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Autore: AryaPotter    01/06/2013    3 recensioni
Lily ricadde sulla sedia come se avesse speso tutte le forze che le rimanevano in corpo. Il cuore le batteva all’impazzata e lo sentiva rimbombare persino nelle orecchie. Aveva immaginato mille volte, da quell’ultimo giorno ad Hogwarts, di rivederlo, ma mai si era aspettata una cosa simile. In realtà, cos’altro doveva aspettarsi? La sua era stata un’infatuazione a senso unico, mai dichiarata e vissuta mantenendo saldamente le distanze. Un Malfoy e una Potter, che blasfemia è mai questa.
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Vi consiglio di leggere anche "Vorrei essere libera, Zio Fred", la mia primissima OneShot su Lily. Vi aiuterebbe a capire meglio i sentimenti della ragazza verso Scorpius e altre caratteristiche della sua persona.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Lily Luna Potter sedeva dietro la scrivania del suo ufficio al Ministero della Magia e leggeva con attenzione un rapporto su una riunione avvenuta il giorno prima tra il Ministro della Magia inglese, Kingsley Shacklebolt, e quello giapponese dal nome impronunciabile.
In qualità di assistente del Capo dell’Ufficio per la Cooperazione  Magica Internazionale, molti di quei rapporti finivano sulla sua scrivania e suo compito era stilarne un esauriente ma sintetico resoconto per il suo capo, il quale avrebbe così potuto aggiornare la situazione delle relazioni internazionali e consigliare il Primo Ministro in vista degli incontri successivi. Erano due ore che lavorava senza interruzione e la testa iniziava a dolerle particolarmente: Percy Weasley, assistente personale del Primo Ministro, aveva la peggior calligrafia di tutta la famiglia. Posata la piuma si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi, massaggiandosi leggermente le tempie con due dita.
Erano passati tre anni dal suo diploma con lode ad Hogwarts: subito dopo aver lasciato la scuola aveva partecipato ad un concorso per uno stage al ministero ed era stata scelta insieme ad un altro ragazzo. Spesso si era domandata se l’avevano ritenuta idonea solo per il suo cognome o per le sue effettive conoscenze e capacità, e per i primi mesi di stage si era convinta che era stato proprio per il primo motivo. Dopo sette anni di scuola passati a convivere con il peso delle sue origini, aveva finalmente deciso di ribellarsi. L’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale non aveva mai visto una furia simile passare per i suoi corridoi.

-E così  hanno scelto di nuovo  te- il disprezzo nella voce di Christopher Ogden era come veleno quando, entrando nella stanza, si rivolse alla sua collega di stage.
Lily, seduta alla scrivania di fronte alla sua nel loro microscopico ufficio, sollevò lo sguardò sul ragazzo senza capire
-La posizione di SottoAssistente dell’Assistente del Capo!!- non aveva mai visto Christopher così arrabbiato
-Oh…- gli occhi di Lily si oscurarono, nonostante avesse dovuto essere contenta di quella notizia. – come l’hai scoperto? Pensavo che la decisione dovesse essere presa domani-
Christoper sbuffò e si lasciò cadere sulla sua sedia che scricchiolò in maniera inquietante – Ho sentito quello stronzo dell’Assistente raccontarlo a un suo collega: “Certo che il posto andrà alla Potter. Sai che pandemonio verrebbe fuori se la figlia dell’Eroe del Mondo Magico non facesse carriera?” – l’imitazione era piuttosto fedele ma Lily quasi non ci fece caso.
Si alzò di scatto infuriata, la veste da strega che ad ogni suo movimento si muoveva intorno a lei come se fosse preda di venti di tempesta
-Adesso basta!- si avvicinò al compagno e lo prese per un polso costringendolo ad alzarsi
-Potter che stai facendo?-
-Vieni con me- lo trascinò fuori dalla stanza e a passi veloci percorse il lungo corridoio che li separava dall’ufficio del Capo.
 Era splendida nella sua ira, Christopher doveva ammetterlo e così anche chi la guardava sbalordito mentre si scansava per farla passare. I lunghi capelli rossi si muovevano sulla sua schiena e le incorniciavano il viso dall’espressione decisa che avrebbe fatto tremare le gambe anche a suo padre. In quei momenti assomigliava troppo a sua madre e a sua nonna.
Giunti davanti la porta del Capo dell’Ufficio, la ragazza bussò energicamente per due volte con la mano libera. Un pigro “avanti” diede loro il permesso entrare
-Signor Shelby, scusi l’intrusione- il capo di Lily inarcò un sopracciglio, il tono della ragazza esprimeva tutto tranne che cordoglio per il disturbo
-Signorina Potter, Signor Ogden…posso esservi utile?- il suo sguardò guizzò sulla mano della ragazza che ancora stringeva il polso del ragazzo.
Christopher sembrò accorgersene perché storse il braccio e si liberò della presa. Lily non sembrava nemmeno essersene resa conto tanto era arrabbiata. Fece un passo in avanti e si avvicinò pericolosamente al bordo della scrivania del suo capo
-Signor Shelby vorrei per favore chiederLe, con tutto il rispetto che nutro nei confronti della sua persona e soprattutto della sua professionalità sul lavoro, di smettere di fare favoritismi solo perché sono la figlia di Harry James Potter!- non aveva urlato ma le parole uscirono dalla sua bocca con tono deciso e fermo, che non ti aspetteresti da una ragazza di appena vent’anni. Herman Shelby rimase qualche istante in silenzio prima di rispondere alla ragazza, pensando che prima o poi avrebbe dovuto aspettarselo, un teatrino del genere. Harry Potter l’aveva avvertito e lui stesso aveva scorto più di una volta il risentimento negli occhi della ragazza quando veniva scelta per il suo cognome più che per le sue abilità. C’era da dire, tuttavia, che era difficile non premiarla quando svolgeva così bene il suo lavoro: era una strega davvero brillante.
-Signorina Potter- congiunse le dita davanti al viso e la guardò da sopra di esse- cosa le fa credere che questo Ufficio, uno tra i più importanti dell’intero Ministero della Magia, si abbassi a fare favoritismi proprio a lei? – voleva metterla in difficoltà e per un attimo sembrò riuscirci perché le guance della ragazza si imporporarono.
-Ne ho le prove, Signore- si voltò verso il suo compagno e gli fece un cenno con il viso – diglielo, Christopher, digli quello che hai sentito-
Il ragazzo avrebbe volentieri fatto a meno di tutta quella messa in scena ma aveva capito che a Lily quella storia scottava più che a lui.
-Ho chiaramente sentito il suo Assistente raccontare ad un collega che le ragioni per cui Potter verrà scelta come SottoAssistente dell’Assistente sono proprio legate al fatto che è figlia di Harry Potter, Signore-
Herman Shelby mandò mentalmente al diavolo il suo Assistente, come aveva fatto ad essere così idiota? Sospirò, adesso gli sarebbe toccata una bella gatta da pelare.
-Signorina Potter, Signor Ogden, da questo momento siete entrambi promossi a SottoAssistenti ma-alzò una mano per interrompere i due che stavano per iniziare l’ennesimo dibattito- non perché lei – e guardò la ragazza- sia Lily Luna Potter, o perché lei- e si rivolse a Christopher- ha bisogno di un contentino per non sentirsi discriminato- entrambi si mossero sul posto imbarazzati- ma solo perché ho avuto modo di visionare il vostro lavoro degli ultimi mesi e ritengo che abbiate entrambi le qualità adatte per quella posizione.- In realtà aveva deciso di agire in questo modo sin dal principio. Se quello stupido del suo Assistente avesse tenuto la bocca chiusa visto che non ne aveva ancora parlato con lui!
-Grazie Signore- Ogden si inchinò frettolosamente, quindi fece dietro front e lasciò l’ufficio. La ragazza invece rimase a fissare in silenzio il suo Capo per qualche istante prima di raggiungere la porta.
-Signore- si volse di tre quarti verso di lui e cercò gli occhi di Shelby che sostenne lo sguardo.
-Sì, signorina Potter?-
-Grazie, Signore-  avrebbe giurato di averla vista sorridere di una felicità che non le aveva mai visto sul viso, ma prima che potesse risponderle l’aveva già lasciato nuovamente solo.

 
 
Da quel giorno Lily e Christopher avevano fatto tanta strada insieme, sostenendosi a vicenda e aiutandosi. Aveva finalmente trovato un amico vero, che non le stava accanto solo per riflettere della sua luce riflessa, e quando lei aveva sostituito il vecchio Assistente del Capo, due anni dopo, lui era stato sinceramente felice per lei. Adesso lui faceva parte del Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali e non si vedevano più molto spesso, tuttavia si tenevano in contatto via gufo e quando erano entrambi a Londra trovavano sempre un po’ di tempo per vedersi. Lily sorrise a tutti quei ricordi e quando riaprì gli occhi, li posò sulla fotografia che teneva sulla scrivania e che ritraeva Christopher e lei con i mano i diplomi di fine stage, sorridenti e felici.

TOC TOC

-Avanti!- la porta si aprì ed entrò l’ultima persona al mondo che Lily si sarebbe mai aspettata di vedere in vita suo varcare quella soglia
-Malfoy!- si alzò in piedi come se le avessero dato la scossa
-Potter- Scorpius Malfoy era praticamente identico a come se lo ricordava ad Hogwarts. Capelli biondo cenere, occhi grigi e pelle chiara, esattamente come il padre. Persino il tono di voce rassomigliava in maniera impressionante quello del genitore, a tal punto che Lily si chiese se avesse ereditato qualcosa dalla madre.
-Prego, accomodati- gli indicò la sedia davanti alla scrivania ma lui scosse leggermente il capo
-No, sono di fretta. La settimana prossima verrà a far visita al Primo Ministro il Presidente della Comunità Magica Americana e in qualità di Ambasciatore del Ministero del Magia inglese in quello Stato, sono stato mandato avanti per preparare le cose. –
Lily annuì, sapeva già dell’imminente arrivo del Presidente.
-L’Ufficio ha già iniziato i preparativi e ha già chiesto l’intervento degli Auror per la scorta del Presidente. Mi occuperò personalmente della sua accoglienza –
Scorpius la guardò stupefatto.
-Tu?- il tono di sorpresa quasi offese la giovane.
-Sì, io- lo stava sfidando, era chiaro che avrebbe voluto aggiungere “Problemi?”
-Hai fatto carriera in fretta- le parole gli uscirono come lame dalla bocca e un sorriso beffardo gli increspò le labbra.

Un Malfoy rimarrà per sempre un Malfoy. Lo pensò amaramente.

-Hanno saputo andare oltre un nome, per riconoscere le qualità della mia persona. Sono certa che capisci- un lieve sorriso e si godette l’espressione del Serpeverde che veniva messo nel sacco. In fondo anche lui aveva dovuto lottare contro un cognome troppo ingombrante.
-Bene, se non c’è altro- e senza aggiungere altro, con un sonoro CRACK, si smaterializzò.

Lily ricadde sulla sedia come se avesse speso tutte le forze che le rimanevano in corpo. Il cuore le batteva all’impazzata e lo sentiva rimbombare persino nelle orecchie. Aveva immaginato mille volte, da quell’ultimo giorno ad Hogwarts, di rivederlo, ma mai si era aspettata una cosa simile. In realtà, cos’altro doveva aspettarsi? La sua era stata un’infatuazione a senso unico, mai dichiarata e vissuta mantenendo saldamente le distanze. Un Malfoy e una Potter, che blasfemia è mai questa.
-Lily stai bene?- una strega che lavorava al suo stesso Livello era entrata senza che lei se ne accorgesse
-Eh..?Ah, Kate, sì tutto a posto- le sorrise, poco convinta
-Ho incontrato Shelby mentre venivo qui, mi ha detto che per oggi avete finito, puoi tornare a casa- la guardava come un Guaritore ispeziona un paziente al San Mungo
-Perfetto, grazie Kate- si ricompose e le sorrise più presente mentre iniziava a far evanescere documenti e ne faceva volare altri dentro una borsa a tracolla.
-Figurati...perchè non vieni a bere qualcosa con me e le altre? Andiamo al Paiolo per una burrobirra o qualcosa di più forte- le fece l’occhiolino  e la sua espressione era così buffa nel tentativo di sembrare allettante che Lily rise di gusto
-Grazie dell’invito, Kate, davvero ma stasera sono a cena dai miei zii e ora che mi hai fatto notare l’orario sono già in mostruoso ritardo-
-Va bene, va bene- la strega sventolò un dito accusatorio- ma non sai cosa ti perdi!- quindi con un ultimo sorriso se ne andò.
Lily finì di recuperare le sue cose e si avvicinò al camino prendendo una manciata di Metropolvere da una scatolina. Mentre scandiva ad alta voce la sua destinazione, pensò che James e Albus avrebbero sicuramente notato che qualcosa la turbava. Una smorfia di disappunto le distorse il bel viso prima che fosse risucchiata via dalla magia.
  
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