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Autore: chiaretta78    30/05/2013    2 recensioni
Emma è andata a trovare Manuela in Irlanda e si trova a Dublino proprio nei giorni in cui i Loaded sono in tour da quelle parti. Non ha il biglietto per il concerto, ma riuscirà non solo ad entrare, ma addirittura a finire nel backstage e realizzare il sogno di una vita: conoscere Duff McKagan.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, mi credevate morta... e invece no! Super incasinata, ma viva!!
Vi lascio a questo capitolo, assolutamente inutile come i precedenti!! ;)
Buona lettura!!

Il mattino dopo Emma si svegliò per la luce che penetrava prepotente tra le tende.
Ci mise qualche istante a racappezzarsi su dove fosse e poi girò la testa e lo vide, beatamente addormentato accanto a lei, un sorriso rilassato e sereno dipinto sul volto. Dio quant'era bello in quel momento!!
Ancora non le sembrava del tutto vero che avessero passato la notte insieme... lei e Duff McKagan, l'idolo di una vita intera! Che poi quello con cui aveva fatto sesso più volte quella notte in realtà era Michael, non Duff... e l'aveva percepito nettamente.
Inizialmente non erano nemmeno arrivati fino al letto, forse troppo nervosi per la situazione e allo stesso tempo troppo desiderosi di sfiorare il corpo dell'altro.
Il pavimento del salottino della suite aveva testimoniato quel primo amplesso, decisamente soddisfacente per entrambi, nonostante le loro reciproche paure di non essere all'altezza della situazione.
Ma il meglio era decisamente venuto dopo, una volta raggiunto il letto su cui inizialmente si erano appisolati insieme.
Duff l'aveva infatti svegliata nel cuore della notte infilando una mano sotto la maglia del suo pigiama e iniziando a sfiorarla delicatamente un po' dappertutto, tracciando con le dita delle linee immaginarie sul suo ventre, sul suo fianco e poi più su, tra i suoi seni, intorno ai capezzoli e oltre, sul collo e le spalle.
Di lì a poco le sue mani si erano fatte più intraprendenti, i suoi tocchi più decisi e nel giro di niente i due si erano ritrovati a darsi piacere in vari modi, scoprendo lentamente il corpo dell'altro, finendo per gemere e ansimare all'unisono in un rapporto che non sapeva più solo di sesso e quindi si faceva sempre più appagante.
Emma sorrise ripensando alla notte appena passata e pensieri decisamente poco casti le affiorarono alla mente solo al ricordo di quello che si erano fatti più e più volte, tra un pisolino e l'altro.
Guardò l'ora sulla sveglia sul comodino e fece un rapido conto di quante ore era riuscita a dormire. Non un gran che, decisamente... ma ne era valsa senz'altro la pena!
Sentì il corpo di Duff muoversi nel letto e si girò nuovamente verso di lui, trovandolo già sveglio e sorridente.
"Buongiorno..."
"Buongiorno."
"E' tanto che sei sveglia?"
"Pochi minuti... anche se non so se posso davvero definirmi sveglia! Sto morendo di sonno in realtà ed è tutta colpa tua..."
Il viso di Duff si aprì in un sorriso divertito e malizioso e l'uomo l'avvicinò a sé posandole una mano sul fianco e baciandola morbidamente.
"Non mi sembra che stanotte tu ti sia lamentata del trattamento... o sbaglio?"
Le fece una carezza sul viso, rimanendo poi con la mano sulla guancia e sfiorandole le labbra con il pollice.
"Mmm... non ricordo molto di stanotte... lasciami pensare..."
Duff trattenne a stento una risata.
"Davvero? Vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria..."
E detto questo, si infilò sotto le lenzuola e un attimo dopo Emma sentì la sua lingua sfiorarla nel centro del suo piacere, strappandole un gridolino divertito.
"No, smettila!!"
Per tutta risposta Duff infilò un dito dentro di lei, provocandole un piccolo gemito.
"*Oddio...*"
Duff, da sotto le lenzuola, si mise a ridere malizioso.
"Come dici? Hai detto che vuoi che smetta??"
Emma per tutta risposta gli mollò uno schiaffetto sulla testa. Ci mancava proprio che si mettesse a prenderla in giro in quel frangente!!
"Ok, lo prendo come un no questo..."
E riprese a tormentarla anche più di prima. Quando Duff vide che Emma non riusciva più a tenere fermo il bacino e aumentava il ritmo a vista d'occhio, si staccò da lei, lasciandole per qualche istante un senso di privazione e frustrazione immenso. Si spostò più in su, spuntando da sotto le lenzuola e guardandola dritta negli occhi entrò dentro di lei con decisione, ma anche con una certa lentezza.
Emma chiuse immediatamente gli occhi e assaporò ogni singolo istante di quell'ingresso. Sentì poi le mani di Duff portarle entrambe le gambe sulle sue spalle, costringendola a sollevare leggermente il bacino e spingendosi così incredibilmente in profondità.
"Ehi... questa è nuova..."
Duff si fece scappare una risatina compiaciuta.
"Lieto di poterti far scoprire qualcosa di nuovo..."
E detto questo, iniziò a spingere dentro di lei con studiata lentezza, in modo da far assaporare ad entrambi ogni singolo istante di quelle spinte.
Emma afferrò il cuscino di Duff e se lo mise sotto il sedere, per aiutarla a stare in quella posizione sollevata. Non aveva mica più vent'anni, la schiena poi si sarebbe fatta sentire se no!!
Non fece in tempo a pensare che così era decisamente meglio, che Duff, spostandosi leggermente, toccò un punto decisamente sensibile e lei non riuscì a trattenere un gemito.
Duff sorrise compiaciuto.
"Ah... eccolo qui... iniziavo a pensare che tu fossi diversa da tutte le altre donne con cui ero stato..."
Duff a quel punto iniziò a spingere sempre più forte e sempre più velocemente, facendo attenzione a non spostarsi da quella zona così erogena che aveva appena scovato.
Emma perse ogni capacità di raziocinio e istintivamente iniziò a stringere i muscoli interni, amplificando così le sensazioni di entrambi.
"Ehi ehi, ferma! Così non vale... io..."
La debole protesta di Duff gli morì in gola e pochi attimi dopo entrambi raggiunsero il culmine del piacere, perdendosi in quel limbo meraviglioso che solo la pace dei sensi sa dare.
Duff si lasciò cadere su di lei, la testa sul suo petto, il battito accelerato del cuore di Emma a cullarlo.
Emma prese ad accarezzargli lentamente i capelli, quasi con pigrizia, un sorriso beato dipinto sul volto.
Quella giornata iniziata così prometteva decisamente bene... Chissà se avrebbero passato tutta la giornata insieme? Sarebbe stato un sogno... un vero sogno! Certo, doveva chiamare Manu e sentire com'era andata anche a lei e quali fossero i loro piani... non poteva certo lasciarla da sola tutto il giorno...
Duff percepì chiaramente che il cervello di Emma si era messo in moto e si incuriosì.
"A cosa stai pensando?"
Emma sorrise di essere stata beccata.
"Stavo pensando che la giornata è iniziata nel migliore dei modi..."
"Decisamente piccola..."
"E mi chiedevo..."
Emma si bloccò, il proseguo della frase in gola. E se lui non avesse avuto la minima intenzione di passare quella giornata con lei?? Ci avrebbe fatto la figura della ragazzina innamorata che si attaccava subito come una cozza al suo idolo di sempre. Non poteva chiedergli cos'avrebbero fatto, sarebbe sprofondata dalla vergogna se lui le avesse risposto che aveva altri piani o non aveva voglia di perdere tempo con lei.
"Ti chiedevi?"
Emma si sentì diventare paonazza. E adesso come se l'aggiustava?? Cosa si chiedeva??
Quel silenzio improvviso insospettì Duff, il quale facendo perno su un avambraccio si sollevò su un fianco per guardarla in faccia.
"Che succede? Perché sei rossa come un peperone?"
A quelle parole, ovviamente, Emma diventò praticamente fucsia.
"Niente, io... niente!"
Duff corrugò leggermente le sopracciglia, sospettoso.
"Si può sapere che ti prende? C'è qualcosa che non va?"
Emma fece di no con la testa, senza fiatare però.
Duff a quel punto si piazzò di nuovo in mezzo alle sue gambe, sovrastandola col suo corpo, e appoggiò prima le mani e poi il mento al suo sterno, guardandola fissa negli occhi da quella posizione.
"Ok, io non mi levo di qua e non smetto di fissarti finché non mi dici cosa ti sta passando per quell'adorabile testolina."
"Stai scherzando??"
"Mai stato così serio, fidati. Ho tutto il tempo di questo mondo oggi. Niente interviste, niente concerti, niente programmi. Possiamo stare così tutto il giorno, fidati."
Emma nel sentire quelle parole tirò un piccolo sospiro di sollievo. Almeno adesso sapeva che lui, di per sé, non aveva impegni ed era libero tutto il giorno. Certo, questo non significava che avesse piacere a passare la giornata con lei, ovvio...
"Ahi ahi, ci siamo di nuovo... stai di nuovo mandando in tilt le tue celluline cerebrali. Si può sapere che c'è?"
Emma lo guardò quasi disperata, incerta su cosa dirgli e come dirglielo.
Duff la incalzò.
"Allora? Ho detto o fatto qualcosa di male?"
"No! No, per carità... non è quello."
"E allora cos'è?"
Emma si chiuse di nuovo nel suo silenzio. Era davvero imbarazzata e aveva paura di fare la figura della rompiscatole. Duff dal canto suo non riusciva davvero a capire quel cambio repentino d'umore e di atmosfera e non sapeva cosa fare.
"Guarda che non stavo scherzando, non ti faccio alzare di qua tutto il santo giorno, sai? Non ti faccio nemmeno rispondere al telefono se ti cerca la tua amica. Rimaniamo piantanti qui nel letto fino a domani..." un sorriso malizioso affiorò sul suo volto "...tanto più o meno era questo il programma della giornata che avevo in mente!"
Emma a quel punto lo guardò sbalordita.
"Sul serio volevi passare tutto il giorno insieme??"
Fu il turno di Duff di lanciarle un'occhiata sorpresa.
"Perché? Avevi altri piani?"
"No, no... io no!"
Duff rimase un attimo perplesso. Cosa diavolo voleva dire?
Poi ebbe una specie di illuminazione. Ma perché le donne dovevano essere così complicate?!
"Aspetta un attimo... non sarà mica quello che ti stavi chiedendo prima?!"
Emma arrossì nuovamente e cercò di spostarsi da quella specie di prigione in cui lui l'aveva rinchiusa per potersi nascondere sotto le lenzuola, ma invano.
Duff rimase imperterrito in quella posizione e la trattenne giù, costringendola a quel punto a guardarlo in faccia, paonazza, e fare cenno di sì con la testa.
"Ma porca miseria, ma me lo spieghi perché voi donne dovete essere così contorte?? Cosa ti ha fatto pensare che io non volessi stare con te tutto il tempo possibile finché siamo tutti e due a Dublino? Ma soprattutto perché non avrei dovuto volerlo??"
Emma, sempre più rossa, abbassò lo sguardo imbarazzatissima. Si sentiva quasi una bambina che viene ripresa da uno dei genitori, in quel momento!
"Pensavo che chiedendoti cos'avremmo fatto oggi mi avresti presa per una fan assillante di quelle che non si levano più di torno e ti rendono la vita impossibile..."
Duff appoggiò la fronte sullo sterno di Emma, in un gesto di frustrazione, e rimase in silenzio qualche secondo. Poi alzò di nuovo lo sguardo su di lei.
"Ma santo cielo Emma, se avessi pensato che eri una fan assatanata e un po' instabile credi davvero che sarei venuto al pub con voi e soprattutto che adesso saremmo qua?? Ho capito subito che eri una tipa a posto, una fan certo, ma razionale e tranquilla. Altrimenti ti sarei stato alla larga, fidati!"
La guardò in silenzio per qualche istante e poi le sorrise dolcemente.
"Sei proprio una sciocca, sai?" Le fece una lieve carezza sul viso e finì con una specie di buffetto sul naso. "Una sciocca tenerissima, ma pur sempre una sciocca."
Emma gli sorrise timidamente e Duff a quel punto si spostò e rotolando su un fianco si mise a sedere sul bordo del letto.
"Senti, appurato che entrambi abbiamo intenzione di stare insieme almeno fino a stasera, che ne dici di fare colazione? Perché sinceramente con tutto sto movimento io sto morendo di fame!"
Emma gli sorrise raggiante.
"Certo che sì, sto morendo di fame anch'io!"
"Benissimo."
Duff si alzò e fece il numero della reception per ordinare la colazione.
"Cosa vuoi? Una bella colazione tipica irlandese?"
Emma fece no con la testa.
"No, per carità... solo del pane tostato col burro e del tè."
"Niente caffè??"
Emma fece una faccia schifata.
"Per favore, sono italiana io, non la bevo quella brodaglia!!"
Duff ridacchiò alzando gli occhi al cielo e come prese la linea ordinò il pane e il tè per lei e ogni ben di Dio per lui... al diavolo la dieta sana e equilibrata, doveva rimettersi in forze se aveva intenzione di stare con lei tutto il giorno!
Nel frattempo Emma prese il suo cellulare e mandò un sms a Manuela.
"Tutto ok? Com'è andata stanotte? Io sto ancora cercando di capire se è tutto vero o se sto sognando... appena ci vediamo ti racconto! Piani per la giornata? Duff vorrebbe passare la giornata insieme, fammi sapere se tu stai con Isaac, ok? Altrimenti ci vediamo io e te."
Messo giù il telefono, Duff si stiracchiò per bene, guardandola intenta a mandare quel messaggio.
"Tutto bene la tua amica?"
Emma mise il cellulare sul comodino.
"Non lo so ancora, ma penso di sì. O almeno lo spero!"
Duff le sorrise e salì di nuovo sul letto, avvicinandosi al suo viso.
"Beh, se a loro è andata bene anche solo la metà di com'è andata a noi, allora sarà alle stelle..."
Non le diede il tempo di rispondere e la baciò con un bacio morbido, sensuale, assaporando le sue labbra soffici, finché non sentì l'urgenza di approfondire quel contatto, trasformando quel bacio in qualcosa di più intenso e passionale.
Il suono del campanello li fece sobbalzare entrambi e staccarsi immediatamente.
"Mmm... il servizio in camera è fin troppo rapido in questo albergo..."
Duff si alzò dal letto e si infilò al volo i pantaloni del pigiama, andando ad aprire al cameriere.
"Ah, mi sembrava strano che fosse già la colazione..."
Jeff e Mike si misero a sghignazzare davanti alla faccia decisamente sconvolta di Duff.
Jeff riuscì a riprendersi per primo.
"Ehi capo, com'è che hai quest'aria stravolta??"
"Ti sei ordinato uno zabaione?? Perché mi sa che ne hai proprio bisogno!!"
Duff gli fece un bel gestaccio.
"Non potevate dormire ancora un po' invece che venire a rompere i coglioni?"
Mike entrò in camera senza tanti complimenti, seguito da Jeff.
"Prenditela con Jeff, è lui che è venuto a svegliarmi!"
Il bassista dei Loaded si lasciò cadere sulla poltroncina e posò i piedi sul tavolino davanti a lui.
"E come facevo a dormire con quei due che facevano tutto quel casino nella stanza accanto??"
Duff, rimasto sull'uscio con la porta aperta, li guardò con fare minaccioso.
"Vi dispiace levarvi dai piedi??"
In quel preciso istante arrivò il cameriere con il carrello.
"Signore... posso entrare?"
Duff lo fece passare e il ragazzo lasciò il carrello in mezzo alla stanza, salutando subito dopo e uscendo.
Mike alzò i coperchi per curiosare cosa c'era da mangiare e rubò un pezzetto di pane tostato.
Duff chiuse la porta di scatto e arrivato vicino a Mike gli mollò uno schiaffo sulla mano che stava per allungarsi di nuovo sulla colazione.
"La vuoi piantare??"
"Ehi, ma io ho fame!! Non vorrai mica lasciarmi a digiuno, vero?"
Jeff guardò verso la porta della camera.
"Emma ti conviene sbrigarti se vuoi fare colazione, Mike sta per mangiarsi tutto!"
Emma, che aveva ascoltato divertita tutta la conversazione, a quelle parole entrò velocemente nel salottino, noncurante di avere addosso solo la maglia del pigiama di Duff.
"Eh no, eh?? Che io sto morendo di fame!"
La ragazza si avvicinò velocemente al carrello, esattamente di fronte a Mike, e si prese al volo un paio di fette di pane tostato per spalmarle di burro.
Jeff, dietro di lei, non riuscì a trattenersi dall'inclinare la testa leggermente e prendersi una bella vista delle gambe della ragazza.
Duff incrociò le braccia al petto, cercando di assumere un'aria minacciosa.
"Jeff, guardala ancora così e ti spezzo le ossa, è chiaro??"
Jeff, colto in castagna, si mise a ridere, mentre Emma cercava di capire di cosa stessero parlando.
"Scusa capo, è stato più forte di me..."
Emma si mise a sedere sull'altra poltroncina, gustandosi la sua colazione.
"E così i tuoi vicini hanno fatto rumore, eh? Bene, sono contenta per loro!"
Jeff si mise a sedere meglio.
"Beh, grazie mille, eh?? Io ho dormito di merda con tutto quel casino e tu sei contenta! Grazie davvero per la comprensione!"
Emma trattenne una risata, cercando di non sputazzare il toast dappertutto.
"Scusami, ma sono contenta per la mia amica... e lei viene prima di te sulla mia lista delle priorità."
Duff diede l'ennesima manata a Mike, che aveva appena attaccato le sue uova e salsiccia con la forchetta.
"Non vorrei suonarvi maleducato, ma questa colazione me l'ero immaginata un po' più intima di così... Non potete scendere al bar a fare colazione, invece di divorarvi la nostra??"
Emma scoppiò a ridere e spostò le gambe di lato sulla poltroncina, senza accorgersi che la maglia del pigiama di Duff le lasciava ormai scoperte le gambe e non solo.
"Ma dai poveri, lasciali stare..."
Mike, la bocca piena di patate, quasi si strozzò per commentare.
"Ecco, senti?? Lei sì che è di buon cuore... non come te che sbatti fuori gli affamati!!"
Jeff, dalla poltroncina accanto a Emma, non riuscì a trattenersi dal seguire il contorno sinuoso delle sue gambe fino al bordo degli slip che si intravedevano da sotto la maglietta.
"Jeff!!!!"
L'urlo di Duff gli fece fare un salto nella poltroncina e il bassista si alzò di scatto, le mani avanti come per difendersi.
"Scusa capo... scusa!! Non l'ho fatto apposta, giuro! Adesso ce ne andiamo, ok?? Non ti arrabbiare..." Il ragazzo passò dietro a Mike e lo afferrò per la giacca di pelle. "Muoviti Mike, andiamo a fare colazione!"
Mike guardò disorientato sia lui che Duff e preso un ultimo pezzo di pane, scrollò le spalle e seguì l'amico fuori.
"Ok, mi sono perso qualcosa, ma obbedisco... Ci vediamo dopo, eh?"
E varcata la soglia si tirò dietro la porta.
Emma guardò Duff con uno sguardo interrogativo.
"Perché ho anch'io l'impressione di essermi persa qualcosa??"
Duff prese il suo vassoio e si sedette sul divano.
"Lascia perdere, è meglio..."
Poi sbatté la mano sul divano, a pochi centimetri da lui.
"Vieni qui a mangiare?"
Emma gli sorrise e prese il suo vassoio, o meglio quello che ne era rimasto dopo gli assalti di Mike, sedendosi accanto a Duff.
Lo guardò mentre mangiava di gusto e si soffermò per qualche istante a pensare che stava facendo colazione con lui come se niente fosse, come se si conoscessero da sempre e lui non fosse una famosa rock star internazionale.
Duff si sentì forse osservato, perché girò il viso verso di lei, curioso.
Emma gli sorrise arrossendo lievemente e poi distolse subito lo sguardo, portandolo sul pane che prese a spalmare col burro, senza lesinare.
Era meglio mantenersi in forze, perché aveva la sensazione che la giornata sarebbe stata faticosa, anche se in modo decisamente piacevole!























  
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