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Autore: Blue Sunshine    01/06/2013    8 recensioni
Emma è rilegata nella razionalità che il padre le ha sempre costruito intorno.
Le ha cucito nel cuore quella sicurezza che la rende una forza della natura.
Lei, ha imparato da subito cosa fosse male e cosa fosse bene.
Nella compostezza del suo essere, Emma è normale.
Magari un po’ più forte, un po’ più sicura, un po’ più spavalda.
Evita ciò che cataloga come sbagliato, e abbraccia solo ciò che è sicuro, palpabile, evidente.
Emma Harrison e il suo ordinato mondo.
Ma lui è sbagliato. Eppure, Emma non lo scaccia.
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IN REVISIONE
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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MURDERESS. 
 

 

(1)- Prologo 

Perché tutto comincia da qualcosa

ma qualcosa non sarebbe nulla.


Dean Harrison si passò una mano fra i capelli brizzolati, sospirando. Si alzò dalla sedia, superò la sua scrivania, e si diresse alla finestra per osservare il sole tramontare dietro alcuni palazzi lontani; poi, finalmente, si girò di nuovo. 

Lui non si era mosso: era rimasto in quella posizione per almeno tre ore, non abbozzando parola, non accennando nulla. Se ne stava là, immobile, a fissare un punto indefinito del pavimento rosso bordeaux, con le mani unite e appoggiate al ventre, come se si trovasse in una stanza completamente vuota. Da solo.  Non aveva mosso un muscolo. Era semplicemente rimasto seduto su quella scomoda sedia, aspettando che altri decidessero le sue sorti. Aspettando che lui decidesse cosa farne. Ed era tremendamente difficile stare a guardarlo, condividere lo stesso ossigeno, respirando la stessa aria; perché ciò che il commissario Harrison desiderava per lui, non poteva essere attuato. Se pensava all’individuo che aveva di fronte e alla pena che aveva macchiato le sue mani gli venivano in mente poche soluzioni: il dolore, un dolore atrofizzante e capace di farlo impazzire, degno di un girone dell’Inferno di Dante; momenti di oscurità, paura, terrore glaciale. La solitudine più dilaniante, che faceva compiangere la morte stessa.Ecco cosa Dean Harrison avrebbe voluto infliggere a quello che dovrebbe essere considerato un uomo o meglio, un ragazzo. Lo squadrò per un altro paio di secondi, prima di alzare gli occhi verso gli uomini in stanza e fare un cenno con il capo. I due annuirono e, con riluttanza, fecero alzare il giovane che non sembrò minimamente scomporsi per i modi rudi con cui lo sollevarono dalla sedia. Quando senza tanti preamboli lo spinsero verso la porta, Dean parlò.
“Questa non è la fine. Ti farò pagare ogni singola azione, Zayn Malik. Prima la giustizia terrena e poi quella divina ti troverà e in quel caso, il silenzio non ti aiuterà affatto” il giovane si fermò un momento, alzando finalmente il suo sguardo sul viso duro di Dean: iridi scure, del colore della pece bollente, incontrarono l’azzurro tenue di quelle del commissario. Si scrutarono per altri secondi, prima che il ragazzo riprendesse a camminare, costretto anche dalle spinte dei poliziotti. Quando la porta si chiuse alle loro spalle Dean serrò la mascella. Guardò l’ora e sospirando di sollievo, recuperò il cellulare e il portafoglio, indossando la giacca. Il sole era oramai tramontato e l’oscurità era sopraggiunta veloce, come ogni volta. Spense il computer soffermandosi però con lo sguardo sul fascicolo ancora aperto sulla scrivania: “ Zayn Malik, omicidio volontario”. Lo prese e uscì dal suo ufficio, maledicendo quella tremenda giornata di lavoro. 

 

Erano oramai le dieci di sera quando Dean la scorse correre sul marciapiede buio, dimentica di quanto non gli piacesse l’idea che andasse a praticare jogging a quella tarda ora. Sentì un familiare fastidio allo stomaco quando riconobbe chiaramente i capelli rosso ramato oscillare sulla sua schiena, mentre si dirigeva verso casa. Sbuffò sonoramente, passandosi una mano sugli occhi stanchi; così si accostò con la macchina e si limitò ad alzare un sopracciglio quando gli occhi di sua figlia incrociarono i propri.
“Ciao papà!” Lo salutò lei, con la sua voce squillante, continuando a correre. Il suo respiro era rotto e la sua maglietta madida di sudore. Sforzando la macchina ad andare al suo passo, Dean alzò gli occhi al cielo.
“Quante volte devo dirti che non mi piace che tu vada a correre a quest’ora?” berciò, con il tono da rimprovero che era sempre uguale a quando era ancora una bambina.  Si sporse dal finestrino e osservò l’oscurità circostante, con minuziosa attenzione, quasi si aspettasse che da un cespuglio fuoriuscisse un maniaco o un delinquente. Fu il turno di Emma per alzare gli occhi al cielo, scoppiando in una fragorosa risata.
“Giornata pesante a lavoro?” gli chiese, evitando volutamente l’acidità con cui l’aveva canzonata il padre. E Dean non poté fare altro che stupirsi di quanto Emma lo conoscesse bene e chiedersi se, dopo diciotto anni, anche lui potesse vantare la stessa capacità.
“Decisamente pesante” rispose infatti, atono. L’inusuale silenzio che aleggiava in quel tranquillo quartiere di Bradford era rotto dal rumore regolare del motore dell’auto e dalle suole delle scarpe di Emma contro l’asfalto. La cittadina, intorno a loro, era un gioco di luci e buio.
“Ci vediamo a casa” si arrese Dean, mentre Emma sorrideva, rimettendosi la cuffia della musica all’orecchio. L’uomo diede un’accelerata, continuando comunque a controllare la figlia finché non svoltò all’angolo di Longside, entrando nel vialetto di casa. Spense il motore e scese dall’auto. Strinse al petto il fascicolo, recuperando con una mano sola tutta la posta che Emma non aveva preso. 
“Il bagnò è mio!” La ragazza gli sfrecciò davanti, facendolo quasi spaventare. Lui scosse la testa, seguendola in casa. Un forte profumo di pollo colpì le sue narici e il suo stomaco brontolò: solo in quel momento si accorse di quanto fosse affamato. Si tolse la giacca e lasciò cadere il fascicolo sul tavolino della cucina.
“Emma, muoviti che ho fame!” 

Ed era anche stanco, in realtà; ed era solo l’inizio.
 

 
Dean Harrison 

 


 

Angolo autrice:

finalmente mi sono decisa a migliorare le imperfezioni di questa storia che mi accompagna oramai da anni. Sono una mezza cartuccia quando si tratta di scrivere prologhi e spero che questo vi abbia incuriosito abbastanza. Come accennato, Zayn ha un fascicolo a suo nome dove viene accusato di omicidio. Viene poi introdotto Dean Harrison, il commissario del distretto di Bradford che si dovrà occupare del caso. Inquadrato anche uno scorcio della sua vita privata dove è presentata Emma, sua figlia. Spero che la lettura vi allieti, un bacio

Sonia. 

 
  
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