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Autore: loveyajawaad    05/06/2013    3 recensioni
Una rapida ricerca su Internet le fece capire il vero significato del tatuaggio di quel misterioso ragazzo.
Quella maledettissima parola l'aveva perseguitata per molto tempo nei sogni e fino a quel giorno non aveva capito nè la lingua da cui proveniva nè il suo possibile significato.
Strix.
Quel tatuaggio le era familiare, eppure non l'aveva mai visto se non sulla sua pelle abbronzata.
Appena lesse il significato della parola il cuore le smise di battere e tutto si fermò improvvisamente e, con la stessa imprevedibilità, il computer si spense, come fulminato.
ATTENZIONE: QUESTA E' UNA STORIA PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA, MA ELIMINATA INSIEME AL MIO VECCHIO PROFILO.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: PROLOGO

Era una giornata di pioggia a Bradford. Il cielo era completamente ricoperto di nubi nere e grigie e il sole mancava da ormai una settimana. Era settembre e l'aria si faceva sempre più fredda e umida.
Cher era sotto la tettoia ad aspettare il pullman che sarebbe passato di li a poco. Aveva detto addio al motorino qualche settimana prima per via del maltempo e quindi si doveva accontentare dell'autobus per andare a scuola.
Era un ragazza abbastanza bella: aveva i capelli neri fin sotto il seno e occhi scuri e grandi; era alta e magra ed era proporzionata per la sua età. Era una ragazza socievole e solare anche se spesso le piaceva chiudersi in se stessa.
Abitava nel quartiere più in periferia e più povero di Bradford. I suoi genitori stavano ancora insieme ma stavano passando un periodo di crisi anche per il fatto che il lavoro non gli lasciava pace. Cher aveva due fratelli più piccoli di 8 e 6 anni. Lei era la più grande ed era nata quando la madre era ancora giovane. Adesso aveva 17 anni e frequentava le scuole superiori. Si erano trasferiti durante l'estate perchè, prima di entrare nella crisi finanziaria in cui erano adesso, i genitori di Cher erano molto ricchi ed abitavano felicemente con i figli nel centro di Londra. Poi, un episodio completamente inaspettato, li distrusse facendoli andare quasi in bancarotta qualche mese prima.
Il padre e la madre di Cher, erano titolari di un'agenzia immobiliare. Andava tutto a gonfie vele, tranne per il fatto che avevano il vizio del gioco e che, a volte, perdevano grandi somme. Purtroppo un giorno andarono troppo oltre con le scommesse e, perdendo tutto contro un signore molto distinto e famoso a Londra, andarono praticamente in bancarotta. Gli restarono pochi soldi e, visto che l'agenzia inspiegabilmente fallì, si dovettero trasferire nella parte più povera di Bradford.
Cher non aveva mai pensato che il fallimento dell'agenzia era stato del tutto casuale e ci aveva dato più peso rispetto ai suoi genitori, ma quell'argomento era ormai proibito sia in casa che da qualunque altra parte. Era come se volessero nasconderle qualcosa. I fratellini non avevano mai capito quegli argomenti perchè erano ancora piccoli e innocenti e forse era meglio così. Nella sua vecchia città, inoltre, aveva avuto un'esperienza poco piacevole che le lasciò un grande trauma adolescenziale: un giorno, passeggiando per le vie di Londra per andare dalla sua più cara amica, si ritrovò faccia a faccia con uno stupratore ricercato da tempo dalla polizia che la portò in un vicolo buio e cieco. Cercando di spogliarla, Cher iniziò ad urlare e se non fosse stato per un poliziotto in borghese che passava da quelle parti, chissà che cosa le sarebbe successo. Di sicuro nessun passante si sarebbe fatto avanti perchè il delinquente era molto temuto da tutti, visto che era risaputo che girasse con un coltellino.
Da quando si erano trasferiti Cher era preoccupata per la scuola. Avrebbe dovuto riniziare tutto da capo partendo dagli amici.
Era il primo giorno quello che stava per affrontare e non era affatto tranquilla. All'orizzonte scorse il pullman che avrebbe dovuto prendere. Salì velocemente per bagnarsi il meno possibile e si sedette nel primo posto libero che trovò. Il viaggio fino alla scuola sarebbe durato più o meno quaranta minuti, quindi prese le cuffie e iniziò ad ascoltarsi la musica.
A circa metà viaggio la ragazza accanto alla quale si era seduta le picchiettò con un dito la spalla.
Si tolse una cuffietta e, quando si girò per guardarla meglio, si accorse della sua straordinaria bellezza. Sembrava una di quelle dee che si trovano sui libri di storia dell'arte o nei musei. Aveva lunghi capelli biondi fino alla vita, degli occhi di un azzurro meraviglioso che sembrava quasi blu ed era magra e alta più o meno come Cher.
'Ciao, mi chiamo Ray!' le disse. Aveva una voce armoniosa e dolce come il miele che sembrava volesse avvolgerla in una tranquillità sovrannaturale.
'Ciao, mi chiamo Cher!' le rispose lei con voce insicura e molto più roca della sua.
'Sei nuova di qui, vero?'
'Si, mi sono trasferita da poco.'
'Ho visto di sfuggita il foglio che hai in mano e penso proprio che tu frequenterai la mia stessa scuola!'
'Davvero? Che classe fai?'
'Quest'anno farò la quarta superiore e sarò nella 4C!'
'Fammi controllare un attimo...' diede un'occhiata ai fogli che le erano arrivati per posta per farle un pò capire dov'era la scuola e in che classe sarebbe dovuta andare 'Ohw, peccato... Io sono nella 4A...'
'Aaah! Che peccato! Io però conosco qualcuno della tua classe! Se vuoi ti faccio conoscere qualche ragazza!'
'Mi saresti di grande aiuto!'
Passò il resto del viaggio ad ascoltare la musica finchè non vide Ray che si preparava per scendere.
'Prima di andare a scuola dovrei salutare il mio ragazzo. Potresti aspettarmi un attimo?' le chiese.
'Certo, figurati!'
Scesero dal pullman. Alla fermata c'erano tantissimi ragazzi con gli ombrelli aperti che non lasciavano intravedere niente, anche se dei ragazzi attirarono la sua attenzione. Li vide solo di sfuggita e le pareva di aver visto una specie di luce che li circondava, come se fossero angeli o esseri sovrannaturali.
Vide poi Ray correre verso un ragazzo. Era alto, con degli occhi verde smeraldo, riccio e bellissimo da mozzare il fiato. Come lei dopotutto.
Lei gli si attaccò al collo baciandolo appassionatamente. Quando si staccarono il sorriso del ragazzo la fece sciogliere. Aveva delle fossette che lo rendevano ancora più bello.
Cher era imbarazzata da quella scena e si girò dall'altra parte. Allora lo vide, dall'altra parte della strada.
Alto, con i capelli corvini sparati in alto; aveva la pelle ambrata che sembrava scintillare.
Successe tutto in un attimo. Un camion le passò davanti e quando ebbe di nuovo la visuale lui non c'era più.
Sparito.
Com'era possibile? Eppure lei era sicura di averlo visto.
'Cher? Qualcosa non va?' era Ray che era tornata da lei.
'N-no... Va tutto bene...'
'Sicura?' si vedeva che non credeva alla risposta che Cher le aveva dato.
'S-si... Andiamo a scuola...'
Era sempre più sconcertata. Una sola cosa di lui che aveva visto le era rimasta bene in presso. Una scritta. Probabilmente un tatuaggio.
Strix.
  
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