Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: zero2757    30/05/2013    0 recensioni
Una vecchia storia di tre anni fa, una vecchia storia molto particolare ma che vale la pena di leggere.
Non tanto perché è su questo fandom o per le coppie che tratta, ma per avere una visione totalmente differente di ciò che oramai abbiamo normalizzato.
Tratto dalla storia:
"«Tu chi sei?» le chiese ma Isabella non parlo', si limito' ad accarezzargli i capelli e dargli un bacio sulla fronte prima che anche lui scomparisse."
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao, sono Micheila! Sono stata assente per molto tempo da questo fandom, lo ammetto. Ma stasera mi è successa una cosa bizzarra, rispulciando le mie vecchie FF sono incappata in questa.
Non ricordo esattamente perché la scrissi, ma so solo che non appena l'ho riletta mi son venuti i brividi. Non perché sia una mia creatura (Come ho sempre detto non sono io che decido la fine delle mie storie, ma sono loro a decretare come dev'essere la loro fine) ma per le tematiche ce ci ho messo. 
Non avevo mai visto un'Isabella così... Bhe, non voglio svelarvi niente, spero che vi piaccia. 
Un bacione!
Michy <3


Assenzio Cardiaco






 

 

I can't feel my senses

I just feel the cold

All colors seem to fade away

I can't reach my soul

I would stop running, if knew there was a chance

It tears me apart to sacrifice it all but I'm forced to let go

 

 

 

 

Tremava tra quegl'alberi, la testa le girava e, ne era sicura, aveva intravisto tra essi un qualcosa che si muoveva. Aveva battuto la testa, nel momento dello scontro tra lei e l'umido terreno, tutto vorticava velocemente; un conato di acido gastrico la colse ma riuscì prontamente a mandarlo indietro. Fu un attimo e la sua testa smise di funzionare, facendole perdere i sensi tra i vari resti di fogliame e legnetti vari.

 

Correva, correva verso l'oscurità più cupa. Soltanto una porta bianca spiccava tra quelle lenzuola d'oscurità, illuminata come per magia, Isabella, vestita da un candido abito bianco, aprì la porta.

Ma quando entro' vide solo tante immagini ingarbugliate tra loro, non appartenenti all'epoca da cui proveniva. Un ragazzo sdraiato su un letto d'ospedale, una ragazza bionda a bracetto con un uomo distinto, un ragazzo bruno che arranca tra la neve. E ancora, un uomo dai capelli biondi su una spiaggia mezzo morente, una donna dai capelli color caramello; il volto distrutto, mentre, con sguardo perso, fissa il terreno. Infine, una ragazza bruna, con niente di particolare, seduta su un letto spoglio e le lacrime a bagnarle il viso.

Improvvisamente, nella stanza, irrompe una donna austera che prende per i capelli la ragazza. «Madre!» disse la ragazza prima di finire sul pavimento, ai piedi di Isabella. Fu così che anche quell'immagine svanì nel esatto istante in cui Alice alzo' lo sguardo, aveva letto il nome della ragazza sul pavimento, prima che lei cadesse.

 

 

I can feel your sorrow

You won't forgive me,

but I know you'll be all right

It tears me apart that you will never know but I have to let go

 

Le immagini stavano diventando più definite e dettagliate, mentre le lacrime di Isabella scendevano copiose. Cerco' di stringersi in un autoabbraccio, accorgendosi solo ora di portare un bustino bianco con dei laccetti neri ed una gonna a strati del medesimo colore a strati di tulle nero e stoffa bianca. Quell'accorgimento la fece distrarre dalle disavventure e dai ricordi appena visti, ma quando rialzo' lo sguardo si ritrovo' nella stanza in cui Alice aveva avuto un disguido con la madre. L'unica differenza era che, adesso, era vuota senza nessuna forma di vita. Isabella ispeziono' la stanza, camminando su delle travi di legno bruciate, lo scenario cambiò di nuovo. Le pareti di pietra, il freddo era persistente tante ragazze in quell'unica stanza, una finestra con delle sbarre posta il più in alto possibile. Discorsi deliranti tra quella moltitudine di ragazze; ma riuscì comunque a riconoscere la testolina bruna, non più acconciata da una crocchia e dei boccoli che le ricadevano sulle spalle, ma da una scombinata moltitudine di direzioni. Tremava e piangeva, lentamente Alice porto' il volto su quello di Isabella, smise di colpo di fare ambedue le cose. «Se tu sei qui... perché non mi aiuti?! Aiutami!» urlò per poi sporgersi verso di lei ma, purtroppo, la visione cambiò di nuovo. Sta volta si trovava in un ospedale, un ragazzo dai capelli ramati era steso sopra ad un lettino; una donna, poco più che quarantenne, ad accarezzargli i capelli. «Edward, vado da tuo padre a vedere come sta. Torno subito d'accordo?» e con un bacio sulla fronte si congedo'. Edward aprì lentamente gli occhi, scoprendo due smeraldi. Isabella si avvicino' al letto ammirando la bellezza ultraterrena del ragazzo, ma non aveva notato che gli occhi di questo l'avevano seguita e, con un certo sforzo, Edward parlo'. Non aver timore della morte, perché ella non è che un dolce sogno con sapori proibiti, non averne paura perché tutto verrà alla luce.

«Tu chi sei?» le chiese ma Isabella non parlo', si limito' ad accarezzargli i capelli e dargli un bacio sulla fronte prima che anche lui scomparisse.

 

 

I can't feel my senses

I just feel the cold

frozen

But what can I do?

frozen

 

La brezza marina le scompigliava i capelli, un uomo, poco distante da lei, la guardava con due pozze nere, i vestiti erano strappati e perfino la camicia, inizialmente lavorata, era oramai un cumulo di brandelli tenuti insieme da chissà quale miracolo. L'uomo scatto' in una posizione a lei sconosciuta per poi iniziare a correre, pochi secondi e se lo ritrovo' davanti. «Chi sei?» le chiese mentre la guardava con odio, ma, anche sta volta, Isabella non rispose e gli carezzo' una guancia per poi sparire. Chiuse gli occhi e non li riaprì.

Sta volta faceva freddo, lo poteva dedurre dal vento imponente che le soffiava in faccia tutto il suo disappunto. Quando riaprì gli occhi noto' un ragazzo svenuto interamente coperto di neve dal bacino in giù, Isabella si diresse verso quel ghiacciolo vivente e, con mani trafelate, gli tolse ciò che poteva. Gli poggio' la testa sulle sue gambe e cercò di proteggerlo dalla neve insistente, ma un lieve rumore la fece scattare in piedi facendola cadere nel buio più cupo. Le lacrime si disperdevano tra le varie pieghe d'oscurità formando piccole gocce perfettamente sferiche, per poi essere congelate.

Le piccole gocce erano illuminate da una luce interna che non le consumava, anzi, le faceva risplendere più belle di quanto non fossero già. Fu allora che, per la prima volta, Isabella sorrise.

 

 

Tell me I'm frozen but what can I do?

Can't tell the reasons I did it for you

When lies turn into truth I sacrificed for you

You say that I'm frozen but what can I do?

 

Di nuovo la salsedine nell'aria, di nuovo stille d'acqua che le pizzicavano negl'occhi. Si guardo' attorno e noto' una grande quantità di rocce, poi capì e volse lo sguardo verso l'alto e lì la vide. Una donna bellissima con i capelli color caramello e il volto segnato dalle lacrime che la guardava sconvolta, povera piccola, ingenua donna. Il figlio che hai perso ne varrà cinque in futuro e, solo allora, non potrai più versare lacrime. Isabella protese un braccio verso di lei e le sorrise, aspetto' finché non salto' e fu allora che ritrasse la mano per allargare le braccia; ma l'oscurità l'inghiottì prima che potesse prenderla al volo.

Il sole la cieco' per pochi secondi, quando la vista torno' vide che due giovani si stavano dirigendo verso di lei. Isabella sorrise alla ragazza che la guardo' interrogativa, incomincio' a camminare anche lei verso di loro per poi superarli, ma in quella frazione di secondo aveva sfiorato la mano di quella donna dalla bellezza sconvolgente e, mentre quest'ultima si girava, Isabella scomparve.

Si ritrovo' nel buio, intenta a tenersi la mano destra stratta al petto. Le doleva ed era spaventata, non sapeva da dove venisse quella voce interiore che aveva parlato al cospetto di Edward e della donna che si era gettata dallo scoglio. Non sapeva il perché avesse agito in modo da uccidere quelle persone, un'altra fitta di dolore la colpì. Aveva vestito i panni della morte, sì della morte perché, adesso, tutto le loro morti erano dentro la sua testa, così come la loro dannazione. Si sentiva malissimo ed il cuore non la smetteva di dolergli e... fu un attimo, un battito di ciglia che Isabella comincio' a cadere nel vuoto con sguardo vaquo. Il suo stesso sangue l'aveva uccisa, l'assenzio cardiaco che aveva nelle vene l'aveva avvelenata, uccidendola.

 

 

Evarything will slip away

Shattered pieces will remain

When momories fade into emptiness

Only time will twll its tale

If it all has been in vain

 

Si sveglio' tutta sudata nel suo letto, oggi sarebbe stato il suo primo giorno di scuola a Forks. Se il buongiorno si vede dal mattino quello era davvero pessimo, si vestì di fretta e furia e si diresse a scuola. Non appena entro' nel parcheggio mise le cuffiette e imposto' Ipod sulle canzoni dei Within Temptation, le note di Frozen rimbombarono nelle sue orecchie mentre si guardava le unghie laccate di nero, si era messa la felpa più pesante che possedesse, eppure, il freddo le entrava dentro le ossa. Dopo poco scese dalla macchina, ignara, però, di essere osservata da occhi ricolmi d'odio di quattro vampiri. Alice l'aveva visto, la sua fine sarebbe stata vicina e per mano loro, sorrise ma improvvisamente fu colpita da una visione...

 

Una donna, di spalle, vestita con un abito gotico nero era in mezzo ad una radura, di fronte a lei cinque tombe con su scritto nomi e cognome. Si accovaccio' su ogni tomba, mettendo una rosa blù e dando un bacio a delle fotografie appena scattate.

 

Alice torno' alla realtà i suoi familiari la guardavano preoccupati, la visione si sarebbe compiuta di lì a poco; ed era impossibile che la figlia del capo Swan avesse il dono dell'obiquità. Così, Alice, sconvolta guardo' uno per uno i suoi familiari. «Non è la stessa Isabella che ci ha ucciso. Perché l'ho appena vista in una radura poco distante da casa nostra, la figlia di Charlie... ha un altro nome oltre al primo. Ci siamo sbagliati» proprio mentre stavano per andarsene la voce di Bella Swan risuono' per tutto il parcheggio. «Mamma!» urlo' mentre correva verso una donna identica alla figlia, vestita con un vestito gotico nero ed un mazzo di rose in mano. La segretaria aveva rincorso fuori Bella e, sorridente, si fermo' a pochi passi da loro. «Signora Isabel Swan, sono... » I vampiri erano scioccati, la loro assassina era invecchiata ed aveva una figlia. Si era fatta una vita.



FINE

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: zero2757