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Autore: _klausmikaelson    04/06/2013    2 recensioni
« Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose! »
─ Charles Perrault
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Dai, è ora, sveglia! Sveglia! E’ l’ultimo giorno di scuola, devi alzarti da questo letto!- urlava la mamma piena di allegria e felicità, proprio quella che mancava a Scarlett in quel periodo.
-Ancora 5 minuti, mà!- bofonchiò Scarlett da sotto le lenzuola rosse che la coprivano fino alle orecchie.
-Ho detto no, su dai, alzati!- replicò la mamma utilizzando un tono di voce diverso da quello utilizzato in precedenza; in men che non si dica la camera era diventata luminosa, quanto una spiaggia in pieno agosto.
-Chiudi la finestra!-strillò Scarlett mentre scalciava via tutte le lenzuola, mostrando le sue lunghe gambe bianche e pallide.
La mamma soffocò una risata e uscì dalla stanza, sapendo di aver compiuto egregiamente il suo compito di madre.

-Devi usare metodi più ortodossi la mattina; non sono pronta psicologicamente ad affrontare la giornata ed ho bisogno un po’ di coccole-  disse Scarlett mentre mangiucchiava un biscotto, grande quanto un disco da hockey, appena sfornato dalla mamma – E poi dove la trovi la voglia di svegliarti presto e preparare biscotti, pulire la casa…- non fece in tempo a terminare la frase, che la mamma le mise una mano sulle labbra per fermarla.
-Un giorno capirai, bisogna avere tempo! E mastica con la bocca chiusa, maleducata!- disse la mamma con un sorriso apprensivo sulle labbra, che solo le mamme riescono a fare.
Scarlett accennò una risata, e dopo essersi scrollata dalle labbra le briciole che le erano rimaste, prese la sua felpa rossa, scoccò un bacio sulla guancia della mamma, e uscì di casa.

La ragazza, era di una bellezza sfolgorante, e di certo non convenzionale.
Due smeraldi al posto degli occhi, ed un sorriso che avrebbe fatto invidia al mondo intero, se solo tutti avessero avuto la possibilità di ammirarlo. Nonostante ciò, Scarlett non si accettava, non si piaceva, ed aveva sempre avuto abbastanza problemi a relazionarsi con gli altri.

Il liceo che Scarlett frequentava non era molto lontano dal quartiere in cui abitava, perciò la mattina, salvo inconvenienti ci arrivava a piedi.
Camminava spedita per le strade di una San Francisco troppo affollata per i suoi gusti. Era nata e cresciuta in quel luogo, ma dopo sedici anni, ancora non riusciva ad apprezzare a pieno il potenziale, che quella città aveva. Sarà stata la sua avversione contro le persone che la circondavano, oppure la semplice monotonia che la sua vita aveva avuto sino ad allora, ma lei proprio non riusciva a farsi piacere una singola cosa di quella assai rumorosa metropoli.

Arrivata di fronte all'imponente cancello del liceo, Scarlett si strinse ancora una volta nella sua amata felpa rossa. Non la indossava per l'aria frizzantina che ancora durante il mese di Giugno attanagliava San Francisco e ne tantomeno  perchè era una di quelle che andavano di moda in quel periodo.
 Quella felpa era l'unico ricordo felice al quale Scarlett si poteva aggrappare. Quella felpa era l'unico collegamento rimasto fra lei, e l'unica persona che avesse mai avuto un posto importante tra i pensieri di Scarlett.
Lei ancora non lo sapeva, ma quella felpa, sarebbe stata la causa delle emozioni più forti che, di lì a poco, avrebbe provato.


-E perciò Napoleone fu esiliato...qualcuno sa dirmi dove? Stiller,rispondimi.- gracchiò la professoressa di storia, che imperterrita continuava ad interrogare nonostante quello fosse l'ultimo giorno di scuola per i suoi alunni.
Stiller ci ragionò, e con la classica strafottenza da giocatore di football rispose:
 -Prof, non ricordo cosa ho mangiato oggi a colazione, figuriamoci se ricordo qualcosa successa 200 anni fa!
La classe scoppiò in un boato di acclamazioni e risate, segno che tutti apprezzarono l'umorismo squallido del ragazzo. Tutti tranne Scarlett, col viso sognante rivolto verso l'ampia vetrata della classe, ed i suoi pensieri liberi su Dio solo sa quale pianeta della Via Lattea.
La professoressa, ormai rassegnata, smise di interrogare ed aspettò insime ai suoi alunni lo scampanellio che di lì a poco avrebbe proclamat la fine della scuola.
Pochi minuti dopo, la campanella annunciò che l'estate era finalmente arrivata e tutti gli studenti in men che non si dica si precipitarono nei corridoi, eccitati al pensiero di tre mesi di pura vacanza ed al contempo malinconici al pensiero che i contatti con i compagni si sarebbero persi.

Scarlett accennò un sorriso alle poche persone che la salutarono, mentre si affrettava ad uscire dalla scuola, e  durante il tratto di cortile antecedente al grande cancello, ella provò una sensazione che mai in tutta la sua vita aveva provato.
La sua testa diventava leggera, le sue ansie da adolescente svanivano, e sentiva che il suo corpo in quel momento, stava sfidando ogni legge di gravità; voci lontane, lontanissime, e poi...niente. Il buio si avvolse intorno a lei,e tutto cominciò a svanire,come fumo.
   
 
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