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Autore: ccconny    03/06/2013    4 recensioni
C'era la nebbia per quanto era presto, nonostante fosse Luglio. Si scorgeva la vetta di un solo treno sporgere da quella nube. Un gentile signore mi aiutò a caricare i bagagli sul treno e io trovai un posto vicino al finestrino. Nel giro di qualche minuto il treno partì. Questo, però, non andava veloce come Dave in macchina, quindi vidi sotto i miei occhi la scritta Bradford diventare lentamente sempre più piccola e la mia mente fu tormentata da domande. Mi chiedevo se stavo facendo la cosa giusta, se ero felice di quello che stavo per affrontare, ma proprio mentre il mio cervello stava per formulare una risposta la scritta Bradford sparì dietro una curva e realizzai che forse era meglio dormire per poter essere ben sveglia all'arrivo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorrisi e cercai di alzare le braccia verso Kath, che mi risultarono un po' doloranti. Lei si avvicinò a me e mi abbracciò. In quel momento mi ricordai improvvisamente della colazione con Finn.

"Che ore sono?" chiesi allarmata.
"Le nove e mezza." rispose Kath aggrottando le sopracciglia.
"Perchè?" chiese Zayn volgendo lo sguardo verso di me.
"Avevo un appuntamento con un amico." risposi mordendomi il labbro inferiore.
"Ah." disse Zayn, sospirando subito dopo.
"Andiamo, lasciamo che si vesta." disse Kath. "Noi ci vediamo quando torni." e uscì strizzandomi l'occhio.

Aprii la valigia che avevo lasciato in camera di Zayn e tirai fuori un paio di jeans scuri e una maglia color salmone. Mentre mi vestii pensai ad un modo per poter aiutare Zayn. Era orribile sentirsi impotente. Avevo imparato a vivere con il suo sorriso, che riempiva le mie giornate e vederlo scomparire dal suo viso mi comportava un immenso senso di tristezza e rabbia. Avrei sicuramente fatto qualcosa.

Avevo infilato anche le scarpe, dovevo solo mettere la maglia, quando sentii la porta aprirsi.
Mi girai, credendo fosse Zayn, ma una chioma di ricci castani mi saltò subito agli occhi.

"Harry!" urlai, comprendomi immediatamente con la maglietta che presi di scatto dal letto.
"Scusami." disse, mortificato, chiudendo la porta dietro di sè.

Sbuffai e mi infilai la maglietta. Mi misi un filo di trucco e preparai la borsa. Poi misi il capo fuori dalla porta, per vedere che fine aveva fatto Harry.
Lo vidi seduto su uno di quei divanetti panna, con la testa bassa, fissa sul suo iphone.

"Harry?" dissi, con il cuore un po' addolcito dalla sua espressione.

Strisciò le mani sul viso, poi si alzò e mi si piazzò davanti.

"Scusami per prima." disse, con voce bassa. "Posso entrare?"

Annuii e aprii la porta. Mi siedetti sul letto e lui si mise affianco a me.

"Non credevo ti stessi vestendo. Non ci ho pensato. Giuro, non l'ho fatto di proposito." continuò a dire.
"Harry, tranquillo." lessi la sincerità nel suono di quelle parole pronunciate. "Che succede?"
"Ero entrato per dirti un po' di cose, ma adesso ne ho altre per la testa." disse, ancora non alzando il capo.
"Da cosa vuoi iniziare?" gli misi la mano sulla spalla e lui sussultò piano.
"Ecco, volevo scusarmi con te per come mi sono comportato da quando sei arrivata." disse tutto d'un fiato.
"Per cosa?" non capivo cosa voleva dirmi.
"Forse sono sembrato un po' donnaiolo. Insomma, sembrava che volessi avvicinarmi subito a te." sospirò. "Sì, volevo farlo. Volevo farlo, perché mi piacevi come ragazza. Mi sarebbe davvero piaciuto tanto avere un'amica. Speravo di sembrare simpatico, ma come al solito sono sembrato soltanto uno che vuole tutte le ragazze attorno a sè."
"No, m-" non mi lasciò parlare.
"Ero davvero contento che Zayn avesse trovato te. Io volevo soltanto avvicinarmi, come tu hai fatto con Liam." si toccò il mento. "E' solo che io... non sono capace, ecco. E l'ho notato da tempo, ma non riesco a migliorare." la sua voce iniziò a tremolare.
"Tu vai bene così come sei, Harry." gli dissi io.
"Non vado bene per niente, invece. Prima ero su twitter e.. sono stufo di essere chiamato il puttaniere, okay? Io non sono così e vorrei farlo capire a tutti. I-io..."

Smise tutto a un tratto di parlare. Alzò finalmente il capo e mi guardò dritto negli occhi, con sguardo supplicante. Vidi i suoi intensi occhi smeraldo colorarsi attorno di rosso e diventare lucidi. Sentii come se qualcuno avesse preso il mio cuore in un pugno e lo avesse stretto forte. Alzò gli occhi al cielo e serrò le labbra. Tratteneva a stento le lacrime. Non avrei mai permesso che delle lacrime scendessero da quegli enormi occhi verdi, incastrandosi ai lati della bocca e rigando la sua pelle perfetta. Lo cinsi con le braccia e lo strinsi forte a me.

"La gente giudica dall'apparenza, sempre. A te deve importante soltanto che i tuoi amici conoscano il vero te. Altrimenti non ti vorrebbero bene, come te ne voglio io." dissi ancora stretta a lui. "Gli altri devono imparare a conoscerti."
"E come faccio a farmi conoscere per come sono davvero?" chiese lui, con un nodo alla gola.
"Sii te stesso. E non provare a farti piacere, come hai fatto con me. Mi saresti piaciuto lo stesso." gli confessai, staccandomi e continuando a fissare i suoi occhi.

Mise le sue mani sulle mie.

"Grazie." disse, per poi abbassare lo sguardo sulle nostre mani. Una fossetta si formò sulla sua guancia destra e sentii la stretta al cuore allentarsi piano.

Abbassai lo sguardo anche io e scorsi l'ora sul suo orologio.
Cinque minuti dopo sarei dovuta essere da Finn.

"Harry, devo scappare." gli dissi, dispiaciuta.
"Vai." disse lui, dandomi l'ultimo abbraccio.

Presi la borsa e corsi da Starbucks per incontrarmi con Finn.

Ero solamente cinque minuti in ritardo, eppure quando arrivai, lui era già seduto attorno a un tavolo fuori dal negozio.

"Vedo che hai trovato facilmente la strada!" urlai, facendolo voltare.
"Hey!" un enorme sorriso spuntò sulle sue labbra.

Lo salutai, baciandolo sulle guance, poi mi sedetti affianco a lui.
Ordinammo tutti e due un caffè e un cornetto.

"Quante cose sono cambiate, eh?" disse, sfottendomi.
"Se fai così me ne vado." risposi seria.
"Va bene, miss permalosità." disse, alzando le spalle.

"Non sembravi così, quando ti ho conosciuto." confessai, sorpresa dal suo comportamento.
"Nemmeno tu, sai." si raddrizzò sulla sedia, poggiando i gomiti sul tavolo.

Un po' aveva ragione. Non mi ero comportata per niente bene con lui.

"Posso sapere per quale ottuso motivo mi hai baciato?" disse impaziente.
"Mi piacevi Finn. Tu mi piacevi, ma di lui sono innamorata." risposi.
"Capisco. Avresti potuto evitare."
"Se non lo avessi fatto, scommetto che non saresti qui." lo provocai.

Improvvisò una risata finta, poi una cameriera interruppe la nostra conversazione e ci portò la colazione.

"Comunque ho scoperto dove alloggi e ho prenotato una camera per stanotte. Così posso restare un altro po' con te." disse lui, come se fosse una cosa normale.
"Cosa?!" spalancai gli occhi.
"Ti dispiace?" chiese, con un sorriso fastidioso.

Portai la mano alla fronte. Finn stava diventando invadente.

"Guarda che voglio solo conoscere i One Direction, mica voglio stare con te." mi disse, scherzando.
"Ti odio." gli dissi con freddezza.

Rimanemmo quasi tutto il tempo a discutere, anche se lui sembrava parecchio divertito. Alla fine dovetti accettare a me stessa il fatto di dover passare un'altra intera giornata con lui, così andammo insieme all'hotel.

Quando entrammo, Zayn era nell'atrio. Si voltò e subito tutte le mie preoccupazioni svanirono. I pantaloni neri si addicevano perfettamente al suo corpo. La giacca evidenziava le sue spalle potenti e la sua vita un po' stretta, che mi piaceva tanto stringere. Si era fatto la barba e quella pelle liscia mi ricordò i tempi del liceo. Gli camminai incontro e lo baciai, afferrando il colletto della giacca. Gli accarezzai le guance, perdendomi nella loro morbidezza.

"Chi è quello?" mi domandò nell'orecchio.
"Un mio amico di Londra, stai tranquillo." gli risposi, ricordando l'ira dei giorni precedenti.

Si presentarono e si guardarono tutti e due un po' male, senza però dirsi niente.
Mentre Finn conosceva gli altri ragazzi io andai a cercare Kath, per raccontargli le avventure degli ultimi giorni.
La trovai davanti allo specchio del corridoio, ad aggiustarsi il trucco.

"Kath!" le gridai, sorridendo.

Senza che io iniziassi a parlare, lei iniziò a saltellare e battere le mani.

"Forza, raccontami tutto!" disse, eccitata.

Così iniziai a dirle come erano andate le cose dalla sera in cui se ne era andata e quando finii di raccontare mi abbracciò e iniziò a sbaciucchiarmi ovunque in viso.

"Così mi piaci, sono contenta!" disse, euforica, con gli occhi un po' commossi.
"Non far piangere anche me." la pregai, abbracciandola.

Mi tirò su, facendomi girare e sorrise.
Insieme ci dirigemmo verso la sala da pranzo, dove trovammo il resto dei ragazzi accomodati al tavolo.
Notai che Finn aveva fatto amicizia con Louis e insieme si stavano facendo un paio risate.
Per pranzo ci fu portata una bistecca e come contorno un'insalatina piuttosto insipida. Mentre mandavo giù, mi venne in mente un'idea.

"Finn, tu hai mai fatto box?" gli chiesi, notando il suo fisico mingherlino, dotato, però, di braccia forti.
"Sì, per cinque anni, ma ho smesso." rispose.
"Ho un compito per te." gli dissi io, facendogli aggrottare le sopracciglia.

Finito il pranzo lo presi da parte e gli spiegai cosa avevo in mente.

"Senti, Zayn ha bisogno di sfogare un po' la sua rabbia." iniziai "So che qui c'è una palestra e avevo pensato che voi due poteste fare un po' di box."
"Con quel moro arrogante? Non ci penso proprio." disse, incrociando le braccia.
"Ti prego. Fallo per me." lo guardai negli occhi, cercando di sedurlo un po'.
"...E va bene!" disse scocciato.

Gli stampai un bacio sulla guancia e poi andai ad avvisare Zayn, che mi diede una risposta inaspettata.

"E' proprio quello di cui ho bisogno. Hai centrato in pieno." mi confessò felice, prendendomi il viso tra le mani, per poi baciarmi sul naso.

Lo accompagnai da Finn. I due si diressero in palestra, io intanto mi incamminai verso camera mia, per fare un pisolino, dato che la notte prima avevo dormito, si e no, un paio d'ore.
Andando verso l'ascensore vidi Harry di schiena. Aveva un paio di pantaloni marroni davvero attillati, che mettevano in evidenza le sue gambe, perfino più belle delle mie.
Mi avvicinai e gli misi una mano sulla schienza trillando un "Ehi, Harry!"
Non ebbi la risposta che aspettavo. Lui si girò lentamente e notai che aveva il viso completamente bagnato. Mi si fermò il cuore per un momento. I suoi occhi erano diventati color ghiaccio a causa delle lacrime e le belle guance totalmente rosse.
Girò il cellulare verso di me, facendomi vedere un tweet che diceva: "Harry Styles si farebbe anche mia nonna."
Provai ribrezzo per quello che avevo letto. Spinsi Harry dentro l'ascensore e lo condussi in camera mia.
Lui badava davvero tanto a ciò che dicevano su di lui e evidentemente non la prendeva per niente bene.

Io e quel ragazzo dovevamo parlare.

  
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