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Autore: mitchie Justice    29/05/2013    14 recensioni
( Storia sospesa!)
Emilyn Tomlinson. Gemella di Louis.
All'ultimo anno di liceo.
Non proprio la più popolare.
Vittima di una scommessa.
Scritta a quattro mani con fedee_missmalik c:
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*per il banner rimedieremo nel prossimo capitolo*

Capitolo 1. Prologo.

Scesi le scale saltando i gradini a due a due, rischiando di rotolare al piano di sotto, e di saltare il primo giorno di scuola. Certo, non che me ne importasse più di tanto, ma… Il flusso dei miei pensieri venne interrotto dal borbottio di mio padre, ubriaco come al solito.
Ubriaco alle sette del mattino, evviva.
Sbuffai, posando la borsa sull’ultimo gradino. “Louis!”, urlai, svegliando probabilmente mezza Londra. Sbuffai di nuovo, non ottenendo risposta, e prendendo al volo mio padre prima che stramazzasse al suolo, ricoperto dal suo vomito. “Louis William Tomlinson, vieni a darmi una mano o no?”, urlai a mio fratello, vedendolo scendere le scale il più lentamente possibile.
Che cazzo è successo?”, mi chiese accorgendosi finalmente di nostro padre.
Gli lanciai un’occhiata omicida. Adoravo il mio gemello, sul serio, ma a volte, quando se ne usciva con le sue domande da idiota, avrei potuto sbattergli la testa contro il muro da quanto mi dava sui nervi. “Mi sembra ovvio, no?”, borbottai mentre mi aiutava a far sdraiare nostro padre sul divano.
Casa nuova, vita nuova, ma lui continua a bere… iniziamo bene l’anno, carotina?”. Risi, dandogli una spinta. Odiavo profondamente quando mi chiamava in quel modo, davvero. “Oh, andiamo Emilyn!”, mi disse dopo un attimo notando com’ero vestita, mentre uscivamo di casa.
Che c’è?”, gli chiesi inarcando un sopracciglio.
Avevo un normalissimo paio di jeans e una felpa blu col cappuccio. Stavo comoda, dove stava il problema? E poi, cosa gliene fregava a lui? La vita era la mia, no? Per quanto mi riguardava potevo anche andare in giro nuda… okay, magari anche no.
Sembri un maschio”, mi fece notare sorridendo sotto i baffi.
Gli diedi un pugno su una spalla, odiavo quando mi prendeva in giro per come mi vestivo. Per come mi coprivo, a dire il vero. Odiavo anche il mio corpo, oltre ai commenti cretini di mio fratello.
Odiavo il mio corpo.
Soprattutto dopo la morte di nostra madre. Lei era l’unica persona che riusciva a dirmi che fossi bellissima senza farmi vomitare. In modo che ci credessi, insomma. E quando lei era morta, prima dell’estate e ci eravamo dovuti trasferire a Londra…
Era come se io fossi caduta nel baratro. Louis continuava a sorridere come se non gli importasse, era sempre stato bravo in questo. Ma io non riuscivo a fingere, non riuscivo a mentire. Perché nonostante i miei diciotto anni, avevo bisogno di mia madre.
O almeno di un padre che non si ubriacasse per dimenticare, magari.
Chiedevo troppo, mi sa.
Non mi accorsi nemmeno che Louis parcheggiava davanti a scuola. Ero persa nei miei pensieri, come al solito. Non volevo nemmeno iscrivermi, a pensarci bene, ma mio padre aveva insistito. In uno dei suoi rari momenti di lucidità.
Volevo solo finire il liceo e iscrivermi in qualche università decente. Bastava che potessi cantare, dipingere o recitare. Possibilmente tutte e tre le cose, ma mi sarei accontentata anche solo di una delle tre, in mancava d’altro.
Scesi dall’auto, al gesto di mio fratello. Si mise gli occhiali da sole e si sistemò i capelli, facendomi quasi scoppiare a ridere. A volte mi chiedevo come potessimo essere fratelli. Gemelli addirittura. Lui era bello, bello davvero. Castano e quei meravigliosi occhi azzurri, in cui chiunque sarebbe potuto affogare. Era magro, appena muscoloso.
Un bellissimo ragazzo. Ma era mio fratello, forse ero di parte.
Io invece… beh, ero una ragazza normale. Castana scura e con dei normalissimi occhi castani. No, non cioccolato o nocciola. Il marrone più insignificante del pianeta. E oltre agli occhi anche il mio fisico era insignificante… adoravo chiudermi in me stessa, nella mia stanza. E cantare, o dipingere.
Migliori amiche? Oddio, non sia mai che qualcuno si avvicini a una come me!
Ma il flusso vorticante dei miei pensieri venne interrotto da una spallata, forte, che quasi mi fece cadere a terra. Ma per fortuna mio fratello mi prese al volo, imprecando. “Attenta dove vai, sfigata”, mi disse la ragazza che era praticamente venuta addosso.
Aggrottai la fronte, fermando Louis, che aveva l’aria di uno che l’avrebbe presa volentieri a schiaffi. “Lascia perdere, Lou”, mormorai stringendogli una mano scuotendo la testa, per poi guardare la Barbie che mi era venuta addosso ridere con le sue amiche.
Altre tre oche, stupide almeno quanto lei.
Sbuffai, entrando a scuola. Sapevo che sarebbe stato l’inferno, ma speravo almeno di riuscire a iniziare senza venire messa al tappeto da una Barbie. “Ci vediamo in mensa, carotina?”, mi chiese Louis sulla soglia dell’aula di chimica. Io avevo letteratura inglese tutta la mattina, così annuii, lasciandogli un bacio su una guancia e regalandogli un sorriso.
Passai la mattinata a cercare di ascoltare, ma le due ragazze dietro di me che mi ridevano praticamente nelle orecchie non aiutavano. Chiusi gli occhi, borbottavano senza sosta dall’inizio della lezione, ma al ragazzo accanto a me non sembravano dare fastidio.
Continuava a prendere appunti come niente fosse.
Ignorale”, mi sussurrò lanciandomi un sorriso, che senza volerlo ricambiai. Insomma, sarò anche stata una sfigata agli occhi di tutti, ma potevo guardarlo, no? E guardandolo con la coda dell’occhio mi accorsi di quanto fosse… bello. Sul serio. “Ah, io sono Zayn, comunque”, aggiunse dopo un attimo porgendomi una mano, sotto al banco.
La strinsi con un mezzo sorriso. “Emilyn, piacere”.
Perrie, piantala di ridere come un’oca”, disse poi voltandosi. E voltandomi anch’io vidi la stessa ragazza che mi aveva presa a spallate quella mattina, prima di entrare.
Malik, ora te la fai con le sfigate?”, gli chiese lei, squadrandomi con un sorriso… un sorriso da stronza. Non saprei come altro classificarlo. “Eri meglio quando stavamo insieme”, la sentii sospirare mentre tornavo a guardare il mio libro, cercando di ascoltare.
Ma non riuscii a trattenermi. “Almeno io non vado in giro vestita come una spogliarellista”, borbottai, facendo ridere Zayn. Ma non feci in tempo a pensare altro che sentii qualcosa di freddo colare lungo la schiena, all’interno della felpa.
Sgranai gli occhi, mentre tutta la classe scoppiava a ridere. Sì, tutti, anche il mio compagno di banco. Trattenni le lacrime, alzandomi. “Signorina, vada a darsi una sistemata”, mi concesse la professoressa. “E lei, Edwards… dal preside, immediatamente!”, aggiunse mentre uscivo in corridoio e mi dirigevo al bagno più vicino, entrando a scoppiando in lacrime, non riuscendo più a trattenermi.
E fortuna che dovevamo iniziare bene l’ultimo anno.



Ehilà belle donne c:
La storia era già stata pubblicata, ma la mia cara collega l'ha voluta cancellare :c
Si chiamava "Behind the storm", abbiamo cambiato titolo...
E, come ho scritto in alto, per il banner rimedieremo...
Cooomunque, fateci sapere che ne pensate, mi raccomando c:
Alla prossima bellezze, xx.

mitchie Justice e fedee_missmalik

  
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