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Autore: Scarlett_Meredith    05/06/2013    2 recensioni
"...Avrebbe voluto convincerla che Louis non era la persona giusta e che non poteva sposarlo.
Ma lei non l'aveva più guardato. Non si era voltata nemmeno una volta, probabilmente dimenticandosi della sua presenza.
Blair e Louis si erano scambiati gli anelli sorridendo come due ragazzini e Chuck era uscito dalla chiesa nel momento in cui le loro labbra si erano incontrate in un lungo bacio."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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ANGOLO AUTRICE: In questa Fanfiction, Blair è sposata con Louis da più di un anno e non soltanto in pubblico. Per intenderci, ho immaginato che lui l'abbia realmente perdonata dopo aver visto il video in cui lei ammette di amare ancora Chuck. Le promesse di matrimonio non le ha scritte Dan, ma Louis. Pertanto Blair non è mai scappata con Dan dopo il matrimonio (avvenuto nella 5x13).
Ditemi cosa ne pensate!





Era venerdì sera e Chuck Bass era solo nella suite dell'Empire, seduto sul divano di pelle arancione, con un bicchiere di scotch in mano e la bottiglia quasi vuota per terra.
Contemplava con aria assorta una vecchia foto, trovata per caso fra le centinaia di documenti che riempivano i cassetti della sua scrivania di mogano. Era sicuro di non averla mai vista prima, eppure ricordava alla perfezione ogni momento di quella giornata.


Aveva sei anni ed era novembre.
Suo padre in quel periodo era pieno di impegni, di riunioni e di incontri con facoltosi e seri uomini in giacca e cravatta. Non rientrava in casa da almeno due mesi e mezzo, nemmeno per prendere chissà quali importanti documenti dalla cassaforte o per controllare che suo figlio non avesse dato fuoco alla casa, come faceva le altre volte.
Chuck aveva imparato a cavarsela da solo, aveva soltanto sei anni ma era quasi autonomo.
Bart non si preoccupava neanche di fare una telefonata per sapere come stesse. Lui era un uomo d'affari ed era così che doveva essere, a suo dire. Anche Chuck lo sarebbe diventato e avrebbe fatto le sue stesse scelte, diceva. Avrebbe messo il lavoro al primo posto e non si sarebbe dedicato troppo alla famiglia, alla casa e a simili sciocchezze. Perché solo in quel modo sarebbe diventato un vero uomo.
Chuck non ne era certo, ma se l'era sentito dire così tante volte che aveva imparato ad annuire e cominciava anche a crederci.
Ogni tanto si chiedeva perché non potesse avere una mamma ad occuparsi di lui come tutti gli altri bambini. Sapeva bene che la sua era morta, suo padre non faceva altro che ricordarglielo appena ne aveva l'occasione, ma gli piaceva pensare che un giorno qualcuno lo avrebbe preso con sé, permettendogli di comportarsi come un normale bimbo di sei anni, senza responsabilità o doveri.
Nate, il bambino dai capelli chiari e con quel gran sorriso sempre sulle labbra, gli aveva detto che sua madre a volte lo sgridava, ma altre volte lo stringeva forte e diceva di volergli bene. A Chuck non l'aveva mai detto nessuno.
Erano inutili smancerie, a lui non servivano e non dovevano interessargli.
Aveva incontrato Blair per la prima volta proprio a casa di Nate. Indossava un lungo vestito a volant rosa e sembrava una regina. Gli occhi da cerbiatta spiccavano in mezzo alla montagna scompigliata di capelli castani e quando sorrise, Chuck notò che le mancavano due denti. Nonostante questo, era la bimba più carina che avesse mai visto.
Nate lo salutò con un veloce abbraccio.
-Lei è una mia amica. La conosci?- gli chiese il bambino saltellando fra i due compagni, che nel frattempo erano occupati a lanciarsi occhiate sospettose. Sembravano due predatori davanti ad un'unica preda. Blair affilò lo sguardo e si sistemò meglio sul divano.
-No.- rispose Chuck. Come poteva conoscerla? Era chiuso nello stesso appartamento da quando era nato. A Bart non era sembrato importante aiutarlo a socializzare con qualcuno che non fossero le cameriere. Infatti aveva incontrato Nate per puro caso, quando un giorno il signor Archibald l'aveva portato con sé, durante un colloquio con Bart.
Quella sera di novembre non avevano detto altro. Chuck si era voltato e se ne era andato, lasciando Nate stupefatto e Blair estremamente divertita.
Non sapeva che a casa di Nate ci sarebbe stato anche qualcun altro. Lui aveva voglia di passare del tempo con il suo amico, non con una ragazzina.
Quell'idiota di Nate avrebbe dovuto dirglielo, così si sarebbe risparmiato un inutile spreco di tempo. Aveva di meglio da fare. Già, lui aveva davvero un mucchio di cose da fare.
Doveva solo smettere di pensare a Blair.



Chuck non aveva idea di chi avesse scattato la fotografia, né tantomeno di chi l'avesse messa fra le sue carte. L'aveva trovata per caso.
Poi aveva sentito una voglia improvvisa di 'qualcosa di forte' e aveva cominciato a bere, senza fermarsi, cercando di annebbiare i sensi e di soffocare ogni dolore.
Guardò la bambina ritratta nella foto. Era bellissima.
La bambina più bella che fosse mai esistita, Chuck avrebbe potuto giurarlo. Gli occhi scuri avevano quell'espressione sicura che l'avevano sempre caratterizzata. Sorrideva con gioia mostrando i denti mancanti.
Blair era fatta così.
Era sempre stata capace di trovare la più grande forza nelle sue debolezze. Chuck si era innamorato proprio del suo coraggio e della sua determinazione.
Chuck si era innamorato di lei, completamente, quando ancora non sapeva cosa fosse l'amore e da allora non aveva più smesso di amarla. Nemmeno per un istante.
Nemmeno quando lei aveva sposato un altro uomo.
Blair non era più sua.
Aveva smesso di cercare sue notizie, si era buttato a capofitto nel lavoro, come suo padre aveva predetto tanto tempo prima. Era quasi riuscito a dimenticarla.
Non piangeva più da mesi , aveva smesso di bere fino a stare male e quando era in compagnia di altre persone, riusciva persino a scherzare.
Ma dentro di sé sentiva un vuoto enorme, che una sola persona avrebbe potuto colmare.
Nessuno dei suoi amici aveva più parlato di Blair dopo il matrimonio. Lui aveva solo sentito dire che avevano passato la luna di miele a Rio de Janeiro.
Erano passati quindici mesi dalle sue nozze e lui continuava a contarli, come se stesse misurando il tempo mancante prima di poter riavere indietro la donna che amava.
Chuck accartocciò la fotografia che reggeva fra le dita e la lasciò cadere per terra. Nonostante sapesse di farsi del male, non aveva il coraggio di strapparla, né di bruciarla perché era certo che poi se ne sarebbe pentito.
Si lasciò cadere sul divano e chiuse gli occhi, cercando di respirare normalmente. Gli sembrava di avere un gran peso sul petto, come tutte le volte che sentiva la mancanza di Blair. Si tolse le scarpe e sbottonò la camicia, sentendosi piccolo e inutile.
Continuava a pensare al momento in cui lei aveva giurato eterno amore all'uomo sbagliato. Lui l'aveva guardata da lontano e aveva sperato fino all'ultimo che lei si tirasse indietro. Avrebbe voluto implorarla di non continuare, di tornare insieme a lui. Avrebbe voluto convincerla che Louis non era la persona giusta e che non poteva sposarlo.
Ma lei non l'aveva più guardato. Non si era voltata nemmeno una volta, probabilmente dimenticandosi della sua presenza. Blair e Louis si erano scambiati gli anelli sorridendo come due ragazzini e Chuck era uscito dalla chiesa nel momento in cui le loro labbra si erano incontrate in un lungo bacio.
Con una smorfia, Chuck capì che non poteva più continuare a pensare al passato.
Blair Cornelia Waldorf Grimaldi, principessa di Monaco, doveva essere per lui soltanto un lontano ricordo dell'adolescenza. Tuttavia con gli occhi serrati, a Chuck parve di sentire i suoi passi farsi sempre più vicini, insieme al profumo familiare e rassicurante che ormai aveva imparato ad associare al suo viso.
Pensò di avere una bella immaginazione, perché gli parve anche di percepire uno sguardo puntato addosso. Provando a rilassarsi, si sistemò meglio sul divano, ma continuava a sentirsi osservato. Così aprì gli occhi.
Blair era davanti a lui, ancora più bella di come la ricordava.
Il vestito blu navy le svolazzava delicatamente intorno alle ginocchia, mosso dalla corrente della porta aperta o forse dai pesanti battiti del cuore di Chuck.
Sorrideva con le labbra chiuse e gli occhi lucidi, in silenzio, lasciando a lui il tempo per riprendersi. Improvvisamente abbandonò la borsa, che cadde con un tonfo sul pavimento di legno pregiato e Chuck si riprese dallo stato di torpore in cui era caduto.
-Blair- sussurrò con la voce rotta dall'emozione. Lei non rispose, ma scoppiò a piangere. Si sentiva una bambina capricciosa. Vergognandosi di sé stessa, si portò le mani al viso per nascondere le lacrime che scorrevano copiose lungo le guance.
Chuck si alzò, dimenticando lo stupore, la rabbia e la malinconia che aveva provato fino al momento prima. Blair era lì, era lì da lui e non importava nient'altro.
Ebbe un attimo di esitazione prima di sfiorarle la mano, temendo che potesse svanire come accadeva sempre nei suoi sogni migliori. Ma lei non scomparve e si lasciò avvolgere dalle braccia di Chuck. Si sentiva protetta e felice. Sentiva di essere tornata a casa.
Chuck la baciò, affamato delle sue labbra rosse e del suo sapore delicato. Il bacio, dolce e prepotente allo stesso tempo, era pieno di tutta la tristezza, la felicità, la sorpresa e la tenerezza che lui aveva nascosto dentro di sé.
Quando Blair si allontanò dalla sua stretta, si guardò intorno. Non era cambiato niente, ogni cosa era al suo posto. Socchiuse gli occhi e sorrise, sommersa dai ricordi, e per un attimo dimenticò tutto ciò che era accaduto negli ultimi due anni.
Chuck la guardò inerte asciugarsi gli occhi e macchiarsi le dita di trucco. Non sapeva cosa dire. Gli sembrava di aver perso l'uso della parola, ma avrebbe desiderato restare per sempre immobile a guardare Blair che sorrideva.
-Non mi ero resa conto di quanto tutto questo mi fosse mancato.- mormorò lei alla fine. -O forse fingevo di non accorgermene per non stare male.-
-Io sono stato male.- ribatté Chuck prima ancora di rendersi conto di quello che stava dicendo. Si pentì della sua frase appena vide gli occhi di Blair riempirsi di lacrime per la seconda volta, ma per qualche strana ragione non riusciva a restare in silenzio. -Sono stato male per mesi. Mi sono chiuso in ufficio, ho ricominciato a bere. Continuo a sentirmi umiliato e abbandonato dal ventisei novembre dell'anno scorso, da quando tu hai scelto di sposare il tuo bel principe. Hai deciso di vivere la favola che tanto avevi desiderato. E ora che sei finalmente una principessa, ora che tutti i tuoi sogni si sono avverati, torni qui? Che motivo c'è sotto, Blair?- continuò.
-Io... Ho sbagliato tutto.- rispose lei con un tono di voce quasi impercettibile.
-Già. Hai sbagliato. E la cosa peggiore è che nonostante tutto non riesco ad odiarti.-
Chuck non sapeva se fosse stato l'alcool a farlo impazzire o se si stesse comportando in modo così orgoglioso e cinico solo per provocarla. Voleva mordersi la lingua e rassicurarla, dirle che l'amava da impazzire e che nemmeno per un minuto aveva smesso di pensare a lei, ma non ci riusciva.
-Io ho sbagliato, Chuck.- ribadì Blair con un lungo respiro. -Ho sbagliato tante cose. Ho sbagliato a non capire che tu sei l'unico che io potrò mai amare. Ho sbagliato a credere che Louis mi avrebbe resa più felice di quanto avresti potuto fare tu. Ho sbagliato a pensare che tu non mi amassi abbastanza. A sposare lui invece che te, ad inseguire una realtà utopica fatta di illusioni e...-
-E hai sbagliato a venire qui.- concluse lui. -Io non sono un principe, Blair. Con me non saresti una principessa. Rovinerei la tua favola.-
-'Io non sono Chuck Bass senza di te'*, ricordi? Chuck, io non sono Blair Waldorf senza di te. Posso essere la moglie del principe Grimaldi, si. Ma finalmente ho capito che non voglio esserlo. Voglio essere solo Blair e voglio stare con te...- Blair aveva la voce carica di emozione ma uno sguardo fermo. Aveva paura, Chuck lo sapeva, la conosceva troppo bene. Ma sapeva anche che non mentiva e che non si sarebbe arresa facilmente.
-Avevo bisogno di te. Questa volta ero io che avevo bisogno di te. E tu non c'eri, Blair. Non sai cos'ho passato.- sussurrò lui sentendo un nodo alla gola.
-Non c'ero. Ma ho sempre pensato a te. Sono tornata, perché ho capito che non riuscirò mai a cacciarti dalla mia testa... e dal mio cuore. Louis è dolce e protettivo, non mi fa mancare niente... Ma Chuck, io amo te. E questa volta non ti lascerò andare. Se mi ami ancora, andremo avanti insieme. Supereremo tutto.-
-Sei sposata, vivi in un altro paese, hai una nuova famiglia. Non possiamo tornare indietro. Cerca di capire in che condizione mi trovo. Ti presenti qui di notte senza avvisare, piangi, dici che mi ami e che vuoi tornare da me. Che cosa dovrei fare?- chiese Chuck esasperato, sentendo un moto di rabbia invaderlo. Si sentiva un burattino nelle sue mani, ma non aveva la forza di reagire e di allontanarla.
-Il tempismo non è mai stato il nostro punto forte**, lo sai. Mi accorgo di quello che voglio quando ormai è già tardi.- mormorò lei, concentrandosi sulla foto sgualcita ai piedi di Chuck. Sorrise. Ricordava quel giorno.
-Torna nel tuo castello incantato, Blair.- mormorò lui alla fine, guardandola negli occhi.
Poi si sporse verso di lei per baciarla di nuovo, incapace di trattenersi, e sentì il sapore salato delle sue lacrime. Avrebbe voluto stringerla per il resto della sua vita.
-Non lasciarmi andare. Non mandarmi via. Non farlo.- bisbigliò Blair. Era terrorizzata. Aveva paura di perderlo per sempre, di non poter più sentire il suo odore e di non poter più provare emozioni così forti. Pensò che senza di lui sarebbe inevitabilmente appassita. Avrebbe perso tutto.
-Ma tu non andartene. Non scappare. Non scegliere qualcun altro. Non deludermi. Non ferirmi. Non abbandonarmi. Resta qui con me.- rispose Chuck, con le lacrime agli occhi, sentendosi come quando era un bambino e suo padre lo lasciava solo in casa. Blair era tutto quello che lui aveva mai avuto.
-Sono qui. Resto qui. Sono qui.- sussurrò ancora lei, premendo le sue labbra su quelle di Chuck, lanciandogli le braccia al collo e avvinghiandosi a lui in un forte abbraccio, come se temesse di perderlo un'altra volta.
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*riferimento tratto dalla puntata 3x01

**riferimento tratto dalla puntata 5x10
  
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