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Autore: Skiba Winchester    30/05/2013    2 recensioni
Abbiamo concluso il nostro ennesimo litigio. La nostra amicizia, se così può esser definita, non ha alcun che di confidenziale.
ReitaxRuki
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Reita, Ruki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Abbiamo concluso il nostro ennesimo litigio. La nostra amicizia, se così può esser definita, non ha alcun che di confidenziale. Proprio con lui infatti non ho mai aperto un discorso serio o sensato. Se uno dei due si rivolge all'altro, è sicuramente per litigare.
Ho riflettuto spesso sul fatto che, forse, dovrei essere più calmo nei suoi confronti, ma il suo modo di fare l'idiota urta terribilmente la mia quiete.
I nostri amici, ormai, non ci ascoltano più, limitandosi ad aprire un dialogo solo quando i nostri sguardi non s'incrociano.
“Senti Taka dovresti prendere in seria considerazione il fatto di non litigare più con Akira” - Yutaka ha un'illimitata quiete psicologica, ma non può capire del tutto la mia posizione.
“Yuta forse non comprendi bene la situazione! Io ed Akira non siamo amici, non concordo nulla di ciò che dice e mi fa pesare il fatto di essere il più piccolo tra noi cinque!”.
“Cazzate! Tu stai ad ascoltarlo, fa l'idiota di proposito per farti innervosire!”.
“Ah bene un punto in meno a suo svantaggio allora! Può parlarmi civilmente senza rompere le palle!”.
“Per la miseria Taka non essere così chiuso e scontroso!”.
“Non andremo mai d'accordo lo so già”.
“Il vostro è uno stupido punzecchiarsi a vicenda, c'è molto di più dietro” - è qui, con questa frase, che Yutaka mi spiazza completamente lasciandomi a bocca aperta, incapace di ribattere.
Cosa diavolo intende?!
Prendo il respiro ma, prima di riuscire a formulare una frase, ci raggiungono Kouyou ed Akira: è l'ora della ricreazione.
“Me ne torno dentro” - dico secco. Tutti i presenti mi guardano perplessi, poi Yutaka chiude gli occhi scuotendo la testa.
Fuggo lungo il corridoio spingendo Akira forse volontariamente; intrufolandomi nella mia classe, ascolto il discorso che i miei amici hanno appena cominciato.
Ehi ma che diavolo... cos'ha la scimmietta?” - dice Akira.
Se iniziassi a capire che qui siamo tutti amici sarebbe veramente un grande passo verso il cambiamento dell'intera umanità, Aki- Yutaka gli risponde freddo zittendolo.
“E smettila di dargli questi stupidi soprannomi fanno venire i nervi anche a me!” - ribatte Kouyou.
“E' lui l'isterico, perché
mi ha spinto?!”.
“Akira
non fare il bambino sei all'ultimo anno delle superiori non ti vergogni di adottare questo comportamento? Non rompergli le palle”.
E poi ovviamente sul più bello la campanella, annuncia la fine dei minuti di libertà. Mi siedo al mio banco, aspettando le lezioni successive e l'agognata fine di questa giornata passata tra le mura scolastiche.

“Aria!” - esclamo respirando grandi boccate d'ossigeno, una volta uscito dal carcere.
“Ehi ragazzi!” - un giovane alto, moro e bello s'avvicina a noi con un sorriso smagliante.
“Ciao Yuu!” - esclamiamo in coro io, Yutaka ed Akira. Kou gli va' incontro, abbracciandolo e stampandogli un bacio a fior di labbra.
Stanno assieme da parecchio tempo; da quando io ho messo piede in questa stupida scuola superiore. Yuu è il più grande tra noi, per cui avendo terminato i suoi studi viene a trovarci ogni giorno alla fine delle lezioni.
“Com'è andata oggi?” - chiede stringendo a sé il fidanzato.
“Io ho fatto un compito di matematica...” - dico accendendomi una sigaretta.
“Com'è andato?”.
“Ovviamente bene Yuu... secondo te?!” - rispondo sarcasticamente.
“Dovresti andare bene invece lo sai... tra poco finirete”.
Minuto di assoluto silenzio.
“Veramente io ho da fare ancora un anno” - sbotto deprimendomi.
“Scusa Taka non volevo toccare questo tasto dolente” - guardo negli occhi Yuu. Cazzo è davvero bello: un piercing gli adorna il labbro inferiore, la pelle candida s'intona perfettamente con gli occhi color della pece, i lineamenti quasi scolpiti lo fanno sembrare finto. Kouyou ha scelto benissimo, non c'è che dire, anche se a parer mio, il suo fascino è decisamente superiore a quello di Yuu.
“Ma si tranquillo... piuttosto che si fa?”.
“In giro come sempre!” - sbotta Kouyou.
“Benissimo andiamo!”.
Akira e Yutaka, in tutto ciò sono rimasti in silenzio. Non parlano tra loro, cosa molto strana perché solitamente si ritrovano a ridere e scherzare senza il minimo riguardo.
Qualcosa in Yutaka non mi convince, quelle parole dette prima della fine della ricreazione questa mattina, celano un messaggio nascosto, come al solito difficile da decifrare. Perché deve essere così complicato parlare con lui?!
Sospiro gettando la sigaretta negli appositi contenitori sparsi per tutta Kanagawa, e piano ci avviamo verso una meta sconosciuta.



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Verso le cinque di sera l'atmosfera tra noi torna normale. Yuta ha ricominciato a parlare, ed Akira scherza come al solito, finché non succede una cosa spiacevole. Quell'idiota mi spinge, forse per sbaglio, contro un'anziana signora. Pochi istanti prima passeggiava tranquillamente nel parco, ora invece sta per terra, con me sopra. Ovviamente mi prendo le voci della vecchia, trattenendo i nervi fino a quando non si rialza, aiutata da Yutaka e gli altri, poi andando via.
“Che cazzo hai fatto Akira!!!” - gli urlo contro spingendolo.
“Stai calmo la scena era epica!” - ride di gusto sbeffeggiandomi.
“Sarà epico quando ti strapperò i denti da quella bocca di merda!!” - sbraito, andandogli contro. Sfortunatamente due braccia lunghe ed avvolgenti, mi afferrano per i fianchi frenando ogni mio movimento: è Yuu. Yutaka si mette in mezzo tra me e l'imbecille, mentre Kouyou ferma il suo migliore amico.
“Vedi di sparire dalla circolazione brutto cretino! Come cazzo ti viene in mente eh?!”.
“Vedi di rilassarti scimmia isterica non l'ho fatto di proposito!!!” - anche lui ora è nervoso.
“Pensi ci creda!? Se non ti cerco ci sarà un motivo che ne pensi?! O il tuo cervello ci mette troppo ad elaborare questo concetto??”.
“Chi ti cerca e chi ti vuole, sfigato!”.
Smetto di divincolarmi. Questa parola mi ha distrutto più di ogni altra offesa o parolaccia. Io sfigato?
“Smettetela ragazzi” - sbotta lapidario Yuu.
“Ha iniziato lui!” - dice Akira, prima di trovarsi un pugno di Yuta bell'assestato sulla guancia.
“Dovete finirla” - ribatte quest'ultimo a testa bassa, ritirando il braccio prima teso contro Aki.
“Smettetela di litigare sempre, mi sono stufato” - la sua voce sembra rotta dal pianto. Non so constatare se sono lacrime di tristezza infinita, o di un'incazzatura repressa per anni. Certo è che mi sento terribilmente in colpa. Solitamente Yutaka è sempre così radioso, sprizza gioia da ogni poro cutaneo; l'ho visto abbattuto così evidentemente si e no, una volta in tutta la vita. Per una stronzata ben minore ovviamente.
Senza replicare minimamente, mi libero dalla morsa di Yuu e mi avvio in silenzio a casa mia, lasciando gli altri a bocca asciutta.

Durante il tragitto, mi accendo almeno tre sigarette. Non m'importa se mio padre sentirà la puzza di fumo: non devo dare spiegazioni a nessuno, tanto meno ad un vecchio che mi odia. Apro la porta d'ingresso con le mie chiavi, trovando mia madre che si mette le scarpe. E' pronta per uscire. Mi guarda, alzando un sopracciglio ed annusando l'aria - “hai fumato, non è vero?” - mi levo le scarpe, ignorandola. Quando sto per superarla mi ferma per un braccio e mi dice - “tuo padre è in salotto, passa per la cucina e vedi di non tornare più a casa dopo aver fumato” - detto ciò, esce lasciandomi perplesso. Mia madre che si preoccupa per me? Addirittura mi ha parato il culo da mio padre! Seguo il tragitto che mi ha suggerito ma, la voce potente di mio padre, mi riprende dal salotto - “Takanori. Vieni qui” - poteva andarmi bene? Ovviamente no.

Non entro nella stanza. Mi limito a varcare leggermente la soglia - “dimmi” - dico secco.

Perché non sei tornato a casa a pranzo?” - alza il viso dal suo giornale. Mi guarda schifato.

Avrei dovuto?” - incrocio le braccia al petto.

Siamo noi la tua famiglia, che ti piaccia o no. Devi rispettare le regole di questa casa, anziché fare il barbone con quei tuoi amici frocetti” - spalanco gli occhi. Continua - “non mi farai sfigurare davanti agli altri genitori”.

Solo perché sei il preside di una delle più importanti università della città, non cambierò per te” - sputo velenoso.

Da oggi in poi, rispetterai ciò che ti dico. Non voglio sentire lamentele o ti chiudo in camera”. Spero per lui stia scherzando. Il mio cellulare inizia a squillare. Mio padre continua a sproloquiare, mentre rispondo - “moshi moshi”.

Takanori! Sono Akira, non chiudere la comunicazione per favore” - ci mancava solo quest'altro idiota!

Che cazzo vuoi?! Chi ti ha dato il mio numero?!” - la rabbia inizia a farsi sentire.

E' uno dei tuoi amichetti, non è vero Takanori?!” - mio padre parla sopra la mia voce.

Chi è?” - chiede Akira.

Mio padre. Ora dimmi cosa vuoi” - la figura imponente del mio papà, si alza dal divano. Mi strappa il cellulare di mano e, al microfono urla - “Takanori è in punizione, non rompere piccolo impertinente” - lancia l'apparecchio a terra, facendolo in mille pezzi. Alzo gli occhi su mio padre: sono pieni di odio, proprio come i suoi. Mi afferra per un braccio ma, prima di trascinarmi in camera mia, respira a grandi polmoni. Mi assesta uno schiaffo sulla faccia - “hai fumato, non è vero? Che schifo di figlio mi è capitato!” - cerco di liberarmi dalla sua presa, ma non ci riesco è troppo forte. Oltretutto, rispetto alla mia altezza, è una montagna. Mi sbatte dentro la mia camera, chiudendo poi la porta a chiave.

Cerco di aprirla in tutti i modi: sbattendo i pugni sul legno lucido, prendendola a calci, ma non riesco a muoverla. Se gli tirassi una spallata, probabilmente mi fratturerei la spalla. Gli sbraito contro - “mi fai schifo! Come padre non vali un cazzo, ti odio!” - inizio a piangere isterico, buttandomi a terra. Passo parecchi minuti a disperarmi inutilmente. Questa storia va' avanti da anni. Tutta la mia famiglia mi odia, forse solo mia madre prova un po' di compassione per me; mio padre e mio fratello mi odiano. Anzi, mio fratello mi ignora, è come se fosse figlio unico. Lui è all'università e studia leggi. Un vero figlio modello.

Tra i miei singhiozzi e le mie lacrime amare, mi addormento, riuscendo ad annullare ogni mio pensiero negativo.



Un bussare incessante, disturba il mio riposo. Mi sarebbe piaciuto continuare a navigare tra i miei sogni, e non svegliarmi mai più. La voce di mia madre mi avvisa dell'arrivo di un amico. Chi mai potrà essere?

Prego, entra pure” - dice mia madre. Apre la porta, chiusa a chiave; io mi stropiccio gli occhi e mi siedo. Mi fa male tutto il corpo: ho dormito per terra.

Appena alzo il viso, il mio peggior nemico mi si para davanti. Cosa cavolo ci fa qui, Akira?! Chi gli ha detto che abito in questo quartiere?!

Un moto di rabbia mi assale. Gli tiro uno schiaffo - “che cazzo vuoi?!” - sbraito. Non si muove di un centimetro. Come se non l'avessi colpito. Non risponde. Non reagisce. Sembra quasi sia fatto di cemento.

Allora?!” - continuo incazzato. I suoi occhi mi fissano. Non sono rabbiosi, anzi posso dire chiaramente di notare uno strano luccichio illuminarli.

Volevo vedere come stai e mettere una fine alle nostre discussioni senza senso” - dice. Il suo sguardo si affila, non è minaccioso. Mi affascina; senza motivo avvampo come un bimbo.

Non voglio sentirti. Dopo stamattina poi” - chiudo gli occhi stanco. Non voglio più essere preso in giro, non voglio sentire certe stronzate. Due braccia mi stringono al petto. E' una morsa dolce, non porta rancore o rabbia.

Non voglio più litigare con te Takanori. Yutaka e gli altri mi hanno spiegato cosa passi ogni giorno qui dentro. Tuo padre non mi ha salutato quando sono arrivato, solo tua madre mi ha accompagnato da te... perché eri chiuso in camera?” - le lacrime spingono per uscire. Non voglio che sfuggano al mio controllo. Ma è tutto inutile ed inizio a singhiozzare. Abbraccio Akira, stringendo se possibile, ancora di più a me. Lui non allenta la presa, anzi, mi tiene forte e mi accarezza i capelli.

Dov'è finito tutto il nostro odio? Dove sono le prese in giro, i litigi, le parolacce, gli sproloqui? Yutaka aveva ragione. C'era molto di più dietro ad ogni nostro problema. Qualcosa di cui forse noi abbiamo paura; qualcosa che non ci è chiaro, ma che stiamo liberando adesso, cercando di capire cosa succeda. Mi dondola piano come fossi un bambino, mentre il mio pianto è inarrestabile.

Rimaniamo uniti parecchi minuti finché alzo il viso, e gli occhi di Akira mi accolgono sorridenti. Mi passa un pollice vicino alle ciglia, per togliere le ultime lacrime sopravvissute.

Sotterriamo l'ascia di guerra, Taka” - dov'è il nostro odio?

Possiamo ripartire da qui?” - Akira ho paura di ciò che potrà capitare.

Perché il mio cuore batte così velocemente? Perché il suo sguardo mi mette in soggezione, come fossi un bambino di tre anni a cui fanno un complimento? Perché deve essere così complicato capire cosa succede ad i propri sentimenti?

Il mio amico si china leggermente, poggiando la sua fronte sulla mia - “scusami” - sussurra sulle mie labbra, per poi baciarle.

Oh santissimi dei, cosa diavolo sta succedendo?! La gente impazzisce ed io non ne sono consapevole?

Il nostro è un contatto semplice, uno sfiorarsi di labbra. Lo allontano poco - “cosa... succede Akira?” - faccio un paio di passi indietro, incapace di capire cosa veramente abbia portato tutta questa bontà, in un ragazzo che fino a stasera, mi odiava. Non senza essere ricambiato ovviamente.

Te l'ho detto. Ho parlato con Yutaka. Mi ha... aiutato a capire che... in fondo non sei così male come mi stavo auto-convincendo...” - mi si avvicina di un passo - “il pugno di Yuta mi ha scosso parecchio. Lui non arriva mai a questi livelli e lo sai. Odia la violenza ma non poteva più sopportarci... Takanori perdonami... se non mi avesse aperto gli occhi... non avrei mai accettato il fatto di essere cotto di te”.

Che cosa?

Nande?!” - sono totalmente interdetto. Adesso Akira prova attrazione nei miei confronti? Sicuramente sto ancora dormendo. Non è possibile.

Takanori... per favore...” - la sua voce è così dolce, non credo di averla mai sentita così. Sta succedendo tutto troppo velocemente. Prima odio poi amore. Che cazzo! Potrei impazzire! Avanza verso di me di un altro passo - “non avvicinarti!” - la mia voce ha assunto un'intonazione parecchio isterica. Sembro una donna mestruata.

Taka...” - i suoi occhi. Sono l'unica cosa che mi colpiscono nel profondo. Così dannatamente felini, ma affascinanti. Se mi prendesse in giro? Se fosse tutto un orribile scherzo? Perché ho il cuore in fibrillazione? Cosa sta succedendo?!

Non... non fa ridere Suzuki” - lo chiamo per cognome, magari suona più duro e autoritario. Tutto ciò che ricevo, è un mezzo sorrisetto soddisfatto - “lo so che può suonare una presa per il culo. Ma posso assicurarti che non è così”.

Non ho bisogno di te, Akira- altre lacrime rigano il mio volto. Perché devo essere così debole.

Takanori proviamoci... proviamo... proviamo a stare assieme” - spalanco gli occhi. Nemmeno mi accorgo che lui mi è praticamente sopra e mi stringe tra le braccia nuovamente. Tutto questo affetto inizia a farmi effetto. Non posso credere di provare qualcosa per quest'essere.

Come faremo a dimenticare tutto?” - chiedo.

Io non sono orgoglioso Taka... tu si?” - se lo fossi, non si spiegherebbe questo calore che sento e questa perenne tachicardia. Scuoto la testa.

Ho passato cinque anni a cercare di non abbandonarmi ad i sentimenti... ho sempre provato l'ebrezza del sesso, portandomi a letto moltissime ragazze. Tutte con l'intento di conquistarmi... ma come potevano avermi se io cercavo di non innamorarmi di te? Lo so che è difficile da accettare Takanori, ma proviamoci....

Dai per scontato che io ti voglia- dico senza pensare. Mi porto una mano alla bocca; certo che lo voglio. Malgrado le sue prese in giro, Akira mi è sempre piaciuto.

Bello e dannato, possono essere due aggettivi che gli calzano perfettamente addosso.

Non mi vuoi?” - chiede con tono dispiaciuto. I nostri occhi s'incontrano nuovamente: è sconcertante quanto io sia basso. Non che Akira sia una cima ma, la differenza si vede parecchio.

Baciami Akira” - dico in uno slancio di coraggio. Non so cosa sto facendo, non so se sia giusto o sbagliato. Ho paura di soffrire, oltretutto non voglio pensare che la nostra rottura, possa portare alla divisione del nostro gruppo di amici. Non sopporterei di non uscire più assieme a Yuu, Kouyou e Yutaka. Non sopporterei probabilmente la mancanza di Aki. Meglio pensare in positivo, ora che vedo il mio... come posso definirlo? Ragazzo? Amico? Migliore amico? Non abbiamo mai parlato se non per litigare. Non so come faremo a sopportare una relazione ma... che m'importa? La vita è una, si fotta tutto il resto. Mi metto in punta di piedi, e le mie labbra si scontrano con quelle di Akira. Questa volta nessuno dei due è intenzionato a lasciare un bacio talmente delicato da sembrare inesistente; avvolgo le mie braccia attorno al suo collo e lui mi stringe i fianchi. Indietreggia piano e finiamo stesi sul mio letto. Bene, direi che come inizio non c'è male.

Il contatto diviene più profondo quando sento la sua lingua, spingere contro le mie labbra. Le dischiudo e subito sento le due gemelle scontrarsi. E' una danza disperata la nostra e qui, capisco che mi sono innamorato di lui. Con un bacio si possono capire molte cose. Da questo ho capito che lo amo. Ho sempre provato un sentimento così potente, ma non sono mai riuscito a tirarlo fuori proprio perché ci siamo sempre odiati.

Ecco perché provavo una sensazione di fastidio, quando lo vedevo accerchiato dalle ragazzine eccitate che lo stringevano e tiravano come fosse un pupazzo. E lui sorrideva come un ebete.

Il bacio che ci unisce si fa sempre più appassionato e bagnato. Dovremmo fermarci, mentre sento una sua mano accarezzarmi un fianco. Vorrebbe andare oltre, ma si sta trattenendo. Oltretutto ci sono i miei genitori e... - “Taka? Tutto bene?” - mia madre bussa alla mia camera. Quando ci sono ospiti fa sempre la gentile. Ci stacchiamo immediatamente.

Tutto bene, grazie- rispondo con un pizzico di acidità. Aspetto di sentire i suoi passi allontanarsi dalla mia stanza, poi parlo - “bene ecco io...” - Akira m'interrompe.

Cosa succede alla tua famiglia, Taka?” - dovevo aspettarmi una domanda del genere. Sospiro rassegnato: tanto vale raccontare tutto.

Beh ecco vedi... mio padre e mia madre mi hanno praticamente rinnegato. Mio fratello non mi calcola di striscio, reputandosi figlio unico. Stasera... beh mio padre mi ha messo in punizione impedendomi di uscire e di vedervi. Quando mi hai chiamato ero nervoso anche per colpa sua” - senza poterlo prevedere, mi abbraccia.

Vieni a vivere da me allora, Takanori” - spalanco gli occhi mentre ricambio il gesto.

Eh?- il mio tono di voce, sembra quello di una donna.

Hai capito bene... ormai vivo da solo. Mia madre mi ha lasciato la casa, perché con la nonna e mia sorella si sono trasferite a Tokyo”. In effetti è un'ottima offerta.

Io non so-”

Non ti violento, lo prometto Taka. Ma se devono distruggere la tua psicologia così, devi andartene... vieni con me”. Poso i miei occhi sulle sue labbra. Faccio vagare il mio sguardo per tutto il suo viso, per poi annuire debolmente.

Mi sorride senza dire una parola - “però prima... dobbiamo uscire almeno un po' come... come...” - non so cosa siamo.
“Come due che stanno assieme? Certo Taka” - il mio cuore perde un battito.

Takanori” - mi prende il mento tra due dita - “ti prometto che ti rispetterò da oggi in poi e cercherò di non farti soffrire... abbiamo già dato che ne dici?” - annuisco, mentre sento le lacrime spingere per essere liberate.

Dovrebbe essere amore questo?” - dico stringendolo a me.

Credo proprio che lo sia piccolo”.

Ormai il mio battito cardiaco non ha più mezze misure. Ho va' troppo veloce, o troppo lento.

Ma è la prima volta che mi sento amato.



˚• ◦ ● ° ○ Owari ○ ° ● ◦ •˚



NdA:

Si fantastico ò_ò ho trovato questa ff non terminata, nelle cartelle del mio pc ò_ò finalmente vede la luce! :'D quanto non può piacermi secondo voi, da uno a dieci? D: 80? 100?

A presto caVe. Bibidi bobidi bù, e con uno schiocco non ci sono più (?)



Amy

   
 
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