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Autore: LittleFrost    03/06/2013    2 recensioni
. In quel momento, versandosi il bicchiere di whisky,
scoprì che l’alcool non cancella del tutto i dolori, che prima o poi tornano, ancor più
forti delle volte precedenti! Scoprì che un bicchiere non può cancellare quattro anni
di ricordi sorridenti e non. Ma ormai era tutto finito: niente più caffè la mattina, niente
più casi, niente più ipotesi strampalate che poi portavano alla risoluzione anche dei
più fitti misteri. Era tutto svanito, tutte le certezze dello scrittore, svanite in una
manciata di ore…
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'The Moment i Knew'
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Hey, ciao ragazzi! Eccomi tornato in questo bellissimo fandom, pronto a regalarvi un'altra storiella sui nostri due risolvi-misteri preferiti! Credo di essere un Castle dipendente ormai! v.v nessuna droga migliore esiste! Comunque, buona lettura! (come avrete capito dal titolo, la storia danza al ritmop della canzone dei P!nk) Mattyfm




Just Give Me A Reason

Quando Castle scese dall'auto, per poco non cadde faccia a terra, inciampando sul gradino del marciapiede. Imprecando contro la sua goffaggine, si mise a cercare le chiavi del portone: dopo aver svuotato tutte le tasche ed dopo essersi accorto che le chiavi non erano lì, tornò alla macchina. Una volta aperto lo sportello, Rick continuò la sua ricerca dentro il cruscotto posteriore, che venne lentamente svuotato di tutto il suo contenuto, vario e disordinato come i pensieri dentro la testa di Castle in quel momento. C'erano oggetti di tutti i tipi: dalle carte delle caramelle, alle mappe stradali, ai cd musicali, alla patente, ai documenti, a vecchi dvd di film violenti…e poi c'era una foto…un fotogramma diviso in cinque, in cui c'erano lui, che faceva le facce più strane e…lei. Castle ributtò tutto nel cruscotto, in uno scatto di rabbia: rabbia meschina che non faceva altro che nascondere la più infida delle tristezze, la tristezza da abbandono. Perché era proprio così che Castle si sentiva in quel momento, come un cane lasciato sul ciglio della strada da un padrone che non lo voleva più. Sospirando, lo scrittore varcò la soglia del palazzo e iniziò a salire la scale, poiché l'ascensore era rotto. Questo non fece altro che far aumentare la sua rabbia. Perché quando arrivò al pianerottolo del suo appartamento, Rick era un uomo distrutto sia dagli avvenimenti delle ultime due ore, sia dalla fatica che le scale gli provocavano ogni volte che era costretto a salirle. Ed inoltre, come se non bastasse, era anche sudato fradicio. Ed aveva la testa che stava per scoppiare, empia di tutto ciò che era accaduto in così poco tempo. Richard cercò di inserire le chiavi nella toppa, per entrare nel suo appartamento, ma, non riuscendovi, , si mise ad urlare dalla frustrazione. Queste urla, simili a guaiti, svegliarono il suo vicino, che uscì dalla porta e lo aiutò, andandosene poi in fretta, probabilmente abituato alle stranezze del famoso scrittore. Una volta che si fu chiuso la porta alle spalle, Castle si accasciò contro la porta, la testa fra le gambe, le lacrime che, copiose e calde, gli solcavano la faccia: quella faccia che di solito era riscaldata da un sorriso da mille volt, adesso ci voleva un bel pianto per riscaldarla.

You were a thief
You stole mi heart

Tutte quelle lacrime, quel mare di sale che caldo scendeva, solo per lei…     lei, la sua musa, la sua partner…      Kate. La donna che in quattro anni aveva capito di amare, ma che, quando glielo aveva detto, aveva fatto finta di non ricordare niente. Quella stessa donna che, meno di due ore prima, lo aveva respinto, lasciandolo da solo, con tante domande in testa, ma con solo una che spiccava per la sua insistenza: "Perché?" Castle si chiedeva come fosse possibile che il suo cuore, che aveva resistito a mille traumi, a due matrimoni falliti, a mille relazioni senza futuro, si chiedeva come fosse possibile che quel cuore fosse ora in pezzettini, rotto in mille frammenti. Si sentiva senza energie, derubato dell'unica cosa che veramente amava: Kate. Infatti, quando le aveva detto quel fatidico "Ti amo", non era stata la prima volta in cui lui lo aveva detto, ma non era stato come le altre volte: quella volta Rick aveva avuto paura di dirlo, avuto paura di dirlo al momento sbagliato, paura della reazione di Kate…     però quando la aveva vista lì a terra, non era riuscita a tenerselo dentro. Non avrebbe potuto sopportare il fatto che lei morisse senza sapere quello che lui provava nel cuore. E cosa aveva ottenuto, aprendo il suo cuore?

Just give me a reason
Just a little bit's enough
Just a second we're not broken just bent

Ed adesso era tutto vuoto: come avrebbe fatto a riconciare a vivere, ora che i migliori quattro anni della sua vita era stati spazzati via da una tempesta, come la nave di Ulisse, ed adesso Castle, come l'eroe Acheo, era disperso nella nebbia, ad aspettare la sua Nausicaa. Però lui aveva già incontrato la sua Nausicaa, perdendola per uno stupido errore. Si, aveva sbagliato, aveva preso decisioni che non spettava a lui prendere, ma cos'altro? Bastava questo per cancellare quattro anni di rapporto? Quattro anni in cui era stati l'uno la spalla dell'altro, si erano guardati le spalle a vicenda, si erano salvati la vita una decina di volte. E quando lui aveva finalmente capito di amarla, era troppo tardi: adesso lei aveva chiuso con lui, non aveva la minima intenzione di perdonarlo. Perché forse non le era mai importato un granché di lui…era proprio questo il pensiero che più faceva male a Rick. Pensare che la donna che gli aveva rubato il cuore non lo volesse accanto, gli provocava un dolore così forte, che decise di utilizzare l'ultima arma rimasta: un bel bicchiere di John Daniel dell'88. In quel momento, versandosi il bicchiere di whisky, scoprì che l'alcool non cancella del tutto i dolori, che prima o poi tornano, ancor più forti delle volte precedenti! Scoprì che un bicchiere non può cancellare quattro anni di ricordi sorridenti e non. Ma ormai era tutto finito: niente più caffè la mattina, niente più casi, niente più ipotesi strampalate che poi portavano alla risoluzione anche dei più fitti misteri. Era tutto svanito, tutte le certezze dello scrittore, svanite in una manciata di ore…era bastato un leggero soffio di vento, un leggero terremoto, per far cadere quel castello di carte che era la relazione tra di loro. Ed ora era a terra a guardare i resti di quel bel castello: carte, sparse sul pavimento, come in attesa di essere rimesse al loro posto. Ma Castle non ce la faceva, nonostante il desiderio irresistibile di provare a ricostruire il castello. Non aveva la forza necessaria per farlo. Ma nel suo cuore Richard sperava ancora che loro non fossero completamente rotti, ma solo piegati dal vento e dagli ostacoli della vita…ma non poteva far niente per scoprirlo: la paura lo fermava. La paura della reazione di Kate: sarebbe stata fredda? Oppure non gliene sarebbe importato molto? Con queste domande che lo struggevano dentro, Castle chiuse gli occhi...ed arrivò il mare del sonno, in cui le speranze ed i dolori possono annegare come restare perfettamente a galla...

You've been having real bad dreams

Quando riaprì gli occhi, l'unica cosa che Castle riuscì a dire fu: "K…Kate, dove sei?" Parole sussurrate , come per ricordarsi che una parte della sua vita era svanita nel nulla. Parole di un condannato a morte che reclama la sua ultima chiamata alla famiglia. Parole di un drogato in cerca della dose più buona. Parole di un sognatore che non smette di sognare nemmeno dopo esser stato buttato a terra dal destino. E che sogni faceva Rick…quella notte fece gli incubi peggiori della sua vita: nei suoi sogni Rick vedeva Kate che gli veniva vicina e gli diceva "Ti amo" e poi scompariva, come per prenderlo in giro, per beffarsi di lui…vide anche Kate su un letto di ospedale, in punto di morte, che chiamava un nome: "R-R-Richard…" ma non era per lui…lui ormai non era più nella mente della bellissima detective, lo sapeva. Ormai la razionalità aveva preso il sopravvento sulla tristezza…ormai era rassegnato al fatto che lei se era andata…lei non sarebbe mai più tornata…Ed invece Castle dovette aspettare solo qualche minuto perché il destino facesse il suo corso. Perché il fato ci riserva tante sorprese…la felicità arriva all'improvviso…anche nello squillo del citofono… 

 


A/N: Eccoci giunti alla fine di codesta Fanfic! sinceramente, spero vi sia piaciuta! Ci ho messo tutto me stesso per farla, quindi, grazie di aver letto! per concludere, quattro cose:
-Vi piace l'immagine all'inizo? l'ho fatta io! :)
-spero che mi facciate sapere gli eventuali errori, consigli, critiche....
- dei ringraziamenti: 1, alla mia beta readerm, che segue con costanza i miei lavori, e legge tutto quel che scrivo: GRAZIE! sei magnifica! <3 devo ringraziarla anche per l'idea dell'immgine, che le ho copiato! ti voglio tanto bene, non ti arrabbiare :3
-questa storia, insieme a "La mattina dopo" fa parte della serie "The moment i knew" che parla porincipalmente dei primi momenti delle rapporto Caskett, a partire dall'episodio 4x24! 
love, alla prossima, Mattyfm
  
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