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Autore: Lela_88    30/05/2013    3 recensioni
E tu che sei comparso tutto ad un tratto. E in un momento hai colorato tutto. Sei diverso, sei importante, ed ho paura io. Ho paura io. E chissà se riuscirò a dirti che ti amo a modo mio.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nda I: tutto quello che troverete scritto in questa shot è stato partorito dalla mia mente. È tutto partito dalla visione di questa clip http://www.youtube.com/watch?v=x0Uj4BkoJ9A

I personaggi ovviamente non  mi appartengono, ma mi piace fantasticare e non ci guadagno niente XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

io nella vita ho fatto un po' di tutto

non so se ho fatto poco oppure tanto

non sono stato un santo e questo lo sa pure Dio

 

ho camminato con la pioggia e il vento

ho riso spesso e qualche volta ho pianto

 e cento e mille volte son rimasto solo io

ma me la son cavata

sempre a modo mio

che tu ci creda o no

a modo mio

avrò sbagliato ma

a modo mio

 

e tu che sei comparso tutto a un tratto

e in un momento hai colorato tutto

tu sei diverso, sei importante e ho paura io

 

e chissà se ci riuscirò

a dirti che

ti amo a modo mio

per una volta ancora

a modo mio

 

 

 

 

 

Non so perché  Guy ha voluto organizzare questa, come possiamo chiamarla, rimpatriata con alcuni attori e non, del primo e secondo Sherlock Holmes.

 Ha mandato a tutti una mail d’invito a partecipare ad una cena. Ha prenotato in un club molto esclusivo di New York.

Oltre gli attori, ci sono: Rechel, Noomi, Mark, Jared, Kelly, Eddie il nostro caro Lestrade, Geraldine e Stephen. Sì c’è anche lui. Mr Fry.

No, basta, ho promesso a Jude che l’avrei smessa con questa inutile e stupida gelosia.

A proposito, ovviamente c’è anche lui. 

Ovviamente perché altrimenti non credo sarei venuto io, come credo -spero- avrebbe fatto anche lui.

Comunque, oltre noi attori,  ci sono anche i produttori, non tutti, Susan non è potuta venire è fuori per un lavoro e Exton è con i nonni.

Tornando alla cena, Guy ci richiama all’ordine, a quanto sembra che ci siamo tutti e non verrà più nessuno e ci accomodiamo.

Io e Jude, seppur discretamente, non ci siamo separati un secondo. 

Anche qui a tavola, siamo seduti vicini, spalle al muro, con Guy al mio fianco –è l’unico che sa- mentre al fianco di Jude non c’è nessuno perché è l’ultimo del tavolo. 

Coperti dalla lunga tovaglia, riusciamo anche ad approfondire i nostri contatti, tanto che una mia mano è stabile sulla sua gamba e la sua è sulla mia gamba, le spostiamo solo per stringercele.

 

La cena è piacevole, così come la compagnia.

Chiacchieriamo del più e del meno, domande su prossimi progetti, sui lavori in corso, Jude parla della sua prossima tournee teatrale e argomenti in generale.

Tra una portata ed un’altra ne approfittiamo per avvicinarci agli altri, a chi ci interessa di più e fare domande più approfondite, ma Jude ha altri progetti. 

Nell’attesa che ci portino il dolce si alza e mi fa un lieve cenno -che solo io noto- di seguirlo.

Fingendo indifferenza mi alzo e lo seguo.

Non riesco a capire dove va, ha accelerato il passo e l’ho perso, ma non appena giro un angolo mi sento tirare e una porta sbattere alle mie spalle. 

Porta che poi diventa il mio sostegno, perché Jude mi ci sbatte contro iniziando ad assalire le mie labbra.

Chi sono io per sottrarmi a questa cosa? Subito rispondo con foga.

 

Ribalto la situazione sbattendo lui contro la porta.

Intreccio le mie dita con le sue e porto le sue mani sulla sua testa tenendole ferme.

Si agita un po’. È frenetico vorrebbe toccarmi lo leggo dai suoi occhi. Avvicino il mio viso al suo riuscendo a domarlo. È puro istinto.

<< Ciao >> sussurro sulle sue labbra e torno a baciarlo dolcemente.

Libero le sue mani per portare le mie al suo viso.

Lui non si rende subito conto che le sue mani sono libere, ma quando le porta sui miei fianchi tirandomi di più a se, non c’è più quell’urgenza di prima.

Mi fermo per prendere aria rimanendo però vicinissimo a lui. Riapriamo entrambi gli occhi.

<< Ciao >> risponde al mio saluto. E inizia una lenta e dolcissima carezza sulla mia schiena, sotto la giacca ma, purtroppo, sulla camicia.

<< Mi sei mancato >> gli dico mentre, con le mani ancora sul suo viso, seguo il suo profilo con le mie dita.

Fronte, naso, zigomi, labbra. Qui mi fermo e, con  i pollici, ne disegno i contorni massaggiandole.

Ora siamo più calmi, ancora affamati di noi, ma più razionali.

<< Anche tu mi sei mancato. Da morire >> 

Continuo a scendere con le mani e arrivo al suo collo coperto da una delle sue sciarpine che tanto ama.

Gliela sfilo e metto le mani ai lati della sua testa.

Avvicino la mia bocca alla sua pelle finalmente scoperta e lui sposta la testa di lato per farmi spazio.

Prima di baciarla o fare altro, mi rubo un po’ del suo profumo sfiorandolo con il naso e poi, leggermente con le labbra. 

È scosso da un brivido mentre il mio respiro si infrange sul suo collo e la sua pelle si increspa mostrandomi quanto piacere possono dare piccoli gesti. Porta le mani alle mie spalle stringendole più forte.

<< Oddio Rob. >> geme e io non resisto più. Lecco, bacio, mordo quella parte di lui che mi ha sempre fatto impazzire. È sensuale oltre ogni misura e saperlo mio mi da alla testa.

Mette una mano nei miei capelli e porta una gamba dietro le mie per tirarmi più a se facendo scontrare i nostri bacini.

Questa volta è il mio turno di gemere.

Gli piace questo contatto. 

Mi muovo, passo sulla sua gola baciando anche il suo pomo d’Adamo e arrivo a marchiare anche l’altro lato. 

Non mi preoccupo di lasciargli segni, tanto dopo indosserà di nuovo la sciarpa a coprire tutto. 

Continua a gemere.

Mi fermo un secondo, ma non mi muovo da lì parlo sulla sua pelle umida.

<< Amore abbassa il tono, siamo vicini alla porta, potrebbero sentirci. >>

Porta anche l’altra mano nei miei capelli e mi tira per farmi tornare col viso all’altezza del suo.

<< Credi davvero che adesso me ne importi qualcosa? >>

Sorrido, è strano quando sono io a fare il razionale.

Metto le mani sui suoi fianchi e poggio la fronte alla sua.

<< In questo momento no. Neanche a me importa un granché, ma sono sicuro che, passata la foga, tu te la prenderesti con me per non averti fermato o tappato la bocca. E sai che sono bravo a tapparti la bocca. >>

Ridiamo entrambi e torniamo a baciarci dolcemente.

 

Ci stacchiamo e, di comune accordo ci allontaniamo.

Dobbiamo tornare dagli altri, non so neanche quanto tempo sia passato.

Non mi ero reso conto ancora dove Jude mi ha trascinato. 

È un bagno e fortunatamente c’è lo specchio così posso sistemarmi i capelli.

Si mette al mio fianco per darsi anche lui una sistematina.

<< Rob, guarda che hai combinato >> dice guardandosi il collo.

Rido guadagnandomi un’occhiataccia.

<< Chi era quello che diceva che non gli importava se ci scoprivano? >> rido ancora e questa volta lui mi segue.

<< Dai babe, metti la sciarpa e nessuno se ne accorgerà. E poi questo è solo un assaggio. Stanotte in albergo avrai il resto. >> 

Lo abbraccio da dietro, poggiando la testa sulla spalla. Ci guardiamo attraverso lo specchio.

<< Lo spero bene. E poi anche io ho qualcosa per te. >> si morde il labbro e io non posso  desiderare altro che la serata volga al termine.

Controvoglia mi stacco da lui. Do un occhiata ai piani bassi, la situazione è tornata accettabile. 

<< Io torno di la, tu finisci di renderti presentabile. >> 

Faccio un occhiolino, gli do uno schiaffetto sul sedere ed esco.

 

Prima di tornare nel salone dove sono tutti -ci siamo persi il dolce, ma non importa- incontro Guy che mi blocca. 

<< Dov’eri finito? E dov’è Jude? >> termina la domanda, ma non aspetta la mia risposta.

<< Ah giusto, domanda stupida. Comunque, fortunatamente nessuno vi ha cercati, ci siamo spostati nell’altra sala per stare più comodi e nel movimento nessuno ha notato la vostra assenza. >>

Più che un regista, oggi lo definirei bodyguard è più agitato lui che noi. Sorrido.

<< Bene, mi fa piacere che ti preoccupi. Li raggiungiamo? >> 

Mi guarda strano.

<< Non aspetti Jude? A proposito, perché non è con te? >>

Questa volta ci manca poco che rido.

<< Guy calmati. Uno dei trucchi per non farsi scoprire è evitare di muoverci insieme, non credi? Comunque sta finendo di sistemarsi, ci raggiunge subito. >>

Lo prendo a braccetto e lo porto con me.

 

Quando entriamo nel salone vediamo tutti raggruppati intorno a Kelly che ha in mano il suo tablet.

Stanno guardando qualcosa che li fa ridere.

Noomi mi vede da lontano e mi chiama.

<< Robert, vieni qui. Perché non ci hai mai parlato delle tue doti precoci? >>

Oddio, cosa hanno scovato adesso?

Io e Guy ci avviciniamo. Lui curioso, io preoccupato.

Quando siamo vicini a Kelly, Rachel le chiede di far partire di nuovo il video e Mark mi pizzica una guancia.

<< Com’eri carino >> lo dice con un tono come a voler prendere in giro le ragazze che sono tutte prese da questa cosa.

<< L’altro giorno… >> inizia Kelly, << mentre giravo un po’ in rete, una mia amica mi ha fatto notare questo video >> e lo fa partire, << sa che abbiamo lavorato insieme e voleva sapere se ne sapevo qualcosa. >>

È una vecchia scena di un film di mio padre “Pound” io avevo cinque anni e lui mi fece partecipare con una piccola parte. Sapevo mi avrebbe perseguitato.

Proprio mentre sto per dire la mia battuta arriva Jude che si affianca a me.

<< Oddio, sei tu! >> 

Non è una domanda, conosce le mie foto da bambino e mi ha riconosciuto, ma non gli avevo mai mostrato questo filmato ne tantomeno fatto vedere il film.

Gli faccio spazio, a me non interessa vederlo di nuovo e parte la mia vocina.

Ovviamente, tutte fanno quel versetto come se avessero visto la cosa più tenera del mondo.

Solo Jude ha lo sguardo un po’ triste. Non so perché.

Il video finisce, ma Kelly blocca Jude.

<< Aspetta, tu non lo hai visto dall’inizio. Devi vedere come è spavaldo il piccolo Robert mentre viene portato in questa specie ci gabbia. >>

Io alzo gli occhi al celo, solo Guy se ne accorge essendo al mio fianco.

<< Tutto bene? >> mi chiede. Sorrido.

<< Si, non preoccuparti, non sopporto molto queste cose, ma sono un attore, no? >>

Non risponde e insieme continuiamo a guardare il filmato anche se da più lontano.

Improvvisamente vedo che Jude si irrigidisce.

È appena passata la scena dove tutti sono intorno al nuovo arrivato, che sarei io.

<< Kelly, potresti andare un po’ indietro? >> chiede Jude.

Perché? Non riesco a capire e mi avvicino, lui mi lancia un occhiata. È strano, sembra nervoso.

Kelly fa quello che le ha chiesto e, mentre ripassa la scena del mio arrivo, Jude si avvicina allo schermo per vedere meglio. Io del video me ne frego, voglio capire lui che ha visto.

Quando termina, si rimette dritto ma non mi guarda. E, come prima, mi sembra molto nervoso, quasi arrabbiato. Non penso sia perché gli ho tenuto nascosto questa clip però. C’è qualcosa che non capisco.

<< Sono stanco, torno in albergo >>

Ritorna ad usare la voce solo per dire questa cosa ma ancora non mi degna di uno sguardo.

Per il momento non lo fermo, non voglio fare nessuna scenata qui. 

Lo conosco, se gli facessi una domanda adesso mi risponderebbe male e io, non sapendo cosa ho fatto, mi arrabbierei e la cosa non finirebbe presto. Aspetterò di essere in albergo.

Prende le sue cose, saluta tutti, lancia un’altra occhiata veloce a me e se ne va. 

Sospiro. Odio non sapere cosa gli passa per la testa.

Guy mi guarda perplesso.

Sono tutti presi di nuovo da chiacchiere e distrazioni varie. Io esco fuori a fumare, vorrei subito andare da lui, ma non posso. Questo si che sarebbe sospetto.

Guy mi raggiunge.

<< Si può sapere cosa è successo improvvisamente? >>

Prendo un tiro dalla sigaretta e con tutta calma soffio fuori il fumo. Lo guardo, cerco di mantenere la calma.

<< La verità? Non ne ho idea. Sto considerando l’idea che sia impazzito, perché davvero non mi spiego questo suo atteggiamento. >>

Ecco che il mio tentativo di trattenermi sta andando a farsi benedire.

<< E tu perché non lo raggiungi? >>

Mi giro verso di lui con un sorriso amaro e anche questa volta è lui solo a darsi la risposta.

<< Hai ragione, altra domanda stupida. >> sorridiamo entrambi.

Il nostro silenzio è interrotto dal suono del mio cellulare. Un messaggio. È Jude.

“appena puoi raggiungimi.” Non c’è scritto altro. 

Un genio. Cosa credeva, sarei rimasto qui? È ovvio che voglio spiegazioni.

<< E’ lui? >> chiede il mio amico. Annuisco e prendo l’ultimo tiro, ma non dico altro.

Butto la sigaretta ormai finita e rientro dentro, seguito da Guy che, comprensivo, non fa domande.

Mi sento stanco. Tanto stanco.

 

Vorrei davvero andarmene, ma sento come se tutti non stessero aspettando altro. 

Come a volermi prendere in giro sul fatto che senza Jude io non ci so stare. Mi sento irrequieto.

È Guy, come molte volte, a salvarmi.

<< Rob… >> dice con un tono abbastanza alto da farsi sentire << sono venuto in taxi, quindi non ho la mia macchina e sono stanchissimo. Mi daresti un passaggio in albergo? >>

Lo guardo, lo vorrei baciare. Un giorno gli farò una statua.

<< Sì. Si certo, nessun problema. >>

Ci guardano tutti.

<< Ma come, già andate via? Noi avevamo pensato di andare a bere qualcosa tutti insieme. >> è Rachel a parlare. 

Guy le risponde << Nessuno vi ferma e se dopo Rob vorrà riunirsi a voi mica glielo impedisco? >> 

Oddio Guy, come ti viene.

<< No, non credo. Una volta arrivato in albergo mi fionderò a letto. Non vado avanti e indietro. >> avrei preferito non dire niente.

<< Oddio non vi ricordavo così vecchietti, soprattutto Jude, mi ha delusa. >>

È inutile dire che la cosa mi ha infastidito.

<< Beh, sai com’è lui è venuto da Londra, il viaggio, il fuso orario lo avranno stancato. >> Ho provato ad essere meno acido possibile. Non so se ci sono riuscito.

<< Hai ragione. Allora ci vediamo domani a colazione? >> Sono felice che Noomi abbia cambiato discorso.

<< Perfetto. Allora, buonanotte a tutti. >> saluta Guy.

<< Si, buonanotte a tutti. A domani. >> mi sforzo di sorridere e usciamo.

 

Il viaggio fino all’albergo, dove alloggiamo tutti, procede nel più completo silenzio.

Guy mi ha chiesto di accompagnarlo ma è lui a guidare. Sono nervoso.

Arriviamo, ma io sono talmente preso dai miei pensieri che non me ne accorgo. È di nuovo il mio amico a portarmi con  i piedi per terra.

<< Hey. Hey ci sei? Siamo arrivati. >>

Mi guardo intorno spaesato. Non vorrei scendere dall’auto. Non so come reagirò quando sarò da lui.

Questi pensieri devono leggersi sul mio viso perché Guy se ne accorge che ho qualcosa che non va.

<< Devi andare Rob e non perché te lo ha chiesto lui, ma perché devi capire cos’è successo. Non è quello che volevi fino a qualche minuto fa? >>

Ha ragione. Ha totalmente ragione.

<< Sì. >> ennesimo sospiro << andiamo. >> e scendiamo dall’auto.

 

Passiamo velocemente alla reception per recuperare le chiavi e prendiamo l’ascensore.

La mia camera è di fianco a quella di Jude, al terzo piano. Quella di Guy, invece, è al quarto.

Quando l’ascensore di ferma al mio piano prendo un bel respiro ed esco.

<< Buonanotte Guy. Ci vediamo domani. >>

Mi sorride e preme il pulsante per non far chiudere le porte.

<< Ci sarà una spiegazione. Tu mantieni la calma. Buonanotte. >> mi sorride e scompare nell’ascensore..

Mi avvicino alla porta della mia camera, ci entro per mettermi qualcosa di comodo e disfare il letto per far credere che ho dormito qui. Cinque minuti e sono di nuovo fuori. Il corridoio è deserto.

Vado alla porta di Jude, provo ad aprire. È aperta. 

Incosciente. 

Entro e me la chiudo alle spalle. Diamo inizio allo spettacolo.

 

Entro in camera e lo trovo seduto sul letto. Ha il cellulare in mano. Anche lui si è cambiato.

Rimango distante, sull’uscio della porta.

<< Avevo detto, raggiungimi appena puoi. È questa tutta la tua urgenza? >> dice lanciando il telefono lontano da lui.

Mi aspettavo che non sarebbe stata facile. Ma continuo a non capire.

<< Cosa credevi? Dopo che tu, senza motivo apparente, hai lasciato il club, potevo fare anche io lo stesso? >>

Sono irritato.

<< Non hai torto, ma potevi rispondere al messaggio, maledizione! >>

Cosa! Lui è arrabbiato?

<< Fammi capire una cosa, tu te ne vai lasciandomi lì come un deficiente senza degnarmi di uno sguardo e, soprattutto, senza darmi spiegazioni e ti arrabbi? Tu ti arrabbi? E io cosa dovrei fare? >> 

Ormai sono senza controllo. Ho iniziato a camminare avanti e indietro gesticolando. Non riesco a stare fermo.

<< Ora ti calmi e prima che decida di andarmene mi spieghi cosa cazzo è successo. Cosa di quel video, sì ho capito che c’è qualcosa di quel video che ti ha irritato, ti ha fatto così tanto incazzare. >>

Mi fermo e lo guardo. Ha gli occhi bassi e le mani strette a pugno. 

Cosa sta succedendo?

<< Jude, ti prego… >> ho addolcito il tono, sono stanco, ma lui mi interrompe.

<< No Rob, hai ragione, ti devo una spiegazione. >> sospira e finalmente mi guarda. Ha gli occhi lucidi.

<< La prima sensazione di fastidio l’ho provata quando ti ho guardato mentre tutti si divertivano a guardare quel video come se tu fossi stato un piccolo fenomeno da baraccone. Tu non eri felice. Quell’attenzione non ti piaceva.  >>

Oddio ha capito tutto questo? Riesco a sorridere tristemente.

<< Sono cose che mi porterò dietro per tutta la vita, non posso farci niente, anche se preferirei che in mia presenza non le facessero vedere. Ma perché te ne sei andato se hai capito il mio disagio? >>

Distoglie di nuovo lo sguardo.

<< Perché… >> prende un respiro profondo e poi riprende << Perché c’è una scena che mi ha dato fastidio. >> 

Cerco di fare mente locale, ma non ricordo. Sono passati tantissimi anni, ricordo che allora non erano bei tempi. 

Ho cercato di rimuovere un po’ di cose.

<< Quale? >> chiedo e capisco dal suo sguardo che avrebbe preferito che io ricordassi per non farlo dire a lui.

<< Oddio Rob, non lo so, sarà una mia fissazione, ma a me ha dato fastidio come quelle persone che sono con te in quel, non so come definirlo, recinto? Ti toccano. Eri un bambino e io da padre non accetterei mai che qualcuno tocchi mio figlio così. Cioè, uno di quei tizi che era con te, ti tocca troppo insistentemente per i miei gusti e ti giuro che ho provato uno schifo per tuo padre che ha permesso quella cosa solo per il bene del film. Ci sono modi e modi di fare le cose e buttare tuo figlio di cinque anni, su un set e permettere che gli facciano quello che vogliono, non è un modo. Ripeto, saranno solo mie paranoie, ma quello eri tu Rob e pensare che qualcuno abbia potuto darti fastidio, abbia potuto farti del male o che ti abbia ferito in qualche modo, mi uccide. Perdonami se sono scappato, ma non riuscivo a rimanere lì. Se avessero continuato a ridere e a mandare quel video sarei impazzito. >>

Mette i gomiti sulle ginocchia e nasconde il viso nelle sue mani.

Non so che dire.

Ho capito a cosa si riferisce ed è vero, quando mio padre mi portava con se io ero il bambolotto della situazione.

Non ricordo nemmeno se quella scena prevedeva che quel tizio mi  toccasse il culo in quel modo o è stata una cosa improvvisa.

Sto provando a pensare cosa avrei provato se qualcuno si fosse permesso di toccare così Indio o a cosa proverei se qualcuno toccherà in quel modo Exton. 

Mi sale il sangue alla testa.

È vero anche io ho fatto partecipare mio figlio ad un film, una piccola parte in Kiss Kiss Bang Bang, ma era con altri bambini. Come è giusto che sia.

 

<< Jude… >> provo a chiamarlo, ma lui non si muove. Respira come se avesse corso chilometri.

<< Hai ragione. Ma quelli erano altri tempi, mio padre sfornava film, in continuazione e la critica lo acclamava… >>

M’interrompe << non giustificarlo Rob. Ti prego >>  finalmente torna a guardarmi.

<< Non lo sto giustificando. Io ero troppo piccolo e, come tutti i bambini con i padri, lo vedevo come un eroe. Credevo che ogni cosa che facesse era giusta, normale e per sentirmi più vicino a lui, lo emulavo. Jude io sono quello che ha fumato uno spinello a otto anni perché era quello che mio padre faceva con gli amici. Io volevo essere suo amico. >>

Lacrime silenziose gli rigano il viso e mi rendo conto che anche il mio è bagnato. 

Mi avvicino e mi inginocchio davanti a lui, tra le sue gambe mettendomi alla sua altezza.

<< Ho trascorso la maggior parte della mia infanzia tra gente adulta, tra feste, alcool, droga. Tutti si divertivano e io ero il figlio del famoso Robert Downey. Avevo il suo nome. Ero l’attrazione del momento. A nessuno importava che io ero solo un bambino. A nessuno. >> 

Mi fermo per riprendere fiato. Porto le mie mani al viso di Jude e gli asciugo le lacrime.

<< Mi dispiace. Mi dispiace tanto >> dice con la voce rotta dal pianto << mi sento così impotente. Ci sono cose che ti hanno segnato e io… Io nemmeno c’ero. >> 

Mette le sue mani sulle mie e le stringe.

<< Oh piccolo >> mi avvicino e gli lascio un bacio sulla fronte.

<< C’è stato un momento che ho odiato mio padre. Davvero. Non volevo più saperne. Dopo il divorzio dei miei, sono riuscito a diplomarmi, ma poi, a diciassette anni, ho capito che la mia strada era la recitazione. 

Sono tornato da lui, l’ho perdonato. Non abbiamo mai avuto un grande rapporto. Solo il lavoro ci univa ed è anche grazie a lui se ora sono quel che sono. >>

Mi prendo del tempo per guardarlo. Ha smesso di piangere e fa scorrere le sue mani sulle mie braccia. 

Le mie mani sono ancora sul suo viso.

<< Ho fatto di tutto nella mia vita. Molte cose si sanno, altre no. Ho creduto si sapere cosa significasse divertirsi. E, fidati, ho solo creduto, perché quello stile di vita mi ha portato solo tanta sofferenza. La droga, gli anni persi tra il carcere e la disintossicazione, le storie occasionali, mi hanno distrutto e non mi hanno lasciato niente. Ttante, troppe volte, mi sono ritrovato a piangere da solo. Mi sono reso conto troppo tardi che non avevo veri amici. >> 

Stringe la presa sulle mie braccia per farmi sentire la sua presenza. Mi da la forza.

<< Avevo perso tutto. Il lavoro, la famiglia, mio figlio. Io l’ho deluso Jude e ho fatto in modo che mi vedesse come un mostro. Questo non me lo perdonerò mai. Ho perso tanto di lui. Sono arrivato a pensare che la mia vita non servisse a nulla, volevo scomparire. >> un respiro profondo. << Ma in un modo o in un altro ne sono uscito. Molti, forse neanche tu ci crederai, ma ne sono uscito, nonostante tutti i miei sbagli io ce l’ho fatta. >>

Porta le mani dietro la mia testa, mi avvicina a lui e fa scorrere le dita tra i miei capelli.

<< Ci credo. Ho fiducia in te >> e mi sfiora le labbra con le sue.

 Mi rilasso al suo tocco, poggio la fronte sulla sua e le mie mani sulla sua schiena. 

Riprendo

<< Ora arriva il pezzo forte >> sussurro e, finalmente, ci concediamo un piccolo sorriso.

<< Ad un certo punto, la vita mi ha concesso un po’ di respiro. Ho riavuto il pieno controllo di me, mio figlio non mi ha mai fatto sentire il peso dei miei errori, ho conosciuto e sposato Susan e anche in ambito lavorativo sono tornate le soddisfazioni. E poi, quando pensavo che la vita non avesse altro da offrirmi, arrivi tu. >> 

Ferma le mani nei miei capelli e punta gli occhi nei miei. Da quanto e fermo dubito che stia respirando. Ha le labbra semichiuse, sembra stupito.

Sorrido. Davvero pensava che non avrei parlato di lui?

<< Sì Jude. Tu >> rispondo alla sua domanda silenziosa. E questa volta sono io a lasciare un bacio leggero a lui. Quelle labbra mi stavano chiamando.

<< Sei arrivato in punta di piedi, ti sei preso il tuo spazio e hai dato nuovi colori alla mia vita. Silenziosamente hai raggiunto la porta del mio cuore, hai raccolto quei pezzi che nessuno ancora non era riuscito a sistemare e, nonostante tutto il disordine che c’era, ti sei tolto le scarpe come se stessi entrando in un luogo sacro e hai messo ordine, diversamente da come avevano fatto gli altri. E in men che non si dica sei diventato importante. Molto importante. Non saprei più immaginare la mia vita senza di te. A differenza di quanto credi, tu mi salvi ogni giorno. >>

Le lacrime tornano a rigarci i volti ma questa volta il motivo è diverso.

Mi tira verso di se e mi bacia. Piano, delicatamente, come se fossi una cosa preziosa. Non credo di meritarlo.

A corto di fiato ci separiamo  e, ancora sulle sue labbra rivelo la mia ultima paura.

<< C’è solo una cosa che mi spaventa ancora. >> 

Mi accarezza il viso.

<< Dimmi tutto. >> 

Sorrido. È magnifico.

<< Tu sei perfetto. Speciale… >> lo guardo. sorride imbarazzato. << e io ho paura di non riuscire a dimostrarti quanto io ti ami davvero. Ho paura che l’unico modo che conosco non sia sufficiente. >>

Abbasso lo sguardo. Non sopporto le mie insicurezze, ma sono parte di me e non posso evitare che ogni tanto facciano la loro uscita.

Sposta una mano dai miei capelli al mio viso. Mette due dita sotto al mio mento e riporta il mio sguardo nel suo. 

Sta sorridendo.

<< Sei meraviglioso. Sai sempre cosa dire… >> mentre parla si mette steso tirandomi con lui. 

<< Anche quando siamo lontani sai come fare per non farmi pesare la tua mancanza… >> 

Si trascina sui gomiti per sistemarsi meglio sui cuscini e io lo seguo gattonando senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Ci sistemiamo e lui mi avvolge il collo con le sue braccia, stringendomi a se.

Facciamo aderire perfettamente i nostri corpi.

<< E quando finalmente siamo insieme, mi fai sentire unico. Non sono io ad essere speciale. Sei tu che mi rendi speciale. Non potrei chiedere niente di meglio. >>

Avvicino il mio viso al suo.

<< Ti amo Jude. Ti amo tanto. >> e lo bacio. Faccio scorrere le mie mani sotto la sua maglietta e metto una gamba tra le sue. Geme e a sua volta fa scivolare le sua mani sulle mie spalle e poi sulla schiena.

Ci separiamo per prendere aria e io mi approprio del suo collo.

<< Anche io ti amo, Rob. Più di quanto immagini e mi spiace di aver rovinato la serata >> dice con voce affannata.

Mi blocco e, facendo leva sulle mia braccia, mi sollevo per sovrastarlo e guardare i suoi occhi.

<< Non hai rovinato proprio niente tesoro >> sorrido malizioso << il meglio deve ancora venire. >>

Sorride anche lui.

Gli sfilo la maglietta e ricomincio la mia tortura.

 

I fantasmi del passato torneranno spesso a farmi visita. Ma ora non mi spaventano e non mi feriranno più.

Ho delle persone fantastiche al mio fianco che amo e che mi amano. Il resto è niente.

 

Poi sei venuto  tu… amore mio

 

 

 

 

 

 

 

 

Nda II: premetto che ho postato questa cosa così, solo perché la mia testa me lo ha chiesto, non ho pretese ^_^

Solitamente quando posto qualcosa di nuovo avviso, questa volta non l’ho fatto con nessuna. Scrivo troppo lo so e non mi va di intasarvi XD anyway se volete leggere e lasciarmi comunque un commento ne sarei più che felice, questo vale per tutti, ovvio.  Non siate timidi su ^_^

Ps: la canzone è un’altra di Baglioni.

Un bacio a tutti.

Lela

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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