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Autore: Mikoru    19/12/2007    7 recensioni
Zoro se ne stava comodamente disteso sulla comoda sdraio dalla forma concava, intento al suo hobby preferito. No, non sollevare una quantità abnorme di pesi. Dormire. Semplicemente. Sia ben chiaro: dormire è un'arte, e non sempre facile da mettere in pratica. Bisogna tener conto di innumerevoli fattori di disturbo. E Zoro sapeva farvi fronte, poiché era un Artista. Il miglior esecutore della difficile Arte del Sonno.
Subito dopo l'essere il miglior spadaccino, precisiamo.
La mia prima fanfiction su One Piece, velatamente ZoNami, scritta per un concorso indetto in un forum prevalentemente dedicato a Zoro e Nami (non a caso ;)).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un soffio di vento che porta a un sorriso...

Zoro se ne stava comodamente disteso sulla comoda sdraio dalla forma concava, intento nel suo hobby preferito. No, non sollevare una quantità abnorme di pesi. Dormire. Semplicemente. Sia ben chiaro: dormire è un'arte, e non sempre facile da mettere in pratica. Bisogna tener conto di innumerevoli fattori di disturbo. E Zoro sapeva farvi fronte, poiché era un Artista. Il miglior esecutore della difficile Arte del Sonno.
Subito dopo l'essere il miglior spadaccino, precisiamo.
Russava sonoramente, Zoro, godendosi la lieve brezza che spirava dal mare poco distante e che smuoveva la sottile e trasparente camicetta che Nami si era posata sulle spalle, una delle cui maniche giungeva talvolta a sfiorargli il braccio che, come il suo compare, faceva da appoggio alla testa dello spadaccino. Ciò accadeva perché Nami, allorché Zoro si era sdraiato per dormire, si era seduta su uno dei braccioli della sdraio, usando la panciera verde di Zoro a mo' di cuscino per rendere più morbido il supporto. Tuttavia ciò non era stato categorizzato come "elemento di disturbo", quella presenza silenziosa che si esplicava soltanto tramite il lieve sfioramento da parte della sua camicetta...
Era già più fastidioso il piccolo Chopper, stazionatosi sotto lo schienale della sdraio a gustarsi una grossa coppa di gelato. Ma lo spadaccino l'aveva ignorato, addormentandosi nel giro di qualche millisecondo. Una cosa che ancora strabiliava Nami, la quale non riusciva a capire come ci riuscisse.
Seduta, come s'è detto, sul bracciolo della sdraio, il cappello di paglia di Rufy a coprirle la rossa chioma e trattenuto con una mano, la bella navigatrice osservava sorridendo la spiaggia e il mare poco distante. Fare sosta su quell'isoletta era stata una buona idea, dopotutto. Dopo tanti giorni di navigazione, ora potevano rilassarsi un po'. Quel posto era tranquillo e nella cittadina poco distante, per quanto strano, non vi era la benché minima traccia di Marine. Il paradiso, a dir poco!
Nami si voltò a guardare Zoro e le scappò una risatina. Non si era nemmeno accorto degli occhiali che gli avevano messo sul naso; erano gli occhiali di Robin, che la storica usava per leggere i suoi vecchi tomi dalla scrittura minuscola. Li aveva lasciati a Nami, così come Rufy le aveva lasciato il cappello, quando i due, insieme al resto della combriccola, ovvero Sanji e Usop, avevano deciso di fare un giro per la spiaggia. Sanji, ovviamente, con la speranza di trovare e rimirare belle fanciulle in costume da bagno.
Sempre sorridendo, o meglio, più ghignando come una bambina che si appresta a una marachella, Nami allungò una mano e picchiettò l'indice sulla fronte di Zoro. Senza ottenere reazioni. Picchiettò di nuovo, leggermente più forte, e di nuovo nulla. Inarcò un sopracciglio. Ma come fa?, si domandò sinceramente perplessa. Lo sguardo le scivolò sull'ampio torace del giovane, solcato dalla lunga cicatrice, ricordo imperituro dello scontro con Mihawk "Occhi-di-falco". La sua mano si mosse quasi da sola, spostandosi dalla fronte di Zoro fin sopra il suo petto lasciato scoperto dalla maglietta sbottonata. Per un attimo ebbe l'istinto di sfiorare quella cicatrice, di seguirne la linea, ripensando a quanto il suo compagno di viaggio fosse assurdamente testardo e orgoglioso, mai disposto a cedere anche quando la situazione lo avrebbe richiesto.
La mano scese un altro poco, mentre gli occhi nocciola della navigatrice si ritrovarono, suo malgrado, calamitati dal ritmico abbassarsi e sollevarsi del petto di Zoro. Potrei fargli il solletico, si disse, come a voler trovare una giustificazione per quel suo aver portato la mano quasi a contatto con la pelle del giovane. Se gli faccio il solletico si sveglie-
«Aaaaaah! Che buono!» La voce allegra di Chopper la fece quasi sobbalzare. Ritirò rapida la mano, sentendosi colta in fallo senza capire per quale motivo, e si abbassò a guardare sotto la sdraio, dove il piccolo amico guardava la coppa vuota. «Peccato sia già finito!»
«L'hai già finito? Chopper, era una coppa maxi!» stralunò lei. Che fosse l'influsso di Rufy? La piccola renna ci aveva messo così poco che veniva da sospettare avesse buttato il gelato in gola tutto in un colpo.
Chopper si portò gli zoccoli ai lati del musetto, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa. «Era così buono!» quasi cinguettò.
Nami sorrise. «Goloso.» Si risollevò e tornò a guardare verso la spiaggia.

«NAAAAAAAAAMIIIIIIIIIIIIIIIII!! ZOOOOOOROOOOOOOOOO!!»
La voce risuonò per ogni dove, ben prima che il suo proprietario fosse visibile alle due persone oggetto del suo vigoroso richiamo.
Ecco, un tale grido rientrava pienamente negli "elementi di disturbo". Zoro si sollevò a sedere di scatto. «Rufy! Che accidenti hai da sbraitare tanto?!» abbaiò, irritato per il brusco risveglio.
Il capitano della Going Merry sopraggiunse, insieme ad Usop e Robin. Quando fu di fronte ai compagni li guardò con il suo solito sorriso a trentadue denti. «Zoro, ti sei svegliato?»
«Con l'urlo che hai cacciato si sarebbe svegliato anche un morto!» ribatté lo spadaccino.
«Ahahah!» Il capitano della Going Merry rise di quella che gli era suonata come una simpatica battuta. Sorrise di nuovo – come un imbecille, pensò Zoro – e passò le braccia intorno al collo di Usop e a quello di Robin. «La spiaggia è uno spettacolo! Quest'isola è veramente bella!»
«E il damerino dove lo avete lasciato?»
«Sarà impegnato a sbavare su qualche bella ragazza in bikini» ipotizzò Nami, ben conscia di avere solo lo 0,0001% di possibilità di sbagliare.
Quasi l'avessero evocato, il cuoco comparve pochi attimi dopo. Con una ragazza sollevata tra le braccia. Una ragazza che, considerò Zoro, gli pareva familiare... Quegli occhiali, quei capelli neri...
«Ta... Tashigi?!» stralunò lo spadaccino. «E tu che ci fai qui?!»
La ragazza, che indossava una camicia aperta decorata a fiori al di sopra del bikini nero, sbatté gli occhi, ma la sua risposta fu anticipata da quella di Sanji. «Questo fiorellino mi è caduto tra le braccia mentre passeggiavo sulla spiaggia» se ne uscì il biondo, beccandosi un'occhiata disgustata da Zoro, mentre Nami alzava gli occhi al cielo e gli altri guardavano con espressioni per lo più curiose. A parte Usop, che faceva scattare la testa da una parte all'altra con aria terrorizzata ripetendo: «La Marina! La Marina!»
«Sono inciampata in una conchiglia!» si giustificò Tashigi, rossa in faccia come un peperone.
Ryfy sbatté gli occhi e la indicò. «Ehi, se ci sei tu allora c'è anche il Fumoso! Che bello!»
«MA SEI SCEMO?!» berciò Usop. «Dobbiamo andarcene subito! C'è la Marina anche qui, ci cattureranno! Oh, nooooooo!» Nessuno lo calcolò.
Zoro sbuffò. «Che ci fai qui?»
«Il capitano Smoker ha voluto fermarsi su quest'isoletta per godersi un po' di riposo e far rilassare un po' gli uomini della nave...»
«La Marina! La Marina!» continuava a piagnucolare Usop.
«Mettimi giù, pirata» intimò Tashigi a Sanji, che fece orecchie da mercante. «A proposito, devo arrestarvi!»
«NUOOOOOOOOOOOOOO!!»
«Usop, falla finita!» sbottò Nami, tirando un pugno sulla testa del nasone quando questi, che aveva preso a correre in cerchio come un forsennato, le passò davanti. Il piccolo Chopper corse ad assicurarsi delle sue condizioni.
Zoro sospirò. «Tashigi... non per frustrare il tuo senso del dovere, ma noi siamo in sette e tu sei da sola. Come pensi di catturarci tutti?»
«Ah... ecco...» tentennò la giovane.
«Perché non chiami il Fumoso?» se ne uscì Rufy.
«IMBECILLE!!» Nami, i denti a zanna, sparò un cazzotto anche sulla testa del capitano, mentre Robin si portava una mano alla fronte e scuoteva la testa. «Pensiamo ad andarcene da qui, piuttosto!»
«Ha ragione» le diede corda l'archeologa. «Meglio salpare di nuovo.»
«Uffa! Ma eravamo appena arrivati!» si lamentò il ragazzo di gomma. «E poi io volevo combattere con il Fumoso!»
«Piantala di dire cretinate!» gli urlarono in coro lo spadaccino e la navigatrice. Lui mise il broncio.
In quel momento si udì una voce stentorea e autoritaria gridare, con un tono di rassegnata insofferenza: «Tashigi!! Dove accidenti sei finita?!»
Il tenente fece per rispondere. Zoro e Nami, di nuovo in simultanea, gridarono a Sanji: «Zittiscila!», e lui obbedì. A modo suo. Del resto, qual è il modo migliore per far tacere una donna se non baciarla? La poverina arrossì violentemente, mentre gli altri assistevano perplessi.
«Chiedo perdono, ma chèrie, ora devo andare» si scusò galantemente il cuoco, rimettendola con i piedi a terra, talmente scioccata da aver perso la voce.
«TASHIGIIIII!!» La voce di Smoker suonò molto più vicina.
«Veloci, ora, andiamocene» ordinò Zoro. Si voltò per aiutare Usop, ancora steso a terra, a rialzarsi e quando lo ebbe rimesso in piedi...
«Un, deux, trois! Un, deux, trois!» Bonkure, meglio conosciuto come Mr. Two, stava innanzi a lui, esibendosi in coreografici passetti di danza. «Oh, ciao, bel ragazzone!» cinguettò.
Lo sconvolto spadaccino si voltò di scatto. E impallidì. Al posto dei suoi compagni si ritrovò davanti altri... altri Bonkure! «Ma che diavolo...?!»

«Che gli prende?» Sbattendo le ciglia con fare perplesso, Nami osservò Zoro che si agitava sulla sdraio muovendo le mani come se impugnasse le sue fedeli katane.
«Probabilmente ha un incubo» sentenziò Chopper, sbucato da sotto la sdraio. «Per lo meno a giudicare dall'espressione che ha in viso. Sembra... non so se disgustato o terrorizzato.»
«Meglio svegliarlo» stabilì la navigatrice, alzandosi dal bracciolo e allungando una mano fino alla spalla del giovane per scrollarlo.
Annuendo, la piccola renna fece per spostarsi, ma inciampò e finì contro le gambe di Nami, sbilanciandola e facendola finire addosso a Zoro. Il quale si svegliò, rimanendo non poco stupito dal ritrovare la navigatrice sdraiata su di sé. Ma lei non fece in tempo ad aprir bocca per spiegare che nell'aria echeggiò un richiamo.
«Nami-saaaaaaaaaaan!!» Sanji stava arrivando saltellando con la solita aria ebete che aveva quando si rivolgeva alla rossa. «Nami-san, vieni a fare una romantica passeggiata sulla spiaggia con... SPADACCINO DA STRAPAZZO! Cosa stai facendo a Nami-san?!»
«Ma cosa berci, cuoco della malora! Io non sto facendo niente! Stavo dormendo!» si difese l'altro.
«E allora perché stai osando toccare Nami con quelle tue luride manacce?!»
«Non sto toccando proprio nessuna!»
Frattanto la navigatrice si era rimessa in piedi, riuscendo a far sparire il rossore che le aveva colorito il viso più del dovuto. «Fatela finita tutti e due!» ordinò.
«Sissignora!» obbedì Sanji, con gli occhi a cuore.
«Pfui!» fu invece la reazione dello spadaccino, di pessimo umore per l'incubo orrendo che aveva avuto. Il risveglio sarebbe stato senza dubbio migliore, non fosse stato per quell'imbecille di cuoco.
«Ehi, come osi rivolgerti così a Nami-san?» s'inviperì il detto cuoco.
Sospirando esasperata, la ragazza si mise le mani sui fianchi e disse: «Ok, ora basta. Andiamo a fare questa benedetta passeggiata, tutti quanti.»
«Sì, sì!» trillò Chopper, volteggiando su uno zoccolo, tutto contento per chissà quale motivo.
Sanji mostrò un filo di delusione, ma lo nascose dietro uno scintillante sorriso rivolto, com'è ovvio, alla bella navigatrice.
Zoro si mise in piedi, borbottando contro gli occhiali che soltanto ora si era accorto di avere sul naso. Squadrò il cappello di paglia in testa a Nami e commentò mugugnando: «Ma ci hanno usati come base d'appoggio per la loro roba?»
Nami sorrise. «Già. Ora smetti di brontolare e andiamo.»
«Arrivo, arrivo» borbottò – ovviamente – lo spadaccino prima di seguirla stando ad un passo da lei, di lato. Una manica della camiciola di Nami, smossa da un soffio di vento, gli sfiorò il braccio. Impercettibilmente, senza nemmeno sapere per quale ragione, Zoro sorrise.



------- Queste sono le immagini su cui ci si doveva basare per scrivere la fanfiction:
- http://img509.imageshack.us/img509/958/post3920271131714311ez5.jpg
- http://img514.imageshack.us/img514/4797/p12xf6.jpg
- http://img514.imageshack.us/img514/4797/p12xf6.jpg
  
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