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Autore: Yoan Seiyryu    02/06/2013    5 recensioni
[Ispirata all'episodio 1x07]
"Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa"
"Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica."
Breve storia ispirata alla puntata 1x07 in cui emerge la coppia Giuliano/Vanessa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giuliano Medici, Vanessa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Arda di dolcezza il core! '
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Ispirata all'episodio 1x07 
 

 

Fanfiction dedicata a Eagleflea. 


 

Complicità




Le braccia tese verso l’alto, le gambe che ricordavano la stasi delle statue greche e il chiasmo che imprimeva la sua figura le costavano molta fatica.
Mantenere lo sguardo alto e assumere  un’espressione eterea non era del tutto facile, soprattutto nei momenti in cui Botticelli le raccontava qualcosa che la faceva ridere.
Come ogni volta, Verrocchio li riprendeva battendo tra loro le mani colme di polvere di marmo, non erano quelli i momenti per trarre divertimento.
Dovevano lavorare, lavorare e terminare le opere iniziate da tempo.
Eppure fare la modella per Botticelli e per tutti gli altri artisti della bottega non era stata la medesima cosa che esserlo per Leonardo.
No, i suoi schizzi veloci e particolareggiati erano riusciti a carpire la sua stessa anima, racchiudendo nei suoi occhi tutto ciò che era stata e tutto ciò che era in grado di diventare.
Tutti gli altri ritraevano semplicemente la sua bellezza, le sue forme morbide e i capelli lunghi intrecciati come quelli di una Ninfa.
Leonardo aveva fatto molto di più, le aveva rubato una parte di sé che nessuno era stato in grado di conoscere.
Vanessa era una giovane donna che aveva appena iniziato a conoscere il mondo, abbandonando una vita che sarebbe stata consacrata a Dio e a tutte le virtù più sacre ed immani.
Le era bastato conoscere un’altra parte del mondo per comprendere che la sua vita non poteva abbracciare soltanto preghiere e rosari, una vita fatta di monotonia e di giorni che si susseguivano l’uno più simile all’altro.
Aveva assaporato la libertà di scegliere ciò che era meglio per se stessa, compiendo alcuni errori irrimediabili, ma aveva tratto uno spunto per imparare di più sulla vita.
Le era bastato poco per maturare, in fretta si era costruita una carriera da modella e lavorare alla taverna le garantiva una vita tranquilla e senza affanni.
Ogni sera, tornando nella sua camera, era soddisfatta della propria giornata e riuscire a vivere accanto ad un artista come Leonardo le riempiva il cuore di gioia.
Eppure, nonostante quella forza che si riscontrava all’interno dei suoi occhi, sapeva di avere un vuoto incolmabile da portare dietro.
Era stata innamorata di Leonardo?
Ma certo, che sciocchezze.
Lui le aveva regalato dei sogni. Le aveva dato la possibilità di vivere davvero, di costruirsi una famiglia che andava al di là del sangue, di ottenere una libertà che altrimenti non avrebbe avuto.
Ma lui non l’amava, così come non amava nessun altro.
Il sodomita, lo chiamava Zoroastro. A quel pensiero scoppiò a ridere grandemente, coprendosi il viso con la mano bianca.

-Vanessa!- un’altra volta Verrocchio la rimproverò, portando le mani ai fianchi. Un gesto che faceva sempre quando era adirato con i suoi allievi e con le modelle che civettavano continuamente con loro.

-Perdonatemi Maestro, per oggi temo di dover andare. Tornerò qui domani pomeriggio- scese dal piedistallo prima di correre verso di lui a depositare un bacio sulla sua guancia, per poi afferrare l’abito a fiori e indossarlo in tutta fretta.

-Leonardo viene ancora a trovarti?- le domandò arricciando il naso, comportandosi come un padre benevolo verso tutti i suoi figli. Vanessa  ormai era diventata molto più di una semplice modella, tra tutte, era quella che riusciva ad essere più spontanea e naturale.

Vanessa si strinse nelle spalle, scuotendo leggermente il capo, facendo muovere appena le trecce che erano state sistemata in una acconciatura ben studiata.

-Se così fosse non sarei qui a farmi ritrarre tutto il giorno- scherzò prima di allontanarsi ed uscire dalla bottega del Maestro.

Era stato Leonardo a renderla una donna, facendola emergere da quella purezza che aveva preservato per così tanti anni. Grazie a lui aveva avuto la possibilità di conoscere la vera essenza femminile, preservandola immediatamente dopo il suo allontanamento.
Mentre camminava per i vicoli di Firenze si accorse che in lontananza si muoveva la figura di Giuliano De’ Medici, il fratello stolto, come lo chiamava Leonardo.
Le labbra si riempirono di un sorriso lieto, come un fiore appena sbocciato, come un frutto maturato dopo un lungo inverno.

-Giuliano!- lo richiamò alzando una mano in alto per potersi far riconoscere.

Quest’ultimo stava camminando al fianco di Bertino, uno dei suoi uomini, non appena la scorse ebbe la stessa reazione: quella di mostrare il medesimo sorriso primaverile.
-La Perla di Firenze- disse il giovane Medici mentre si avvicinava, spostando indietro la lunga cappa per poter scoprire il braccio e tenderlo verso di lei per afferrarle la mano e sfiorarla con le labbra.

-Nessuno mi tratta mai come una Signora, finirò per abituarmi a tutte queste attenzioni e quando non ne riceverò più ne sentirò la mancanza- lo lasciò fare, lusingata in ogni caso da quel gesto così nobile e rispettoso.
Leonardo non la trattava di certo come una dama, piuttosto era diventata come una sorella, una amica, una confidente di cui poteva fidarsi.
Tutta la complicità iniziale con lui era andata perduta, trasformandosi in simpatia e piccole confidenze rubate dietro ad un boccale di sidro insieme a Zoroastro e Nico.

-Sono solito perseverare nei miei intenti, non lascio mai niente di incompiuto- le lasciò delicatamente la mano, sfiorandone le dita fino all’ultimo istante, come se volesse conservarla ancora e tenerla stretta alla propria.

Vanessa sorrise di sottecchi, non era completamente convinta delle parole che le venivano rivolte.
Dopo quella sera in cui gli lasciò quel lieve bacio sulle labbra non vi era stato più nessun confronto tra loro.
Ne era irrimediabilmente attratta, non c’era dubbio, probabilmente però non ne era innamorata.
In fondo non poteva innamorarsi così facilmente di due uomini in poco tempo, aveva idea che dovesse trascorrere un arco temporale più lungo per dimenticare un amore che era ancora concentrato nel suo cuore.
Ma con tutta probabilità non era in grado di distinguere l’ammirazione dall’amore, conferendo ai suoi recenti sentimenti un valore più grande di quanto in realtà fossero.

-Giuliano De’ Medici, il fratello affascinante e bello, ricercato da tutte le Dame di Firenze si ferma a conversare con una locandiera. Dovrei ritenermi fortunata, non a tutte è concessa una sorte così amabile- continuava a sorridergli, mentre si riappropriava della propria mano.

Lui la guardò conservando gli occhi scuri e profondi in quelli di lei, come se volessero ricercare una verità che non riusciva a cogliere.
Quando gli confidò che non aveva alcun tipo di legame con Leonardo che andasse oltre il rispetto fraterno quasi non la prese in parola. Come poteva l’artista farsi sfuggire una donna simile? Gli era del tutto incomprensibile, eppure una parte di sé non riusciva a non esultare e a fremere dalla felicità per quella lieta notizia.
Bertino si intromisi nello scambio di battute, schiarendo la voce di modo che entrambi potessero ascoltarlo.
Giuliano alzò gli occhi al cielo, ma sembrava non avere scelta.

-La fortuna è un punto di vista, cara Vanessa- lanciò uno sguardo in tralice al compagno, prima di chinare appena il capo –temo sia arrivato il momento di lasciarvi alla vostra passeggiata, ho un impegno molto importante e non posso rimandarlo ancora. Ci sarete domani mattina alla messa domenicale?- domandò quasi con un filo di voce, come se pendesse dalle sue labbra, in attesa di una risposta che doveva essere positiva.

-Come ogni domenica, Giuliano. Vi lascio immediatamente ai vostri affari- appoggiò una mano sul suo braccio, sollevando di poco il mento per poterlo guardare negli occhi –sono certa che riuscirete a farvi strada per scoprire chi è stato ad incastrare Gentile Becchi- gli sorrise di nuovo, mostrando ancora la primavera sul suo viso, come una dea che era pronta ad annunciare l’arrivo della bella stagione.
-A domani- sussurrò infine prima di allontanarsi e rivolgergli un ultimo sguardo ammiccante.
Domani sarebbe arrivato molto in fretta, la notte non avrebbe lasciato spazio ad altri pensieri.

Giuliano era così diverso da Leonardo, l’uno aveva il fascino del conquistatore che tutte le donne amavano, l’altro di quello che lasciava un solco nel cuore di ogni amante.
Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa.





///////

 
 
 
Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Giuliano, un Medici, avrebbe dovuto prendere in moglie Camilla Pazzi. Che cosa era saltato in mente a quel manipolatore di Lorenzo e alla sua moglie fredda e calcolatrice?
Era riuscito a mantenere la calma di fronte a Lorenzo, scambiando quelle poche battute che chiarirono la sua solita posizione di fratello minore: un dono offerto a Firenze, un sacrificio che avrebbe risolto la storica faida tra la famiglia Medici e i Pazzi.
Sciocchezze, un matrimonio non avrebbe mai potuto mettere fine ad una lotta intestina che si svolgeva da così tanto tempo.
Per una volta maledisse se stesso di essere un Medici, di essere il fratello minore, di non poter incarnare un uomo libero da ogni vincolo.
Eppure non poteva rinunciare a se stesso, a ciò che era diventato e a ciò che stava cercando di portare avanti.
Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica.
Vivere al fianco di Lorenzo non era mai stato facile, soprattutto scomparire tutte le volte che gli stava accanto.
Persino l’infatuazione giovanile che si era preso per Clarice Orsini era stata messa da parte, compiendo un grande sforzo di volontà.
Non aveva ascoltato nemmeno una parola di quello che era stato pronunciato durante la messa, di certo si trattava di un interminabile sermone sul comportamento ligio che i fiorentini avrebbero dovuto tenere in un periodo in cui la scelleratezza stava prendendo sempre più piede.
Quando finalmente il parroco prosciolse i fedeli, potette accorrere all’esterno della chiesa per andare incontro alla persona che aveva atteso di incontrare dal giorno prima.
Avrebbe voluto confidarle quel segreto che teneva segregato sulla punta della lingua, le labbra avrebbero voluto dar voce a tutto se stesso e per una volta confidare ciò che sentiva di dover dire.
Lasciò suo fratello e sua moglie alle false moine dei Pazzi, lusingando di tanto in tanto Camilla, prima di fuggire da tutte quelle ombre politiche da cui voleva allontanarsi.
Gli occhi di Vanessa lo richiamavano come una calamita, perché dunque astenersi dall’avvicinarsene?
Eccolo, eccolo di nuovo quel sorriso che spuntava con così tanta spontaneità, mentre copriva la loro distanza con i passi che si fecero più fitti, finchè non riuscì a raggiungerla attraversando la mischia dei fedeli che si riunivano dopo la messa.

-Mi concedete l'avventatezza di affermare che le ceneri vi rendono affascinante, Giuliano?- sorrise lei mentre usciva dalla folla che iniziava a disperdersi. Si riferiva a quella che il parroco aveva segnato sulla fronte.

Lui alzò gli occhi, come a volerla ricercare, ma ovviamente non poteva arrivare ad apprenderla come poteva farlo lei.
-Ho quasi idea che vi stiate prendendo gioco di me, non è forse così? Ma amo la sfrontatezza nelle donne- rispose quasi felice di essere schernito da una voce così angelica –Siete fortunata, non posso specchiarmi e non ho idea di quale possa essere il mio attuale aspetto-.

Vanessa parve fingere di essere stizzita mentre socchiudeva le palpebre e inclinava in basso le sopracciglia.
-Dalle mie labbra non udirete mai un complimento che non sia sincero, né una critica che non sia velenosa. Non ho timore di esprimere la mia opinione-.

Quasi Giuliano non scoppiò a ridere, di una risata leggera e piena di vita. Quella giovane donna riusciva sempre ad alleggerirgli l’animo, soprattutto quando si trovava in una situazione in cui doveva sopportare pesi sulle spalle che non desiderava possedere.

-Allora farò di voi il mio specchio, la mia immagine riflessa. Mi guiderete lì dove i miei occhi non potranno vedere, lì dove i miei passi saranno troppo corti per poter arrivare- sussurrò quelle parole accompagnate da un’enfasi improvvisa, come se volesse mostrarle tutto ciò che si smuoveva dentro di sé.

-Siete troppo fiducioso nelle abilità di una donna, solitamente le immagini che essa ripropone è più simile a ciò che conserva nel cuore. Non riceverete mai nulla che sia completamente distaccato da una donna, potete davvero fidarvi di qualcuno che parla soltanto con la voce del proprio cuore?- la domandava posta sembrava essere molto più seria di quanto non volesse sopraggiungere.

Giuliano si inumidì le labbra, arricciando appena il naso e appoggiando le mani sulla cinta di cuoio che percorreva tutta la vita.
-Una donna che non mente a se stessa non potrà mai dare consigli errati. Ed io ho bisogno del vostro, Vanessa-.

La sua voce si era spenta, come una stella che aveva raggiunto l’apice della propria vita.
Tutta la forza che aveva accumulato in quel periodo di ricerca della spia di Roma, che lo aveva reso molto più maturo di quanto non fosse mai stato, iniziava a perdersi nell’idea di dover sottostare al volere di Lorenzo e di Clarice.

Per un attimo avrebbe desiderato prendere in mano la situazione, provare a far emergere la sua vera essenza e dimostrare a Firenze a tutti coloro che gli stavano intorno che Giuliano De’ Medici non era un’ombra, ma un uomo vero, un uomo fatto di carne e sangue, non soltanto un ideale.

Vanessa rimase a lungo in silenzio, prima di volgere uno sguardo fugace alla famiglia Medici che intratteneva una fitta conversazione con i Pazzi, come se fossero stati loro amici da secoli.
Non riuscì a comprendere se le parole di Giuliano potessero riferirsi ad un avvenimento legato a loro, ma non poteva rifiutare di ascoltarlo.

-Ebbene, sono a vostra disposizione. Siamo amici, potete confidarmi qualunque cosa desideriate. Vi prometto che sarò discreta- sorrise nella speranza di metterlo a proprio agio.

-Preferirei altrove, a breve dovrò raggiungere Bertino e questo non è il luogo adatto per discuterne- avvertiva eccessivamente la presenza di Lorenzo e dei Pazzi, non si sentiva libero di fare confidenze di alcun tipo.

-Allora venite a trovarmi questa sera alla taverna, troveremo un momento adatto per le vostre confidenze-.

Non ebbe nemmeno il tempo di ringraziare la sua disponibilità che Lorenzo lo richiamò affinchè potesse avvicinarsi a lui e a Francesco Pazzi, con cui si stava concordando il luogo in cui sarebbe avvenuta l’unione delle due famiglie.
Con rammarico dovette lasciare Vanessa, dopo un inchino e pochi sguardi che volevano dire molto più di quanto non avrebbe desiderato far capire, tornò ad incarnare il Giuliano che avrebbe obbedito a qualunque ordine provenisse dalla propria famiglia.
Nemmeno una parola di Lorenzo o di Francesco Pazzi giunse alle sue orecchie, totalmente in balia degli eventi e di ciò che gli altri volessero che facesse. 









//Nda: 

Salve a tutti! 
Ho deciso di scrivere questa fanfiction dopo aver visto la puntata 1x07 in cui emerge come coppia la Giuliano/Vanessa per cui ho tifato sin dall'inizio. 
Si tratterà di una stesura di pochi capitoli in cui verrà riproposto il loro incontro. All'inizio avevo in mente una one-shot, ma volevo dare un'opportunità più lunga all'introspezione dei due personaggi. 
Spero possa piacervi, 

Yoan
 
   
 
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