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Autore: Kiki87    31/05/2013    4 recensioni
[Daddy!Kurtbastian]
La vita della piccola Sissy sembra perfetta: un papà e un papy che l'adorano. La sua più grande preoccupazione sono i compiti di matematica e la sua cotta non troppo segreta per un coetaneo.
Tutto fino a quando i genitori non le fanno un annuncio che cambia tutto: da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Piccoli crucci e paure inespresse, un pizzico di gelosia ma tanta dolcezza e un'importante lezione sull'amore.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love doesn't work like math.

(L'amore non è come la matematica).




Le divisioni continuavano ad essere un problema e non erano mai state il suo forte: sbuffava mentre, le labbra contratte in una smorfia, usava le dita per determinare quante volte il sette fosse compreso nel diciassette.
Due volte con il resto di tre, quindi si abbassava l'otto e diventava un bel trentotto: corrugò le sopracciglia nel tentativo di rimandare a mente la tabellina del sette per poi rendersi conto che molto probabilmente fosse una di quelle operazioni antipatiche che richiedevano persino la virgola. Ma quand'è che si attaccava la virgola? E poi serviva aggiungere uno zero, giusto? E dove andava scritto lo zero?
Si grattò la tempia nel tentativo di mettere a fuoco la pagina di quaderno nella quale aveva scritto tutto con le pennine colorate ma la sua concentrazione si spezzò: levò gli occhi azzurrini e un sorriso le increspò le labbra di ciliegia nel vedere i suoi papà sulla soglia della sua cameretta. Papà Kurt sorrideva di quel suo modo vezzoso anche se sembrava nervoso, per qualche motivo, e sembrava stesse cercando di convincere il papy Sebastian1 ad entrare nella camera.
Fingendo di non averli scorti, appuntò lo sguardo sul quaderno, il sottofondo delle loro voci.
Avanti, dobbiamo parlarle”.
L'idea è stata tua: tu dovresti parlarle. Sei tu papà comprensione, papà bei discorsi”. Il solito tono più lamentoso e quasi puerile, seppur ammantato della solita arroganza.
E tu a cosa servi?”.
Io sono il papy affascinante, ovviamente, il suo compito è adorarmi”. Non serviva neppure levare lo sguardo per immaginarne il sorrisetto malizioso ed allusivo.
Non discutere, riguarda la nostra famiglia e lo faremo insieme”. Era una di quelle occasioni in cui papà si dimostrava particolarmente deciso e poco propenso ai compromessi. Una bella divergenza visto che papy, pur adorandolo, non voleva mai esplicitamente dar segno di obbedire alla sua volontà.
Smettila di spingermi”.
E tu smettila di tenerti allo stipite”.
E se non fosse d'accordo? Non voglio che mi odi”. Odiare uno dei due? Era letteralmente impossibile e ancora più strano era che il papy desse adito ad un simile dubbio.
Non dire stupidaggini”.
Aveva cercato di trattenere la risatina che voleva sgorgarle dalle labbra seppur il corrugamento delle sopracciglia rivelasse la sua confusione: che cosa stava succedendo?
Per quale motivo i suoi papà apparivano così nervosi e dovevano parlarle?
Solitamente alle amiche di scuola quando succedeva una cosa simile era perché la famiglia doveva cambiare casa (lei amava la loro casa e la sua cameretta: papà Kurt l'aveva arredata con il suo meraviglioso gusto e aveva la sua collezione di bambole, del fornetto e della cucina delle Barbie e anche una mini-lavagna come quella che lui aveva al suo Atelier. Spesso vi si sedeva spesso a disegnare abiti che poi lui approvava e spesso portava anche in ufficio e li appendeva alle pareti insieme ai numeri di Vogue o alla sua rivista personale), oppure stavano avendo un... dissorzio2 (?). Ma no, i suoi papà fingevano spesso di litigare o si tenevano il muso (questo era tipico di papà Kurt: quando papy Sebastian era arrabbiato preferiva stare solo o uscire a fare una passeggiata. Spesso la portava con sé: le comprava un gelato o cercava di inculcarle qualche parolina che poi doveva dire a papà Kurt al posto suo. Secondo lui era per questo che a papà Kurt piaceva litigare e fare pace.) ma erano la coppia più innamorata che conoscesse. A parte i nonni Burt e Carole.
Mentre formulava le sue congetture silenziose, si erano entrambi avvicinati al suo letto.
Sissy, tesoro, scusa se ti disturbiamo”.
Si era sentita sollevare dal papy che le aveva assestato un bacio sulla guancia.
Dovrebbe ringraziarci: matematica, eh?” l'aveva vezzeggiata e la bambina aveva riso, cingendogli il collo ed annuendo prima che papà Kurt si sedesse sul suo letto.
Aveva accavallato le gambe e si cingeva il ginocchio con entrambe le braccia: quando il papy la fece accomodare sul letto, restò appollaiata al suo grembo mentre l'altro le cingeva la manina. Strinse la sua, morbida e vellutata come sempre. I due adulti sembrarono scambiarsi uno sguardo prima che papà prendesse la risoluzione.
Tesoro, dovremmo parlarti di una cosa”.
Aveva annuito, pronta all'ascolto: la sua curiosità diventava sempre più impellente, senza contare che era anche un'ottima scusa per rimandare le sue divisioni con la virgola.
Ricordi la signora che hai incontrato prima? E che è venuta a farci spesso visita?”.
Sissy la ricordava perfettamente: era una donna molto affascinante e aveva dei begli occhioni verdi (non come quelli di papy: quelli erano unici) e un sorriso davvero gentile, legava sempre i capelli biondi con qualche acconciatura particolarmente elaborata e aveva sempre un bel rossetto luminoso. E le scarpe abbinate alla borsetta.
Aveva la nuova borsa di Chanel, l'hai vista?”.
Papà parve illuminarsi.
L'hai notata? Ed è ancora in edizione limitata e-” uno schiarirsi di voce li interruppe e papy, le mani che accarezzavano distrattamente i capelli di Sissy, stava guardando il marito con le sopracciglia inarcate e il viso inclinato di un lato.
Mi dispiace interrompere questo – le aveva tappato le orecchie – orgasmo modaiolo, ma credevo dovessimo parlarle di tu-sai-cosa”.
Sissy aveva aggrottato la fronte, guardando dall'uno all'altro mentre papà guardava papy con quella tipica espressione offesa.
Ci stavo giusto arrivando: stavo solo lodando il suo colpo d'occhio straordinario”.
Ricordatelo quando da adolescente diventerà una Blair Waldorf3 e scialacquerà la tua carta di credito per una nuova collezione comprata su Amazon”.
Adesso mi offendi seriamente: mia figlia non farebbe mai acquisti on-line, privandosi della possibilità di girare per negozi con me”. La sola idea pareva scandalizzarlo più della possibilità che fosse capace di rubare.
Oh, lo farà: perché sarò io a dare a mia figlia il numero di serie della tua carta di credito”.
Adesso era stato il suo turno di schiarirsi la gola.
Non dovevate dirmi qualcosa?”.
Nonno Burt le aveva insegnato che spesso per impedire che bisticciassero come “una disgustosa coppia di sposini” bisognava intervenire nel momento giusto e sembrò esserci riuscita perché papà sorrise nuovamente e papy riprese a carezzarle i capelli.
Si rilassò soddisfatta, la schiena premuta al petto del papy.
Sissy, tesoro, papy e io abbiamo incontrato quella signora perché lei vuole aiutarci a rendere più grande la nostra famiglia”.
Vuoi ingrassare?” aveva chiesto la bambina confusa e sentì il papy soffocare una risatina ma papà – dopo averlo fulminato con lo sguardo – non smise di sorriderle: si sporse a prenderle il visino tra le mani.
Lo sai che ti adoriamo più di ogni altra cosa”.
Io di più” sussurrò papy complice, al suo orecchio.
E questo non cambierà mai: sei la nostra principessa”.Lo aveva detto con enfasi ma Sissy continuava a guardarlo confusamente per come sembrava divenite più ansioso.
Lo so”.
Che ne diresti, allora, se questa principessa avesse... un piccolo principino a farle compagnia?”.
Era arrossita furiosamente: sapevano che Kyle Anderson Glassman4 le aveva regalato un fiorellino? O almeno credeva fosse stato lui, insomma la sua amica Rebecca ne era sicura anche se non l'aveva visto personalmente.
Un principino?”.
La stai confondendo” ribatté il papy che la sollevò per le ascelle così da guardarla in viso.
E' il tuo giorno fortunato, scricciolina: avrai un fratellino che sarà identico di me”.
Di fronte ai loro visi sorridenti, rimase qualche istante senza fiato.
Forse, dopotutto, la matematica non era la cosa peggiore.

~
A quell'ora della notte la casa era avvolta da un delicato silenzio che sovrastava ogni cosa, come una delicata ninna nanna che penetrava oltre la stanchezza e le preoccupazioni e riusciva a cullare la mente. Sincronizzava il ritmo delle palpitazioni e la respirazione, fino a indurre ad abbandonarsi piacevolmente e ritrovare la pace.
Più o meno.
Allungò il braccio verso il comodino al suo fianco, fino a far scattare l'interruttore dell'abat-jour: nello stesso momento, Sebastian emise un gemito di disapprovazione e si volse di un fianco, dandogli le spalle.
Kurt si sollevò con il busto, un'espressione di profondo sgomento: allungò il braccio nuovamente ma questa volta ad artigliare la spalla del marito.
Sebastian?”.
Ripeté il richiamo al grugnito di risposta, scuotendolo anche leggermente.
Stai dormendo?”.
Seppur avesse le palpebre serrate, Sebastian avrebbe scommesso l'entità dei suoi genitali di esser riuscito a sollevare gli occhi al cielo ma non gli diede soddisfazione di voltarsi a fissarlo. Al contrario, abbracciò il cuscino e affondò maggiormente contro di esso.
Sì”. Brontolò.
Sebastian!” ripeté il suo nome: questa volta aveva l'intonazione di una protesta ma l'altro emise un verso stizzito, concedendosi – gli occhi ancora serrati – di muovere appena il capo, quasi volesse guardarlo da sopra la propria spalla.
Le luci sono spente, Sissy dorme quindi a meno che non abbia voglia di fare sesso o la casa stia andando a fuoco e io stia andando in autocombustione, sì, sto dormendo come tutte le notti a quest'ora”. Sottolineò con voce evidentemente carica di sarcasmo che Kurt ignorò.
Aveva preso a frugare nel comodino, e Sebastian avrebbe giurato di aver sentito lo sfogliare frenetico di un libro ma sperò di riaddormentarsi prima che il suo amatissimo consorte sentisse l'impellente necessità di avvisarlo di una nuova idea per la sua linea di moda dell'Atelier Hummel. Oppure riprendesse a singhiozzare per Satine e/o quella sottospecie di Obi-Wan confuso e travestito da damerino. 5
Sono preoccupato per Sissy” fu il commento di Kurt e Sebastian si odiò per per quello scampanellio che si era acceso nel suo cervello e che lo indusse a voltarsi – sapeva che già se ne sarebbe pentito! - con la mano ancora a coprirsi gli occhi, perché non fossero troppo feriti dalla luce.
Sei tu papà medico, a meno che Dottor House non esca dalla tv e, tra parentesi, dovresti smetterla di farglielo vedere solo perché hai una cotta per Jesse Spencer6, o ogni volta che ha un raffreddore, penserà di dover fare testamento”.
Non sto parlando della sua salute” aveva risposto – troppo frettolosamente e aveva ignorato ogni riferimento al bell'attore australiano – e la sua voce era persino più accorata, tanto che Sebastian, ancora maledicendosi, scostò la mano ad osservarlo. Aveva le sopracciglia inarcate ma mosse appena il mento in sua direzione perché continuasse a parlare.
Non hai notato che non ha detto nulla, quando le abbiamo parlato di tu-sai-cosa?”.
Prese un profondo respiro, Sebastian.
Anzitutto, non c'è più bisogno che tu parli per enigmi, mi sembra” la solita incrinatura ironica prima di scuotere il capo. “Dalle il tempo di reagire: anche io sarei sconvolto all'idea di un mini-me che sia straordinariamente affascinante e irresistibile” era stato incredibilmente serio nel pronunciare quella frase con evidente convinzione. Kurt, malgrado la preoccupazione, dovette sforzarsi di non scoppiare a ridergli in faccia ad un maniera che, per il suo egocentrico narcisismo, sarebbe stato insopportabile.
Quindi non dovremmo preoccuparci? Insomma secondo questi manuali sulla psicologia infantile e questo del pre-mestruo-”.
Il pre-cosa?” vi era stato un ringhio più minaccioso nella sua voce.
Per l'amor del cielo Sebastian: ha otto anni il che significa che tra circa metà della sua età attuale dovremmo prepararla a... insomma, al-”.
N-Non dirlo” la sua faccia schifata era stata più che eloquente ma aveva ripreso frettolosamente il discorso iniziato in precedenza. “Hai davvero sprecato soldi in quella merda? Tanto valeva farsi dare un consiglio da Cleverbot7”.
Credo che dica delle cose molto interessanti, invece: c'è tutto un capitolo su come si dovrebbe affrontare l'arrivo di un nuovo bambino. Magari è spaventata e pensa che non l'ameremo come prima. O forse adesso ci odia-”.
Casomai odierà te” aveva borbottato in risposta ma fu una fortuna che Kurt fosse troppo preso dal suo dilemma personale per ascoltarlo.
Sono un pessimo padre: avrei dovuto parlargliene già prima, avrebbe dovuto sentirsi coinvolta nella discussione e adesso ho sconvolto la sua quotidianità e ha troppa paura di ferirmi per dirmi cosa pensa seriamente. O forse ha soltanto bisogno di metabolizzare la notizia e rendersi conto che sia tutto reale o forse non trova le parole di esprimersi e lo farà con il tempo.
Ma non può essere così: sento che qualcosa non va, solo che non riesco a capire cosa sia e cosa dovrei fare per-” .
Kurt” Sebastian, che aveva passato gli ultimi due minuti a massaggiarsi la tempia mentre suo marito si auto-stuprava la psiche, lo richiamò con voce stanca.
Io avrei tanto desiderato una sorellina ma forse ho dato per scontato abbia ereditato da me anche questo-”.
Kurt” aveva alzato ulteriormente la voce e finalmente il marito aveva taciuto, allora Sebastian lo aveva scrutato a lungo, le sopracciglia inarcate.
Sembrò rifletterci qualche istante: tutte le sue congetture melodrammatiche e paranoiche che ancora gli ronzavano nella mente, annebbiandola e facendolo sentire come se stesse letteralmente affogandosi in esse.
Sicuro di non essere tu quello incinto?” gli aveva chiesto infine.
Aveva osservato il viso di Kurt venire stravolto: dapprima l'imbarazzo e la confusione, prima che uno scintillio di rabbia gli facesse irrigidire i lineamenti e serrare le labbra. Tremavano il che avrebbe potuto equivalere ad un segnale secondo cui stava per scoppiare e/o esplodere in pianto (il che, purtroppo, non era escludibile a giudicare dalla pantomima cui aveva assistito negli ultimi istanti).
Non fece semplicemente nulla, Kurt: gli rivolse un'occhiata gelida ma decise di non rispondere, il che era persino peggio di quando assumeva quel tono lacrimoso o gli rispondeva con le stesse frecciate ironiche e sferzanti.
Si volse con un gesto teatrale verso il comodino e spense la luce.
Buonanotte Sebastian” pronunciò con quel tono che significava che, molto probabilmente, il giorno dopo gli avrebbe rivolto soltanto parole cordiali e marcato i “per favore” e “grazie mille” senza però guardarlo in volto, fino a quando non gli fosse passato quel malumore.
Kurt” lo richiamò ma l'altro si era nuovamente steso.
Ho detto buonanotte” la voce era suonata più stridula ma si raggomitolò nel suo lato del letto, in posizione fetale, e allungò le coperte fin sotto il mento.
Sebastian dovette essere grato al fatto che l'oscurità fosse calata per nascondere il sorriso che ne illuminava le labbra: Kurt era senza dubbio la checca isterica più mestruata, melodrammatica, rompipalle e paranoica del mondo. Ma era probabilmente quello il motivo per cui, una volta avvinto a sé ed assuefatto di tutti quei difetti che gli facevano spesso venir voglia di strangolarlo, non sarebbe riuscito a separarsene se non facendosi una costrizione.
Ne ignorò quella postura con la quale stava dandogli evidente dimostrazione che non desiderasse alcun contatto e neppure rivolgergli parola, ma gli si avvicinò fino ad invaderne lo spazio personale e cingerne il ventre fino a quando la sua schiena non si incastrò perfettamente contro il proprio petto. Respirò vicino alla sua nuca: ne sentì la pelle intirizzirsi ma immaginava l'espressione insofferente che gli avrebbe rivolto se lo avesse guardato in viso, ipotesi del tutto scartata per puro orgoglio.
Ma neppure diede segno di volersi scostare e Sebastian profittò della vicinanza per sporgersi a baciarne delicatamente il collo.
Domani le parlerò, quando andrò a prenderla a scuola” si sentì dire e Kurt parve rilassarsi seppur lo immaginò sollevare il mento.
Non dovresti assecondare le mie turbe ormonali” replicò in tono evidentemente ironico e Sebastian dovette trattenersi dal ridere contro la sua pelle (allora sì che Kurt avrebbe anche potuto lasciare il letto per andare a dormire nella camera degli ospiti) ma si limitò a baciarne nuovamente quella porzione di pelle.
Erano incluse nell'anello di fidanzamento: mi hanno fatto un ottimo sconto”.
Lo farai davvero?”.
Sorrise, Sebastian, sentendo che stava per capitolare.
Lo farò”.
Kurt si volse ad affondare contro il suo petto e Sebastian fu lesto a cingerlo, appoggiando il mento contro il suo capo. Ne inspirò il profumo di vaniglia, divenuto ormai parte stessa di quelle pareti e di quel letto.
Scusa se sono così paranoico” aveva pigolato, in tono più imbarazzato.
Mhm, solo un tantino”.
E se ti ho svegliato” aggiunse.
Ci sarebbero modi più interessanti per farlo, in effetti”. Fu la pronta replica, un sorrisetto più malizioso a farne baluginare lo sguardo mentre lo attirava maggiormente a sé.
Non vedo l'ora di avere un piccolo mini-te”.
E' per questo che ancora non ho chiesto il divorzio” rise del colpo secco alle costole ma lo attrasse maggiormente a sé, appoggiò il capo nell'incavo del suo collo e socchiuse gli occhi pigramente, strofinandovi le labbra.
Ricordati di queste parole, quando mi maledirai per i miei geni” lo ammonì dolcemente, facendolo ridacchiare. Con quel fare appena più vezzoso e quello sguardo più languido che Sebastian adorava follemente.
Lo so: sono masochista”.
Dimmi che mi ami, Kurt, così potrò tornare a dormire”. Gli suggerì in tono spiccio, strappandogli un verso a metà tra l'imbarazzo e il divertimento.
Come sei romantico”.
Quindi non hai intenzione di dirmelo”. Non sembrava trasparire alcuna emozione dal tono ma Kurt avrebbe giurato stesse attendendo quelle parole.
Ti amo”.
Lo so”. Rispose soddisfatto, una scrollata di spalle.
Non sei Patrick Swayze”.
E tu non sei un necrofilo8”. Sottolineò e Kurt si scandalizzò per il modo superficiale con cui si faceva beffe del romanticismo – spesso drammatico – dei suoi film preferiti.
Andremo avanti per le lunghe?”
No, decisamente no”.
Un guizzo repentino con cui lo fece coricare supino e Sebastian sorrise chinandosi al suo volto: un sorriso complice di Kurt nel cingerne il volto.
Mhm, sembra che dopotutto non dormirai davvero”. Sorrise quando il marito prese a mordicchiarne le dita, lo sguardo fisso su di lui a quella maniera più sensuale che non avrebbe mai smesso di farlo tremare.
Solo perché lo decido io, Hummel”.
~
Non era stata una notte di sogni incantati, quella di Sissy: al contrario, seppur non ne ricordasse esattamente il contenuto, a parte il suono incessante del pianto di un neonato.
Si era svegliata molto inquieta, accompagnata da una profonda sensazione di frustrazione e di timore che non si erano dissolti quando papà le fatto indossare un completino nuovo che ne avrebbe messo in risalto gli occhi. Neppure quando le aveva preparato i plumcakes con tanto di faccina sorridente.
Era stata molto silenziosa: seduta sullo sgabello, la mano a puntellarsi il viso mentre piluccava il cibo con la forchetta senza mai levare lo sguardo. Senza mai partecipare alla conversazione ma limitandosi a rispondere alle premurose domande di papà circa la giornata che l'attendeva o il carico di compiti previsti per la settimana e l'immancabile richiesta di conferma sulla comodità delle ballerine o il consiglio su come il cerchietto dovesse essere esattamente posizionato.
In compenso, era sembrata una giornata come le altre a scuola, scorsa tra dettati e lezioni di grammatica, altri calcoli di matematica alla lavagna e con la temutissima Signora Marshall. Soltanto durante la pausa della ricreazione, la sua amica Rebecca l'aveva osservata con più curiosità del solito.
Perché stai zitta zitta, Sissy? E' perché Kyle ha il morbillo?” un vago cenno di rossore sulle guance ma la bambina aveva negato, muovendo energicamente la testa, scuotendo così anche i boccoli. Aveva sospirato e infine si era presa le guance tra le mani, un sospiro stanco.
I miei papà vogliono un altro bambino” aveva ammesso alla fine e il solo dirlo ad alta voce aveva reso tutto persino più difficile: aveva sentito la gola stringersi in un nodo e gli occhi pizzicarle ma Rebecca aveva sbattuto le palpebre confusa.
Anche la mia mamma, e la mamma di Elisa, e di Matthew, e di Richard e-”.
Sapeva naturalmente che quasi tutti nella sua classe avevano fratelli o sorelle più grandi o più piccoli ma non riusciva a capacitarsi che stesse accadendo anche a loro. Che cosa era cambiato? E, soprattutto, perché stava succedendo a lei?
Io non lo voglio” aveva risposto imbronciata, incrociando le braccia al petto. “Lo hanno già deciso” aveva borbottato in tono evidentemente offeso ma Rebecca si era grattata confusamente la testa.
Sono grandi, fanno sempre così: anche mamma e papà non me lo dicono mai quando mi mettono le verdure nel piatto” asserì con la stessa serietà.
Preferisco le verdure!” aveva brontolato ulteriormente, il tono più capriccioso nello sporgere il labbro inferiore ma Rebecca le aveva stretto la manina.
Io voglio bene alla mia sorellina: le faccio mettere i vestitini delle bambole e le leggo le favole, dormiamo tutti insieme nel lettone di mamma e papà e guardiamo i nostri cartoni preferiti”.
Suo malgrado, Sissy non aveva potuto che immaginare qualcosa di simile e aveva lentamente rilasciato il respiro. Aveva persino sorriso dell'idea che, con una nuova bambina (perché doveva essere una bambina, se proprio doveva esserci qualcun altro!), avrebbero dovuto passare più tempo con lei e fare le cose che le piacevano. Era uno scambio giusto: lei dava a loro il permesso di avere un'altra bambina e loro dovevano essere ancora più dolci e buoni con lei.
Probabilmente non sarebbe stato poi così male: in fondo papà Kurt diceva sempre che non bisognava affidarsi soltanto alla prima impressione perché altrimenti non avrebbe sposato Papy.
Stava giusto per ringraziare Rebecca che riusciva sempre a dire qualcosa che le sollevava l'umore ma fu una terza voce quella che le interruppe.
Sei tu, Sissy, che avrai una sorellina o un fratellino?” si erano entrambe voltate ad osservare Hannah, la ragazza più alta della classe, figlia di una modella che ostentava sempre qualche completo nuovo – rigorosamente non acquistato nell'Atelier Hummel – e si dava le arie di una principessa. Anche se era antipatica e si comportava sempre come se sapesse tutto.
Sissy aveva aggrottato le sopracciglia ma si era stretta nelle spalle per non darle soddisfazione.
Sì, e ne sono tanto contenta” le aveva detto, cercando di sostenerne lo sguardo ma la bambina aveva continuato a sorridere, fissandola.
Davvero? Perché sembra che stai per piangere?”.
Sissy aveva stretto le labbra, cercando di dare alla sua voce un tono più sicuro mentre stringeva i pugnetti, il viso arrossato.
Non sto piangendo!”. Ribatté indignata.
Sì, non sta piangendo!” le fece eco Rebecca. “Sissy avrà la sorellina più bella del mondo e tu resti una strega”.
Ma Hannah si era limitata a gettarle un'occhiata divertita per poi concentrarsi su Sissy, chinandosi a sfiorarle i capelli – i suoi, al contrario di quelli di Sissy, erano lisci e ricadevano come una cascata setosa e di un biondo dorato – per poi sorriderle con finta gentilezza.
Fai bene ad essere triste perché i tuoi papà presto non ti vorranno più bene” aveva continuato impietosamente e persino la temeraria Rebecca aveva trattenuto il fiato.
Era stata una stilettata al petto di Sissy che aveva sentito gli occhi farsi lucidi ma sapeva, sapeva in cuor suo che fossero solo parole dette con cattiveria. Anche se i suoi genitori non avevano mai parlato molto del loro passato, le avevano spiegato che vi erano persone che, apparentemente senza motivo, si divertivano a ferire gli altri dicendo cose cattive. Per il gusto di fare male e sentirsi più forti. Non aveva mai creduto che fosse possibile, non fin quando non aveva conosciuto Hannah ad ogni modo.
Stai dicendo una bugia, solo perché sei gelosa” aveva reagito, infine, ma la biondina aveva continuato a sorriderle, scrollando le spalle.
Perché dovrei? Presto ti manderanno in un orfanotrofio”.
Era sbiancata Sissy e Rebecca le aveva stretto la manina, scansando l'altra con sguardo irritato prima che la Maestra si avvicinasse a tutte e tre, chiamandole per nome.
Bambine! State litigando?” le mani sui fianchi, aveva guardata dall'uno all'altra ma Hannah si era scostata i capelli dietro le spalle, sorridendole leziosa e sbattendo le palpebre.
Niente affatto, signora Marshall, stavo solo consigliando a Sissy un negozio di vestiti decenti” aveva ridacchiato della sua stessa battuta e, soltanto quando si fu allontanata, la maestra si chinò verso Sissy.
Stai bene, Sissy? Sei pallida: è per qualcosa che ti ha detto Hannah?”.
Passò un lungo istante prima che la bambina articolasse suono: la sua mente ripercorreva le parole della coetanea e, pur consapevole che fossero frutto della sua cattiveria, non aveva potuto fare a meno di sentire un forte dolore, laddove il cuoricino batteva più rapidamente.
Scosse il capo, lentamente.
Sei sicura?” le aveva accarezzato la guancia con fare più gentile: come facevano i suoi papà per rassicurarla o coccolarla. “Vuoi che chiami i papà?” aveva soggiunto ma Sissy aveva scosso il capo e si era sforzata di sorridere.
Sto bene, grazie Signora Marshall”.
Rebecca aveva continuato a fare linguacce a Hannah fino a quando la Maestra non l'aveva guardata con il cipiglio severo e solo allora si era seduta di nuovo accanto a Sissy.
Hannah è una strega bugiarda e sono sicura che quando sarà grande le verrà... la celluli- il cellulare9, quella cosa lì che augura sempre la mia mamma alle attrici” sentenziò in tono sicuro di sé e, malgrado tutto, Sissy rise.
Sì, Rebecca aveva ragione.
Non capiva come un cellulare potesse danneggiare un'attrice famosa ma Hannah non avrebbe mai potuto dire qualcosa di vero sui suoi papà.
Era così e le bastava.

Accolse con particolare foga il suo adorato papy quando ne scorse l'alta figura stagliata contro la sua auto: non esitò a correre per ricoprire la distanza e abbracciarne le gambe, in attesa che egli la sollevasse dal suolo e la stringesse teneramente tra le braccia.
Com'è andata a scuola, scricciolina?” le chiese e Sissy – l'immagine di Hannah e l'eco delle sue parole ancora ben udibili nella sua mente – scosse il capo e gli sorrise.
Bene” rispose e il padre l'aiutò a salire in auto ma notò che non aveva imboccato la direzione della loro abitazione.
Papà ha una riunione e rientrerà più tardi: andiamo al parco” le aveva suggerito e uno scintillio di pura gioia aveva cosparso le iridi della bambina che adorava quelle occasioni in cui potevano trascorrere del tempo insieme prima di rientrare. Allora magari era lei a proporre di pasticciare in cucina, specialmente se papà sarebbe rientrato più tardi e particolarmente provato da una lunga giornata di lavoro. Non che il suo papy si sforzasse tanto, quindi il più delle volte ne ricavavano qualcosa di bruciacchiato o di insapore o di fin troppo salato ma papà sembrava sempre e comunque apprezzare tutto, visto il sorriso che continuava a sostare sulle sue labbra e il cibo sembrava sempre passare in secondo piano.
Solitamente il papy la spingeva sull'altalena o restava a guardarla mentre si dava ad altre attrazioni o semplicemente restavano seduti sulla panchina: lui a volte leggendo qualcuna delle sue cartelle e pratiche dei suoi clienti (era un avvocato) e lei stesa con la testa appoggiata alle sue gambe e gli occhi socchiusi al sole. Quel giorno non sembrava particolarmente ansioso di spingerla perché la trattenne contro di sé mentre osservavano le altre famiglie.
Lo sguardo di Sissy cadde su un'altra bambina, più o meno sua coetanea, che stava cercando di far smettere di piangere un neonato nella sua carrozzina: gli porgeva la sua stessa bambola e il neonato la lanciava lontano, continuando a piangere.
Un sospiro le affiorò alle labbra e un corrugamento sulla fronte.
Bel lancio” commentò il suo papy che aveva evidentemente osservato la stessa scena e Sissy sentì le guance ardere come se le avesse letto il pensiero. Questi la strinse a sé, fino a prenderla in braccio. Le accarezzò i capelli e le consentì di appoggiare il visino contro il suo petto.
Sospirò, Sissy, e socchiuse gli occhi.
Stai bene, Sissy?” le aveva chiesto e la bambina sapeva che era quella la domanda che solitamente le veniva posta in quelle situazioni: quello era il momento in cui avrebbe dovuto lasciar andare le sue paure o parlargli sinceramente.
Aveva schiuso gli occhi per incontrare quelli smeraldini, aveva sentito le sue labbra sfiorarle la fronte e aveva rilasciato il respiro più pesante. Avrebbe dovuto dirgli tutto, lo sapeva, ma sembrava difficile, come non mai. Neppure quando aveva preso un brutto voto aveva temuto così tanto la sua reazione, neppure quando aveva macchiato involontariamente l'abitino nuovo e a papà era quasi venuta una sincope e aveva cominciato a parlare con voce alta e incredibilmente acuta.
Sai che se qualcosa non va, puoi parlarmene, vero?” aveva aggiunto e Sissy aveva annuito ma era passato un altro lungo istante.
Fece per aprir bocca ma il cellulare del padre suonò.
Siamo al parco, credevo rientrassi più tardi: sei andato in iperventilazione per nulla” lo sentì dire con il solito tono mellifluo ed ironico con cui era solito schernirsi delle paranoie o delle ansie del marito.
Sospirò, Sissy, ma scosse il capo: il neonato era stato preso in braccio dalla madre e la figlia maggiore la seguiva ed osservava mestamente la propria bambola, camminando a testa bassa.
Strinse i pugni e ricacciò nuovamente la sgradevole voce di Hannah che era sempre più alta dentro la sua testa.


Affondò il visino contro il cuscino e sollevò le coperte per mantenere una traccia di calore.
Le hai parlato?”.
Avevo iniziato, prima che tu ti facessi venire una crisi isterica”.
E cosa ti ha detto?”.
Nulla: è inutile forzarla. Dobbiamo lasciarle tempo”.
Mi preoccupa, Sebastian”.
Tu ti preoccupi sempre”.


~

Controllò il suo riflesso per l'ennesima volta, constatando che era tutto perfetto: papà le aveva accuratamente fatto lavare il tutù e si era occupato della gonna di tulle perché fosse morbida e vaporosa e ne seguisse i movimenti. Le scarpine erano un regalo, di una tonalità di rosa confetto – il suo preferito - ed aveva già provato a muovere i primi passi per il riscaldamento, constatando fossero perfette. I capelli erano stati trattenuti da un cerchietto ma le ricadevano in boccoli ai lati del viso, impreziosito da un trucco leggerissimo a metterne in risalto il colorito delle gote e i boccioli rossi delle labbra. Un sorriso al ricordo della preparazione.
Papy aveva storto il naso malgrado papà dicesse che fosse perfetta e le avesse fatto almeno un centinaio di fotografie – dal solo tragitto della sua camera fino all'auto – ma la replica era stata concisa mentre le baciava la guancia “Lei è sempre perfetta: non le serve il trucco” e aveva sentito il cuore scaldarsi e un sorriso d'emozione ma li aveva ringraziati con una piroetta.
Il momento di levare il sipario si stava avvicinando sempre più e sentiva il cuore stringersi in una morsa mentre la Maestra le incoraggiava tutte a mettersi in fila, pronte a calcare il sipario del loro primo saggio di danza.
Forse fin troppo presto, il sipario si levò ma, a quel punto, cercò di ricordare gli insegnamenti: doveva soltanto affidarsi alla musica, ascoltarne il ritmo e seguirlo, eseguendo quei movimenti che aveva imparato da tempo.
Aveva scorto tra le prime file lo sguardo sorridente dei suoi due adorati: papà sembrava seduto sull'orlo del seggiolino, le mani strette in preghiera e sembrava seguire ansiosamente ogni suo passo, come ogni volta che ripassasse con lui la coreografia; papy era più rilassato contro lo schienale ma non distoglieva lo sguardo se non per dire qualcosa al marito e indurlo, con una pressione sulla spalla, a rilassarsi contro la sua poltroncina.
Stava seguendo la coreografia, era giunta in prima fila e sentiva di essere diventata un tutt'uno con la musica. I suoi movimenti erano lineari, armonici, sferzava l'aria con la delicatezza di una farfalla nello sbattere le ali, sembrava dipingere con i movimenti dei piedini che solcavano il pavimento mentre si poneva sulle punte. Le braccia si levavano come le ballerine nei carillon e stava sorridendo di quel momento.
Sentì l'acuto pianto di un bambino: osservò un papà, non troppo lontano dai suoi, alzarsi in piedi per cercare di placare il figlio. Aveva gettato uno sguardo alla platea verso la figlia, mimando quello che sembrava un “mi dispiace” prima di lasciare la stanza.
AI suoi occhi quel viso assunse altri contorni ed erano altre due le persone che si allontanavano, troppo prese dalla richiesta di attenzione di un neonato per prestare attenzione a lei, in quel momento tanto speciale.
Il suo momento.
E mentre cadeva sul pavimento, la musica sembrò cessare in un angolo remoto della sua mente: sentì il respiro trattenuto da Rebecca. Una delle ultime immagini, fu il sorrisetto tronfio di Hannah che si era affrettata a porsi di fronte a lei.
Aveva sibilato un “Guarda come si fa” prima di esibirsi in qualche passo improvvisato che sembrò catalizzare l'attenzione generale.
Ma Sissy non riusciva a guardare né lei, né la Maestra che la incoraggiava a rialzarsi, né la mano protesa di Rebecca e neppure il pubblico per scorgere i papà.
Aveva sentito le lacrime grandi e calde scivolare lungo il viso e si era alzata per fuggire dietro le tende, incurante dei richiami.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato: si era seduta sulla panchina degli spogliatoi e si era abbracciata le gambe, il viso affondato contro le ginocchia e le spalle esili scosse dai singhiozzi.
Era il suo momento, prima che i suoi papà avessero un altro bambino, l'ultima occasione per essere la sola ed unica principessa ed aveva appena rovinato tutto.
La consapevolezza le fece mancare il respiro e rilasciò un altro singhiozzo proprio quando sentì dei passi avvicinarsi: qualcuno l'aveva appena sollevata da quella posizione e aveva affondato il visino contro una morbida e ampia spalla. Un profumo familiare l'avvolse, sentì un'altra mano appoggiata sulla sua schiena. Era il papy a stringerla e papà a sfiorarle la schiena, come così facendo potesse infonderle sicurezza.
Va tutto bene, tesoro, ti portiamo a casa” aveva sentito dire da quest'ultimo mentre il papy continuava a sfiorarne i capelli.
Aveva levato lo sguardo e gli occhi arrossati ad osservarli entrambi: deglutì a fatica e, con voce rauca, sussurrò un “Mi dispiace”.
Non hai nulla di cui scusarti” aveva ribattuto prontamente il papy, le sopracciglia lievemente aggrottate ma le aveva scostato le lacrime dal viso mentre papà annuiva.
Ora torniamo a casa: ci facciamo un bagno, una bella tazza di cioccolata e poi parliamo, d'accordo?”.
Non sapeva cosa sarebbe successo dopo che avessero parlato ma una cosa era certa: sapere che sarebbero stati con lei, quella sera, era già fonte di calore e di rassicurazione.
In quel momento, era tutto ciò di cui aveva bisogno.

~

Come diceva sempre Nonno Burt, le cose sembravano molto più semplici quando si aveva lo stomaco pieno e al dolce sapore della cioccolata aveva alternato qualche pasticcino che i genitori avevano comprato appositamente per festeggiare il suo primo saggio di danza. Mai avrebbe immaginato che sarebbe stata così disastrosa la conclusione ed era certa che Hannah non avrebbe mancato di farglielo pesare al ritorno a scuola. Ma, in quel momento, era avvolta nella copertina azzurra, continuava a mangiucchiare i bignè e lasciava che la crema lenisse quel nodo in gola che non sembrava volersi sciogliere in alcun modo.
Aveva ancora negli occhi l'immagine di quel papà che si era allontanato dagli altri spettatori per consolare il pianto del figlio e quell'inevitabile confronto con la propria situazione futura. Un sospiro pesante le sfuggì dalle labbra e, senza neanche levare gli occhi dal proprio piattino, non ebbe alcuna difficoltà ad immaginare lo sguardo che i due si erano scambiati.
Papà le si sedette al fianco e sembrò finalmente prendere la risoluzione a parlare.
Sissy, tesoro, vuoi raccontarci cosa è successo?” le aveva domandato e la voce era così dolce e preoccupata, così carica di affetto e così lo sguardo luminoso che sentì nuovamente le lacrime premere sul bordo degli occhi.
Tirò su con il naso.
Mi dispiace” pigolò nuovamente ma fu il papy a scuotere il capo, prendendola tra le braccia e appoggiandosela in grembo.
Non hai nulla di cui scusarti: anche tuo padre era abituato a fare figuracce in pubblico” convenne in tono fortemente ironico che causò a Kurt un verso di scandalosa disapprovazione nell'assestargli una pacca sul braccio.
Quello che tuo padre intende, tesoro, è che a tutti può capitare una giornata negativa: la prossima volta andrà molto meglio” cercò di rassicurarla ma Sissy aveva scosso il capo, incredula, tirando nuovamente su con il naso.
Non è v-vero, p-perché voi due non mi volete più b-bene”. Malgrado la sua voce fosse roca per il pianto trattenuto a stento, di cui le prime stille ne sfioravano le guance, quelle parole sembrarono lacerare il silenzio teso che si era creato.
Kurt e Sebastian si guardarono senza fiato e se il primo era parso lui stesso vicino alle lacrime, ferito da quelle parole, il secondo aveva stretto maggiormente la bambina, quasi trattenendola come un appiglio. Fu lui stesso a cingerne delicatamente le spalle.
Perché dici questo, Sissy?”.
La bambina non trattenne più il pianto che premeva nel suo cuore da quando il loro annuncio aveva cambiato ogni cosa. Da quando, soprattutto, aveva sentito che la sua famiglia e quell'amore che aveva da sempre conosciuto, avrebbe potuto essere minacciato da una nuova presenza. Da quando non era più certa di essere sufficiente.
Perché volete un altro bambino: io non vi basto più?” malgrado gli occhi arrossati e le labbra tremanti quella sorta di accusa era suonata così limpida da lasciare nuovamente entrambi senza fiato. Kurt deglutì a fatica prima di sedersi al loro fianco: allungò la mano al suo viso, sfiorandone delicatamente la guancia.
Mi dispiace, amore, io e tuo padre non volevamo farti pensare una cosa simile o vederti triste” la sua voce era soffusa e più delicata e lo stesso Sebastian aveva annuito con energia, rivolgendole un sorriso più complice. Un tentativo, almeno, di spezzare la tensione.
Credevo saresti stata entusiasta di un 'piccolo me'” aveva adottato quello stesso sorrisetto più suadente e allusivo, quello più furbo che ne faceva risplendere gli occhi e renderlo persino più bello. Lo stesso che utilizzava quando papà era arrabbiato e allora si presentava con un fascio di rose o un invito a cena.
Noi ti amiamo con tutto il nostro cuore, Sissy e questo non cambierà” malgrado continuasse ad osservarli entrambi in viso e quel dolce calore le facesse balzare il cuore in petto – le lacrime si erano momentaneamente arrestate – vi era ancora un residuo di timore.
E se non è così? Come fai a saperlo: non voglio che vi dimenticate di me” aveva concluso con un pigolio più strozzato prima che il papy la stringesse maggiormente al suo petto e sentisse la la mano del papà accarezzarne delicatamente i capelli.
Non succederà mai, Sissy: avere una famiglia più grande non significa perderci l'un l'altro ma soltanto avere più amore” aveva continuato a spiegarle pazientemente.
Ma se siamo di più, ne resta di meno” aveva pigolato, non era simile al problema di matematica che faceva in seconda? Quando c'erano più bambini tra cui distribuire le caramelle, non diventavano meno per ognuno?
L'amore non è come la matematica” aveva sorriso papà, immaginando a cosa stesse pensando. “L'amore non si divide: più ne dai e più sei in grado di amare ed essere amato” aveva sussurrato e Sissy ne aveva sostenuto lo sguardo, prima di osservare papy che si era chinato al suo orecchio.
Lo sai mantenere un segreto?”.
La bambina aveva annuito.
Qualunque cosa accada, sarei sempre la mia unica mogliettina”.
Un nuovo sorriso era balenato sulle labbra della bambina. “Sempre sempre?”.
Sempre e per sempre” aveva replicato prima di osservare il marito con un sogghigno, dondolando la bambina.
Forse, dopotutto, sono io il papà comprensione” aveva ironizzato ma Kurt aveva sollevato teatralmente gli occhi al cielo prima di tornare ad osservare la figlia, il viso inclinato di un lato e un sospiro nuovamente preoccupato.
Te lo prometto, amore, non ti abbandoneremo mai e sarai sempre la nostra bambina: ti fidi di me, vero?” aveva allungato la mano che la bambina aveva stretto, annuendo con foga. Si era scostata le lacrime dal visino e si era sporta con un braccio a cingere anche lui, comprendendoli entrambi in un unico abbraccio.
Vi amo”.
Anche noi, amore”. Aveva sorriso, infine, Kurt baciandone la fronte e rilassandosi a sua volta contro la spalla libera del marito.
Posso avere una sorellina?”.
Credevo dovessimo avere un 'mini me'”. Aveva constatato Sebastian e Kurt aveva ridacchiato, era evidente che la tensione si fosse sciolta.
Lo sapremo presto, amore”.


~

Non aveva mai amato gli ospedali: erano sempre pieni di quell'odore sgradevole e le trasmettevano una sensazione di ansia e di angoscia per la vista di tanti dottori coi loro camici bianchi mentre si recavano dalle persone a parlare dei loro parenti. Era quasi sempre qualcosa di negativo la loro presenza (Dottor House insegnava bene!) ma c'era tutt'altro nello sguardo del papy mentre, tenendola per mano, la conduceva lungo quei stretti e ampi corridoi. Superarono il viavai di persone sconosciute ma non pronunciò una parola mentre camminavano: in verità le era sembrato particolarmente taciturno da quando si era presentato al cancello della scuola, le aveva preso lo zaino e l'aveva fatta accomodare in auto.
Le cose erano diventate molto più serene negli ultimi mesi: i suoi adorati genitori non avevano mancato di rivolgerle tutte le attenzioni e l'affetto di cui necessitava, tutti – a parte Hannah – sembravano aver dimenticato il suo primo e disastroso esordio nel saggio di danza e si era divertita molto a scegliere abiti e suppellettili per il nuovo arrivato (sì, avevano chiarito che era un maschietto ma se era un “mini papy”, dopotutto, sarebbe stato bello accudirlo e prendersene cura, no?). Ciononostante, entrare nella camera e vedere papà con in braccio un piccolo fagottino non mancò di strapparle un guizzo all'altezza del petto: qualcosa a metà tra la curiosità e il puerile timore.
Strinse maggiormente la mano del genitore che, un sorriso suadente, la prese in braccio mentre anche Kurt sollevava lo sguardo e le rivolgeva quel bel sorriso a farne risplendere gli occhi.
Vieni, amore, ti presentiamo una persona” aveva sussurrato e, stretta tra le braccia di Sebastian, si era sporta ad osservare quel quadretto.
Lo vide per la prima volta: seppe istintivamente, malgrado fosse soltanto una bambina, che quel momento lo avrebbe ricordato per tutta la vita. Era un nuovo inizio. Ancora non poteva sapere tutto ciò che avrebbero condiviso da quel momento in poi, come la sua famiglia sarebbe cambiata e così la vita domestica.
In quel momento poteva soltanto scorgere, per la prima volta, le sembianze di colui che sarebbe diventato parte della sua vita.
Sembrava piccolo ed indifeso, almeno come il primo bambolotto che le avevano regalato: aveva grandi occhioni scuri di cui ancora non si riusciva a capire il colore, pochi capelli chiari. Stava succhiando dal biberon ma lo sguardo, fino a quel momento impresso al viso del papà, scrutò curiosamente l'ambiente e si posò – così aveva immaginato – su di sé. Si era scostato dal biberon ed aveva emesso un verso soffuso mentre Kurt lo cullava amorevolmente e osservava la bambina, il sorriso che ne aveva reso gli occhi lucidi.
Sissy, lui è Nicolas” aveva sussurrato, trattenendolo delicatamente contro il suo petto, attento a sostenerne il capo e Sissy aveva sentito il fiato mancarle mentre, lentamente, ripeteva il nome del bambino, indugiando sulla 'a' finale, accentata secondo la pronuncia in madrelingua francese.
Lei è Sissy, sarà la tua sorellina e una mini-mamma” aveva sussurrato Kurt in direzione del bambino che sembrò placare il suo verso soffuso e di richiamo. Fu allora che Sebastian la fece scendere e, timidamente, mosse un passo ad avvicinarsi al papà per osservare meglio il bambino.
Sinceramente non notava molta somiglianza con il papy ma probabilmente ci voleva tempo perché diventasse bello come lui, perché avesse i suoi stessi capelli in cui amava immergere le dita o gli stessi occhi verdi e ridenti. Ma era comunque incredibile come una creaturina così piccola e delicata sembrava già piena di vita: non sapeva come altro spiegare perché sentisse il cuore in gola mentre si sporgeva ad osservarlo meglio
Vuoi prenderlo in braccio?” le chiese il papà, un sussurro delicato ma Sissy sentì le labbra tremarle all'idea di poterlo rompere o fargli male: in fondo non aveva mai abbracciato un bambino se non un bambolotto (e considerando quante volte le fosse caduto dal seggiolino, forse era meglio evitare di prendere il fratellino). Aveva allungato la manina verso quella del bambino per poi rendersi conto di quanto le sue fossero minuscole: provò a toccarne il palmo soltanto con un dito ma fu qualcosa di istantaneo.
Il bambino aveva emesso un verso soffuso, il suo sguardo sembrò cercare di metterla a fuoco10 ma la presa che esercitò sul suo dito fu così forte ed energica, così immediata e sicura che Sissy si lasciò sfuggire un verso d'emozione. Aveva ricercato lo sguardo di entrambi, i loro sorrisi altrettanto divertiti ed emozionati, ma aveva sorriso nel carezzarne il palmo.
E, mentre si chinava ad appoggiare delicatamente le labbra sulla sua fronte ed inspirarne il profumo di buono, seppe in quel momento che il papà aveva ragione.
L'amore non era come la matematica: l'amore non si divideva tra i componenti di una famiglia. Era qualcosa di molto più grande e molto più meraviglioso. Lo sentiva più forte che mai.
Vieni, ti aiuto io” aveva lasciato che il papy la prendesse in braccio e, una volta che si era posta in grembo a lui, papà si era messo in ginocchio di fronte a lei. Le aveva posto delicatamente il bambino tra le braccia: lo aveva sentito agitarsi appena e, mentre l'adulto ne sosteneva il capo, aveva cercato di rassicurarlo dondolandolo appena.
Ciao Nicolas” aveva sussurrato, la voce appena più emozionata quando il bambino placò il suo verso continuo: lo vide sbattere gli occhioni come a cercare la fonte del suono e, quando lo chiamò nuovamente, rimase immobile. Aveva le labbra schiuse per la meraviglia mentre Sebastian inglobava entrambi in un abbraccio, appoggiando la guancia alla sua.
Non è una meraviglia? Ha preso tutto da me” convenne in tono pomposo ma Sissy non sembrò neppure udirlo mentre continuava ad osservare il bambino. Si appagava semplicemente di stringerlo tra le braccia e di sapere che quel momento tanto temuto era divenuto il più bello della sua vita.
L'amore, a differenza della matematica, faceva davvero miracoli.
~

Continuava a non amare la matematica: era davvero una bella spina nel fianco quella stupida materia e se, fino a due anni prima si lamentava delle divisioni, adesso erano i problemi di geometria a darle non pochi grattacapi. Il fatto che Nonno Burt, poi, se ne stesse spaparanzato in soggiorno a guardare la partita a volume alto non era proprio d'aiuto ma non stava bene fare le schizzinose. Anche se non aveva potuto che sospirare rimirando tutte le schifezze che stava mangiando (ma la parola 'colesterolo' non valeva per i grandi?!) per non parlare del fatto che le sue camicie da taglialegna quadrettoni erano una vera e propria offesa per la sua vista.
Scosse il capo, tuttavia, mangiucchiando l'estremità della matita e tornando a concentrarsi sul disegno del trapezio rettangolo, indugiando sui dati del problema: ma era davvero necessario inserire le frazioni? Non poteva dire che la base minore era 3 cm anziché 2/6 di 18? Perché la maestra era sempre così antipatica?
Aveva valutato la possibilità di chiedere al Nonno se potesse correggerle il procedimento ma quando questi si mise a litigare con l'arbitro, indicando il televisore e urlando qualcosa di simile a “MA QUESTO LANCIO NON E' VALIDO! Hai visto Sissy?” non aveva potuto che annuire con un sorriso educato e continuare a spremere le meningi.
Forse avrebbe dovuto spostarsi in salotto o chiedere alla Nonna (dubitava che Zio Finn ne sapesse qualcosa. Lui e il suo amico Puck non sapevano neppure che forma avesse un rombo11 e ricordava perfettamente che il secondo aveva detto di aver mangiato una “roba strana che si chiama così” al Breadsticks) ma si riscosse all'udire il pianto proveniente dal salotto.
Abbandonò il proprio quaderno e il problema irrisolto per affrettarsi ad entrare in salotto: qui la Nonna le sorrise mentre cercava di placare il pianto di Nicolas che aveva preso dalla sua culla e continuava ad agitarsi. Sissy gemette nel guardare l'orologio: mancava ancora un'ora al ritorno del papà e sapeva quanto Nicolas era irrequieto ogni volta che si svegliava e non lo scorgeva nei dintorni. La Nonna era molto dolce nell'accudirlo, continuava a dondolarlo avanti e indietro e gli parlava rassicurante, provò anche ad accomodarsi sulla poltroncina e porgergli il biberon ma sembrò tutto vano. Sissy si morsicò il labbro mentre la Nonna le chiedeva di prenderle il telefono per chiamare il padre ma la bambina si pose in ginocchio davanti ad entrambi.
Allungò la manina verso il viso del bambino.
Nicolas” sussurrò e il bambino, il viso arrossato per il pianto disperato, le volse lo sguardo: i suoi occhioni verdi si fusero un lungo istante in quelli della sorella. La stessa gradazione cromatica di quella del papà: la bambina si affrettò ad allungare il suo pupazzo preferito – mamma pinguino e il suo piccolo – al suo viso e nascondersi dietro il peluche per poi prorompere con un “Buh!”. Lentamente le labbra del bambino si contorsero in un sorriso e un verso simile ad una risata di puro divertimento riempì la stanza mentre la bambina gli porgeva il pupazzo. Lo strinse con intensità, la stessa con cui cingeva il collo del papà per cercarne l'attenzione, e allungò poi la mano cucciola al viso di Sissy a sfiorarne la guancia, le labbra nuovamente schiuse a contemplarla, tirandole una ciocca di capelli e agitando le gambe.
Sissy sorrise, sfiorandone la fronte con un bacio e lo prese cautamente tra le braccia prima di porgergli il biberon. Sentì la manina del bambino stringersi al suo colletto, lo vide socchiudere beatamente gli occhi e cominciare a suggere.

Carole?!” la voce di Kurt dall'altro capo della linea era intrisa di panico. “Va tutto bene? I bambini stanno bene? Stiamo tornando”.
Sorrise, Carole, osservando Sissy nell'atto di dondolare Nicolas e il sorriso materno nel porgergli il biberon.
Volevo solo avvisarti che potete anche prendervela con comodo: Sissy ha tutto sotto controllo e Nicolas è un amore”.
Le sorrise complice, Sissy, e tornò ad osservare il fratellino che, finita la sua poppata, aveva cercato di mettersi in piedi allungando le braccia alle sue spalle per sostenersi. Era stata lesta a cingerne i fianchi e aiutarlo a restare in quella posizione.
Il bambino sorrise compiaciuto e soddisfatto (oh, era così simile al papy in quei momenti!) e si sporse al suo viso e fu allora che Sissy ne baciò nuovamente la fronte.
Sì, sei un amore” gli sussurrò, suscitandone un verso di apprezzamento: fu un momento particolarmente intenso quello in cui continuò a scrutarla, gli occhi sgranati e le labbra schiuse. Sembrava stesse cercando di comprendere qualcosa.
Appoggiò la manina al suo volto a richiamarne l'attenzione e fu allora che, la voce tintinnante, pronunciò un tremulo “Si-Si” che fece sgranare gli occhi alla bambina che ricercò lo sguardo della nonna.
Ha detto il mio nome!” le disse in tono incredulo e non di meno emozionato prima di tornare ad osservare il bambino e ridere. Lo strinse tra le braccia, accarezzandone i capelli.
“Dillo di nuovo” lo incalzò con un sorriso che il bambino ricambiò, stringendone nuovamente i capelli e appoggiandosi alla sua spalla, mordicchiandone il bavero della camicia.
Si-Si” e poi rise e batté le mani soddisfatto.
Sissy e Nicolas” sussurrò Carole baciando la fronte della bambina. “Sei davvero una splendida mini mamma”.
Sorrise Sissy, piena di orgoglio e l'amore sempre più intenso per quel piccolo frugoletto che si era pacificamente appisolato tra le sue braccia, il sorriso sulle labbra e la manina stretta alla sua.

~

Lasciò che il giovane l'accompagnasse alla porta: c'era qualcosa di lusinghiero nel modo in cui i suoi occhi dai riflessi ambrati la scrutavano di sottecchi, quando non immaginava o non sapeva di essere altrettanta fonte di attenzione. Ma era comunque un vezzo cui non poteva sottrarsi quello di ricevere anche dei gesti così cavallereschi: certamente una fortuna che il suo papy non fosse appostato (almeno quel giorno) alla finestra per rivolgere occhiate torve al ragazzo o dirgli aspramente di tornarsene a casa, suscitando non poco imbarazzo al papà che doveva poi affrettarsi a telefonare a casa Anderson (una vera fortuna che Blaine prendesse sempre sul ridere quei piccoli aneddoti di gelosia paterna).
Il giovane sembrò indugiare mentre ella estraeva dalla borsa le chiavi di casa: lo osservò di sottecchi passarsi una mano tra i riccioli scuri e perennemente scarmigliati ma le sorrise quando indugiò prima di schiudere l'uscio di ingresso.
Allora ci vediamo domani in biblioteca?” sembrò chiederle conferma e la ragazza annuì prontamente.
Non so come ringraziarti, Kyle, detesto tutto quello che ha a che fare con i numeri” si schermì con una risatina, giocherellando con una ciocca di capelli castani, il sorriso sulle labbra di ciliegie e il giovane ne ricambiò la risatina.
Non c'è problema, a domani Sissy” sussurrò, indietreggiando con quel dolce sorriso a fior di labbra.
La porta si schiuse prima ancora che Sissy potesse articolare suono: l'attimo dopo il bambino le si era stretto alle gambe, il viso premuto contro il suo ventre dopo averla chiamata a gran voce, incurante dei richiami della Nonna.
Sissy sorrise nel prenderlo in braccio e il bambino le cinse il collo mentre questi si scostava a rimirarla: gli occhi di smeraldo striato rilucevano ma era un sorrisetto furbo e suadente quello che gli curvava le labbra. Sorriso che sembrò gelarsi alla vista del ragazzo.
Ti sono mancata?” gli aveva chiesto la sorella maggiore e il bambino, tornato a guardarla, aveva annuito prontamente e le aveva baciato la guancia.
Perché ci hai messo tanto?” era un pigolio appena più di accusa: lo sguardo torvo rivolto all'altro ragazzo. Quest'ultimo si era grattato la nuca, la stessa espressione divertita ed impacciata di quando tale sguardo gli era rivolto dal padrone di casa.
Scusami, io e Kyle dovevamo parlare di quando mi aiuterà a studiare per l'esame: tu vuoi che io promuova, vero?” gli aveva domandato dolcemente, sfregando il naso al suo e il bambino aveva annuito.
La ragazza si era volta nuovamente al ragazzo con un sorriso di scuse e lei il bambino lo osservarono rientrare in auto. Suonò il clacson al suo passaggio e sollevò il braccio in loro direzione.
Sissy aveva sospirato.
Mi piace tanto” aveva sussurrato ma il bambino si era indispettito.
A me piaci tu” aveva sottolineato imbronciato.
Ma tu a me piaci di più” aveva specificato. “Che ne dici se prepariamo la cheesecake per papà?”. Aveva pensato ai genitori che, in occasione dell'anniversario, si erano concessi una romantica vacanza, dopo molte insistenze da parte sua circa la possibilità di prendersi cura del fratellino, dopo aver ricordato al papy che era ormai quasi maggiorenne (e dopo aver giurato che Kyle Anderson Glassman non sarebbe entrato in casa in sua assenza).
Quando ritorna?” aveva chiesto in tono più pigolante e Sissy lo aveva baciato sulla guancia prima di chiudersi la porta alle spalle.
Domani ma noi stiamo bene insieme, vero?”.
Aveva annuito il bambino, ritrovando presto il sorriso.

Nicolas dormiva già da mezzora quando telefonò a Rebecca per raccontarle dell'appuntamento di studio con Kyle: stava descrivendole diversi capi di abbigliamento tra i quali stava ancora selezionando quello idoneo, quando la porta si aprì.
Nicolas entrò dentro con forza, richiamandola in un pigolio tremante e addolorato e Sissy si affrettò a congedarsi dall'amica per prenderlo in braccio.
Che succede,piccolino?” ne aveva accarezzato il pigiamino azzurro e il bambino si era stretto alla sua spalla, il corpo scosso dai singhiozzi prima di raccontarle l'incubo nel quale aveva visto il papà dirgli che non sarebbe più tornato da lui.
Ne aveva baciato delicatamente la guancia e ne aveva asciugato le lacrime prima di sorridergli più rassicurante.
Era solo un incubo, amore, non se ne andrebbero mai da noi”.
Sembrò più sicuro ma non si sciolse dall'abbraccio e continuò a sfiorarle i capelli, gesto che sembrava sempre cullarlo, fin da quando era solo un neonato.
Posso dormire con te?” le aveva chiesto, infine, pigolando e la giovane aveva annuito prontamente. Ne aveva baciato nuovamente la fronte, aveva scostato le coperte e si era immersa al loro interno, continuando a cullarlo fin quando non si fu addormentato.
Spense l'abat-jour e continuò a contemplarlo, respirava regolarmente e sorrideva nel sonno, la mano ancora ancorata alla propria che baciò teneramente.
Ne accarezzò i capelli morbidi e socchiuse a sua volta gli occhi, continuando a cullarlo e stringerlo tra le braccia.
Era in quei momenti che, lo sentiva perfettamente, quel riflesso di bambina sembrava sorriderle. Sembrava schernirla nel ricordarle quanto avesse temuto quel momento e promettere, ancora una volta, che l'amore che li avrebbe legati sarebbe stato eterno.
Lo credeva sempre più contemplandone il visino, sfiorandone la curva di nei che ne punteggiavano la guancia.


Fine


Che dire?
Mi mancava avere un aggiornamento dei Kurtbastian per il Venerdì pomeriggio (e dopo aver pianto tutte le mie lacrime per One Tree Hill dovevo distrarmi) e se Our Secret si è conclusa dopo la laurea, questo raccontino arriva poco prima del primo esame per la Laurea Specialistica (fatemi gli auguri =P).
Un raccontino molto semplice e senza particolari pretese se non immaginare la mia coppia preferita muoversi intorno ad altri due mini Kurtbastian ma devo dire di essermi particolarmente emozionata in alcuni punti. E spero sarà così anche per voi.
Colgo ancora l'occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito durante Our Secret e spero di avervi fatto trascorrere una piacevole pausa in mia compagnia.
Vi auguro buon Weekend e un ringraziamento fin da ora a chiunque leggerà e, come sempre, sarò entusiasta di leggere vostri commenti e riflessioni.
Un abbraccione a tutti,
Kiki87



1Trattandosi di due papà, Sissy per distinguerli usa il nomignolo “papà” per Kurt e “papy” per Sebastian. Ragion per cui se non ripeterò sempre il nome dei due, tenetene conto :) Naturalmente adora entrambi ma mentre con Kurt ha una complicità legata anche al carattere simile (è sua figlia biologicamente), con Sebastian vi è anche quel tipico attaccamento e adorazione/cotta tipica di questa fase, e da qui il nomignolo più vezzoso.

2La parola giusta è “divorzio” :D

3Una delle protagoniste di Gossip Girl, nonché figlia della Direttrice dell'Atelier Waldorf nonché una grande appassionata di moda o, come la definisce Dan Humphrey, dittatrice del gusto :)

4Figlio di Blaine Anderson e del suo compagno (lo stesso che ho immaginato in Our Secret), nato con madre surrogata, biologicamente figlio di Blaine.

5Sebastian non si cura di ricordare il nome di Ewan McGregor, protagonista di “Moulin Rouge” nonché Maestro Jedi Obi Wan Kenobi nella triologia di Star Wars uscita di recente.

6Attore che interpreta il Dottor Robert Chase nella serie Tv “Dottor House”.

7Applicazione on-line con cui si possono avere discussioni. (°-° Mi è venuta voglia di usarlo, mai fatto prima).

8Riferimento al film in cui Patrick ha recitato la parte di Sam in “Ghost” diventando, appunto, un fantasma ma ancora vincolato alla terra in quanto consapevole l'amata fosse ancora in pericolo.

9Naturalmente Rebecca le stava augurando la “cellulite” :D

10Come sapete, la vista dei neonati richiede del tempo per essere più netta ma si affidano molto al tatto e comunque la bambina non può che sperare che lui davvero possa scorgerla. E che davvero si rivolga a lei seppur in modo così semplice :D

11La bambina si riferisce naturalmente alla figura geometrica ma dubito che Finn o Puck ricordino qualcosa delle geometria piana. Puck si riferisce, infatti, all'omonimo pesce :D

   
 
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