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Autore: yellowcrocs    04/06/2013    3 recensioni
Quel che vide Narcissa fu un fascio di luce verde, abbastanza acceso, che la colpiva e l’accecava.
Di quel colore le si riempirono gli occhi. “Strano” si ritrovò a pensare  “che il colore della mia Casa mi uccida proprio adesso”.
Quel che sentì subito dopo fu una spinta, verso l’alto.
Anzi, una morsa, un colpo di frusta.
Sentì un calore invaderle lo stomaco e il petto, proprio dove l’incantesimo l’aveva colpita.
Allargò appena  le mani, nel godere del vento che fresco e malinconico le passava tra le dita, aiutandola a congedarsi da quella vita.
Sentì ancora i capelli sul volto, forse un urlo vicino ma allo stesso tempo così lontano che le fece socchiudere gli occhi.
L’ultima cosa che Narcissa Black vide prima di passare a miglior vita, furono i bellissimi occhi grigi di suo figlio, Draco, che la pregavano di tornare da lui.
L’ultima cosa che Narcissa Black fece prima di congedarsi da quella sua tormentata esistenza, fu sorridere.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Molly Weasley, Narcissa Malfoy, Voldemort
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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YELLOW CROCS  (con Nda serio)
Here I am! Buongiorno a tutti! Buongiorno fandom di HP!
Buongiorno... basta. Eccomi, nuova oneshot fresca fresca, completata ieri sera alle 23.30.
Due parole sulla storia, perché non vorrei dilungarmi troppo:

(NdA serie, faccio la brava):  Mi è sempre piaciuto immaginarmi una famiglia Malfoy un po’ diversa da quello che le persone mi dicono, o quella descritta dai libri.  E quindi, dato che Narcissa mi ha sempre ispirato, ho voluto provare (in modo assolutamente OOC) a riscrivere la sua vita, le sue scelte, ma soprattutto, le sue ambizioni. Ovviamente mi sono attaccata ai flashback, mi sembra l'unico modo che ho per farvi capire meglio la storia. Spero non vi dispiaccia.
Buona lettura e non esitate a scrivermi sui social! Sempre vostra,
Budds.


Autore: yellowcrocs

Titolo: Ambizioni.
Rating: Verde (trattamento di tematiche delicate, morte).
Genere: Angst, drammatico, malinconico.
Personaggi: Narcissa Black (Molly Prewett-Weasley, Draco Malfoy, famiglia Malfoy).
Contesto: II Guerra Magica.
Pairing:  amore materno, se proprio volete.
Avvertimenti: Missing Moment, Movieverse, OOC, What if?.

 

A mia cugina, che mi mette in valigia con lei.
A mia cugina, che pur di non farmi fare profili dramione mi tirerebbe un Crucio senza pensarci troppo.
A mia cugina, che è la Grifondoro più meravigliosa che io potessi mai sperare di avere in famiglia.
A te, Agne, anche se i Malfoy ti stanno un po’ sulle palle.






 



“Vieni, Draco.” Lo chiamò l’Oscuro Signore, sorridendo maligno al ragazzo.
Qualcosa in lei scattò.

____

“Serpeverde?”

“Sì”

“Grandi ambizioni, allora. Le hai già raggiunte?”

“Io… veramente non lo so.”

____


Quando Narcissa Black scattò di fronte al suo amato figlio, nel tentativo di respingerlo dalla chiamata di Lord Voldemort, per una volta dopo tanti anni sentì di aver trovato la sua ambizione.


Era l’ora di pozioni, e ciò significava solo una cosa: Grifondoro.
Di fatto l’umore dei Serpeverde non era esattamente al massimo, a eccezione di Narcissa.
Tutto quell’ odio, da parte di entrambi i lati, lo trovava semplicemente ingiustificato.
Nel far sparire questi tra alcuni futili pensieri durante la divisione in coppie, notò una Molly Prewett particolarmente addormentata accostarsi al suo sgabello.
“Posso?”
Narcissa le sorrise, “Certo”.



Eppure, ciò che è fatto è fatto, pensò.
Si era opposta nel giro di pochi secondi all’uomo che aveva eclissato la sua famiglia, l’uomo che aveva profanato la sua casa, l’uomo a cui per troppi anni era dovuta essere sottomessa.
L’ uomo che era la malvagità.
Ma, soprattutto, l’uomo che aveva e che stava prendendo suo figlio.


“Come ti trovi a Serpeverde?” chiese con un sussurro Molly.
Narcissa le rivolse uno sguardo indeciso, nel cercare le parole giuste. “Diciamo che è un luogo… particolare.”
La futura Weasley la guardò interrogativa, distogliendo lo sguardo dalla bilancia.
“Diciamo che c’è gente parecchio arrogante, vedi quello scorbutico di Lucius, ma è una bella casa. Con le persone giuste vai molto d’accordo.” Si affrettò a spiegare.
“Lo
"scorbutico”, Narcissa, ti sta fissando da qualche minuto.” Le sussurrò nuovamente.
Entrambe si girarono indietro, e Lucius, sbiancando più del normale, ritornò alla pozione.
Risero divertite, attente a non fare confusione, quando alla frase “Potrei dire lo stesso di Arthur, cara Molly”, quest’ultima quasi non fece straboccare il pentolone, aumentando eccessivamente la fiamma.
“C-cosa hai detto?” Narcissa le sorrise, indicando con il capo il giovane Grifondoro. “Controlla un po’.”
Arthur, a differenza di Lucius, diventò di un colore sempre più simile a quello dei suoi capelli, spalancò gli occhi e si girò in maniera così rapida che fece accidentalmente cadere un barattolo di erbe nel pentolone, provocando un’esplosione difficilmente dimenticabile. Le risate, ovviamente, non tardarono ad arrivare.



Il tempo si bloccò intorno a lei, e in pochi attimi guardò ciò che rimaneva della sua vecchia scuola.
Tutto distrutto, lacerato, a pezzi, spezzato, rotto, accatastato, inerme, bruciato, sporco, morto.
“Narcissa…” eccolo, il richiamo di Lord Voldemort. “Narcissa Malfoy!” Un urlo pieno di rabbia “Cosa stai facendo?”.
Era un attimo come tanti altri, eppure Narcissa prese la mano bianca di Draco e indietreggiò.
“Non farlo, ti prego.” Sussurrò il ragazzo, gli occhi già carichi di anni di lacrime invisibili.
“E’ la mia ambizione, Draco” gli sorrise tranquilla, “un giorno capirai.”.
Si voltò verso Molly, le accennò un sorriso e un “grazie” mimato con le labbra.


Narcissa singhiozzava nel bagno deserto delle ragazze.
Era l’ultimo anno, doveva pensare a tutti quegli esami da fare, eppure, a due mesi dalla fine della sua permanenza a scuola, le fu data la notizia che segnò per sempre la sua vita.
Molly, notando la sua assenza, girò tutti i bagni, fino a trovarla. “Narcissa, sei tu? Narc… per la barba di Merlino! Narcissa, cosa hai fatto?” Due grandi occhi neri, imperlati di lacrime, si alzarono verso la ragazza che la fissava incredula.
Osservare Narcissa singhiozzare, seduta in un angolo di uno squallido bagno, era l’ultima cosa che la povera Molly s’aspettava di vedere. La ragazza riprese fiato.
“M-Malfoy…” riuscì a sussurrare.
“Malfoy? Lucius? Ti ha fatto qualcosa? Narcissa, ti giuro che gli farò ingoiare la bacchetta se ti ha solo sfior…”
“No Molly” l’interruppe lei “E’ difficile… io… io sarò una Malfoy.”
Il silenzio calò nella stanza, fino a che la pallidissima Prewett non parlò.
“Tu stai dicendo che… tu dovrai… lui sarà…voi dovrete… avrete…” “Mio marito, Molly, io dovrò sposare Lucius Malfoy.”
La ragazza, guidata dall’istinto, si gettò sull’amica, in un abbraccio materno che Narcissa forse mai aveva avuto.
Molly sapeva di casa.
Vestiti asciugati all’aria di campagna, vento caldo dell’ovest, sapone alla lavanda, pane appena sfornato.
Molly sapeva di amicizia e famiglia.
“Molly… io non lo amo, e mai lo farò.”
Singhiozzò l’altra. “Mi dispiace, Narcissa, mi dispiace… veramente tanto.” Le disse piano, accarezzandole i capelli.



Cogliendo quella parola, Molly Weasley si sentì mancare.
Davvero Narcissa non era cambiata? Davvero era rimasta la Serpeverde tranquilla di sempre? Davvero era ritornata? Avrebbe voluto dirle tanto in quel momento, forse troppo, ma si portò una mano sul petto, proprio sopra al cuore, e curvò le labbra in un leggero sorriso.


Era tutto finito ad Hogwarts. Niente più test, compiti, pergamene da riempire, incantesimi da memorizzare, pozioni da imparare, libri da leggere. Niente, era tutto finito. Eppure per Narcissa tutto iniziava allora. Promettenti maghi e streghe stavano festeggiando dentro al castello, mentre Molly era fuori, in uno dei numerosi chiostri, accanto alla sua amica. Parlarono a lungo, di ogni cosa.
“Sai Molly… so che non amerò mai Lucius, ma giuro che amerò con tutta me stessa il mio bambino, o bambina.”
Molly sorrise, malinconica. “Narcissa, sii forte. Sei una splendida donna, molto coraggiosa, non lasciare che nessuno ti metta i piedi in testa, a partire da Lucius. Sono assolutamente convinta che amerai il vostro erede, e a dirla tutta, credo che questa sarà la tua vera ambizione.”
Prewett quella sera ci azzeccò su ogni singola, minuscola, insulsa cosa.
“Grazie, Molly.”
“Grazie a te, Narcissa” rispose mettendo una mano sopra il suo cuore.


 

____

“Serpeverde?”

“Sì”

“Grandi ambizioni, allora. Le hai già raggiunte?”

“Io… credo di saperlo.”

____



Prese coraggio, Narcissa.
Respirò a fondo, chiuse gli occhi, strinse ancora di più la mano a Draco.
“Ti voglio bene, bambino mio.” Gli sussurrò con gli occhi lucidi. Lasciò la presa, e avanzò a passo solenne verso Lord Voldemort. “Narcissa Malfoy, rispondimi!” tuonò quello, “Cosa hai in mente di fare?”.
Con le mani tremanti, arrivò a pochi metri dall’Oscuro Signore.
Vide Lucius, dietro di lui. Lucius, l’uomo che aveva imparato a conoscere, ma mai ad amare. Lucius, uomo debole e subdolo. Lucius, uomo che era stata costretta a sposare. Lucius, padre di Draco, ragione delle sue lotte.
“Non mio figlio.” Disse dura. Il volto apparentemente inespressivo, mentre gli occhi bruciavano di fiamme vive.
“Non mio figlio, maledetto, non toccarlo.” Ruggì. Gli attimi dopo scivolarono nel baratro in una maniera più veloce di quanto lei si aspettasse.
Expelliarmus!” Gridò l’uomo davanti a lei.
La bacchetta volò via, scacciata malevolmente dalla mano gelida. Voldemort alzò la sua e “Non mi piacciono i traditori, Narcissa” le confessò ironico.
Avada…”
Chiuse gli occhi.
Cosa vedeva? Cosa sentiva?
Il vento infrangersi sul suo corpo, gli sguardi increduli dei presenti. I capelli sparpagliati sul volto pallido, dei passi dietro di lei.
“No!” Urlò Draco.
Ecco, il dolore. Un urlo straziato, un urlo forte. Un urlo di suo figlio. Sii forte, bambino mio.
“…Kedavra!”

Quel che vide Narcissa fu un fascio di luce verde, abbastanza acceso, che la colpiva e l’accecava. Di quel colore le si riempirono gli occhi. “Strano” si ritrovò a pensare “che il colore delle mia Casa mi uccida proprio adesso”.
Quel che sentì subito dopo fu una spinta, verso l’alto.
Anzi, una morsa, un colpo di frusta.
Sentì un calore invaderle lo stomaco e il petto, proprio dove l’incantesimo l’aveva colpita. Il calore si fece più forte, arrivando fin dietro la schiena, iniziando a scottare.
Allargò appena le mani, nel godere del vento che fresco e malinconico le passava tra le dita, aiutandola a congedarsi da quella vita. Sentì ancora i capelli sul volto, forse un urlo vicino ma allo stesso tempo così lontano che le fece socchiudere gli occhi.

L’ultima cosa che Narcissa Black vide prima di passare a miglior vita, furono i bellissimi occhi grigi di suo figlio, Draco, che la pregavano di tornare da lui.
L’ultima cosa che Narcissa Black fece prima di congedarsi da quella sua tormentata esistenza, fu sorridere.

Come anni prima Lily Evans aveva salvato Harry amandolo, Narcissa donò a Draco tutto l’amore che non era riuscita a dargli in quegli anni.

Da brava Serpeverde, aveva una meta, un’ambizione, e l’aveva raggiunta.

 

____

“Serpeverde?”

“Sì”

“Grandi ambizioni, allora. Già raggiunte?”

“Sì, nel migliore dei modi.”

____


 

Se mi chiedessero cos'è l'amore, direi i tuoi occhi grigi appena sveglio.
Se mi chiedessero  cos'è l'amore, direi che è la tua espressione calma mentre dormi.
Se mi chiedessero cos'è l'amore, direi che è il donare tutto con un sorriso.
Se mi chiedessero cos'è l'amore, direi che è un paio di pantaloni macchiati d'erba dopo una lunga corsa.
Se mi chiedessero cos'è l'amore, direi che è il consiglio tra le lacrime.
Se mi chiedessero cos'è l'amore, direi che è l'ambizione trovata e raggiunta in una manciata di secondi.

  
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