. Eppure qualcosa la cambierà. Qualcuno la cambierà. Un ragazzo, o forse due.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Jokes and red hair'
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Capitolo XVIII
First Time

 

Tutti ci stanno guardando con fare alquanto perplesso. Evidentemente non si aspettavano che io e Fred stessimo insieme. Avevamo deciso di non dirlo a nessuno, finché non avremo trovato un momento adatto, ma ormai è troppo tardi.

“Che diavolo state facendo?!” esclama Angelina, con un tono tra lo stupito e l'incazzato.

“C-che mi sono perso?” balbetta Harry, diventando tutto rosso.

Jeline si copre il viso con le mani, e il ragazzo dell'ultimo anno ci guarda con un espressione un po' stranita.

“Be' non mi sembra un reato avere una ragazza, oh no?” dice Fred, prendendomi per i fianchi e stringendomi a sé. Io divento leggermente rossa dall'imbarazzo, e abbasso lo sguardo, tenendomi stretta alla maglia del mio ragazzo, come per paura di cadere.

“Da quanto dura questa cosa?” domanda Harry

“Qualche giorno, forse” risponde Fred

“E perché non ce lo avevate ancora detto?”

“Per la barba di Merlino, Harry! Cercavamo solo un momento adatto in cui dirlo!”

“Sì hai perfettamente ragione, scusa” dice abbassando lo sguardo

“Veramente Ginny lo sapeva già però” biascico io sottovoce. Ma il nome di Ginny sembra risvegliare Harry: “Che cos'è che sapeva Ginny?” esclama, rizzandosi dritto in piedi.

“Che stavamo insieme, ovviamente” rispondo io “È stato un bel problema riuscire a farla stare zitta: voleva a tutti i costi sapere cosa c'era fra noi due e non potevo certo tenerglielo nascosto, non credi?”

“Hai perfettamente ragione tesoro” annuisce Fred “Mia sorella è un'inguaribile impicciona, ma se non altro sa mantenere i segreti” aggiunge poi sollevandomi un po' il mento.

“Me lo dai un altro bacetto?”

“Fred, non qui davanti a tutti!” dico diventando tutta rossa e spingendolo in la. Lui si mette a ridere divertito, e mi riprende tra le sue braccia.

“Ti sei dato da fare subito dopo che abbiamo rotto noi due, eh?” dice Angelina.

“Angelina, per favore, non fare la gelosa ora. Noi non stiamo più insieme da secoli!” esclama Fred, con tono quasi arrabbiato.

“Scommetto che lei è solo una delle tante, come lo sono stata io, non è vero?”

“Cosa?!” sbotta di colpo Fred “Come puoi insinuare una cosa del genere? Lei non è una delle tante, e nemmeno tu lo sei stata! Io ti ho amata Angelina, ma semplicemente le cose non funzionavano tra di noi, e quindi ho chiuso con te” Fred mi ha spostato con dolcezza distante da lui, per far spazio ad una lite furibonda con Angelina.

“Oh certo, senza ombra di dubbio! Scommetto che lo dici a tutte quante quelle che ti porti a letto, non è così? E scommetto che fra poco dirai le stesse cose anche a questa povera ragazza!”

“Angelina, io sto solamente dicendo la verità!”

“Sicuramente! Da quando uno dei gemelli Weasley dice la verità?”

“Da sempre!”

Dopo questa frase Angelina non sa più come rispondere, e dai suoi occhi sembrano affiorare delle lacrime. Per non mostrarlo se ne corre via, verso gli spogliatoi imprecando qualcosa contro Fred.

“Fionna...” mi dice lui, voltandosi. Io ho le mani che mi coprono la bocca, perché sono a dir poco stupefatta di ciò che è appena successo. Non riesco a credere che Fred abbia anche solo pensato di usarmi così.

Lui cerca di tornare da me, ma mi sfiora appena, perché io sono già corsa via, verso il castello.

Mi volto solo un secondo, e urlo a Fred: “Sei un'idiota!”, e in quel momento il ragazzo dell'ultimo anno gli appoggia una mano sulla spalla dicendogli: “Ottima mossa, amico”.

 

Quando arrivo al castello, non ci penso due minuti di più, e mi siedo davanti al caminetto.

Julia è appena arrivata e si siede accanto a me.

Vedendomi in lacrime mi chiede cosa è successo, e io gli racconto tutta la storia.

“Fionna, ma sul serio credi a ciò che ha detto Angelina?” mi chiede

“Eh?” mormoro io.

“Be', Fred è il tuo ragazzo dopotutto, dovresti fidarti di lui”

Io tiro su col naso, annuisco, e trovo che le parole di Julia in fondo siano veritiere. Forse avrei dovuto credere a Fred. E così abbraccio la mia amica, e progetto qualcosa per scusarmi con Fred.ù.

Così decido di nascondermi nel suo dormitorio.

Quando lui arriva lo sento parlare con George: “Diavolo George, ma cosa ho combinato? Sono un disastro con le ragazze!” dice tirando un lungo sospiro e sedendosi sul letto. Io sono dietro ad un armadio, così da poter osservare tutta la scena senza essere vista.

“Ma non hai fatto niente Fred! Che problema c'è nel dire la verità?”

“Nessuno, ma sono loro che non capiscono!” esclama Fred, quasi disperato. “E adesso Fionna non mi rivolgerà nemmeno più la parola, e tutto per colpa di Angelina” dice infilandosi le mani tra i capelli per la disperazione.

Il cuore mi batte a mille: davvero ho voltato le spalle a Fred in questo modo? E tutto solamente per le parole di Angelina. Non ci posso credere, mi vergogno di me stessa.

E così aspetto che George se ne vada, per poter uscire e parlare a Fred.

George se ne sta nel dormitorio ancora per pochi minuti, cercando di rassicurare il fratello, e convincendolo a chiarire la questione.

“Ora vado Fred, ho dei compiti di Pozioni da finire e sai, Hermione ha deciso di darmi una mano...” dice un po' impacciato diventando leggermente rosso in viso. “Mi raccomando, chiarisci con Fionna”

Il gemello, seduto sul divano, annuisce a quello sulla porta, che ormai è uscito. Sono pronta ad uscire per parlare con Fred, ma non faccio in tempo, perché lui si alza con in mano un asciugamano, e si dirige verso le docce. 'Oh no' penso 'questa non ci voleva' penso battendomi una mano sulla fronte. E così aspetto ancora. Sento il rumore dell'acqua scorrere, e i muri sono così sottili e così vicini che posso sentire Fred sospirare. È così eccitante!

Passano pochi minuti, e lui finalmente esce dalla doccia. Si siede sul letto, a coprirlo ha solo un asciugamano.

Io mi avvicino di soppiatto, e lo abbraccio da dietro.

“Scusa” sussurro, in lacrime. Lui è sorpreso, e si gira verso di me, l'asciugamano che si sta sfilando leggermente.

“Non devi scusarti piccola” dice lui asciugandomi le lacrime con piccoli baci.

“Dovevo fidarmi di te, ma non l'ho fatto. Mi dispiace, Fred”

“Sssh, tranquilla, non dire più niente” dice baciandomi ripetutamente. Il suo asciugamano è al limite di ciò che si può coprire, così glielo faccio notare.

“Fred, tesoro” dico imbarazzatissima “Sistemati l'asciugamano”

“Ma che ti frega amore?” mi sussurra lui all'orecchio, mordicchiandolo teneramente. Mi ha fatta sedere in braccio a sé, e le mie mani sono appoggiate sul suo petto nudo, ancora leggermente bagnato. Il cuore mi batte a mille mentre sento le sue labbra sul mio viso, e le mani che mi percorrono la schiena. Io lo abbraccio forte e lo spingo sempre più in la sul suo letto, fino a farlo distendere. L'asciugamano per fortuna non si è ancora tolto del tutto, altrimenti morirei d'imbarazzo.

Ad un tratto però qualcosa ci interrompe. Non so se definirla una cosa comica o meno, ma fatto sta che in quell'esatto momento George irrompe nella stanza.

“Ehi Fred, non è che mi presteresti il libro di...” la frase rimane in sospeso, perché George rimane imbambolato davanti alla scena che gli si presta di fronte. Io e Fred diventiamo rossi come non mai, e ci affrettiamo a trovare qualche scusa decente, anche se non funzione particolarmente bene.

“Fred, fratello mio! Ti avevo detto di far pace con Fionna ma non di affrettarti a fare certe cose!”

Noi balbettiamo qualcosa imbarazzati, poi Fred si alza di colpo, tenendosi stretto l'asciugamano, e andando a vestirsi. George biascica un qualcosa come “Scusate se vi ho interrotto comunque” e poi esce.

Fred, dopo essersi vestito, mi sussurra all'orecchio con voce melliflua e leggermente maliziosa: “Ti va se continuiamo più tardi?”

Io mi infiammo, però annuisco con decisione.

Mi sembra superfluo dire che non l'ho guardato per tutta la durata della cena, e non ho nemmeno toccato cibo, per la troppa agitazione. Come scusa usavo un “Sono solo un po' stanca”. Ma il vero motivo, ovviamente, è ciò che mi avrebbe fatto Fred dopo quel momento.

 

Quando tutti sono andati a letto, io e Fred rimaniamo soli nella sala comune dei Grifondoro.

“Fionna, volevo portarti in un posto speciale, questa sera”

Io lo guardo un po' perplessa: ma non voleva “concludere ciò che stavamo facendo prima”?

Alzo le spalle, e dico un “Ok”, senza troppi problemi. Ora sono decisamente più rilassata: ho capito che forse non vuole davvero arrivare a fare certe cose.

Così mi prende la mano, e ci addentriamo nei meandri del castello. È buio, e dobbiamo stare attenti a non farci beccare da un prefetto che compie il turno di sorveglianza, un professore o, peggio ancora, Gazza.

Ma ormai mi fido di Fred: è sicuramente più esperto di me nel girovagare di nascosto nel castello, anche se l'ultima volta che ci siamo persi mi ha fatto ricredere un po'.

Ad un tratto arriviamo davanti ad una porta che si materializza dal nulla: la parete vuota che c'era in precedenza, si è appena trasformata in una porta alta e grande, ricca di decori: la stanza delle necessità.

“Che diavolo vuoi fare nel covo dell'Esercito di Silente a quest'ora della notte?” esclamo io.

Lui per tutta risposta si posa un dito sulle labbra, intimandomi di fare silenzio. Io mi porto le mani alla bocca, perché mi sono accorta che stavo parlando a voce troppo alta di cose che nessuno dovrebbe sapere.

Facciamo appena in tempo ad entrare nel momento in cui sentiamo dei passi provenienti dal corridoio.

Mi guardo in torno, ma non è la stessa stanza dove ci alleniamo con l'ES.

Ora la stanza delle necessità è una grande stanza vuota, con solo un letto al centro.

Fred mi prende in braccio e mi fa distendere con dolcezza sul letto.

Ora ho davvero il cuore che batte a mille: che diavolo ha in mente? È praticamente a cavalcioni sopra di me, e il suo splendido sorriso a pochi centimetri dal mio viso.

“Visto che è stata una giornata faticosa per te, e hai lavorato sodo per diventare cacciatrice, e io sono sfinito per tutto il tifo che ho fatto, e tutto il resto dell'accaduto, che ne dici di...” si ferma per prendere fiato, e poi conclude la frase. “Di divertirci un po' solo noi due?” conclude mordendomi appena il labbro inferiore.

Io sono un po' spaventata da quella proposta, ma non riesco a resistergli. Poi lui ha già cominciato a sbaciucchiarmi ovunque, così ansimo: “Sì, perché no?”.

I suoi baci diventando sempre più folli e ricchi di passione, e le nostre labbra si cercano in continuazione. Mi bacia anche le guance, le orecchie, il collo, e con passione scende sempre di più in giù. Ci togliamo i vestiti a vicenda, e poi il resto viene da se.

E così, tra le coperte candide di quel letto immaginario, in una stanza che non esiste, ci fondiamo in un unico e appassionato desiderio incostante che abbiamo l'una nei confronti dell'altro.

---
Angolo autrice:
Okay, dopo secoli mi sono rifatta viva.
Scrivere questo capitolo è stato qualcosa tipo un parto podale, non so se mi spiego. Tra la scuola e tutto il resto direi che lo si può benissimo definire tale. Se poi ci mettiamo di mezzo il fatto che mentre scrivevo il mio gatto mi si metteva sulle gambe a miagolare e non smetteva finché non mi mettevo a coccolarlo allora sì, direi che la definizione che ho usato prima è più che adatta (dopotutto non posso scrivere e coccolare il gatto nello stesso momento, o no?)
Anyway... finalmente siamo arrivati al tanto fatidico momento. Giuro che mentre scrivevo stavo in ansia per Fionna. E il momento "Cloue" quasi mi vergognavo a scriverlo. Che, tra parentesi, non so se avete notato il banner, ma ho scelto una presta-volto a Fionna. Che l'avevo utilizzata anche nello scorso capitolo u.u
Ho scelto quella stragnocca di Cara Delevingne, solo per il colore dei capelli però. Perché Fionna non è così megagnocca. Cara è qualcosa di sovrannaturale, un'idea nel mondo sovrasensibile, se vogliamo metterla in termini Platonici è_é
Sì, parlo di Platone solo perché sono arci-mega-ultra felice (?) di aver preso un 8 in Filosofia in una specie di pseudo-interrogazione su Aristotele (e quindi cosa c'entra ora Platone non lo so manco io). Che poi lasciatemi gongolare, che è il primo otto che prendo in Filosofia che viene considerato come tale u_u
Comunque ho cominciato a leggere Percy Jackson e gli dei dell'olimpo: è una saga figa, devo ammetterlo.
Okay, ora la pianto, visto che questo spazio non frega a nessuno.
Ah, volevo dire che per la scena della doccia/dormitorio, ho preso come ispirazione la vecchia long della Jules, che trovate qui. Che, di nuovo tra parentesi, ha appena revisionato, quindi a maggior ragione vi invito a leggerla! :3
Bene, grazie a tutti quelli che hanno letto e che ancora mi sopportano nonostante partorisca un capitolo ogni morte del papa (?)
Un bacio a tutti!

Jecky 


P.s: Ho l'autografo dei gemelli! *scappa via*
Dal prossimo capitolo:

“Cos'è che avete fatto?!” esclama Ginny, euforica.
“Sssh, abbassa la voce, per Diana!” dico io, imbarazzata “Possibile che sei sempre così curiosa? Cavolo, non c'è modo di farti stare zitta a te, eh?”

   
 
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