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Autore: Lynn Lawliet    04/06/2013    4 recensioni
Finalmente capiva le farfalle nello stomaco e brividi lungo la schiena quando Antonio gli si avvicinava, la sensazione di poter toccare il cielo con un dito quando era con lui, quel perdersi nei suoi occhi ogni volta che ne incrociava lo sguardo… erano tutti pezzi di un puzzle che finalmente Lovino era riuscito a comporre: Antonio gli piaceva, e non come amico. Per tutto il tempo aveva cercato di negarlo a se stesso, per cui si sorprese rendendosi conto che non gli importava se Antonio era un ragazzo, se gli altri non lo avrebbero accettato. Capendo di amarlo aveva trovato il suo posto nel mondo: la soluzione del puzzle erano loro due, lo erano sempre stati; e questo era tutto quello che contava.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DOVE LOVINO INCONTRA IL SOSIA DI ANTONIO BANDERAS
 
 
Fino a quel momento Mary non aveva compreso che sentirsi sola era una di quelle cose che la rendevano così scostante e arrabbiata: parve rendersene conto solo quando il pettirosso la guardò e lei guardò il pettirosso.
-Il giardino segreto, Frances Hodgson Burnett.
 
 
Feliciano e Lovino Vargas erano fratelli, gemelli per la precisione, eppure non avrebbero potuto essere più diversi. Quanto uno era espansivo e amichevole l’altro era maleducato e perennemente nervoso. Feliciano aveva sempre un sacco di amici attorno, e i parenti facevano a gara per tenerlo sulle ginocchia ai pranzi di famiglia e alle feste comandate. Lovino rispondeva male, faceva a botte una volta alla settimana ed era l’incubo delle maestre, a scuola.
Non era difficile indovinare chi fosse il preferito di tutti, fra i due.
Ma per quanto fossero diversi, i gemelli Vargas si erano sempre voluti bene, più che a chiunque altro conoscessero, ed erano sempre insieme.
Certo, volevano bene anche ai genitori, ma questi, per un motivo o per l’altro (viaggi, affari, vita mondana, …) si fermavano sempre poco nella bella villa veneziana sul canal grande, e Lovino e Feliciano erano stati cresciuti da una serie di tate e istitutrici. È vero, forse non avevano una famiglia molto presente, ma avevano l’un l’altro, e questo pareva bastare.
Quando i due gemelli avevano compiuto i quattordici anni il padre li aveva iscritti ad una scuola privata, la più esclusiva della città, un posto che chiedeva rette altissime ma garantiva una preparazione impeccabile. I due anni a seguire erano stati un bel periodo per Feliciano, il quale, ancora una volta, si era immediatamente circondato di un folto gruppo di amici, e dopo poco, anche di parecchie ragazze (specie una certa biondina tedesca …). Lovino invece, come volevasi dimostrare, era ritenuto antipatico da tutti, e passava la maggior parte del proprio tempo da solo, quando non era con il fratello. Nel giro di poco si era anche costruito una certa fama come teppista, e dopo un paio di sospensioni e altrettante punizioni, gli stavano tutti alla larga ritendolo (a ragione, forse) un poco di buono.
E suo padre non faceva che ricordarglielo. Ogni volta che i ragazzi Vargas tornavano a casa e i genitori erano presenti, fra loro e Lovino scoppiavano sempre dei tremendi litigi; ogni cosa che il ragazzo faceva pareva essere sbagliata agli occhi del padre, e per quanto si impegnasse, era sempre un passo indietro a Feliciano. Ovviamente il fratello negava convinto, ma dentro di sé Lovino sentiva che quelle parole erano vere. Era peggiore nello sport, a scuola … l’unica cosa che sapeva di fare bene era scrivere. Nei temi di italiano prendeva sempre il massimo dei voti, ma non era quello il punto: a Lovino piaceva scrivere per conto proprio; storie di avventure, soprattutto, che sognava di vivere lui stesso, un giorno. Gli sarebbe anche piaciuto diventare scrittore.
Ovviamente però la suddetta attività era un segreto, e Feliciano era l’unico ad aver letto i suoi racconti. Questo perché, Lovino ne era certo, il padre non avrebbe apprezzato: avrebbe liquidato la cosa come “da checca”, stesso discorso che applicava alla lettura. Già, perché era questo il più grande terrore del padre dei due ragazzi Vargas, e il fatto che Lovino non avesse mai avuto una ragazza in sedici anni di vita lo preoccupava parecchio. Lovino però non sentiva il bisogno di una ragazza: quelle della sua scuola erano frivole, superficiali, e non facevano che ridacchiare e parlottare sottovoce per tutto il giorno. Certo, i ragazzi non erano da meno: il loro concetto di divertimento era un asciugamano bagnato sbattuto sul sedere di qualcuno nello spogliatoio, dopo l’ora di ginnastica.
Insomma, all’apparenza si sarebbe potuto dire che a Lovino non piacesse proprio nessuno. Ed era sicuramente vero, senza alcun dubbio … o perlomeno lo era stato fino a che non era arrivato lui. “Lui” si chiamava Antonio Fernandez Carriedo, e, a detta della professoressa di matematica, che lo aveva presentato alla classe il primo giorno di scuola di terza, si era appena trasferito a Venezia da Madrid, Spagna.
Inizialmente, in realtà, a Lovino, lo spagnolo non piaceva proprio per nulla. Con quello stupido accento che lo faceva sembrare il suo omonimo Banderas e per via del fatto che ogni singola ragazza nei paraggi vedendolo passare sospirava qualcosa sui suoi pettorali, o sui suoi magnifici occhi verdi, Antonio gli risultava intollerabile. E la cosa non era cambiata quando la professoressa di matematica lo aveva fatto sedere vicino a Lovino, nell’unico banco libero dell’aula. Antonio si era immediatamente presentato e aveva iniziato una sorta di conversazione a senso unico con Lovino, il quale rispondeva a monosillabi. In un primo momento il ragazzo aveva avuto l’incredibile voglia di dire allo spagnolo di chiudere quella sua boccaccia, ma in pochi minuti era passato dall’irritazione, all’indifferenza, fino ad arrivare ad una sorta di apprezzamento.
Non che gli piacesse, eh! Però, forse, era un po’ meno insopportabile degli altri. Anche se parlava un po' troppo; infatti nel giro di dieci minuti di monologo, Lovino sapeva sull’altro ragazzo tutto quello che avrebbe mai potuto desiderare, e anche di più. Sì, era cresciuto a Madrid ma si era trasferito con la famiglia per il lavoro dei genitori, che erano entrambi fisici e lavoravano ad un importante progetto. Si era iscritto a quella scuola grazie a una borsa di studio. Aveva due fratelli più grandi e due più piccoli. Amava la musica rock, il basket, i pomodori, le passeggiate e i film d’azione. Odiava la corrida e era vegetariano. Suonava la chitarra. Era assolutamente incapace in cucina. E soprattutto gli piaceva leggere. Forse era stato proprio questo a far cambiare idea a Lovino sul conto dello spagnolo. Cavolo, gli piaceva leggere!
Lovino non conosceva nessun altro, della sua età, a cui piacesse leggere, a parte lui stesso, ovviamente. Anche suo fratello aveva una cultura letteraria che si fermava Winnie the Pooh, sebbene leggesse e apprezzasse le sue storie. E ora veniva fuori che a quel bastardo di Antonio piaceva leggere! Lovino lo aveva rivalutato. Improvvisamente non era più così brutto averlo in giro. Entro la fine del primo giorno di scuola, in cui lo spagnolo non lo aveva mollato un attimo, Lovino si era aperto, e due ragazzi avevano parlato dei propri libri preferiti, dei generi che leggevano più volentieri, degli scrittori più bravi. Ma non solo: anche dei loro altri interessi, della scuola, delle rispettive famiglie.
Alla fine del primo giorno di scuola si stavano simpatici. Dopo una settimana erano diventati amici. Nel giro di un mese erano inseparabili. Era tutto assolutamente perfetto.
Poi però nella mente di Lovino si era presentato un problema. Non che Antonio avesse iniziato a piacergli di meno … piuttosto, forse, era che aveva iniziato a piacergli un po’ troppo.

Angolo dell’autrice
Tanto per chiarire un po’, la storia si chiama same love per via dell’omonima canzone di Macklemore (che ho ascoltato mentre scrivevo) e che parla dei diritti degli omosessuali. È una canzone molto bella, vi consiglio di ascoltarla, soprattutto per il messaggio che contiene. Legalizziamo il matrimonio gay con il nostro potere di fangirl yaoi!
p.s. lo so che Lovino e Feliciano non sono gemelli nell‘anime, ma chissà perché mi è sempre piaciuto pensare che lo fossero.
p.p.s. capisco che un Lovino a cui piace leggere sia un po’ strano, ma mi ispirava così …
  
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