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Autore: Daleko    01/06/2013    6 recensioni
Un letto, un gatto, l'una e ventitré.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elisa si voltò nuovamente nel letto, mentre il lenzuolo candido le ricadeva sul volto.
Sudava e affannava coperta com'era, a causa dell'elevata temperatura dovuta al giugno inoltrato.
Si rigirò verso il comodino, cercando con lo sguardo la sveglia. Le cifre intermittenti segnavano l'una e ventitré.
«Miao...»
La bambina sospirò, spostando il lenzuolo ed alzandosi a sedere. Il gatto la fissava seduto al centro della stanza, con gli occhi luminosi come due fari.
«Miao...» ripeté lentamente, fissandola. Elisa si alzò, seguendolo in cucina. Premette sull'interruttore, lasciando che la bianca luce asettica del neon le abbagliasse gli occhi. Fece ancora qualche passo a piedi scalzi, nel suo corto pigiama azzurro.
La ciotola del gatto era vuota.
La chioma bruna della piccola seguì il suo capo in un segno di annoiato diniego, ma il gatto la fissava irremovibile; attraversò dunque la cucina aggirando il tavolo, per poi prendere la busta di croccantini adagiata sul pavimento. Le mattonelle fredde la fecero rabbrividire; d'un tratto, rimpianse il suo letto troppo caldo.
Una volta versati i croccantini nella ciotola ripose la busta, spense la luce e tornò nella sua camera. Era abituata a dormire da sola, entrambi i suoi genitori avevano il turno di notte e lei non voleva dormire dai vicini. Entrata nella camera si voltò verso il letto, accorgendosi che c'era qualcosa che non andava. Ruotò su se stessa, voltandosi a guardare la porta a vetri che dava sul davanzale.
Era socchiusa. Non ricordava di averla aperta; rabbrividì. Decise che, nonostante tutto, preferiva stare al caldo.
Attraversò lentamente la stanza, scalza e lievemente in apprensione. Richiuse i vetri sbirciando fuori, ma non vide nessuno. Percorse nuovamente la stanza in senso inverso, tornando al letto. Ci saltò su, infilandosi sotto il lenzuolo e tirandolo fin sopra il capo. Chiuse gli occhi.
 
 
 

 
«Miao...»
 
 
Elisa aprì gli occhi, ancora sotto il lenzuolo. Era in un bagno di sudore.
 
 
«Miao...»
 
 
La bambina sbuffò, scostando il lenzuolo e levandosi a sedere. Guardò la sveglia; erano passate due ore. Tre e ventitré.
Si alzò lentamente, non vedendo il gatto al centro della stanza. Cominciò a pensare di averlo solo sognato, quando lo sentì di nuovo.
 
«Miao...»
 
Si accorse che veniva dalla cucina; uscì dunque in corridoio, entrando in cucina al buio. Fece solo pochi passi prima di inciampare in qualcosa di bagnato. Si sostenne al tavolo, poi indietreggiò fino al muro per accendere la luce. Cercò a tentoni l'interruttore, trovandolo al terzo tentativo.
Sul pavimento, in una pozza di sangue, c'era la carcassa del gatto.
 
Sentì il cuore accelerare.
Alzò lo sguardo; la porta a vetri della cucina era aperta.
Quando lo riabbassò, si accorse che la sua ombra non era sola.
Non è il fiato di un uomo, quello che senti sulla nuca?

 
 
«Miao.»
   
 
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