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Autore: biersackwife    29/05/2013    10 recensioni
Era il segno di qualcosa che sarebbe cambiato, di una svolta,
una nuova vita senza bugie, maschere o messinscene. Louis era deciso.
“Facciamo il coming out, Harry.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We can both remove the masks.

 

 

 

 

Louis spostò lo sguardo su una chioma di ricci proprio davanti a lui. Era sdraiato sulla spiaggia accanto il loro amico Liam.
Il castano dagli occhi azzurri, più chiari del cielo e più puri dei cristalli, si sedette dietro di loro, in lontananza, le gambe portate al petto, circondate dalle lunghe braccia.
Le occhiaie solcavano il suo viso, facendolo sembrare uno zombie. Non dormiva da un giorno e aveva solo bevuto senza mangiare, quindi era davvero messo male.
Louis era lì a pensare, a pensare a cosa ne sarebbe stato di loro. Quante volte aveva desiderato di appoggiare di nuovo le labbra sulle sue, carnose e piene, quante volte aveva desiderato di averlo ancora una notte.
L’ultima volta che Louis e Harry avevano avuto una conversazione era stata proprio la notte prima mentre guardavano un film, ma avevano finito col litigare.
Questo pesava, pesava molto sul cuore del castano che non smetteva di ripensare a come l’aveva trattato, a come gli aveva urlato in faccia. Ricordò ancora il suo viso sconvolto, i suoi occhi verdi come smeraldi inumidirsi.
E senza accorgersene, Louis stava piangendo di nuovo. Harry era uscito dalla loro casa sbattendo la porta, portandosi dietro il profumo che aveva fatto parte di Louis per quella notte.
“Fanculo tutto.”, bofonchiò Louis, asciugandosi le lacrime.
Al diavolo la modest, al diavolo i manager, al diavolo tutto quanto. Era stanco di fingere, era stanco di portare avanti quella dannata farsa che ormai li tormentava da anni.
Si alzò, barcollante. Nel sangue aveva una dose non indifferente di alcool, aveva deciso di affogare i suoi dolori nell’alcool quella sera, facendosi vedere da alcune fan in quel locale per niente sano.
Ma non gli importava se le fan avevano avuto una brutta impressione di lui quella sera, ora il suo obiettivo era un altro: Harry Styles.
Iniziò ad avvicinarsi, i  pugni serrati, le lacrime che gli rigavano minacciose le guance. Prese un respiro e aspettò che Harry e Liam si girassero verso di lui.
“Oh mio Dio Lou!”, urlò il riccio, scocciato, alzandosi in piedi.
Liam lo seguì. “Ma come ti sei conciato?”, chiese preoccupato, guardando la sua faccia.
Louis li guardò, barcollava ancora, era stanco e addolorato. Si fermò, guardando fisso le labbra piene del riccio di fronte a lui.
“Non ce la faccio più”, disse gettandosi verso di lui e chiudendo gli occhi, immobilizzandogli il viso con le mani e stampandogli un lungo bacio.
Quando Harry riuscì a liberarsi lo guardò con già le lacrime. “Ma che diavolo fai, Lou?”, urlò con voce tremante.
Accanto a loro Liam sembrava non capirci più nulla. Non avevano raccontato a nessuno della loro relazione, nemmeno ai loro migliori amici.
“Non ce la faccio più Harry!”, urlò di nuovo, con più convinzione.
“Sei ubriaco.”, replicò il riccio, guardandolo abbastanza disgustato.
Liam aveva ancora gli occhi spalancati. “Portiamolo a casa.”, annunciò avvicinandosi velocemente al castano e raccogliendolo tra le sue braccia.
“Mettimi giù Liam! Non sono ubriaco!”, urlava mentre si dimenava tra le sue braccia.
“Se ci vede qualcuno siamo fritti!”, urlò Harry da dietro, mentre li seguiva correndo.
Si guardarono intorno, non c’era nessuno: nessuna fan, niente modest, nessuno a controllarli. Tirarono un sospiro di sollievo e corsero dentro la villa che avevano affittato per quell’estate.
Era una villa al di fuori da tutto, lontano dalla città, nessuno sapeva dove si trovavano, per questione di privacy.
Quando entrarono dentro misero giù il castano che subito crollò svenuto. Harry riuscì ad acchiapparlo in tempo, raccogliendolo tra le sue braccia e portandolo al piano di sotto, nella sua camera.
“Vado a dormire, pensaci tu a lui.”, disse Liam, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Harry annuì e si sedette sul letto accanto a Louis. “Buonanotte Liam.”, lo salutò con un sorriso.
Quando il biondo uscì dalla stanza loro erano di nuovo da soli. Harry era ancora molto dispiaciuto per la litigata della sera prima, non si erano parlati tutto il giorno.
“Sei uno stupido.”, mormorò Harry, accarezzandogli i capelli e scostandoglieli dalla fronte.
Lo guardò a lungo, le lacrime lo stavano già innervosendo. Loro non potevano stare insieme, erano un segreto, un segreto troppo grande da essere esposto.

“Speravo che fossi tu a prendermi.”, mormorò Louis ancora a occhi chiusi.
Harry smise immediatamente di accarezzarlo. “Sono ancora arrabbiato con te. E poi cos’era la scenata di stasera? Ti presenti mezzo ubriaco e mi baci davanti a Liam! Lou, nessuno sa di noi!”, sbottò.
“È proprio questo il problema, Haz. Nessuno sa di noi.”, Louis aprì gli occhi e lo guardò intensamente.
Harry si sentì mancare l’aria come se fosse la prima volta che i loro occhi si incontrassero. “Ma come, non eri tu quello che continuava a ripetere che siamo sbagliati, che non possiamo stare insieme, che nessuno saprà mai di noi?”, replicò con voce lagnosa.
Louis deglutì. “Ho cambiato idea.”, disse tremante.
Harry fece uno sbuffo. “Ma per favore, tra l’altro sei anche ubriaco. Dici sempre così, ma non cambia mai niente.”, disse alzandosi.
“Sono stanco di fingere di stare con Eleonor! Odio baciarla, odio il fatto che ci dividono in pubblico, odio tutto.”, si lamentò lui, mettendosi a sedere sul letto.
Harry rise isterico. “Ogni giorno la stessa storia. Facciamo sesso e il giorno dopo sei di nuovo come prima.”, disse incrociando le braccia al petto.
Louis zompò in piedi dal letto. Si avvicinò al riccio e fece per accarezzarlo, ma quest’ultimo si scostò, ferito e amareggiato.
“Facciamo il coming out, Harry.”, gli disse con un sorriso, cercando i suoi occhi.
Scosse la testa. “Non ti credo più Louis.”, replicò col cuore spezzato, uscendo dalla stanza senza voltarsi mai.
E in quel momento Louis sentì un vuoto perforargli il petto, un dolore attraversargli lo stomaco, distruggendogli il cuore. Aveva dato troppe speranze a quel riccio che, ingenuamente, gli aveva sempre creduto.
Louis si sentì uno schifo, un perdente, una persona orribile. Chi ha il coraggio di ferire la persona che ama di più al mondo? Louis Tomlinson, ovviamente.
Ma Louis Tomlinson aveva paura.
Paura del giudizio degli altri.
Paura della modest.
Paura delle persone.
Paura degli altri.
Paura di perdere chi amava.
Paura di essere giudicato.
Paura di essere schifato
.
Si faceva schifo da solo, però. Non poteva far del male a Harry, lui era la persona di cui era innamorato. Perché quando gli occhi azzurri incontrarono quelli verdi, fu amore a prima vista.
Si incontrarono in bagno, quel giorno alle audizioni. Harry spesso chiedeva a Louis che ne sarebbe stato di loro se non avessero fatto quelle audizioni: Louis aveva sempre risposto che si sarebbero trovati comunque.
Sospirò e si rimise a letto, ormai l’aveva fatto piangere, ormai avevano litigato di nuovo, ormai lo aveva perso per quella notte.
Ma Louis si fece una promessa e aveva intenzione di mantenerla. Valeva la pena di lottare per quell’amore che sembrava impossibile, allo scopo di renderlo possibile.
Si addormentò con la consapevolezza che sarebbero cambiate le cose, che si sarebbero esposti. Era sempre stato Louis quello ad aver paura del coming out, ma sarebbe cambiato.
L’avrebbe fatto per Harry, perché Harry era diventato la sua vita. Due anni di relazione non erano pochi, era il momento di uscire allo scoperto.


-


Harry si avvicinò al biondo che stava seduto sul divanetto, con la sua chitarra classica in mano. Avevano finito il loro primo tour da una settimana ormai e il riccio aveva bisogno di un consiglio ora che poteva permetterselo.
“Niall, posso chiederti un consiglio?”, chiese Harry, sedendosi di fronte a lui.
Il biondo annuì e posò con delicatezza la sua chitarra a terra. “Dimmi tutto, riccio.”, replicò con un sorriso.
Harry deglutì nervoso. “C’è un mio amico, è innamorato del suo migliore amico. Loro si sono già baciati e hanno deciso di mettersi insieme, ma non lo hanno ancora detto a nessuno. Il mio amico vuole dirlo agli altri che è gay e che stanno insieme, ma il suo ragazzo non vuole perché ha paura del giudizio degli altri..”
Niall sorrise divertito, ormai aveva capito a cosa stava alludendo il più piccolo. “E tu non sai cosa consigliargli, scommetto.”
Harry scosse la testa. “Secondo me dovrebbero togliersi questo peso di dosso. Lui dice sempre che lo diranno che stanno insieme, ma alla fine non lo fa mai. Il mio amico lo lascia fare perché lo ama, ma è stanco di fingere.”
Il più grande si mise nel divanetto accanto al riccio, scompigliandogli i capelli con dolcezza e facendogli un sorriso tenero. “Non dovreste fingere, Harry. Dovreste dirlo senza vergognarvi, io credo che siete bellissimi.”, disse sincero.
Il piccolo ridacchiò. “Sono così prevedibile?”, chiese.
Niall annuì. “La scusa dell’amico l’abbiamo usata tutti. E comunque Louis ha paura degli altri solo perché non ha mai avuto un’esperienza con un ragazzo prima di te e la cosa è del tutto nuova per lui. Dovreste smettere di farvi i dispetti, lui deve smettere di fare il cascamorto con Eleonor per farti ingelosire e tu devi smettere di andare in quei stupidi locali gay!”, replicò lui.
Il riccio si sentì preso in causa e strofinò le mani, nervoso. “Hai ragione, Niall. Pensi che ne devo parlare con lui?”
Lui annuì prontamente. “Certo che sì! È importante dirsi tutto in una relazione, lo sai meglio di me. E ora vai da lui, ti aspetta!”
Harry sorrise, scoprendo le fossette profonde. “Grazie Niall! Mi sei stato d’aiuto!”, lo ringraziò abbracciandolo e facendosi stringere.
“Per qualsiasi cosa, chiedi.”, si raccomandò prima di dargli un bacio sulla guancia e lasciarlo andare rassicurato.

-


Louis si svegliò e si alzò di malavoglia dal letto verso le undici del mattino. Sbadigliò e camminò ancora un po’ barcollante verso il piano di sotto. Gli faceva male la testa, ma cercò di non pensarci.
Quando arrivò nel salone vide con sua grande sorpresa che gli altri quattro componenti erano tutti lì, seduti sul divano, a ridere e scherzare.
Non succedeva spesso durante l’estate che stessero insieme, ognuno aveva sempre impegni diversi ed era raro incontrarsi tutti insieme nello stesso momento.
“Potevate svegliarmi”, disse Louis con voce roca, stropicciandosi un occhio.
Vide il sorriso di Harry spegnersi immediatamente e una voragine gli perforò il petto. Una volta era la ragione dei quei sorrisi, ora era diventato la ragione delle sue sofferenze.
“Vieni qui, Lou, siediti su di me!”, lo invitò Zayn, sorridente, battendo sulle sue gambe per fargli cenno di sedersi su di lui.
Louis annuì e andò verso di lui, sedendosi sulle sue gambe dato che non c’erano altri posti disponibili.
“Perché ridevate?”, chiese con un piccolo sorriso, scoccando numerose occhiate a Harry che sembrava impegnato a guardare altro.
“Oh, niente, una delle solite battute squallide di Niall.”, replicò prontamente Liam, ridendo.
Niall fece il finto offeso. “Non faccio battute squallide!”, si lamentò in modo giocoso.
“Ma per favore”, rise Zayn, “Comunque, qualcuno stanotte si è ubriacato! Che è successo?”, chiese guardando il ragazzo seduto sulle sue gambe.
Louis fece spallucce. “Avevo bisogno di distrarmi.”, rispose solamente, rimanendo vago.
“Ultimamente ti vedo strano.”, affermò allora Liam, guardandolo.
Louis guardò Harry e finalmente incontrò i suoi occhi. Erano spenti, privi di emozioni, vuoti. Non erano i soliti occhi scintillanti e brillanti, non era più il solito Harry, semplicemente.
“Sarà l’estate.”, replicò Louis ridendo.
Niall sorrise. “Sì, ma l’estate di solito non porta allegria?”, chiese spavaldo, tornando a giocare col game-boy.
Harry si alzò in piedi e serrò i pugni proprio in quel momento, cercando con difficoltà di cacciare indietro le lacrime che, dispettose, gli annegavano gli occhi.
“Io e Louis siamo innamorati, ecco perché è strano, semplicemente perché è un coglione!”, urlò guardando il suo ragazzo, “Sono stanco!”, finì con la voce che gli tremava per le lacrime.
Poi Harry scappò dal salone, correndo al piano di sopra per potersi rifugiare nella sua stanza. Louis si alzò dalle gambe di Zayn.
“Te l’ho detto io, mi devi cinquanta sterline.”, fece Liam sottovoce, dando una gomitata al moro accanto a lui.
“Ci avevate scommesso?”, chiese Louis, piegando la testa da un lato.
Zayn si accese una sigaretta. “Hey amico, pensi che siamo stupidi?”, replicò ridacchiando.
“E allora perché hai perso la scommessa?”, chiese il castano.
“Io pensavo che saresti stato tu il primo a confessare, ma invece è stato Harry. Dannato Payne.”, rispose l’altro, estraendo il portafoglio dalla tasca.
“Io ho sempre saputo che vi amavate.”, disse Niall, più impegnato a giocare al suo videogioco.
Louis sospirò.
“Hey, che aspetti? Vai da lui!”, lo incoraggiò Liam con un sorriso.
Louis non se lo fece ripetere due volte: corse al piano di sopra, raggiungendo il suo amato nella sua camera da letto. Bussò due volte, poi entrò e lo vide sdraiato sul suo letto a piangere con la faccia nel cuscino.
“Esci, non voglio che mi vedi in questo stato.”, urlò Harry, affondando ancora di più la faccia nel cuscino.
Louis sorrise dolcemente e si avvicinò al lettone, sedendosi accanto a lui e iniziando ad accarezzargli quei ricci così morbidi.
“Quando ieri ti dicevo che avremmo fatto il coming out, dicevo sul serio, Harry.”, disse con voce dolce.
Harry alzò lo sguardo verso di lui e si asciugò le lacrime, sembrava un bambino. “Dimostramelo! Prendimi per mano e dillo davanti ai microfoni che sei mio!”, replicò allora lui, urlando.
“Tra un’ora avremo un’intervista, vero? Lo dirò lì, Harry, te lo giuro.”, disse con un sorriso, guardandolo sincero.
Harry non l’aveva mai visto così deciso e non aveva mai visto tutta quella tranquillità e sincerità solcargli gli occhi mentre pronunciava quelle parole. Lui gli credeva, ma si ostinava a fare l’orgoglioso.
“Voglio proprio vedere.”, sibilò guardandolo negli occhi.
“Sono due giorni che non mi baci.”, disse allora Louis.
Il più piccolo incrociò le braccia al petto. “Te lo meriti.”, disse con finta cattiveria.
Louis si avvicinò lentamente al riccio, socchiudendo gli occhi e schiudendo la bocca. Non vedendo nessuna sua esitazione, premette le sue labbra sottili sulle sue, baciandolo dopo due giorni come se non lo facesse da secoli.
“Basta”, Harry si staccò a malavoglia, “Prima voglio vedere quello che dirai davanti alle telecamere.”, disse deciso.
Louis sorrise. “Come desideri.”


-


“Harry e Louis separati, lì si siede Harry e qui si siede Louis, ai lati di Liam e Zayn. Niall in mezzo.”, spiegò attentamente un componente della modest.
Non sbuffarono, anzi, si sedettero sorridenti ognuno ai propri posti. Nessuno sapeva dei due ragazzi, eppure continuavano ad allontanarli. Zayn aveva ragione: erano troppo evidenti.
L’intervista ebbe inizio e gli intervistatori fecero le loro domande su com’era stato il tour, sulle esperienze che avevano provato e com’era stato.
“Louis e Harry sembravano molto uniti durante il tour.”, affermò uno degli intervistatori, guardando i due ragazzi.
Louis si fece coraggio e si alzò in piedi. Era la prima volta, il cuore gli martellava nel petto e il respiro sembrava diventare più affannato. Guardò verso Harry che lo stava fissando, poi deglutì.
“C’è una cosa che devo dire”, disse tremante, scoccando innumerevoli occhiate al riccio.
“Che diavolo fai?”, bisbigliò una della modest, arrabbiata.
“Io e Harry eravamo molto uniti durante il tour perché.. Stiamo insieme.”, affermò lui con decisione.
E fu lì che un peso gli sembrò essersi tolto, che prese un respiro e che si sentì finalmente in pace con se stesso.
Il riccio si alzò in piedi e lo raggiunse, intrecciando le dita con quelle del proprio ragazzo, abbracciandolo e stringendolo forte.
“Questa la tagliamo!”, urlò una della modest, mettendosi in mezzo alle telecamere che si spensero subito. “Tu e Harry non state insieme, disgraziati! Avete rovinato l’intervista!”,  continuava ad urlare.
I due ragazzi l’ignorarono e si diedero un leggero bacio a stampo. “Ce l’hai fatta.”, mormorò Harry sorridendo.
Louis annuì, circondandolo con le braccia. “Te l’avevo detto che l’avrei fatto.”, affermò dopo, alzandosi sulle punte per raggiungere la sua faccia.
Harry ridacchiò. “Sei tu il più grande, eppure devi alzarti sulle punte per arrivare a me.”
Louis lo zittì poggiandogli le labbra sulla bocca. “Non lo trovi romantico?”, sorrise.
“Vi rovino la carriera!”, continuava ad urlare quella, furiosa, allontanandosi dallo studio.
“Congratulazioni, era ora che vi faceste avanti!”, disse Liam, abbracciandoli.
Gli altri tre li circondarono in un abbraccio di gruppo. Nessuno di loro aveva mai pensato che fosse stato così facile liberarsi di quel peso.
E non importavano le conseguenze, non importava il contratto rovinato con quei manager che li avevano saputi portare solo all’autodistruzione. Loro si amavano ed erano pronti a gridarlo al mondo.
Erano una della band più famosa del mondo, chiunque li avrebbe presi per un contratto. E loro erano liberi, liberi di volare.
Quei tatuaggi avrebbero sempre fatto parte di loro, per ricordare quante ne avevano passate prima di tornare ad essere uccelli liberi.
Louis lo prese per mano e lo strinse a sé. “Rimarrai sempre il mio piccolino.”, sussurrò.
Harry gli baciò la tempia. “Sempre.”




Nobody sees, nobody knows,
we are a secret, can't be exposed.



Sarà venuta sicuramente una mezza schifezza,perdonatemi,lol.
Perfavore, lasciate una recensione di più di dieci parole per farmi sapere che ne pensate c:
@xgimmestyles 

 

  
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