Film > Iron Man
Segui la storia  |       
Autore: Silvia_sic    02/06/2013    6 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 29

 

Quando cercò di aprire gli occhi, la forte luce del giorno glieli fece chiudere immediatamente. Dal silenzio iniziale cominciò a sentire un rumorio confuso di voci, poi un bip persistente gli invase le orecchie. Si passò una mano sulla fronte e quando cominciò a mettere a fuoco le figure intorno a lui, riconobbe immediatamente l'amico Rhody che si era avvicinato a lui.

 

Lo fissò confuso per poi guardarsi intorno, riconobbe subito la tipica struttura di una camera ospedaliera suggerita dalla struttura ferrea del letto e dalla flebo collegata al suo braccio. Si portò una mano al centro del petto sentendo immediatamente l'intrusione nel suo torace che ormai si era abituato a possedere. -Cosa ci faccio qui?-

 

Rhodes sorrise affabile. -Sopravvivi, fortunatamente.-

 

-Ma io... come fa a...- balbettò confuso non spiegandosi come il suo reattore fosse completamente funzionante.

 

-Ho trovato il reattore sul terrazzo e Pepper è riuscita a sostituirlo prima che fosse stato troppo tardi.-

 

Tony scattò immediatamente seduto e per un momento gli girò la testa. -Dov'è Pepper?- L'amico lo guardò senza rispondere, per poi sedersi sulla sedia accanto al letto. -Rhodes, dimmi dov'è lei.-

 

-Ti è rimasta accanto tutta la notte, finché non ti sei ristabilito completamente. Ora...- tentennò nel continuare e non riuscì nemmeno a guardarlo negli occhi che in quel momento lo fissavano ansiosi. -Non andava tutto bene tra voi.- osservò angosciato. Tony non rispose, restando immobile e sperando di aver capito male. -Se n'è andata, Tony.-

 

-Quando torna?- fece quella domanda pur sapendo perfettamente che non ci sarebbe stata risposta.

 

Rhodes scosse il capo sconsolato, ricordando perfettamente quello che gli aveva detto Pepper. -Come puoi anche solo sperare che torni?-

 

Tony si prese il capo tra le mani stringendosi i capelli tra le dita. -Non doveva andare così...- sussurrò appena. -Non doveva...-

 

A quel punto il colonnello si scaldò. -Tony, a me è stato solamente riferito ciò che le hai detto e mi sono trattenuto dal tirarti un cazzotto in pieno volto! Mettiti nei suoi panni! L'hai fatta scappare!-

 

-Lo so! Secondo te perchè avrei detto quelle cose? Volevo che si allontanasse da me.- quasi gridò dicendolo.

 

Rhody sbatté le palpebre perplesso. -Cos-

 

-Con me era in pericolo. Per Stane. Avevo capito che complottava contro di me e ho voluto che lei si allontanasse di suo proposito, proprio per evitare che io la trattenessi o che lei si rifiutasse di scappare. Sai anche tu quello che è successo la sera della festa di beneficenza... l'ha quasi uccisa. Non è passato molto perchè ci ritentasse.- affermò stringendo i pugni. -Rhody, dimmi dov'è. So che a te lo ha detto.-

 

-No, Tony. Non me l'ha voluto dire, forse proprio perchè sapeva che l'avresti cercata.- affermò affranto, capendo solo ora tutte le cose.

 

Tony cercò di mettersi in piedi, ma colto da debolezza cadde nuovamente seduto sul materasso. -Tony non ti sforzare, i dottori dovranno visitarti.- affermò sostenendolo per un braccio.

 

-Nessuno dovrà toccarmi. Io devo andare.-

 

-Signor Stark.- Tony e Rhody si girarono verso l'entrata trovando il sorriso affabile dell'agente Coulson. -È un piacere trovarla sveglia. Coglierò l'occasione per attuare quel colloquio di cui avevo parlato con la sua segretaria.-

 

********************************************************************************

 

Non poté non notare la scritta in prima pagina che reclamava disperata una risposta con quella domanda scritta a caratteri cubitali. “Chi è Iron Man?”. Tony fece scorrere una mano sui giornali posti accuratamente sul tavolo spostandone uno per trovare l'interfaccia di un altro quasi simile con l'immagine della sua armatura rossa e oro ad occupare quasi tutto lo spazio disponibile.

 

-Iron Man?- sussurrò perplesso, dimenticandosi di essere completamente solo in quella stanza. Dopo essersi svegliato nell'ospedale di quell'associazione segreta di Coulson e una intensa chiacchierata con quest'ultimo, Tony aveva dovuto immediatamente recarsi alle Industries per dare un po' di chiarezza a quello che era successo e, stando a come gli aveva detto l'agente, esibire il suo alibi che dimostrasse al mondo intero che non era il suo viso a nascondersi dietro lo sguardo intimidatorio dell'armatura che tutti ormai chiamavano Iron Man.

 

Con una mano si sistemò il nodo alla cravatta, pensando a quanto tutti quei dettagli che avrebbe dovuto esporre fossero soltanto un mucchio di balle e a quanto non gliene fregasse nulla di quello che era successo se non scoprire dov'era andata Pepper. Aveva provato a chiamarla al cellulare così tante volte che ormai aveva perso il conto e, nonostante avesse sempre trovato il telefono staccato, la speranza non veniva meno ogni volta che ci tentava.

 

Volse l'attenzione allo schermo della televisione che mostrava in diretta le immagini dell'amico Rhodes a introdurre la vicenda che a momenti avrebbe esposto anche lui. Rimase in piedi infilando le mani nelle tasche dei pantaloni e inevitabilmente le sue dita sfiorarono il palmare. Per l'ennesima volta non riuscì a trattenersi e, recuperato il telefono, fece scorrere il dito sullo schermo e la chiamata automatica si avviò.

 

Il fermo immagine di Pepper con il suo sorriso lo accolse e, prima di portarsi il telefono all'orecchio, lo fissò alcuni attimi. Come le altre volte il cuore cominciò a battergli più forte contro il petto quasi volesse uscire. La delusione non tardò ad arrivare, dopo alcuni secondi di silenzio la segreteria telefonica partì.

 

Chiuse gli occhi, abbandonando il capo in avanti e restando ad ascoltare la voce registrata. Sentì una strana stretta alla bocca dello stomaco e il fiato farsi così pensante che fu impossibile bloccare un sospiro, mentre gli occhi coperti dalle palpebre si inumidirono maggiormente.

 

-Signor Stark, tre minuti e tocca a lei.- La voce di Coulson alle sue spalle lo colse di sorpresa e ricacciò immediatamente il telefono nella tasca della giacca, girandosi verso l'uomo che lo affiancò vicino al tavolo. -Abbiamo la testimonianza di ventidue persone che affermeranno la sua presenza sullo yacht nei dintorni delle coste di Malibu. Come abbiamo discusso prima, Iron Man era la sua guardia del corpo che ha assunto dopo l'incidente in Afghanistan. Qui c'è scritto tutto quello che deve dire.- affermò porgendogli dei rettangolini di carta rigida.

 

Tony li fissò per qualche secondo, passando poi agli occhi chiari dell'agente. -No. Gliel'ho già spiegato. Odio che mi si porgano le cose. Non lo prenderò neanche per errore.-

 

Coulson alzò gli occhi al cielo, ancora abbastanza scettico su quella strana fobia da parte di Tony. -Ma ci sarà qualcuno da cui accetta le cose che le vengono porte?- domandò esasperato poggiando i foglietti sul ripiano in mogano.

 

Tony fissò l'uomo per qualche secondo, rendendosi conto che effettivamente c'era quel qualcuno solo che in quel momento non sapeva dove fosse né sapeva se l'avesse più rivista. Rimase in silenzio e poi come se niente fosse recuperò i cartoncini azzurri leggendoli velocemente uno ad uno. -Non parla di Stane.- puntualizzò una volta lette tutte quelle montature della sua trascorsa giornata, che a lui suonavano come una gran montagna di balle. Era stufo marcio di mentire.

 

-È in vacanza. I jet privati hanno un pessimo primato per quanto riguarda la sicurezza.- affermò del tutto tranquillo, tanto che Tony ebbe l'impressione che lo stesso agente fosse convinto della veridicità di quella frase.

 

Tony fissò ancora i bigliettini con le scritte. -Ma vi sembra davvero così credibile? Suona assurdo solo a pronunciarlo! Lui: la mia guardia del corpo!?-

 

-Si fidi di me. Sono un esperto in queste cose.-

 

-Oh sì! Lei e tutta la sua agenzia segreta di cui non si capisce cosa cazzo faccia!- sbottò irritato, nervoso sia per esser stato tenuto all'oscuro sia per il fatto che lei non era lì con lui.

 

Coulson lo guardò comprensivo, mentre Tony lo trafiggeva con i suoi occhi scuri. Non si aspettò delle scuse, aveva capito perfettamente con chi aveva a che fare e, modestia a parte, si riteneva molto bravo a leggere le persone. -Si attenga al gobbo. Per qualsiasi inconvenienza ci faremo sentire noi.- disse per poi camminare tranquillamente verso l'uscita della sala.

 

Tony fissò la sua schiena e in quel momento trovò l'unica occasione per chiedergli quello che non era riuscito a dire all'ospedale. -Aspetti.- Coulson si girò e trovò l'uomo ad osservare lo schermo della televisione. Ci volle qualche secondo prima che parlasse. -Rhodes mi ha detto che era con lei durante lo scontro.-

 

L'agente si mise le mani nelle tasche dei pantaloni alzando maggiormente il mento e capendo perfettamente a chi si stesse riferendo l'uomo. -Esatto.- Altri attimi di silenzio pervasero la stanza solo i rumori attoniti dietro la porta che dava sulla sala principale rompevano la monotonia. Coulson percepì l'incertezza da parte di Tony, così parlò lui. -È una donna in gamba, determinata e, oserei dire, maledettamente testarda. Non c'è stato verso di convincerla a lasciare il luogo.- Inevitabilmente un sorrisino prese vita sulle labbra di Tony.

 

Abbassò lo sguardo osservandosi la punta delle scarpe. -Sa dov'è andata?- glielo chiese senza inutili giri di parole, disposto ormai a tutto pur di ritrovarla.

 

Solo in quel momento l'agente capì perchè la fidata assistente del magnate Stark non era lì con lui. Era scappata. -No. Mi dispiace.-

 

Tony alzò il capo, annuendo ripetutamente e sospirando. Si avvicinò a Coulson, tendendogli la mano. Quest'ultimo gliela strinse senza esitare. -Grazie.- affermò sincero. -Grazie per averla protetta.- L'agente non poté far altro che sorridere. -È meglio che vada. Una marea di giornalisti curiosi mi sta aspettando.-

 

L'altro si fece da parte permettendo al miliardario di passare. -Spero di rivederla, signor Stark.-

 

-Non io.- lo salutò sventolando i cartoncini a mezz'aria prima di uscire dalla sala.

 

Camminando lentamente lesse per l'ennesima volta quello che avrebbe dovuto dire davanti ad una baraonda di giornalisti e, attraverso le riprese in diretta, anche a tutto il resto d'America. Bugie. Erano solo un mucchio di stronzate che gli avrebbero solo complicato la vita. Sulla sua pelle aveva capito che le menzogne portavano solo guai. E proprio una piccola bugia aveva fatto sì che lei si allontanasse per sempre.

 

Accartocciò tra le dita i foglietti gettandoli in un portaombrelli lungo il corridoio. Era stufo di mentire. Facendolo non ci aveva guadagnato mai niente, aveva solo perso.

 

-Darei la parola al signor Stark per una spiegazione dettagliata dell'accaduto.- La voce di Rhodes anticipò l'entrata di Tony che diversamente dalle altre volte entrò in sala senza volgere un sorriso o un saluto alle telecamere.

 

Prese posto dietro il leggio e guardò i reporter seduti davanti a lui. -Siete tanti.- iniziò umettandosi le labbra. -Forse più dell'altra volta.- puntualizzò senza ottenere qualche reazione. Si girò verso Rhodes poi verso i giornalisti. -Bene... Cosa vi ha detto? Così non vi faccio perdere tempo prezioso ripetendo quello che il colonnello vi ha descritto.-

 

Una donna bionda seduta in prima fila parlò: -È davvero possibile che Iron man sia la sua guardia del corpo? E perchè è uscito allo scoperto solo ora?-

 

Tony fissò la giornalista, sicuro di averla vista da qualche parte, ma senza ricordarsi fermamente dove e quando. -Ah bene! Credevo suonasse strano solamente a me! Se è questo che vi ha detto ha sparato solo un mucchio di stronzate.-

 

Rhodes sgranò gli occhi incredulo e subito un mormorio si levò tra il pubblico. Si avvicinò a Tony sussurrandogli qualcosa all'orecchio. -Attieniti al testo per favore.-

 

-Testo? Quale testo?- fece con un tono smarrito. Il colonnello sospirò, scuotendo il capo leggermente. Sapeva perfettamente che sarebbe andata male. Poi Tony riprese a parlare verso il pubblico. -Io mi sono stufato. No, davvero, io non capisco che senso abbia dirvi che una mia guardia del corpo dentro un'armatura è intervenuta per l'improvvisa apparizione di un mostro gigante di ferro. Quando io ero su... dov'è che ero? Ah già! Sul mio yacht a Malibu. Che guardia del corpo è se non è con me? Anche un bambino capirebbe che c'è qualcosa che non va! Andiamo! Gli americani non sono mica stupidi! E sinceramente io mi sono stufato di mentire.-

 

-Tony, cosa stai facendo?- lo richiamò a voce bassa Rhodes. L'altro si girò fulminandolo con lo sguardo.

 

-Lei se n'è andata perchè le ho mentito. Non continuerò a rovinarmi la vita tra le menzogne.- sentenziò in modo che lo sentisse solo l'amico, che distolse immediatamente lo sguardo affranto per quello che stava succedendo.

 

-E allora, signor Stark, qual è la verità?- lo provocò la stessa donna di prima.

 

Tony tornò alla sua postazione. -La verità è che...- Sapeva che non sarebbe cambiato nulla della sua storia con Pepper: lei era sparita e lui era rimasto solo, perchè non era stato in grado di dirle cosa provasse realmente. Non era riuscito a dirle che senza di lei non poteva vivere, che ogni volta che la guardava negli occhi sentiva il cuore aumentargli di battito, che si sentiva in pace quando la stringeva tra le braccia, ricordandogli sempre che non era più solo. C'era Pepper e lei era tutto. Non era riuscito a dirle che l'amava più della sua stessa vita.

Ora però tutto era svanito e lui aveva bisogno di una corazza a proteggerlo. La sua sofferenza poteva essere nascosta agli altri solo creando un secondo punto di attenzione.

Rimase in silenzio per un paio di secondi, ma quando parlò creò il caos. -...io sono Iron Man.-

 

********************************************************************************

 

Con non poca fatica era riuscito a scollarsi di dosso quei maledetti succhia-sangue di giornalisti e ora nel buio e nel silenzio della notte tornava a casa, dove sperava di ritrovarci Pepper. Per chissà quale motivo era convinto che le cose si sarebbero sistemate. Lasciò la macchina sul vialetto e varcò la porta d'ingresso mentre le luci si accendevano automaticamente al suo passaggio.

 

Una volta che fu in salotto tutto quel silenzio lo insospettì, difatti il maggiordomo virtuale avrebbe dovuto aggiornarlo sui fatti generali.

 

-Io sono Iron Man? Ti sembra un gioco per caso?- La voce profonda di un uomo, fece sobbalzare Tony che fece un passo indietro, scrutando quell'intruso in casa sua.

 

-Chi sei?-

 

-Nick Fury. Direttore dello S.H.I.E.L.D.- Tony fissò l'uomo di colore nel suo completo scuro e una benda sull'occhio.

 

-Ancora? Stia tranquillo, ci ha già pensato il suo tirapiedi Coulson a farmi notare quanto questo mio volere di svelare l'identità di Iron Man sia, mi sembra che lo abbia definito, “intempestivo”.- rispose seccato ormai stufo.

 

-Ti avverto, signorino, sei entrato in un universo ancora più grande di quello che già conosci.- lo riprese.

 

-L'universo è infinito. Non c'è qualcosa più grande dell'infinito, altrimenti quest'ultimo non sarebbe così definito. Lo trova in qualunque manuale di filosofia, sfortunatamente ne sono sprovvisto perciò dovrà fare la sua ricerca fuori di qua.- affermò e, assolutamente non intenzionato ad ascoltare una sola parola di più, si diresse verso la scalinata che conduceva al laboratorio.

 

-Questo è solo l'inizio. Lo sai, vero?-

 

Tony si bloccò stringendo tra le dita il corrimano alla parete e fissando il vuoto di fronte a sé. Quello non era l'inizio. Nessun inizio poteva lasciare l'amaro in bocca così come stava succedendo a lui. -La porta sa dov'è. Non sono in vena di stronzate.- tagliò corto, scendendo in laboratorio senza nemmeno preoccuparsi di cosa avesse deciso di fare Fury.

 

Digitò la password sul tastierino della porta non appena si illuminò. -Buona sera, signor Stark.- lo accolse la voce di Jarvis.

 

-Prepara l'inizializzazione per la connessione ai satelliti e ai sistemi di sorveglianza; controllo dei tabulati telefonici; indirizzi; entrate e uscite. Tutto quello che si collega a Pepper.-

 

-La volevo informare che la signorina Potts ha definitivamente recuperato i suoi effetti personali.- Tony non gli diede ascolto, preferendo a gran lunga non sapere quel piccolo particolare, si avvicinò alla scrivania e inevitabilmente i suoi occhi scuri si posarono su dei fogli posti ordinatamente sul ripiano.

 

Li prese in mano sentendo la carta ruvida a contatto con i polpastrelli. Gli bastarono le prime righe per capire cosa fosse. Le sue dimissioni. Sentì un peso opprimente invadergli tutto il corpo e si accasciò malamente sulla sedia, mentre un senso di rabbia e disperazione lo colpiva.

 

Lanciò via quei fogli sbattendo un pugno sulla scrivania, intanto che, dopo tantissimo tempo, lacrime di disperazione troppo a lungo represse gli rigarono il viso. Era di nuovo solo.

 

********************************************************************************

 

I suoi occhi azzurri fissi sulla televisione osservavano annoiati le immagini che si susseguivano velocemente a causa dello zapping sfrenato che l'aveva colta in quel momento di assoluta noia. Con le gambe alzate e rannicchiate al petto sedeva sul divano dalla stoffa arancione che occupava il suo nuovo appartamento. Non era molto grande, ma abbastanza accogliente e tranquillo per una o due persone. A lei andava bene così.

 

Era terribilmente annoiata. Aveva sempre odiato non fare niente durante il giorno, ma sua madre, dopo la visita inattesa di quella stessa mattina, l'aveva costretta ad un riposo forzato e sfortunatamente non l'aveva ancora lasciata sola.

 

Si poggiò lateralmente allo schienale, mentre con una felpa bordeaux oversize dalla zip slacciata si coprì una gamba, completamente nuda per la scelta di indossare un paio di pantaloncini in tela. Abbandonò la testa di lato e un ciuffo rossiccio, fuggito dalla coda, le ricadde in parte sullo sguardo, preso ad analizzare le immagini che si susseguivano veloci. Quando una in particolare attirò così tanto la sua attenzione che si mise dritta, tornò indietro di qualche canale, cercando ciò che le aveva fatto aumentare improvvisamente il battito del cuore. Lo trovò.

 

Rimase immobile con il telecomando sospeso a mezz'aria nella sua mano, intenta a fissare la foto dell'uomo protagonista della notizia. Quell'uomo era lui.

 

-...sono passati quasi tre mesi da quella conferenza stampa dove dichiarava al mondo intero di essere Iron Man. Dopo il suo ritorno dall'Afghanistan si è attrezzato per diventare un nuovo eroe a proteggere noi americani; con stupore è uscito allo scoperto e con egual sorpresa misto amarezza è ritornato nello stesso silenzio che si percepiva prima del suo arrivo. Molte sono le domande sorte: che stia perfezionando il suo personaggio per comparire nuovamente sotto le vesti dell'uomo di ferro? Oppure una nuova dose di responsabilità si è arpionata al magnate Stark che nelle ultime settimane ha permesso alla sua azienda un altro salto di qualità superando di gran lunga il successo già posseduto? A questo noi non possiamo rispondere. Ma alcuni giornalisti sono riusciti ad estirpare qualche informazione, che rimane sempre esigua e poco soddisfacente. Ora manderemo in onda il breve scambio di informazioni avvenuta qualche giorno fa.-

 

Lo schermo mostrò Tony che usciva dalla sede centrale delle Industries affiancato da Rhodes e a seguirlo una massa di giornalisti. L'uomo proseguiva impassibile evitando di rispondere. La ripresa si spostò alle sue spalle e continuò a seguirlo insieme ai giornalisti.

 

-Tony! Tony! Una sola domanda!- continuavano a ripetere, fino a quando l'uomo bloccò la sua camminata e si girò verso la folla che lo seguiva.

 

Gli occhiali da sole proteggevano il suo sguardo, si rivolse ad un giornalista in particolare, rispondendo ad una domanda che però lei non riuscì a sentire. -Ho già detto che non ho intenzione di rilasciare interviste; sono attualmente impegnato a cercare una persona perciò Iron Man o tutto il resto non mi fregano niente.-

 

Pepper trattenne il fiato per tutto il tempo che lui parlò, mentre contemplava i lineamenti seri e duri del suo viso così diversi da come abitualmente era. Avrebbe dato di tutto pur di vedere i suoi occhi anche solo per una frazione di secondo. Erano passati mesi e lei non era ancora riuscita a superarlo, credeva che sarebbe stato facile, ma non era stato così. Ormai Tony era diventato parte integrante della sua vita e, nonostante lei lo evitasse, mai avrebbe potuto dimenticarlo.

 

L'immagine della donna del notiziario tornò. -Tony Stark dice che sta cercando una persona. Se così fosse, allora-

 

-La cucina è sistemata, però dovresti fare un po' di spesa.- Sentì la voce di sua madre avvicinarsi sempre di più, subito cambiò canale tornando a rannicchiarsi in un angolo del divano e fingendosi interessata ad uno spot pubblicitario.

 

-Grazie, mamma, ma avrei fatto io, non dovevi disturbarti.- le disse in un sussurrò girandosi verso la donna.

 

-Sciocchezze! Nessun disturbo. Comunque io vado al supermercato a prenderti quello che manca in dispensa, ti serve qualcosa in particolare?-

 

-Non serve. Vado io domani, ho già preparato la lista. Posso occuparmene tranquillamente da sola.-

 

-Allora vieni con me o saresti più interessata ad ascoltare uno chef francese che cerca di vederti un set di coltelli taglia-tutto?- la invitò la madre nel tentativo di convincerla.

 

Pepper si girò verso il televisore, notando un signorotto pingue con un paio di baffetti e un coltellaccio in mano. In quel momento ebbe la netta sensazione di esser stata appena scoperta. -Non ho molta voglia...- mugugnò, guardando le immagini nello schermo e appoggiando la testa allo schienale.

 

-Virginia...- Lei capì immediatamente che quel tono di voce seguito da una breve pausa era l'inizio di un rimprovero, ma si sbagliò. -Un po' d'aria fresca ti farebbe bene...- disse seriamente preoccupata per la figlia e per quello che stava affrontando da sola senza la minima intenzione di farsi aiutare. Un'altra lunga pausa. La ragazza non mosse un muscolo con lo sguardo fisso di fronte a sé. -...anche al bambino.-

 

Pepper abbassò lo sguardo e automaticamente si portò una mano sul ventre leggermente rigonfio.

Per questo non avrebbe mai potuto dimenticarlo. Tony le aveva lasciato quel dono così prezioso che inevitabilmente sarebbe somigliato a lui.

 

Si lasciò convincere. Si mise in piedi raggiungendo la madre che ora le sorrideva. Ricambiò il sorriso, cercando di nascondere quel velo di tristezza che dopo quel lontano giorno non l'aveva più abbandonata.

 

Seguita dalla madre, aprì la porta dell'appartamento per uscire. -Ginny,- la richiamò e lei si girò per guardarla negli occhi. -è te che sta cercando.- disse prima di superarla, seguita dai suoi occhi azzurri.

 

 

Continua...

 

 

NdA:

eheheh Credevate di esservi salvati eh? E invece?! Sbabam! Dritto sul naso! Eeeee sì, ragazze, u.u Peps è andata! E cosa ancora più sconvolgente è la sorpresone dell'ultima parte del chappy xD non ve lo aspettavate vero?! XD

Ma facciamo un passo alla volta e andiamo per gradi... Dunque la scena del “Io sono Iron Man” ha un significato molto diverso rispetto a quello del film che giustificava questa manifestazione pubblica con l'egocentrismo marchio Stark... qui il fulcro si sposta sulle menzogne e di quanto Tony sia stufo e ferito da quello che ha passato e che ancora deve affrontare u.u

Poi... Nick... come ben sapete una scena simile c'è alla fine dei titoli di coda... bhè vi dico solo che l'ho vista a malapena tre volte e qui sono andata un po' a naso, lasciando totalmente da parte il progetto Avengers, anche perchè in una situazione simile se io fossi stata in Tony avrei preso a pedate nel culo il delizioso monocolo. Scendiamo giù in laboratorio, dove troviamo un Tony emotivamente fragile e provato ** povero cucciolinoooo! :'( Scusate, ma anche se non è da Stark non potevo evitare lacrime amare! No, davvero! Non potevo non metterle!

E alla fine arriva la mia scena preferita ** Dopo quasi 3 mesi troviamo Pepper a casa sua, senza Tony e incinta D: vi prego ditemi che vi ho stupito o anche sconvolto xD Naturalmente vi chiederete: “perchè è andata via?! Tony ha detto di amarla!” u.u avete ragione, ma in Peps c'è quel timore che Tony non sia pronto ad affrontare qualcosa di serio su piano sentimentale, se poi si aggiunge un bambino... ancora peggio :(

Devo dirvi la verità... xD la prima fine che ho scritto era proprio fine fine xD si sarebbe chiusa con il capitolo 29, dove Tony si risveglia in ospedale e Pepper è con lui... Poi xò la mia parte sadica ha preso il sopravvento ed eccoci qua u.u

Spero che, nonostante la tristezza della situazione, il chappy vi sia piaciuto ;)

Grazie a _BertAdor_, Fipsi, Anne White, evenstar e _M4R3TT4_ per aver recensito il capitolo scorso :)

Alla prossima settimana!

p.s. Per bilanciare le situazioni, mercoledì ho postato una one-shot fluffosa con Tony e Pepper xD consolatevi con quella xD lì la dolcezza fa venire il diabete xD

Ciaoooo

Sic

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: Silvia_sic