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Autore: Nitrogen    31/05/2013    3 recensioni
Vorrei dirvi che è difficile parlarne per sbrigarmela presto, per tornare così nel mio angolo buio a rimuginare sui miei pensieri privi di senso logico, ma sappiamo tutti che rifilarvi una simile stronzata non corrisponderebbe a verità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e lui non siamo mai stati insieme.
Ci volevamo bene, ci vogliamo tutt’ora bene e probabilmente ce ne vorremo sempre, ma a volte solo l’affetto non basta quando tutte quelle piccole cose di contorno, in apparenza solo dettagli, ti fanno star male come ben poche altre cose su questa Terra.
Vorrei dirvi che è difficile parlarne per sbrigarmela presto, per tornare così nel mio angolo buio a rimuginare sui miei pensieri privi di senso logico… Ma sappiamo tutti che rifilarvi una simile stronzata non corrisponderebbe a verità: la relazione che c’è tra me e lui è leggermente insolita, eppure semplice da spiegare quanto portare un bicchiere d’acqua alla bocca e ingurgitare il sorso. Certo, ci vuole la collaborazione di non so quanti muscoli e cos’altro, però possiamo tranquillamente dire che c’è di peggio in grado di stancarci di più, no?
Sapete, mi piacerebbe iniziare con “Ci siamo voluti fin da subito” o qualcosa del genere. Peccato sia una frase fin troppo carina per poter essere l’inizio di uno dei capitoli più orrendi dei miei diciannove anni. Nella mia vita tutto è iniziato male, e tutto è finito allo stesso modo se non peggio.
Comunque, quel che accadde fu un po' diverso: io vedevo lui ma lui non vedeva me, lui mi ignorava ed io mi arrabbiavo per questo. Fu odio reciproco all’inizio, odio che ben presto divenne disinteresse comune. Lo stesso che ci portò senza rendercene conto a chiedere alle persone che ci circondavano opinioni sull’altro.
Mi dissero che non era una di quelle persone propense al dialogo, che era solito uscire di casa di notte e starsene in locali poco affollati a bere alcolici senza però mai ubriacarsi; mi dissero anche che preferiva una sigaretta a una donna qualunque da portarsi a letto o che comunque era più facile trovarlo da solo che in compagnia.
Non credevo dicessero il vero, i dubbi sorgevano soprattutto riflettendo sull’ultima affermazione e su quanto fosse di bell’aspetto, ma ogni volta che, spinta da semplice curiosità improduttiva, lo seguivo per vedere cosa facesse lo trovavo sempre con una sigaretta in bocca e mai con una ragazza a slacciargli la cintura. Le occasioni non gli mancavano, eppure rifiutava ogni invito con inaspettata diplomazia.
Una di quelle innumerevoli volte ordinò per due. Pensai si fosse deciso a divertirsi con qualcuna e paziente stetti ad aspettare. Mi voltai verso la porta d’ingresso convinta che di lì a poco sarebbe entrata una bella ragazza con un vestito che non copriva nemmeno metà coscia, ma quando tornai a guardare nella sua direzione, lui era di fronte a me e sorridendo mi tendeva una mano.
Si limitò a dire che non era educato stare dietro un pilastro di un locale senza ordinare nulla pur sapendo che una ramanzina la meritavo tutta. Sì, sapeva che di tanto in tanto lo seguivo, me lo disse subito. Ebbe anche il coraggio di dirmi che avrebbe fatto lo stesso se io non avessi iniziato a corrergli dietro prima che lui si decidesse a farlo.
Non ho mai capito perché decise di parlarmi invece di denunciarmi, non ha mai voluto rispondermi e dubito in futuro sarà intenzionato a farlo. Ma che importanza può avere, alla fin fine? Quel che conta sono le parole che mi disse dopo aver bevuto, gli inviti a un altro bicchiere la notte seguente che divennero vere e proprie abitudini, i sorrisi che sapevo non regalava a nessuno oltre me.
Dopo quelle settimane passate a svuotare le riserve dello stesso locale iniziammo a non far più mistero della simpatia reciproca che nutrivamo uno verso l’altra davanti alla nostra cerchia d’amici: seppur sbigottiti e un po’ perplessi, ci lasciavano andare in disparte a parlare tra noi senza far poi commenti troppo inopportuni. Ogni tanto a qualcuno scappavano domande come “State insieme?” o “Vi siete già baciati?”, ma alle nostre risposte negative nessuno insisteva per farle diventare l’opposto.
Ho sempre apprezzato questo loro non immischiarsi in modo eccessivo nella nostra relazione, e finii con l’amarlo completamente quando alla seconda domanda sarebbe stato più giusto un mio “Sì” imbarazzato che una risata seguita da un “No” secco e infastidito.
Spinta ancora una volta da semplice curiosità, gli avevo chiesto di vedere casa sua e non aveva rifiutato: era tutto come nuovo o forse lo era davvero, in sostanza si poteva dire l’appartamento adatto a un maniaco dell’ordine che l’indomani avrebbe bestemmiato più di tutte le altre volte perché io ero arrivata per mettergli a soqquadro la camera da letto e stropicciargli le coperte.
Non avevamo stabilito nessun accordo per le notti in cui dormivamo insieme, eppure facevo in modo di sparire dal suo letto prima che lui si svegliasse; quando ci vedevamo nuovamente la notte o il giorno seguente nessuno dei due parlava di com’era stato, nessuno dei due si comportava in modo da destare sospetti o si mostrava più affettuoso del solito. Era come se nulla fosse mai successo, e questo era tutto quel che volevo e che avrei voluto per sempre.
Fin qui è una relazione leggermente insolita ma non così cattiva da poter essere definita uno dei capitoli più orrendi della mia vita. Per renderlo tale ci vollero solo pochi secondi e qualche parola, le uniche parole che non avrebbe mai dovuto dire.

«Ti amo.»

Il mondo crollò in un istante.
A lui non piaceva quella nostra relazione, voleva che il mondo sapesse di noi e che passeggiassimo mano nella mano come fanno le normali coppie che si vedono in giro per strada; voleva che lo presentassi ai miei genitori, che lo baciassi davanti ai nostri amici senza vergogna. Ricambiare quella dichiarazione equivaleva ad accettare queste condizioni, cose a cui io non ero pronta. Avevo sperato fino all’ultimo non dicesse mai quella frase perché il sogno da cui non volevo svegliarmi sarebbe inesorabilmente finito, proprio come accadde davvero.
Il panico regnava sovrano nella mia testa e il freddo si impossessò di ogni mia singola cellula quando lui scivolò dell’altro lato del letto a guardare un punto non definito del soffitto. Il silenzio era l’unica cosa che gli aveva risposto quella notte, ed è l’unica cosa che adesso sento io spingendo le gambe contro il petto seduta a terra in un angolo della stanza, sola, incapace di alzarmi e fare qualunque cosa, anche piangere.
La paura di sbagliare e deludere chi mi circondava mi aveva portato di nuovo via da una delle persone che amavo, forse dall’unica che ancora adesso dopo mesi sento che farei di tutto per riavere al mio fianco.
Quando ho chiarito che non siamo mai stati insieme non vi ho detto che adesso tutto quel che desidero è il contrario. Vorrei fosse una bugia per poterlo abbracciare ancora, per dirgli che ho paura di ferire le persone a cui voglio bene ma che lo amo e ho bisogno di lui. Vorrei che questa notte lui fosse ancora in quel locale ad aspettarmi, e che per una volta sola potesse trovarmi dall’altro lato del letto, sveglia, per dargli il buongiorno con un bacio.




Note dell'autore: Questa one-shot non parla di me o di qualcuno che conosco, è uscita dalla mia testa senza alcun motivo. Non sono perdipiù solita scrivere queste cose tendenti al romantico, infatti non so cosa mi sia preso per finire con una one-shot così... "strana" per me. Di solito c'è violenza gratuita, rabbia, vendetta, non amore. Più la rileggo, più non capisco a chi/cosa stessi pensando mentre scrivevo.

「Nitrogen.」
   
 
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