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Autore: Calipso__    30/05/2013    3 recensioni
[The Selection]
Tutti conosciamo la storia di America e di come sia entrata nelle grazie del principe Maxon... ma nessuno sa ancora come sia avvenuta la prima Selezione della storia di Illéa.
La protagonista è Zoe White, una Cinque, una giovane scrittrice di storie per bambini: le è permesso fare una professione simile perchè, sebbene scrivere per mestiere sia una prerogativa dei Tre, il governo non ritiene che scrivere storia per bambini faccia di lei una vera scrittrice. Quando si sparge la voce che i sovrani di Illéa hanno creato questo reality show per far trovar moglie al loro figlio, il principe Richard, Zoe ha una possibilità: essere tra le selezionate vuol dire diventare automaticamente una Tre e realizzare il suo sogno di diventare una vera scrittrice.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo III

 

capitolo III

 

 

 

Essendo di Angeles, la città che ospitava il Palazzo Reale, fui la prima ad arrivare. Non appena varcai la soglia dell’enorme palazzo scortata da delle guardie, una donna mi prese per il braccio e mi trascinò con lei dirette chissà dove.

- Io sono Jade, la consulente delle selezionate… - disse senza nemmeno guardarmi in faccia. – Lei è la signorina White, esatto? -

- Sì… - risposi tentando di starle dietro.

- L’operazione agli occhi è andata bene, vedo… - continuò lei imperterrita. – Vedo che non porta più gli occhiali… -

- Sì, dovrò ringraziare infinitamente la famiglia reale… - dissi io accigliata: da quando ero entrata non mi aveva né dato il benvenuto né guardato negli occhi mentre parlava con me; quella donna si stava dimostrando esattamente come me l’ero immaginata quando l’avevo vista avvicinarsi a me per la prima volta: la reincarnazione della signorina Rottenmeier.

- Eccoci arrivate! – esclamò finalmente fermandosi. Ci trovavamo in una sala enorme, le pareti cosparse di specchi e di postazioni per trucco, capelli e vestiti.

- Le selezionate verranno messe praticamente a nuovo e verranno fatte delle foto del prima e del dopo questo processo… - mi spiegò velocemente Jade facendomi sedere su di una sedia girevole.

- Sorrida! – disse una voce e feci appena in tempo a girarmi quando un flash mi accecò.

- Non ero pronta! – sbuffai: sembrava un vizio dei fotografi quello di farmi foto alla sprovvista.

- Quest’aria accigliata invece le dona molto, sa? – commentò il fotografo guardando la foto appena scattata senza nemmeno mostrarmela. A palazzo sembravano tutti abbastanza maleducati.

- Pronta per la tinta? – domandò una parrucchiera guardandomi con un sorriso zuccheroso ed entusiasta. Non dissi assolutamente nulla e lasciai che la parrucchiera se la cavasse da sola, anche se continuavo a tenere sotto controllo quello che combinava: non volevo certo ritrovarmi calva.

Mentre mi ritrovavo a fissare il mio volto pallido cadaverico allo specchio e i miei capelli coperti di un miscuglio blu elettrico, mi accorsi che nel frattempo erano arrivate altre ragazze; riuscii a riconoscerne qualcuna che avevo già visto in tv, come ad esempio Katelyn Cook, una Due dai capelli ricci e dall’aria altezzosa che veniva dall’ Honduragua ed Amber Collins, una Due dell’Ottaro. Iniziai a intristirmi ancora di più: tra di loro nessuna aveva l’aria amichevole e iniziai a rimpiangere la compagnia di Claire e Stephan.

Stephan…” pensai con il cuore in gola: tutta quell’agitazione e quella confusione mi avevano fatto dimenticare momentaneamente di lui, dei suoi bellissimi occhi verdi e di quella sensazione di formicolio dietro la nuca ogni volta che mi ritrovavo faccia a faccia con lui. Essere una selezionata, essere così lontana da lui sarebbe diventato il mio più grande rimpianto? Non miravo a vincere: non conoscevo il principe Richard e tra tutte quelle ragazze io non avevo nulla di speciale… ma se la Selezione fosse durata mesi, il mio rapporto con Stephan ne avrebbe risentito o la lontananza da lui mi avrebbe fatto trovare il coraggio di dichiararmi?

Senza nemmeno rendermene conto, la parrucchiera aveva finito: ora i miei capelli al posto di essere di un biondo scuro erano platino, tanto che mi ritrovai a trattenere il respiro sconvolta.

- Cos’ha fatto? – feci io sconvolta con un filo di voce e le lacrime agli occhi.

- Non le piace? – disse la parrucchiera, mentre il suo sorriso iniziava piano a svanire.

- Io… avrei voluto qualcosa di più naturale… - dissi con il cuore che mi pulsava forte in gola: non stavo male, forse dovevo farci l’abitudine, eppure quell’immagine sconvolta e pallida allo specchio non sembrava più la mia.

- So che forse non dovrei dirglielo… - disse la parrucchiera tornando a sorridere; si avvicinò al mio orecchio e in un bisbiglio mi rivelò: - Il principe Richard ha fatto richieste specifiche appositamente per lei: non c’è dubbio che sia una delle poche ragazze selezionate dal principe in persona! -

Mi sentii ancora più agitata di prima: il principe aveva scelto me tra tante senza nemmeno conoscermi e aveva addirittura chiesto che venissi trattata in una certa maniera. Rimasi in silenzio per tutto il tempo che la truccatrice impiegò sul mio viso per sistemare le imperfezioni e curare la mia pelle con creme, oli, pinzette e pennelli. Mi sentivo come la tela di un pittore. Era questo il mio destino? Diventare quello che gli altri volevano senza possibilità di metterci parola?

Quando finirono con me, mi guardai allo specchio: oltre ai capelli platino, lunghi e a quella frangia perfetta che mi copriva il sopracciglio sinistro, mi avevano allungato le unghie e fatto un trucco deciso e carico sugli occhi. Le mie ciglia erano lunghissime e tutto quel nero faceva risaltare il grigio dei miei occhi.

- Le piace questo smokey eye? – domandò la truccatrice. Non avevo la benché minima idea di cosa stesse parlando, ma supposi che si stesse riferendo al trucco.

- Non mi sento ancora me stessa… - dissi con un filo di voce continuando ad osservarmi. – Però non mi dispiace… -

La truccatrice e la parrucchiera sorrisero e mi accompagnarono a cambiare abito; mi fecero trovare un abito corto in chiffon porpora senza spallini e delle scarpe dello stesso colore con un tacco sottile e vertiginoso. Deglutii nervosa cambiandomi: il vestito in fin dei conti mi piaceva, era semplice e leggero, ma quelle scarpe mi avrebbero fatto fare la figura del rinoceronte che tenta di camminare sui trampoli. Jade mi accompagnò in un salottino adiacente per la foto del dopo e, per fortuna, potei rimanere seduta su un divanetto. Aspettai un minuto da sola e quando entrò un uomo con la videocamera iniziai ad agitarmi.

- Hem… non è il momento della foto, adesso? – domandai nervosa.

- No, hanno deciso di riprendervi trasformate! – mi spiegò l’uomo sistemando la videocamera; dopo di che alzò lo sguardo e, vedendomi terrificata, mi sorrise. - Non si preoccupi! Sia naturale! Sa, dovrà abituarsi a noi giornalisti nei prossimi tempi… -

Nonostante il suo tentativo di rassicurarmi, mi sentivo ancora più agitata di prima.

Non appena la luce rossa della telecamera si accese, il giornalista mi domandò: - Lei è Zoe White, esatto? –

Annuii senza riuscire a dire nulla di che.

- La vedo molto emozionata…! – mi fece notare l’uomo con un sorriso affabile.

Deglutii annuendo nuovamente, dopo di che dissi: - E’ tutto nuovo qui, per una Cinque non è facile abituarsi ad un cambiamento simile… -

- Eppure la trovo molto cambiata rispetto a prima! – disse il giornalista. – Voglio dire… i suoi capelli sono di un colore che non passa inosservato… -

- A dire la verità, non era quello che volevo. – dissi e, notando l’aria accigliata dell’uomo, avrei voluto mordermi la lingua: non potevo certo dire che era stato il principe a ordinare un simile cambiamento, anche perché non ne ero neppure sicura. – Sa, essendo di Angeles sono stata la prima ad arrivare e non sapevo che avrei potuto scegliere come le altre ragazze… diciamo che parrucchiera e truccatrice si sono divertite molto a sperimentare su di me. -

- E mi lasci aggiungere che hanno fatto un buon lavoro: i capelli così luminosi con la sua pelle così sorprendentemente chiara le conferiscono un’aria quasi eterea, mentre il trucco evidenzia i suoi occhi grigi… -

Sorrisi leggermente arrossendo.

- Non me ne intendo troppo di trucco e capelli, credo che dovrò abituarmi, ma il risultato non mi sembra affatto male! – dissi alzando le spalle e tenendo un sorriso sulle labbra.

- Dica infine ai nostri ascoltatori… come sta procedendo dal suo punto di vista la Selezione? – mi chiese.

- Sinceramente non so dirle molto… - dissi tentando di usare un tono diplomatico. – Non ho ancora conosciuto nessuna delle altre ragazze, lo staff mi ha praticamente trascinata nella stanza di fianco per sistemarmi… Credo che potrò dirle qualcosa in più quando inizierò a vivere veramente quest’esperienza. –

- Perfetto! – disse il giornalista. – Ora direi che la posso lasciare: ho ancora tutte le altre ragazze da intervistare… -

Andai ad accomodarmi in un’altra saletta, scortata da Jade; mi sentivo un po’ più rilassata rispetto a prima essendo riuscita a cavarmela con un giornalista, ma quando rimasi da sola iniziai a penare al mio futuro e a sentire delle fitte d’ansia allo stomaco. Tutte le ragazze che stavo per conoscere avrebbero lottato per entrare nelle grazie del Principe, sapevo che sarebbe diventata una lotta spietata e sapevo anche che io sarei rimasta sola. Trovavo pietoso che tutte quelle ragazze erano pronte a tutto per avere un uomo, ma trovavo ancora più pietoso che, probabilmente, più che l’uomo volessero la corona. All’improvviso mi resi seriamente conto di una cosa che mi fece inorridire: da quello che la parrucchiera aveva detto, era stato lo stesso Principe a scegliermi! Non sapevo che persona fosse, non sapevo perché mi avesse scelta… quello che sapevo era che se aveva un buon motivo per avermi scelta, io l’avrei subito deluso. Non perché lo volessi, ma perché, se aveva visto qualcosa di buono in me, si sarebbe ricreduto paragonandomi alle altre ragazze.

- Vi vedo pensierosa… - disse una voce alla mia destra. Alzai lo sguardo sobbalzando spaventata e quando vidi chi aveva appena parlato, mi si mozzò la voce in gola.

- Io… voi… - balbettai arrossendo.

- Sì, sono io… - disse il principe Richard avvicinandosi a me con un sorriso naturale. Era più alto di quanto sembrasse in tv, i capelli corti di un biondo chiarissimo, le labbra aperte in un sorriso innocente e gli occhi piccoli, che mi scrutavano pieni di curiosità.

Oddio, cosa dovevo dire? Salve maestà? Solo in quel momento mi resi conto di essere ancora seduta su di un divanetto e mi alzai traballando incerta sulle mie gambe e lo feci tanto goffamente da far ridere il principe.

- Siete pure divertente! Ho fatto proprio bene a scegliervi! – commentò senza soffocare la sua risata.

“Perché mi ha scelto?” mi domandai mordendomi un labbro, ma ero troppo nervosa per riuscire a porgli una simile domanda.

- Sai, mi hanno colpito molto i vostri occhi… - mi disse avvicinandosi a me per osservarmi da vicino. Mi mise una mano sotto il mento per alzarmi lo sguardo e incrociai per la prima volta i suoi occhi: erano di un grigio intenso, un colore identico a quello dei miei… scostai il volto un po’ per nascondere l’imbarazzo e spostare lo sguardo altrove: i suoi occhi erano sì belli e particolari, ma brillavano di malizia mentre il suo volto sembrava avvicinarsi sempre di più al mio…

- Si può sapere cosa pensate di fare? – sbottai io riprendendo il controllo. A quelle parole il principe si portò le mani dietro la schiena con eleganza e mi camminò intorno con passo composto e la schiena dritta. Mi sentivo come se lui fosse un acquirente che stesse cercando di capire se io ero un cavallo abbastanza in gamba da poter essere comprato.

- Begli occhi, riservata all’apparenza ma in grado di farsi valere. – decretò lui alla fine, fermandosi di fronte a me con un sorriso soddisfatto; dopo di che si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: – Credo proprio che mi divertirò con te… -

In quel momento entrò un’altra ragazza: indossava un abito corto di seta verde che richiamava il colore dei suoi occhi e i suoi lunghi boccoli castani erano elegantemente legati dietro la nuca da un delizioso chignon.

- Oh, vostra Maestà! – esclamò lei con un piccolo grido emozionato, inchinandosi elegantemente. – Non credevo che avrei avuto subito l’onore di conoscervi! -

-Nemmeno io voi… signorina Evans, dico bene? – fece lui avvicinandosi a lei e si esibì in un perfetto baciamano.

- Conoscete pure il mio nome! – esclamò lei estasiata, gli occhi che le brillavano dalla contentezza.

- E’ un dovere da parte mia conoscere i nomi delle mie ospiti… specie se sono carine quanto voi! – disse con un sorriso e la ragazza si fece sfuggire una risata agitata.

- Casanova… - mi lasciai sfuggire in tono sprezzante, ma mi morsi subito la lingua quando vidi il principe voltarsi verso di me con l’espressione di chi aveva sentito tutto.

- Prego? – fece lui rivolgendosi a me con un sorriso divertito.

- Niente… - risposi io tentando di fingere indifferenza. Il principe stava per dire qualcosa, ma in quel momento una cameriera entrò nella stanza con l’aria di chi aveva corso parecchio.

- Sua Altezza… - disse con un inchino frettoloso e il fiatone. – Vostro padre vi sta cercando ovunque, vuole parlarvi… -

Il principe sospirò e, rivolgendosi a me e all’altra ragazza disse cordialmente: - Beh, è stato un piacere conoscervi, care fanciulle, ma ora devo andare… -

Si avvicinò all’altra ragazza e le fece nuovamente il baciamano, mentre lei arrossiva sino alla punta dei capelli; dopo di che si rivolse a me e con uno strano sorriso disse: - Arrivederci, mia cara… spero di incontrarvi presto. -

Non appena fece il baciamano anche a me, sentii qualcosa di ruvido nel palmo della mia mano… solo quando il principe uscì dalla stanza, potei notare che mi aveva passato un piccolo foglietto.

- Oh, ti ha lasciato un bigliettino! – esclamò la ragazza di fianco a me, un po’ troppo emozionata.

Aprii il pezzo di carta e vi lessi: “Stasera ore 23 in giardino. Non mancate.”

- Che invidia, quanto vorrei che fosse capitato a me! – fece la ragazza con un sospiro.

- Vuoi andarci tu? – le domandai allungandole il bigliettino.

- M-ma… il principe ha chiesto di voi! – rispose la ragazza sbigottita dalla mia offerta.

Io alzai le spalle.

- Beh, potrebbe anche essersi rivolto ad un pubblico plurale, no? – dissi solo. – Mi dispiace ma stasera non ho intenzione di vederlo, mi ha fatto una gran brutta prima impressione… inoltre ho ben altri pensieri per la testa. Se vai tu, per lo meno hai la possibilità di stare sola con lui… -

La ragazza sorrise e mi strinse in un abbraccio.

- Grazie mille! – esclamò, dopo di che si allontanò da me dicendo: - Scusami! Non mi sono nemmeno presentata… io sono Melissa Evans, vengo dal Tammis e sono una Quattro. Se vuoi puoi chiamarmi Mel! -

Le sorrisi: non mi aspettavo di incontrare delle ragazze simpatiche e non credevo che sarei riuscita a fare amicizia, i miei amici erano Stephan e Claire… però Mel era simpatica, anche se forse ancora un po’ troppo frivola per i miei gusti.

- Zoe White, sono di Angeles e sono una Cinque. – mi presentai stringendole la mano.

Mel si dimostrò essere una ragazza simpatica: iniziammo a chiacchierare parlando delle nostre rispettive famiglie e delle nostre vite fino a quando Jade non richiamò l’attenzione e solo allora mi accorsi che la stanza si era riempita di tante altre ragazze.

Jade ci fece strada lungo i corridoi del castello, mostrandoci dall’esterno le aree più importanti e quelle nelle quali non dovevamo assolutamente accedere. Arrivammo finalmente alle nostre stanze e, con gioia, scoprii che quella di Mel era esattamente di fronte alla mia.

- Bene, ragazze, per stasera ognuna di voi mangerà in camera. – annunciò Jade. – Tra l’arrivo e le interviste, i nostri sovrani non vogliono affaticarvi ulteriormente… domattina dopo la colazione potrete incontrare la famiglia reale. Vi auguro di passare una gradevole serata. -

Appena Jade sparì dalla nostra visuale, tutte le ragazze si affrettarono ad entrare nella loro stanza fino a quando non restammo solo io e Mel.

- Beh, ci vediamo domani, allora! – le dissi con un sorriso.

- Certo! A domani, Zoe! – mi salutò lei e, prima che potesse chiudere la porta, riuscii a scorgere che nella mano teneva ancora il bigliettino che il principe mi aveva lasciato. Rimasi da sola in corridoio e, appoggiandomi alla porta della mia camera, iniziai a domandarmi se avevo fatto bene a dare a Mel quel biglietto e a spronarla ad andare al mio posto: mi ero ripromessa che sarei rimasta tra le Selezionate per quanto più tempo possibile, ma con il mio comportamento stavo rovinando le cose; il principe mi aveva scelta di persona per qualche assurdo motivo, ed io stavo velocemente distruggendo ciò che l’aveva spinto a scegliermi. Scossi la testa: era inutile pensarci troppo e poi rimanere sola di notte con una persona simile non rientrava certo nelle mie aspettative, principe o non principe.

Entrai nella stanza e fui accolta da tre cameriere che si presentarono a me come Catelyn, Grace e Keira e che non la smettevano di inchinarsi; mi sentii subito in imbarazzo, ma non c’era verso di farle desistere dal comportarsi in quel modo.

La camera era a dir poco favolosa: c’erano parecchi strumenti, tra cui il pianoforte, l’arpa e addirittura la batteria; avevo scritto nel modulo per la selezione che suonavo la batteria, ma solitamente nessuno prendeva sul serio una Cinque che diceva di suonare uno strumento così poco delicato come la batteria. Una scrivania in legno chiaro e pregiato era posata di fianco alla finestra, alla parete opposta della porta: su di essa era riposta una macchina da scrivere, una risma di fogli bianchi e addirittura una penna vera con inchiostro. Roba da ricconi, tanto per intenderci. In un angolo della stanza c’era un tavolo già apparecchiato con la cena già calda e pronta per essere servita. Mai in vita mia ho mangiato così bene: aveva tutto un aspetto così invitante e i sapori erano così delicati e particolari che dovetti faticare per non finire l’intero vassoio di ogni portata.

- Vuole qualcos’altro, Lady White? – mi domandò Keira gentilmente.

- Sì, in effetti sì… - dissi io e le tre cameriere si misero subito sull’attenti. – Vi prego, smettetela di chiamarmi “lady White”… chiamatemi solo Zoe, per favore… - dissi loro con un sorriso. Le tre ragazze ridacchiarono sollevate, ma continuarono ad insistere nel volermi aiutare a lavarmi e cambiarmi. Finalmente iniziai a sentirmi nuovamente me stessa dopo essermi tolta quel pesante trucco dal volto, ma quella sensazione di sbagliato nei miei capelli di quel color platino innaturale ancora non mi convinceva. Mi misero un’orripilante camicia da notte in seta e pizzo rosa che mi mise subito nuovamente a disagio, dopo di che ci appuntarono una spilla d’argento con il mio nome inciso sopra.

Riuscii a convincere le cameriere a lasciarmi sola con la scusa che ero stanca e assicurando che sì, le avrei chiamate in caso di necessità. Appena le tre ragazze chiusero la porta alle loro spalle, tirai un sospiro di sollievo: finalmente solo io e i miei pensieri. M’infilai la vestaglia, orrendamente abbinata alla camicia da notte e guardai l’orologio: erano un quarto alle undici. Mi affacciai alla finestra della camera, che dava sul giardino; era buio, ma dopo un paio di minuti riuscii a scorgere una figura dai capelli chiarissimi camminare avanti e indietro di fronte ad una panchina. Il principe era veramente lì. Chissà, forse avevo sbagliato a dargli buca… lo vidi girarsi verso le finestre delle camere delle selezionate, ed io mi abbassai immediatamente per non farmi vedere. Massì, di lì a poco sarebbe arrivata Mel e il principe avrebbe trovato un’altra compagnia dimenticandosi presto di me.

Andai alla scrivania e iniziai a scrivere: sapevo benissimo che quello era l’unico modo per scacciare i pensieri. Ora che ero una tre avrei voluto iniziare subito a lavorare a qualche storia importante per iniziare a realizzare il mio sogno di diventare una scrittrice, ma le mie dita iniziarono a muoversi sui tasti della macchina da scrivere ancora prima che avessi il tempo per realizzarlo.

 

 

Caro Stephan,

come stai? Sono appena arrivata e la situazione qua già non mi piace; certo, ora posso mangiare quanto voglio, non ho problemi di soldi per ora… ma mi trovo a disagio: mi sento come se stessero tentando di trasformarmi in qualcosa che non sono, mi hanno tinto i capelli di un colore improponibile senza il mio consenso, mi vestono con abiti da signorina che non si addicono a me, il principe mi sembra solo un arrogante e presuntuoso dopo averci parlato insieme… ma sai qual è la cosa peggiore di tutta questa situazione? E’ che non è passato nemmeno un giorno e già mi manchi…

  
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