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Autore: Dado chan    29/05/2013    7 recensioni
Il clan Uzumaki e il clan Hyuga, sono rivali da tempi immemorabili. Riuscirà il sacrificio di due giovani sconosciuti a stabilire la pace?
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I due uomini avanzarono nell'enorme e fastosa anticamere uno di fianco all'altro, senza osare guardarsi o rivolgersi la parola. Per entrambi, anche se per ragioni del tutto diverse, erano passati molti anni dall’ ultima volta che erano stati convocati personalmente al palazzo imperiale.
-Signori, vi prego di accomodarvi qui. Sua grazia vi riceverà tra qualche istante. – un servitore era uscito da una massiccia porta di mogano e vi si era piazzato davanti, come a sottolineare che senza un preciso ordine, sarebbero anche potute passare delle ore prima che scoprissero il motivo della loro presenza in quel luogo .
Continuando ad ignorarsi, i due presero posto sui lati opposti di una panca che il servitore aveva loro indicato.
Minato Namikaze, si sedette sul lato destro cercando di trovare una posizione comoda su quel duro pezzo di legno finemente intagliato. I suoi curiosi occhi azzurri corsero subito a osservare le numerose guardie che si trovavano nella stanza, immobili come statue nelle loro divise rosse. Hiashi Hyuga sembrava invece a suo agio, con la schiena perfettamente dritta e le mani strette sulle gambe. Gli occhi bianchi dell’uomo erano freddi e immobili, come se fosse da sempre abituato a quelle rigide formalità.
Dopo qualche minuto la porta di mogano fu di nuovo aperta e si sentì un sussurro provenire dall’altra stanza.
-Signori, entrate pure. – Il servitore fece un inchino e spalancò la porta lasciando che gli ospiti entrassero. Se era possibile, la stanza era ancora più sfarzosa dell’altra. Un’intera parete era formata da finestre, semi coperte da pesanti tende di broccato ricamato in oro. Sulla parete opposta vi era una alta libreria su cui scaffali vi erano libri dall’aspetto molto antico. Al centro della sala c’era un robusto tavolo di legno della stessa fattura della porta. Ma la cosa più sorprendente dell’intera stanza era la parete centrale. Era interamente ricoperta da un affresco che rievocava una battaglia. I due uomini sapevano benissimo quale sanguinosa vicenda vi era rappresentata. I loro sguardi infatti, furono catturati dalla scena centrale: un guerriero dai capelli rossi, con il volto stravolto dalla rabbia, stava conficcando la lama della sua spada nel torace di un soldato dalla nera armatura. Dietro quest’ultimo, riverso in una pozza di sangue, c’era un uomo agonizzante, dai cui occhi bianchi la vita stava scivolando via. Lo Hyuga distolse lo sguardo dalla scena, facendo una smorfia di disgusto.
In quel momento un’altra porta, adiacente alla parete affrescata, venne spalancata, e fece ingresso Mito Uzumaki, imperatrice delle cinque terre. I due uomini fecero un profondo inchino, mostrando il loro rispetto nei confronti della dama appena entrata.
-Alzatevi vi prego. E prendete posto … abbiamo molte cose di cui discutere. –
I due aspettarono che la donna si accomodasse a capo del tavolo, e di sedettero ai lati opposti uno di fronte all’altro. In quel momento capirono che il confronto sarebbe stato inevitabile.
-Portate del the!- ordinò l’imperatrice e un servitore si eclissò dalla stanza dopo aver fatto una profonda riverenza.
Mito Uzumaki, era una donna minuta, dai tratti delicati. I suoi occhi scuri erano ancora vivaci, nonostante si accingesse a vivere la sua sessantacinquesima primavera. I capelli, che un tempo erano stati di un rosso brillante, come quasi tutti i membri del clan Uzumaki, erano diventati opachi e non pochi fili color argento, attraversavano la particolare pettinatura in cui erano acconciati. Era abbigliata in modo semplice, con una lunga veste di seta color ruggine, impreziosita ai bordi da ricami argento. Non portava né gioielli sfarzosi né la corona, come ci si sarebbe spettato da una persona del suo rango. L’unico simbolo che identificava in lei l’espressione del potere di tutte le terre conosciute, era un massiccio anello d’oro che portava all’anulare destro, con sopra inciso il marchio imperiale: un vortice dai contorni neri.
-Vi starete chiedendo il motivo della vostra presenza qui, e oso solo immaginare la sorpresa di entrambi nello scoprirvi insieme. – L’imperatrice aveva tradotto in parole gli stati d’animo dei due uomini, che solo in quel momento riuscirono a guardarsi negli occhi.
Dopo un lungo sospiro, la donna si coprì il volto con entrambe le mani e quando le posò intrecciandole sul tavolo, sembrava che fosse di colpo invecchiata di dieci anni.
-La verità, signori è che sono stanca! Stanca … di tutto questo dolore. Stanca di ricevere alla mia corte vedove inconsolabili e figli che chiedono giustizia per i loro genitori strappati prematuramente alla vita. Credo siate a conoscenza della sorte capitata a Shikaku Nara. – all’imperatrice avevano cominciato a brillare gli occhi nel nominare il suo fedele consigliere.
-Si mia Signora. Sono rimasto affranto anche io nell’apprendere la notizia. – Osò rispondere Minato.
-Lo stesso vale per me, vostra grazia. – intervenne Hiashi.
-Era un uomo così saggio. Aveva sempre il giusto consiglio da dare. Sapete che era diventato nonno da appena un mese? – continuò la donna rivolta ai due.
Minato lo sapeva benissimo. Il figlio del defunto Nara, Shikamaru era uno dei migliori amici di suo figlio Naruto.
Senza aspettare risposta, l’imperatrice continuò. –Tra poche ore Shikamaru e sua madre verranno qui in udienza da me. Che cosa dirò loro? Con quali parole potrò spiegare che il loro padre e marito si è trovato immischiato suo malgrado nell’ennesima disputa senza senso tra gli Uzumaki e gli Hyuga? Che è stato trafitto da un pugnale mentre cercava di proteggere un fanciullo, che come lui si è trovato nel posto e momento sbagliato? – Il tono della sua voce si era alzato e le sue mani presero a tremare.
Il servitore che poco prima era uscito, rientrò nella stanza spingendo un carrello su cui vi era tutto l’occorrente per servire il the. L’imperatrice bevve un lungo sorso di liquido ambrato e quando ricominciò a parlare la suo tono di voce aveva riacquisito un tono normale.
- Ho sempre pensato che voi due, in quanto capi famiglia, sareste stati in grado di fermare questi inutili spargimenti di sangue, ma sembra che io debba ravvedermi! -
-Mia signora, ho già preso provvedimenti affinché i colpevoli di questa situazione abbiano la giusta punizione … - cominciò Hiashi ma la donna lo interruppe subito.
-Non basta! A quanto pare imprigionare i colpevoli non funziona da monito verso gli altri! Mi dispiace, ma data la gravità della situazione sarò costretta ad intervenire io stessa! – L’imperatrice si alzò dalla sedia in un fruscio di gonne e si mise davanti alla finestra.
-Io devo garantire bene e prosperità al mio popolo! E’ inaccettabile che proprio qui nel Paese del Fuoco, sede dell’impero, regni questo clima di paura! Per questo motivo ho preso una decisione che coinvolgerà anche voi! -
La donna tornò al tavolo e dopo avervi appoggiato le braccia, si spinse avanti e guardando Minato e Hiashi negli occhi comunicò loro la ragione per la quale li aveva convocati.
-Io dispongo che tra un mese, a partire da oggi, l’erede del clan Uzumaki e l’erede del clan Hyuga, si uniscano in matrimonio e che alla cerimonia partecipino TUTTI i membri dei due clan. – Ignorando la faccia stupita dei due uomini Mito Uzumaki continuò –Stabilisco inoltre, che il primo figlio, frutto di questa unione, quando sarà opportunamente maturo, diventi imperatore delle cinque terre.- La donna si rimise a sedere, aspettando l’inevitabile reazione dei due uomini.
-Ma mia signora … voi stessa mi avete dato il permesso di concedere la mano di mia figlia Hanabi all’erede degli Inuzuka! Non posso annullare il contratto matrimoniale, sarebbe un affronto troppo grande per la famiglia! – fu la pronta risposta dello Hyuga.
-Dimenticate forse di avere un’altra figlia, Hiashi? Per l’amor del cielo! Da quanto tempo non vedete Hinata? -
- Hinata sta per diventare una sacerdotessa del tempio! Non le è più permesso di tornare a casa! – si giustificò.
-Non se sono io ad ordinarlo! Lo so che la mia decisione sconvolgerà le vite di quei ragazzi, ma tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici per il bene dell’intero popolo! Qualche altra obiezione Hiashi? –
-No, mia signora- l’uomo stava fremendo di rabbia, ma tutto quello che poté fare fu abbassare lo sguardo.
- E voi Minato? non avete niente da dire? – si rivolse la donna all’altro suo ospite.
-Non ho allevato mio figlio imponendogli delle scelte. Ma in questo caso non credo che quello che ritengo sia il meglio per lui possa contare. Immagino che mia moglie sial al corrente delle vostre disposizioni.- lo sguardo del biondo era determinato, e già era a conoscenza della risposta della donna.
-Ovviamente! Sapete quanto sono affezionata a mia nipote Kushina. Anche per lei, il mio provvedimento è giunto inaspettato, e non ne è entusiasta. Ma alla fine ha convenuto con me che è la cosa migliore da fare! E poi Naruto ha 24 anni, è giunto il momento che prenda moglie.–
Il viso della donna si rilassò. Il suo compito ormai era finito.
- Mia Signora … e se Naruto la figlia di Hiashi, non dovessero accettare questo matrimonio?- La domanda di Minato non giunse imprevista all’imperatrice. Ma chi avrebbe mai osato non ubbidirle?
-Ti consiglio di parlare solo in vece di tuo figlio, Minato! Hinata farà quello che le ordinerà suo padre! – Lo Hyuga trafisse con lo sguardo l’uomo che gli stava di fronte.
-Avevo pensato anche a questo! Ma solo perché so quanto possa essere testardo mio nipote! Se tuo figlio o Hinata, decidessero di sottrarsi ai loro doveri e quindi disobbedire alle disposizioni della loro imperatrice, saranno immediatamente banditi dal Paese del Fuoco. Non potranno più avere rapporti di alcun genere con i loro famigliari o amici e saranno privati delle eredità che gli spettano di diritto per nascita. – Quelle rivelazioni colpirono Minato con tutto il loro peso. L’imperatrice aveva in pugno il destino di suo figlio. Naruto non avrebbe mai accettato di separarsi per sempre dai suoi genitori, e lei lo sapeva benissimo. Anche se questo significava sposare l’erede degli Hyuga.
-Mi aspetto da entrambi la massima collaborazione! Se va tutto secondo i miei piani, l’anno prossimo potreste essere i nonni dello stesso bambino! – concluse la donna felice.
-Se è tutto allora mi congedo. Manderò mio nipote Neji al tempio domani mattina stessa a prendere Hinata. –
-E io parlerò a Naruto stasera. –
-Molto bene. Vi farò avere tre copie del contatto matrimoniale. Minato, mi aspetto che Naruto vada a chiedere formalmente la mano di Hinata non più tardi di venerdì. Quando una delle copie del contratto mi verrà restituita firmata, capirò che voi e i vostri figli avete tenuto fede ai vostri impegni.-
L’imperatrice si alzò facendo capire ai due uomini che potevano andare. Dopo essersi inchinati al cospetto della donna, ed aver aspettato che lasciasse la stanza, furono condotti all’esterno del palazzo da un servitore. Minato salì sul suo cavallo sauro e partì al galoppo, mentre Hiashi salì sulla carrozza che lo attendeva. Anche se le strade che avevano preso li stavano conducendo in due luoghi diversi, entrambi sapevano che dopo quel giorno, per mani dei loro stessi figli, il destino che li aspettava era lo stesso.


*****
Spero sinceramente che non sia una mezza schifezza! Era da un po’ che volevo pubblicare questa storia, ma siccome non mi posso dedicare molto alla scrittura, ero indecisa se postarla o meno! Ce la metterò tutta per aggiornarla! 
  
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