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Autore: VexDominil    30/05/2013    4 recensioni
Una scelta è sempre una scelta. Anche se presa per le decisioni sbagliate.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Una scelta è sempre una scelta. Anche se presa per le decisioni sbagliate.
La sera era calda e una brezza leggera correva tra la città,mentre il sole regalava il suo ultimo abbraccio di luce.
Il problema di quella città,Egris, era la presenza di una compatta rete di grattacieli e di palazzi alti che non faceva filtrare il sole e che toglieva subito qualsiasi bagliore, rendendo il luogo buio e strano,per chi non fosse abituato all'improvviso black-out che sembrava coglierlo.
Ma Temi usciva sicura dall'ospedale in cui lavorava da qualche tempo per andarsene in un bar e sbronzarsi.
Aveva avuto, come al solito, troppo gente da cui estrarre coltelli, proiettili o oggetti contundenti in generale o da portare all'obitorio, dove si doveva sorbire le ghignate dei vari medici che con sufficienza le ordinavano di portare quel medicinale, bendare quella ferita, assistere quel paziente e in generale di sgobbare al posto loro.
Perché loro erano medici, non specializzandi come lei, e avevano dei doveri importanti che consistevano nell'arruffianarsi i pazienti, nel sedurre qualsiasi essere vivente abbastanza carino ai loro occhi e nel occuparsi dei casi più interessanti.
Temi aveva perso il conto di quante volte avrebbe voluto seguire una malattia rara e quelli l'avevano liquidata dicendo che non aveva abbastanza esperienza.
Di quel passo non ne avrebbe fatta mai ma finalmente il suo traguardo era vicino e forse sarebbe riuscita a diventare un medico, anche se stava diventando sempre più pesante e le serviva sul serio un momento di pausa dal suo lavoro.
Così quando entrò nella sua bettola preferita si diresse subito al bancone e ordinò un Sex at the Beach, tanto per cominciare. Aveva appena preso il bicchiere quando una voce le giunse all'orecchie, suo malgrado:"Non ti sei nemmeno tolta il camice, Temmy."
La sua migliore amica l'aveva trovata e come sempre si preoccupava, anche se Temi voleva sola sprofondare nelle onde senza nome della frenesia speranzosa che le faceva dimenticare tutto.
Ma Fran la pensava diversamente: doveva crearsi una vita sociale, non un destino da alcolista.
Così la tormentava affinché, appena uscita da quel manicomio del suo lavoro, se ne andasse a casa e si rendesse irresistibile.
Purtroppo Temi era così stravolta che entrava nel primo bar o  bettola disgustosa che trovava e cercava di ubriacarsi spendendo il meno possibile.
Però il camice, che avrebbe potuto essere usato come arma chimica visto che era pieno di germi di chissà quante persone diverse, avrebbe potuto anche toglierselo. E sciogliersi i capelli, solo per non sembrare come una di quelle disperate delle fiction sui medici.
Temi emise un basso gemito e si voltò verso Fran: non sopportava che l'altra fosse sempre naturalmente in ordine e lei no.
"Lo saresti anche tu se ti curassi di più e uscissi a fare compere una volta ogni tanto, invece che dormire tutto il tuo giorno libero."
Ecco una cosa irritante: le leggeva nel pensiero. Continuamente.
"Smettila di ubriacarti e vieni qui che cerco di sistemarti, altrimenti potresti sembrare una che cerca di trovarsi un buon partito."
"Ah ah ah. Lasciami stare, voglio solo scivolare in un mondo di elefantini rosa che danzano il fox-trot."
"Così il giorno dopo non riusciresti nemmeno a rispondere al telefono e mi manderesti un messaggio per avvertirmi del tuo desiderio di morire? Ti sveglieresti meglio se al mattino ti trovassi un bel uomo nel letto."
"Lo sai che non ne avrei il tempo e non mi piace trovarmi estranei in casa."
"Sei fortunata che sto per essere abbordata da quel tizio carino laggiù, altrimenti ti darei una sturata di orecchie da farti sposare il primo barbone che passa."
Così Fran sparì tra la folla e lasciò Temi con il suo drink in mano e di cattivo umore, tanto di decidere di andarsene a casa, alias un buco con il suo letto e qualche sua cosuccia. Almeno non le toccava più abitare con una coinquilina con cui non andava d'accordo o che non si occupava dell'appartamento.
Perciò bevve in un sorso, senza sentirne il sapore, pagò e uscì barcollando, più per la fatica di essere stata tante ore in piedi che per l'alcool, avviandosi nelle strade buie.
La bellezza e la pericolosità di Egris era la sua tranquillità e la sua oscurità che celavano le macchie degli abitanti. Era una città ideale per i crimini e a volte Temi si chiedeva se, a parte lei, ci fosse qualcuno che non avesse compiuto dei delitti. Era una città testarda e violenta, un sepolcro imbiancato, con quei bei edifici che nascondevano con la loro ombra tutto ciò che succedeva.
Sfortunatamente, Temi si era dimenticata tutto questo, troppo presa dai suoi pensieri, così quando si trovò quasi a sbattere con una sagoma scura, si pentì di non essere rimasta a ubriacarsi.


Angolo dell'autrice fuori di melone come un pinguino in Iraq:
Ciao a tutti!
Questo è il mio delirio mentale e se siete giunti fin qui vi meritate un "Chapeau!" di cuore da parte mia!;D
Scherzi a parte,spero che vi piaccia,che recensiate e che continuate a seguire questo povero sgorbio.
Adieu!
Vex
  
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