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Autore: RonHermione    01/06/2013    3 recensioni
«Gli ho semplicemente detto che mi dispiace che tu vada a Hogwarts da sola, che ci sto male al solo pensarci, che sentirò la tua mancanza, che non so come farò senza di te!!! MISERIACCA HERMIONE!» e dopo averle urlato tutto quello che pensava in faccia, uscì dalla stanza sbattendo la porta e lasciando Hermione da sola.
Si risolverà tutto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                     I belong to you, you belong to me.


Il sole splendeva alto e caldo, la mattina del 25 agosto, alla Tana. Erano tutti lì. O quasi tutti. Mancava Fred, al dire il vero era un anno che non c’era più, ma la sua assenza era ancora nitida. Certo, per quanto duro fosse accettare quella perdita, tutti ormai cominciavano ad abituarsi, non occorreva piangersi addosso ancora, Fred non sarebbe tornato. Quella mattina Ron si svegliò presto, molto presto, non aveva dormito bene quella notte; forse era sopraffatto dai pensieri, forse dalla stanchezza, forse…forse dal fatto che Hermione sarebbe partita di li a poco per Hogwarts. Si, era quello il suo pensiero! Lasciare la sua ragazza andarsene a Hogwarts tutta sola. Come avrebbe sopravvissuto? Come avrebbe passato le sue giornate? Chi avrebbe baciato o abbracciato? Con chi avrebbe litigato? Erano quelle le domande che, quella mattina, frullavano nella mente di Ron. Comunque lei è ancora qui, e per adesso può bastare – pensava lui guardandola dormire al suo fianco. Era lì, bella come il sole, tranquilla, e lui avrebbe pagato tutto l’oro che aveva pur di guardarla dormire per tutta la vita. Era immerso nei suoi pensieri, quando lei si girò. Si era svegliata! E’ meravigliosa – pensò lui guardandola negli occhi. Lei si avvicinò a lui e disse «Buongiorno amore», «Buongiorno» rispose lui «Da quanto tempo mi guardi dormire, hm?» disse lei insonnolita.
«Resterei qui a guardarti anche ad occhi stanchi, tesoro» «Siamo romantici sta mattina, come mai?»  
«Boh, pensavo» «E a cosa pensavi?, se posso sapere» «Pensavo che fra un po’ mi lasci solo in questa gabbia di matti» «Vieni con me allora! Amore, non ti devi preoccupare, non ti tradirò con nessuno!» Ron rise «Non è questo che mi preoccupa, Hermione. Solo, non vorrei che tu andassi senza di me, mi rende triste stare senza di te. Ho paura che…» «A te sembra che a me faccia piacere andarmene e lasciarti qui?» rispose imbronciata lei «Per me sarà certamente una tortura stare li senza la tua presenza, ma dobbiamo imparare a stare divisi. È solo un anno, amore, e ci vedremo per natale, e appena ci saranno le visite a Hogsmeade ci potremmo incontrare! Sarà dura, è vero, ma dobbiamo essere forti. Io sarò sempre in pensiero per te! Mi mancherai, ma diciamo che è una prova…una prova per vedere se ci amiamo veramente, ok?» «Si, hai ragione» disse Ron baciandola in fronte. Restarono ancora per un po’ abbracciati a scambiarsi baci e carezze quando qualcuno bussò alla porta. «Ragazzi! Svegli, la colazione è pronta!» era la signora Weasley, aveva un modo di parlare strano, come se era convinta che in quella stanza stesse succedendo chissà che. «Arriviamo subito mamma, tranquilla!» sbottò Ron alzandosi. «Vado a vestirmi, ci vediamo sotto» disse Hermione alzandosi a sua volta «Ma se vuoi, puoi cambiarti qui» disse Ron con un sorrisetto malizioso «Ronald! Smettila!» lo rimproverò lei, avvicinandosi alla porta «Okay, okay la smetto, la smetto!» Di sotto la tavola era già piena di cose da mangiare, forse la metà delle cose che c’erano nei tavoli di Hogwarts nella sala grande. Alla vista di quel tavolo, Ron provò una stretta al cuore pensando a quando lui era lì e che fra un po’ la sua dolce metà ci sarebbe andata, sola. Attorno al tavolo c’erano: suo padre, Bill, Fleur e Victorie, Percy, Charlie, George e Angelina e Harry. Mancavano tre donne: sua madre che era ancora ai fornelli, sua sorella Ginny e la sua ragazza. Lui prese posto vicino a Harry. «Buongiorno amico» disse sedendosi «Buongiorno a te, qualcosa che non va?» rispose quello  «Eh? No, tutto apposto…» «Amico, so quando è tutto apposto e quando no, quindi tu hai qualcosa che non va! Siccome posso intuire di cosa si tratta e visto che stanno arrivando le ragazze, appena finiamo la colazione, ce ne filiamo da qualche parte e tu mi dici che hai»  «O-ok» Mangiarono a sazietà, chissà per quale motivo Molly aveva preparato così tante cose da mangiare! Quando ebbero finito Harry guardò Ron e gli fece cennò di seguirlo. Camminarono per un po’ fino a trovarsi in un posto un po’ appartato per poter finalmente dar sfogo ai loro drammi. Harry si sedette e Ron lo imitò. «Allora amico, sputa fuori» cominciò Harry dandogli una pacca sulla schiena.                      «SntristpercHerionsenevaaHogvart» rispose Ron tutto d’un fiato «Cosa hai detto?» «SONO TRISTE PERCHE’ ERMIONE SE NE VA A HOGWARTS! OK?» urlò Ron «Ohh! Finalmente! Ora come ti senti?»  «Be effettivamente sto meglio! Amico, come devo fare? Mi sento perso se al mio fianco non c’è lei! Non ho chiuso occhio tutta la notte perché penso a tutte queste cose! Cadrò in depressione!» «Esagerato come sempre, Bilius!» «Piantala James! Tu non sai cosa si prova ad avere sempre il pensiero al fatto che la tua fidanzata sta per partire per Hogwarts senza di te! E NON CHIAMARMI BILIUS!» «Andiamo, Ron…sei troppo ansioso! Hermione non farebbe niente per farti soffrire, niente! Devi solo rilassarti e appoggiarla, per lei è importante!» Il discorso andò avanti ancora a lungo e i due amici arrivarono ad una conclusione: Hermione sarebbe partita e avrebbero incaricato qualcuno a spiarla. Erano ancora nel seduti, quando lei si avvicinò e si sedette vicino a Ron abbracciandolo. «Che combinate voi due?» chiese sospettosa «Niente!» dissero in coro imbarazzati.
La giornata passò tranquillamente ma Ron era sempre più preoccupato. I suoi pensieri erano sempre gli stessi, ormai non poteva farci più niente! Non voleva che lei andasse da sola, ma non voleva nemmeno privarla della sua volontà. Come avrebbe fatto? La sera, Ron era già a letto e aspettava Hermione che tardò ad arrivare. Dopo qualche minuto si sentì bussare alla porta della camera di Ron e subito dopo Hermione, stava entrando. Aveva un espressione strana, arrabbiata…eppure lui non aveva fatto niente questa volta. «Avanti!» cominciò lei «forza, dimmelo! Cos’è parli solo con Harry adesso? Non fare quella faccia stupita, Ronald! Sai benissimo di cosa sto parlando! Se hai qualcosa da dirmi, devi dirlo a me! Ok?» «Calmati, Hermione! Una cosa alla volta! Cosa vuoi sapere? Vuoi sapere se oggi con Harry parlavamo di te? Si, parlavamo di te…Harry ha notato che a colazione ero un po’ giù di morale e mi ha OBBLIGATO a parlare con lui, e io gli ho detto quello che avevo! Tutto qui!» «E “quello che avevi” non potevi dirlo a me? È per caso Harry la tua ragazza? EH?»  
«No, Hermione non lo è! Ma ne abbiamo già parlato, non mi va di ripetere sempre le solite cose o finiamo col litigare, come adesso!»                                                      
«Ti sbagli Ron! Se c’è qualcosa che non va devi parlarne con me! Anche, e soprattutto, se questa cosa riguarda me! Mi hai capita!?!?» «Gli ho semplicemente detto che mi dispiace che tu vada a Hogwarts da sola, che ci sto male al solo pensarci, che sentirò la tua mancanza, che non so come farò senza di te!!! MISERIACCA HERMIONE!» e dopo averle urlato tutto quello che pensava in faccia, uscì dalla stanza sbattendo la porta e lasciando Hermione da sola. Scese frettolosamente le scale ed arrivò in cucina.
Erano tutti lì e dalle loro espressioni, Ron, intuì che avevano sentito tutto! C’era anche Harry che gli si avvicinò e gli disse «Ehi, amico senti…» ma non ebbe il tempo di finire la frase che Ron lo interruppe «Lasciami stare per un po’, Harry. Scusa» e l’amico si allontanò annuendo.  Era furioso! Hermione si era comportata come una vera stupida. Ma proprio non capiva che per lui era una questione importante? -No, certo che no! Lei ha sempre preferito i libri a me! Lo so, per lei è importante, ma lei a me non pensa?- pensava Ron mentre faceva avanti e dietro come un pazzo.
Quando si calmò rientrò in casa. Sta volta non c’era nessuno ad aspettarlo in cucina. Salì le scale e arrivò davanti camera sua, si fermò davanti alla porta e sperò di non trovarla lì dento, altrimenti sarebbe andato a dormire nel divano. Era troppo arrabbiato! Fortunatamente la stanza era vuota, così si spogliò, si infilò il pigiama e si mise a letto, senza però addormentarsi.
La mattina dopo scese per fare colazione e quando si sedette tutti lo guardavano con aria sospettosa, irritato per quella situazione disse «Se avete intenzione di guardarmi ancora in quel modo, me ne vado!», appena finì la frase tutti cominciarono a fare tutt’altro tranne che guardarlo. Qualche minuto dopo scese Harry che si sedette vicino a lui e gli sussurrò «Come va?», «Male, come deve andare». Finita la colazione uscì con Harry, ma entrambi facevano in modo che l’argomento non cadesse su “Hermione”. Arrivarono per l’ora di pranzo, quando gli altri erano già seduti e si, c’era anche Hermione con gli occhi gonfi e rossi dalle lacrime. Ron fece uno sforo enorme per non guardarla e si sedette il più lontano possibile da lei. Mangiarono in silenzio fino a che, Hermione a metà pranzo scoppiò in lacrime e se ne andò di sopra. Tutti guardarono male Ron che abbassò lo sguardo sul piatto e continuò a mangiare come se nulla fosse.

E così passava il primo giorno senza che i due si parlavano. E poi un giorno, e poi un altro ancora…fino ad arrivare al 30 agosto. Fra due giorni Hermione sarebbe partita e loro non si parlavano ancora, ma Ron non cedeva! Questa volta era sicuro che lo sbaglio non fosse stato suo e quindi non doveva chiedere scusa.

Era in camera a leggere il giornale quando bussarono alla porta. Era Hermione. Ron la guardò entrare e chiudersi la porta alle spalle, poi tornò al suo giornale. Lei ignorò il suo atteggiamento e si sedette vicino a lui. «Ron» gli sussurrò avvicinandosi, ma quello non le rispose. Lei gli afferrò la faccia in modo da poterlo guardare negli occhi e aggiunse «Ron guardami! Non mi importa se tu sei arrabbiato con me ma questa cosa devo dirtela! Mi dispiace, ok? Ho fatto la stupida, quando mi hai detto quelle cose ho capito che avevo esagerato e quando te ne sei andato, mi sono sentita così piccola, così inutile…Ron io senza te sono niente! Ti prego perdonami! Perdona il mio essere idiota! Ti prego».                      
A Ron quelle parole bastarono, la abbracciò e scoppiarono a piangere tutti e due; «Scusa, scusa, scusa amore mio» disse Hermione asciugandogli una lacrima, «E’ tutto apposto, tutto» disse lui baciandola. E quel bacio era più forte di qualsiasi parola si potessero dire, in quel bacio era racchiuso tutto: la rabbia, l’amore, il bisogno, le scuse. Hermione gettò le sue braccia sul collo di Ron e lui la prese in braccio; ormai era chiaro, avevano bisogno l’uno dell’ altra per andare avanti e adesso che si erano riuniti non si sarebbero più lasciati andare.
Il bacio, stava trasformandosi in qualcos’altro e così Ron si staccò, guardandola negli occhi chiese «Tu saresti pronta?». Hermione esitò un attimo prima di rispondere, «No, Ron…scusa» ammise con un misto di imbarazzo e tristezza, «Non fa niente. Però è meglio se andiamo di sotto» concluse lui, e prendendole la mano scesero le scale e andarono in salotto. Non c’era nessuno, tutti dormivano…così si sedettero sul divano davanti al camino. «Mi sei mancato tantissimo» disse Hermione rompendo il silenzio e stringendolo a se, «Anche tu» ammise lui baciandole il dorso della mano. Restarono li abbracciati, fino a quando non caddero entrambi in un sonno profondo.

La mattina dopo si svegliarono a causa del rumore delle pentole della signora Weasley e dalle voci che avevano invaso la cucina. Hermione si voltò verso di lui e lo guardò come non lo aveva mai guardato, poi disse «Però, potevi portarmi di sopra» sorridendo. «E a me chi mi ci portava sopra, hm?» «Hm, non so. Buon giorno comunque» «’Giorno» e la baciò.
Andarono in cucina dove tutti li accolsero con un applauso con sorrisi smaglianti, Harry si avvicinò a loro e disse «Era ora, non trovate» facendogli l’occhiolino.
La giornata trascorse tranquilla e i due innamorati passarono la giornata a sbaciucchiarsi e abbracciarsi ogni volta che potevano…ormai erano vicini al giorno della partenza e la voglia di stare insieme era più forte che mai. La sera dopo cena Hermione chiese a Ron se la aiutava con la valigia e lui con un enorme sforzo disse di si. Così andarono nella camera delle ragazze e mandata fuori Ginny cominciarono a fare le valigie.
«Mi passi quel libro di incantesimi, Ron?»
«Quale?» «Quello sopra quello scaffale in alto, non ci arrivo» «Allora come hai fatto a metterglielo se non ci arrivi?» «Con la magia, Ronald» «Giusto…eccolo» «Grazie…allora, qui c’è tutto, i vestiti finisco di metterli domani, direi che…», non finì la frase, Ron l’aveva circondata con le sue braccia e con tutto il suo amore.            
«Ron…»  «E’ tutto apposto, volevo soltanto abbracciarti» mentì lui.  «D’accordo…allora io metto il pigiama e arrivo» «D’accordo». Quella notte dormirono abbracciati.

Eccolo. Era arrivato il giorno prima della partenza. Ron era più nervoso che mai, Hermione più di lui. Stranamente stavano molto distanti tra loro, forse per non scoppiare a piangere. A pranzo la signora Weasley aveva praticamente incrementato il nervosismo dei due con la frase «Hermione, questo è il tuo ultimo pranzo qui con noi, prima di Natale…ci mancherai tantissimo» poi si mise a piangere e Ron ruppe la piuma di Harry che aveva portato a tavola per scrivere una lettera a Hagrid. Nel pomeriggio, Ron era seduto sotto un albero da solo quando gli si avvicinò Hermione. «Ehi» gli aveva sussurrato lei  «Ehi» rispose lui  «Che stai facendo?» «Niente» «Ti va se sto qui con te per un po’? Sennò vado via» «Certo che puoi restare» disse lui abbracciandola. Restarono in silenzio per un pò, poi lei ruppe il silenzio e disse «Io ti amo, Ron. Vedrai che andrà tutto bene! Poi tu sei impegnato con il corso per Auror, e questo di distrarrà parecchio, e bada bene, Ronald che se so che tu non fai bene il corso perché hai la testa a me, mi arrabbierò sul serio, voglio anzi pretendo che tu diventi un Auror bravissimo, intesi?»   
«Farò del mio meglio per non deluderti». Detto questo si alzarono e tornarono a casa.
Salirono le scale si di diressero in camera di Hermione per ultimare la valigia. «Direi che c’è tutto» «Manco io» «Tu non ci entri nella valigia Ronald. Altrimenti ci saresti già dentro» «Andiamo a cena? Ho fame» concluse lui. Mangiarono in silenzio, erano tutti partecipi della tristezza tra Ron e Hermione che non dissero una parola per tutta la cena. Ron mangiò pochissimo, il che era strano…Harry nemmeno aveva tutta questa fame, lo stesso Hermione, Ginny e tutti gli altri. Dopo che ebbero finito di mangiare Ron si rivolse a Hermione e gli fece cenno di salire in camera. Voleva stare solo con lei, per l’ultima notte. Voleva abbracciarla, baciarla, accarezzarla… Così si distesero a letto e si scrutavano attentamente: nei loro occhi si poteva intravedere la tristezza.                                                       
«Sei meravigliosa» sussurrò lui senza smettere di guardarla negli occhi                                             
«No, Ron… io sono una persona stupida, che non capisce che per essere felice non c’è necessariamente bisogno di tornare a scuola, ma solo stare con la persona che amo. Ti faccio star male continuamente! Non sono meravigliosa, Ron. Io faccio schifo!»  «Non dire mai più una cosa del genere, Hermione! Tu non fai schifo, sei una persona meravigliosa, ok? Ormai basta: tu andrai a Hogwarts! Farai i M.A.G.O e avrai ottimi voti, io farò il corso per Auror e sarò bravissimo! Ma questo possiamo farlo solo se siamo sereni. Io mi fido di te, stai tranquilla! Non crearti problemi, non ce ne sono. Ora non parliamone più, voglio solo passare la mia ultima notte con te più tranquillamente possibile, va bene? Ti amo» detto questo la baciò. Dopo il bacio, si abbracciarono e caddero in un sonno profondo.

La mattina l’aria che si respirava era piena di agitazione. Tutti correvano di qua e di la, Ron stava portando le valigie di Hermione di sotto e lei si stava preparando in bagno. Harry, aiutava Ron con le valigie «Ron, tutto bene?» gli chiese poi. «Si, Harry…non parliamone!». «Dov’è Hermione, dobbiamo andare o faremo tardi!» disse la signora Weasley preoccupata, «Eccomi, sono qui, sono qui…possiamo andare!» disse Hermione scendendo le scale di tutta furia e per la fretta stava cadendo, ma Ron l’afferrò prima che potesse rendersene conto…«Grazie amore».
                                                                 ***
Dopo un po’ arrivarono alla stazione di King’s Cross. Erano tutti agitati; Harry, Ginny, la signora e il signor Weasley, Hermione ma soprattutto Ron. Arrivati davanti al binario 9, Hermione prese la mano di Ron e disse «Insieme» così presero la rincorsa e si trovarono al binario 9 ¾ , dove l’espresso stava per partire. Lì Hermione salutò prima la signora e il signor Weasley, ringraziandoli di tutto, poi Ginny dicendole di trattare bene Harry, poi Harry abbracciandolo forte e dicendogli di prendersi cura di Ron. Poi, fu la volta di Ron, che non appena abbracciò Hermione, scoppiò in lacrime. «Abbi cura di te, amore mio» le disse guardandola negli occhi e asciugandole una lacrima, «Fai lo stesso tu. Mi mancherai da morire! Fatti sentire sempre» disse lei a sua volta. «Tutte le volte che posso, amore mio! Ora, tieni…questa è per te» disse estraendo una busta dalla giacca «Aprila quando sarai sull’espresso. Ti amo, Hermione…Ti amo tanto» e baciandola l’abbracciò forte. Il bacio, però, fu interrotto dal fischio dell’espresso. «Devi andare, Hermione… Ti prego, non combinare casini e non metterti nei guai, non voglio che nessun’altro a parte me ti salvi la vita. Ti amo amore, a presto» disse Ron con le lacrime agli occhi. «Va-va bene, fai i-il bravo…ti amo» e detto questo salì sul treno. Trovò uno scompartimento vuoto e scoppiò in lacrime, immaginandosi che un tempo era li con il suo migliore amico e il suo più grande amore. Ron era fuori che la osservava e non poté far altro che piangere a sua volta. Harry era accanto a lui e gli aveva messo una mano sulla spalla, ma Ron non desiderava altro che essere con lei.
Il treno si era allontanato da King’s Cross già da un bel po’ e così Hermione aprì la lettera che Ron le aveva dato.

Cara Hermione,
ormai sarai lontana un bel po’ da Londra, ma soprattutto da me. Ti immagino seduta in quello scompartimento a piangere (credo), e io sarò a casa buttato sul letto, dalla parte dove dormi sempre tu a piangere come una bambino che vuole la sua mamma. Tu immaginami li, seduto accanto a te a tenerti la mano e a sentire di drammi di Harry, io comunque, sono sempre vicino a te. Ti scrivo questa lettera perché ci sono cose che a voce non sono capace di dirti. Hermione tu mi hai salvato la vita. L’hai resa migliore, hai reso me un uomo migliore e se adesso scrivo questa lettera è tutto merito tuo. Sono convinto che te la caverai benissimo anche senza me o Harry, Ginny verrà a farti compagnia, ma non adesso. Amore mio, abbi cura di te come hai sempre fatto, e se avrai bisogno di me io sarò lì in un batter d’occhio. Sarò pronto a infrangere ogni regola per stare con te, non importa…se tu hai bisogno, io verrò. Adesso ti lascio andare, non posso scriverti più perché sento i tuoi passi avvicinarsi e non voglio rovinarti la sorpresa e poi sotto quest’albero fa caldo. Mandami un gufo appena possibile, voglio sapere tutto, ogni cosa. Mi manchi già, ti amo.
                                                                                                                               Sempre tuo, Ron.    


          
  
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