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Autore: radioactive    02/06/2013    4 recensioni
Raccolta di dieci momenti di trascurabile felicità sul pairing Giuliano/Leonardo, basato sullo sfogliare allegramente l'omonimo libro di F. Piccolo.
Ⅰ. il bambino e il disegno
Ⅱ. il principe
Ⅲ. la visita
Ⅳ. lenzuola cremisi e segreti
Ⅴ. baci nascosti
Ⅵ. «ciacco»
Ⅶ. dietro le quinte
Ⅷ. le cose buone arrivano a chi le sa aspettare
Ⅸ. la locanda del Santo Bevitore
Ⅹ. amore c’ha nullo amato amar perdona
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Dal Ⅴ: «Se ci vedono, io negherò tutto, dirò che siete stato voi a sottomettermi e sarete accusato di nuovo di sodomia» pronunciò il de’ Medici, spingendo con poca convinzione Leonardo per le spalle, che non si mosse di un millimetro.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Giuliano Medici, Leonardo da Vinci
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Momenti di trascurabile felicità

 

 

 

 

 

.il bambino e il disegno

Il sole cala e Leonardo è lì, in un tavolo all’angolo del locale e soddisfatto alza il foglio su cui lavorava. Giuliano, seduto davanti a lui che si perde nel fondo del bicchiere, alza lo sguardo verso l’altro che, con un sorriso sulle labbra e l’eccitazione di un ragazzino, ha appena finito il disegno di quel bambino di pochi mesi in braccio alla madre che ha visto qualche ora prima al mercato.

«E’ molto bello» commenta semplicemente Giuliano, mentre Leonardo ordina da bere, abbandonando la sua piccola opera d’arte sul tavolo – come fa con molte altre.

 

.il principe

Il fiatone scompare lentamente, la mano ritorna ad afferrare con forza ed eleganza l’arma con cui Giuliano ha combattuto poco prima. Ha sconfitto il suo avversario, messo a terra con la solita destrezza di cui può vantarsi. Alza lo sguardo per ammirare la folla applaudire e acclamarlo, «il Principe!», urlano in coro. Anche suo fratello, che siede comodamente sotto il baldacchino rosso, ha una specie di ammirazione negli occhi: «allora qualcosa sa fare», sembra pensare.

E poi c’è Leonardo, in prima fila, con la sua postura un po’ storta e noncurante – applaude debolmente, senza la frenesia di tutti gli altri fiorentini. E questo a Giuliano basta.

 

.la visita

Succede che ogni tanto Giuliano lascia il palazzo mediceo e si reca nella dimora di Leonardo, sapendo di trovarlo lì e non altrove, da solo perché manda puntualmente Nico o da Zoroastro, o al mercato oppure ancora da Verrocchio a richiedere alcune cose. Proprio questa sicurezza gli permette di aprire la porta piano, senza bussare, quasi non volesse interrompere qualche strano studio dell’artista su qualsiasi cosa avesse posto la sua attenzione.

Eppure, Leonardo alza lo sguardo dai suoi fogli quando sente la porta cigolare, poggia sul tavolo il carboncino e abbozza un sorriso tra lo stanco e il rassicurato: Giuliano è arrivato.

 

.lenzuola cremisi e segreti

Lo guarda, con il volto affogato nei cuscini  e le palpebre socchiuse, come se questo potesse aiutarlo a decifrare meglio quello che vede negli occhi di Giuliano. Lo studia, e il de’ Medici lo sa, lo capisce perfettamente. Sorride al pensiero dell’immagine che Leonardo si è probabilmente fatto di lui, ma che non ci è dato sapere. E’ un segreto – come è un segreto anche quello che hanno fatto tra quelle lenzuola. Leonardo sbadiglia e gira il viso dall’altra parte, infila le braccia sotto il cuscino e Giuliano prega silenziosamente che le tolga da lì, prima o poi, oppure si addormenteranno e la mattina saranno estremamente pesanti e noiose da portarsi dietro, faranno semplicemente male. E Leonardo stizzito è la cosa più pericolosa del mondo.

Passano i minuti, può quasi immaginarsi il tic tac dell’orologio a pendolo dello studio di Lorenzo, sospira e si appoggia sul gomito, Leonardo dorme e lui ne è contento. Allunga una mano verso la sua schiena e con il medio ne percorre la colonna vertebrale, fino ad arrivare al lenzuolo cremisi che lo copre dai fianchi in giù.

E’ bello – pensa, vergognandosene lievemente, eppure le sue guance si colorano della stessa tonalità del lenzuolo.

Anche quello sarebbe rimasto un segreto.

 

.baci nascosti

I passi di Dragonetti e dei suoi si allontanano, il corridoio ritorna di nuovo vuoto, lasciando i due da soli. Giuliano si appoggia sul muro e guarda Leonardo, Leonardo si avvicina e senza fiatare appoggia le mani sui fianchi dell’altro, si allunga e unisce le loro labbra in un piccolo bacio, di quelli che esprimono tutta l’emozione che una persona non riesce a dire, che bisogna chiudere gli occhi, per apprezzarlo.

«Se ci vedono, io negherò tutto, dirò che siete stato voi a sottomettermi e sarete accusato di nuovo di sodomia» pronunciò il de’ Medici, spingendo con poca convinzione Leonardo per le spalle, che non si mosse di un millimetro.

L’artista allora allunga una mano verso la finestra a pochi centimetri da loro, prende il lembo della tenda rossa e oro e la tira addosso ad entrambi, «così non ci vedrà nessuno», pronuncia, e prima che Giuliano potesse dire altro lo bacia di nuovo.

 

.«ciacco»

«Leonardo, credo che siate ubriaco» la voce di Giuliano suona come quella di una madre premurosa ma severa, siede con le braccia incrociate e i gomiti sul tavolo, allungandosi verso Leonardo, come se la vicinanza servisse ad aiutare l’ubriaco a rinsavire.

«Sono cosa?» chiede l’altro, agitando il bicchiere vuoto per avere altro vino, Giuliano alza un braccio e posa il palmo della mano sul boccale, abbassando poi questo fino a quando non finisce di nuovo sul tavolo.

«Ciacco».

Leonardo ridacchia, le dita smettono di stringere il boccale e lo guarda quasi divertito, «Ciacco è quello che mangia tanto: “Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: | per la dannosa colpa de la gola, | come tu vedi, a la pioggia mi fiacco”»

«Sottigliezze» allorché Giuliano si alza (chiedendosi come diavolo facesse Leonardo a recitare la Commedia di Dante Alighieri da ubriaco), dalla tasca estrae qualche moneta e le lascia sul tavolo come pagamento per il beveraggio, raggiunge Leonardo e lo fa alzare, passandogli un braccio attorno al fianco e mettendosene uno sulle spalle,  «vi riporto a casa», e con questo esce dalla taverna.

 

.dietro le quinte

«Vi è piaciuto?»

Quella è la prova del nove: Giuliano sa che, dipendendo dalla risposta di Leonardo, tutta la sua carriera da regista e organizzatore di eventi teatrali poteva continuare oppure essere demolita. Rabbrividisce quando sente le sue mani sciogliere i nodi ed i bottoni della sua camicia e poi sfilargliela con calma, il tessuto scivola sulle spalle e poi sulla schiena, le dita di Leonardo subito dopo sfiorano le pelle del de’ Medici.

«Molto», risponde semplicemente, per poi lasciare un bacio sulla spalla nuda dell’altro.

 

.le cose buone arrivano a chi le sa aspettare

Sospira: anche quel giorno non si sono visti, neanche di sfuggita. Ma forse va bene così: la miglior parte del viaggio non è la meta, quanto l’attesa.

 

Ⅸ.la locanda del Santo Bevitore

Nonostante Leonardo abbia il suo locale di fiducia, recentemente ne ha scovato uno nuovo, dove non ci è una Vanessa che con la sua “campana della notte” caccia i poveri ubriaconi e gli artisti come lui via, e soprattutto è meno soggetta alle scampagnate di Dragonetti. Molte volte, lui e Giuliano rimangono soli, in questa  tale locanda del Santo Bevitore, e soli bevono, senza dire una parola. E’ piacevole stare in silenzio con qualcuno senza sentirti a disagio.

 

Ⅹ.amore c’ha nullo amato amar perdona

Ci sono quei momenti in cui Leonardo abbassa gli occhi e serra le labbra, pentendosi di aver iniziato una frase e di non averla finita; non l’ha mai concluso, quel «io ti amo» che vuole sempre rivolgere a qualcuno ma che puntualmente si blocca, aggrappandosi per non uscire.

«Io…» la bocca rimane socchiusa qualche attimo, poi si chiude, sospira e ritorna a scarabocchiare, infastidito da sé stesso.

Giuliano allora lo tranquillizza, gli poggia una mano sul capo come farebbe con un bambino e gli lascia un bacio su quella fronte sempre aggrottata, pensosa, «lo so», e poi ritorna alle sue mansioni. Leonardo, rassicurato, ritorna a disegnare.

 

 

 

 

Note d’Autrice odio la puntata 07 A volte ritornano.

 

Se vi state chiedendo se un giorno mi stuferò, la risposta è: sì, molto probabile. Ma non è questo il giorno (fino ad allora noi combatteremo, per Gondor!).

Allora, che cos’è ‘sta cosa? Legittima domanda.

Tutto questo mi è venuto in mente mentre pulivo la mia scrivania, mi sono imbattuta in un libro che mi rendo conto di non aver mai letto, così lo sfoglio e scopro che è un elenco di momenti di trascurabile felicità che fanno parte della quotidianità dell’autore. Così, mentre smaltivo ancora la 07 che mi ha lasciato un buco nel cuore (davvero, non guardatela, nuoce alla salute), mi è venuta la malsana idea di “cercare” dieci momenti di trascurabile felicità di Giuliano/Leonardo e di scriverle attraverso delle drabble (nel senso “tesi molto piccoli”), dando dei titoli a tutti loro.

Per chi ha già letto le mie altre fic, sa il motivo del “Principe” riferito a Giuliano. Tuttavia, vorrei chiarire alcune cose lasciate implicite in alcuni punti u.u

·        Ciacco” è riferito alla spiegazione della mia prof. di italiano (non sto scherzando +.+), quindi al “porco” inteso come “quello che mangia molto”, i versi successivi sono quelli della Divina commedia – no, non è una semplice coincidenza che i golosi siano nel sesto canto e che sia la sesta drabble (in realtà lo è, ma fate finta che non lo sia).

·        La settima è stata scritta in modo che ognuno si immagini liberamente chi vuole – non sono pazza.

·        L’ultima ha come titolo un verso della divina commedia, canto quinto (ma va?), mi piaceva pensare che l’amore che c’è tra Giuliano e Leonardo non permettesse all’altro di non ricambiare, nonostante le parole non escano dalla bocca dell’artista.

Spero dunque che tutto questo vi possa essere piaciuto, almeno un po’.

 

Alla prossima!

radioactive.

   
 
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