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Autore: Miss Fayriteil    06/06/2013    1 recensioni
Questa raccolta di shot, l'abbiamo decisa insieme io e una mia amica pazza quanto me. Siamo entrambe delle calzoniane quindi mi rivolgo ai fan, non spaventatevi! Dovevano essere due, ma ci sono venute altre idee.
Abbiamo pensato cosa sarebbe successo se le cose a Callie e Arizona fossero andate diversamente.
La prima storia parla di cosa sarebbe successo se Callie avesse ceduto a Sadie, ma per quanto riguarda le altre è una sorpresa. Buona lettura!
1: Callie/Sadie
2: Arizona/Cristina
3: Callie/Teddy
4: Arizona/Lexie
5: Callie/Izzie
6: Arizona/Addison
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Ringrazio in anticipo Herm per avermi ispirato una coppia alla fine
 

ARISON

 
Credo di averla vista solo un paio di volte a lezione, prima d’ora. È la migliore amica di Calliope, una mia amica del liceo. Avevo una cotta segreta per lei a sedici anni, ma visto che avevo capito che non era interessata, avevo lasciato perdere. Invece oggi mi ha presentato Addison che ho notato fin da subito. Cioè, qualunque persona sana di mente la noterebbe. Voglio dire, questa Addison è veramente, ma veramente bella, non che Callie non lo sia, tutt’altro, ma con lei ormai mi sono rassegnata, quindi...
  «Ciao Arizona» la voce di Callie mi raggiunge alle spalle fuori dall’aula, dopo una lezione di psicologia. Io mi volto. «Ciao Calliope!» le rispondo sorridendo. Lei è lì di fronte a me e accanto a lei c’è questa ragazza stupenda con i capelli rossi.
  «Ciao...» la saluto quasi senza fiato. Ha un viso familiare. «Ci conosciamo?» le chiedo. Lei sorride e scuote la testa. «No, non credo. Però ti ho vista qualche volta in giro».
  «Lei è Addison Montgomery» mi spiega Callie. «Ci siamo riviste qui, ma ci conoscevamo già da bambine. Mi stava raccontando che si è lasciata da poco con il suo ragazzo, Derek Shepherd. Studia medicina anche lui, ma non qui». Etero. Dannazione.
  «Perciò Addison ha deciso di cambiare università ed è venuta in questa» conclude Callie. Grazie Derek Shepherd chiunque tu sia, mi ritrovo a pensare. Come se per me cambiasse qualcosa. Guardo l’ora e mi rendo conto che devo affrettarmi per la lezione di anatomia, quindi saluto Calliope e Addison e me ne vado. Chissà quando la rivedrò? Ma tanto anche se la rivedessi che differenza farebbe? È etero, quindi si metterà con Mark Sloan o con Karev o un altro di quei tizi “superfichi” con mille ragazze che muoiono dietro di loro. Però penso che avrei almeno potuto chiederle il numero. Idiota.
  Stasera Teddy, un’altra mia amica, la mia migliore amica in realtà, ha organizzato una serata da lei e io ci vado naturalmente. Ha detto che viene un po’ di gente interessante e spero che intenda Calliope e soprattutto Addison. Oddio però se viene Callie verrà anche Erica. La sua ragazza. Dio quanto non la posso vedere quella. Non perchè sono gelosa, ci mancherebbe. Non dovrebbe essere troppo male comunque. Ci saranno ragazze, alcool, ragazze... sì non dovrebbe essere troppo male. Anche nel caso non ci fosse Addison, non credo che mi annoierò. Non so come o dove o con chi potrei svegliarmi domani mattina, ma non è questo il punto.
 
 
Finite le lezioni torno nel mio appartamento e mi preparo per andare da Teddy. Quando arrivo la festa è già cominciata. Quasi non riesco a entrare per la folla che c’è. La gente è ovunque, parecchi sono già ubriachi, faccio fatica a camminare, alcuni sono sui tavoli e decido di salirci anch’io per avere una visuale più chiara. Mentre mi avvicino afferro una birra. Comincio dalle cose leggere. Mi arrampico su un tavolo e ho così un’idea più completa di chi c’è. Ah, ecco Teddy. «Ehi, Teddy!» esclamo. Lei mi vede e sorride, salutandomi con il braccio.
  «Arizona, sei arrivata! Vieni giù!» urla. Si avvicina a me, mi prende per un braccio e mi fa scendere dal tavolo. La musica riparte, assordante, e quasi non riusciamo più a parlarci. Finisco la mia birra e prendo un bicchiere di liquore. Non guardo cos’è e lo assaggio direttamente. Tequila, okay. Mi guardo intorno e quasi subito vedo Callie. Con Erica, ovviamente. «Oh, mio Dio» gemo a bassa voce.
  «Che succede?» mi chiede Teddy, seguendo il mio sguardo. Poi annuisce. «Ti piace ancora, vero?»
  «Chi, Calliope Torres?» le chiedo. «Ma scherzi? Assolutamente no! È solo che potrebbe avere qualcuno di molto meglio di quella Hahn. Sono così male assortite. Si merita di meglio, ma non mi piace!»
  «Certo» risponde Teddy. Colgo un velo di ironia. «E io dovrei crederci?» scuote la testa ridendo e si allontana. Io resto a guardarla per un po’, poi mi volto di nuovo. Davanti a me c’è Addison. Addison?! Oh... oh cavolo. Okay, respira. Svuoto il bicchiere di tequila, poi ne prendo un altro e gli faccio fare la stessa fine. Lei mi sorride. «Ciao, Arizona!»
  «Ciao!» esclamo sperando di suonare disinvolta. Non arrossire, non arrossire. Mi impongo di trovare un argomento di conversazione. «Conosci anche tu Teddy Altman?»
  «Sì da qualche giorno. L’ho incontrata alla caffetteria, abbiamo parlato un po’ e poi mi ha chiesto di venire alla festa. E tu la conosci?»
  «Sì siamo amiche da sempre, quasi. Più o meno come te e Calliope. Allora... ehm... adesso sei single?» brava non si nota che ci stai provando eh? Non devi far vedere che sei imbarazzata, okay sorridi. Uno di quei bei sorrisi che sai fare tu. Mi accorgo di sorridere. Molto meglio. Poi aggiungo: «Voglio dire, Callie mi ha detto che ti sei lasciata con il tuo ragazzo. Cos’è successo?»
  «Sì è innamorato di un’altra» risponde alzando le spalle. «Meredith Grey, fa l’università al nostro anno e se le voci sono vere è la figlia di Ellis Grey. In effetti fa medicina...»
  «La figlia di Ellis Grey? Accidenti...» commento. Ellis Grey è una leggenda della chirurgia. «Io voglio diventare un chirurgo pediatrico» le dico. Lei mi sorride di nuovo e il mio cuore salta un battito. Per non darlo a vedere bevo un altro sorso di tequila.
  «Allora se facciamo la specializzazione nello stesso ospedale ci potremo vedere spesso!» risponde Addison. Sì, magari. «Io voglio diventare un chirurgo ginecologico e neonatale».
  «Sì sarebbe fantastico!» esclamo. Continua così, sorrisi non troppo fissi e non fare niente di stupido. Soprattutto non fare niente di stupido. Le faccio segno di seguirmi e ci sediamo su un divano, lontano dalla musica così possiamo parlare senza gridare tutto il tempo.  Sarebbe imbarazzante se provassi a baciarla? Sì probabilmente sì, potrebbe avere reazioni strane, meglio non rischiare. Abbiamo entrambe un bicchiere in mano. Davanti a noi ci sono Sloan e Karev, tutti e due ci provano con delle ragazze. Addison non si è unita al gruppo, ma non vuol dire niente, forse ha solo gusti più seri in fatto di uomini.
  «Tu sei lesbica?» mi chiede Addison all’improvviso. Io sobbalzo. «Sì, perchè?» replico. Lei si stringe nelle spalle e lo fa in un modo troppo carino. Potrei passare la serata a guardarla compiere solo quel gesto. «Callie mi ha detto che al liceo avevi una cotta per lei, ma che non ti sei mai fatta avanti» mi spiega. Oddio, lo sapeva?! L’aveva sempre saputo? Vuol dire che adesso al posto di Erica potrei esserci io? Cioè non che importi, in realtà, è solo per dire. Guardo Addison.
  «Forse non mi sono fatta avanti perchè cercavo qualcuno più adatto a me. Se capisci cosa intendo». Brava, frasi argute e spiritose. Lasciale lo spazio per fare la prima mossa, se la farà.
  «Ci stai provando con me?» mi chiede con una mezza risata. Rido anch’io e replico: «Se vuoi metterla così... ma assolutamente senza impegno». Decido di mantenere la conversazione su un tono leggero e scherzoso. Sì, brava ottima idea. Continuiamo a parlare per un po’ di tante cose diverse, continuando a bere tequila. Lei più di me, ma non mi rendo conto dello stato in cui versa finchè decidiamo di tornare a casa. A un certo punto lei mi guarda con sguardo annebbiato.
  «Mi accompagni a casa?» mi chiede. Io la guardo sorridendo e annuisco. Io mi alzo, lei fa un paio di tentativi, ma le tremano le gambe. Qui capisco che ha davvero esagerato. Allora io la prendo per un braccio e la sollevo, poi lei si appoggia alle mie spalle e aspetta di sentirsi più salda sulle gambe. Sempre tenendola per le braccia la porto da Teddy e poi da Callie per avvisarle. La prima ci saluta, ma la seconda è troppo impegnata e fa appena un cenno. Per evitare di vedere la scena prendo Addison per mano e la trascino via. Ci mettiamo un po’ ad arrivare al suo appartamento, perchè è piuttosto confusa e non si ricorda bene la strada. Ma alla fine ci arriviamo e lei si ferma sulla porta e io di fronte. Ci guardiamo in silenzio per un po’ poi lei fa per andare.
  «Buonanotte» mormora. Gira la maniglia e io decido che non posso perdere un’altra occasione. Mi avvicino a lei e sfioro le sue labbra con le mie solo per avere la sensazione di un bacio. Lei chiude gli occhi e risponde al bacio. Scusa?! Rimango immobile per un attimo ma poi continuo a baciarla. Alla fine lei sorride e con un «Ci vediamo domani» entra in casa sua. Io rimango lì ad assaporare il momento.
  Complimenti, alla fine hai visto che praticamente ha fatto lei il primo passo? Bastava aspettare e non conta se era ubriaca. Almeno credo. Dopo un po’ mi volto e torno a casa mia. Callie è già tornata, siamo solo noi due e sento che da camera sua arrivano dei rumori inequivocabili, così con un sentimento misto di invidia e disgusto me ne vado a dormire.
 
 
Il mattino dopo trafitta da un mal di testa impossibile mi trascino in mensa per fare colazione. Calliope arriva poco dopo di me mano nella mano con Erica. Devo sforzarmi per non vomitare, e l’alcool ingerito ieri sera non aiuta. Vado a fare colazione, vedo Teddy e mi siedo al tavolo con lei. Addison non c’è, ma la cosa non mi sorprende più di tanto: stanotte quasi non si reggeva in piedi. Però ripensandoci... mi ha baciata, l’ho baciata, insomma io mi sono fatta avanti, ma lei non mi ha fermata, avrebbe potuto farlo, ma non l’ha fatto, forse era troppo ubriaca per rendersene conto, forse adesso non è qua perchè non vuole parlarmi, o magari sta così male che neanche si ricorda. Dio non so cosa pensare, ci siamo baciate, ma lei era seriamente ubriaca quindi non so quanto possa valere. Devo parlarle per forza, ho troppe domande in testa.
  «A cosa pensi?» mi chiede Teddy. Io la guardo, non posso dirle che ho baciato Addison. Oppure sì? Così la smetterà di rompere con la storia che mi piace Calliope. Perchè a me non piace Calliope. Odio Erica perchè sono sua amica, voglio che sia felice, voglio il meglio per lei ed Erica Hahn non è certo il meglio. Forse potrei presentarle quella ragazza Sally o come si chiama...
  «Come si chiama quella tipa bionda che fa anatomia con noi?» chiedo a Teddy. «Sai, quella che sta sempre in ultima fila, che sembra capitata lì per sbaglio... Sally?»
  «Sadie» risponde Teddy. «Sadie Harris». Ecco Sadie. Potrei presentarle, mi sembra un bel tipo. «Ma non hai risposto alla mia domanda» aggiunge Teddy.
  «Lo so» osservo. Però non so se sia il caso che le risponda. Insomma che cosa posso dirle? Ho baciato una ragazza etero ubriaca, non mi sembra che ci sia molto da dire. Vedo gli occhi di Teddy allargarsi lentamente. Oddio che ho fatto? L’ho detto ad alta voce?
  «Chi hai baciato?» mi chiede sconcertata. Io mi premo le mani sulla bocca. E adesso come ne esco? Non posso dirle che ho baciato Addison, rimarrebbe sconvolta.
  «Nessuno, nessuno!» esclamo agitando le mani davanti alla faccia. Teddy mi guarda con un sopracciglio inarcato e un sorrisetto ironico. Poi scuote la testa.
  «Ah-ha, non mi inganni» dice. «Avanti sputa il rospo. Chi è lei?»
  «Addison» rispondo alla fine in un soffio. Lei mi guarda a bocca aperta, ma prima che possa replicare io l’anticipo. «Senti, lo so che è un’amica di Callie, che è etero, che è single da poco. So tutto quanto. Ma ieri sera eravamo alla festa e ci siamo messe a parlare, lei mi ha detto che Callie sapeva della mia cotta per lei al liceo. Poi lei era ubriaca, mi ha chiesto di accompagnarla a casa e poi quando eravamo lì, io non è che l’ho baciata, le ho tipo sfiorato le labbra, ma poi lei mi ha baciata davvero e adesso... adesso lei non c’è e non so se è perchè mi sta evitando o se sta così male che quando ci rivedremo neanche si ricorderà di cos’è successo stanotte».
  «Arizona calmati, respira» mi interrompe Teddy, mettendomi una mano sul braccio. «Andrà tutto bene, vedrai. Stai tranquilla».
  «Lo dici solo per rassicurarmi» le rispondo con un sorriso. Lei alza le spalle.
  «Sì può darsi» mi dice. «Ma se ti senti meglio che importanza ha?»
  «Hai ragione» osservo. Poi mi alzo, le do un bacio sulla guancia e scappo via. Non me la sento di andare a lezione, andrò a cercare Addison. Mmh... dove vive? Cioè stanotte ci sono andata, ma non è che mi ricordi la strada. Chiederò a Calliope, lei lo saprà. La vedo uscire dalla mensa, seguita dalla Hahn. Che cavolo, ma devono stare sempre appiccicate? Mi avvicino comunque e le saluto.
  «Ciao Calliope. Ciao... Erica». Callie mi sorride, ma Erica mi lancia uno sguardo diffidente. Le lancerei volentieri un mattone, ma non credo sia il caso. «Mi servirebbe un favore» continuo. «Tu per caso sai dove abita Addison? Dovrei parlarle, è importante».
  «D’accordo» fa lei un po’ perplessa. «È successo qualcosa? Va tutto bene?»
  «No, per niente» esclamo con voce un po’ acuta. No, a lei non posso dirlo che ci siamo baciate, è fuori discussione. Le dico che voglio essere sicura che stia bene, dopo ieri sera. Lei mi spiega la strada e io me ne vado seguendo le indicazioni. Mentre cammino penso che potrei davvero presentarle Sadie, perchè anche se forse non diventerà un medico, mi sembra una ragazza simpatica e adatta a lei. Devo rifletterci su, però, perchè non vorrei attirarmi le ire di Erica, quella tizia mi mette i brividi. Okay, però è meglio non pensarci adesso, devo già preoccuparmi di Addison e di quello che le dirò. Nel frattempo sono arrivata davanti al suo appartamento. Okay ci siamo. Respira e non farti prendere dal panico. Assolutamente niente panico. Mi faccio coraggio e busso due volte alla porta.
  «Un secondo!» urla una voce da dentro. Non è la voce di Addison, sarà la sua compagna di stanza. Dopo un attimo la porta si spalanca. Per un secondo resto spiazzata: stessi capelli biondi, stessa espressione indolente. È Sadie. Curioso, stavo giusto pensando a lei.
  «Ciao, scusa cercavo Addison» le dico. Lei annuisce e si sposta per farmi entrare. Io entro e lei chiude la porta. Poi urla: «ADDIE!! C’è UNA VISITA PER TE!»
  «Non me ne frega niente, mandala via» arriva una voce soffocata da dietro la porta chiusa. Io ci rimango malissimo e Sadie se ne accorge. «Come ti chiami?» mi chiede.
  «Arizona» le rispondo io. Lei alza le sopracciglia, ma non dice niente. Forse Addison le ha raccontato cos’è successo ieri sera, magari se ne ricordava.
  «è arizona!» grida di nuovo. Da dentro la stanza di Addison arrivano dei rumori. Dopo un attimo la porta si apre. Addison è davanti a me, con i capelli tutti arruffati e una maglietta che le arriva sopra le ginocchia. Nient’altro. Però così non vale, io ci provo a mantenere l’autocontrollo, ma se mi appare mezza nuda, io potrei non rispondere di me stessa.
  «Ciao...» dice. Ha la voce ancora un po’ impastata. «Che ci fai tu qui?»
  «Ciao!» faccio col mio migliore tono disinvolto e sexy. «Senti, volevo parlarti di ieri sera. Di quello che è successo... insomma... sai è stato strano e, insomma... volevo chiarire».
  «Io... vi lascio sole» annuncia Sadie, poi sparisce in camera sua. Io e Addison ci sediamo sul divano, ma lei continua a guardarmi in modo vagamente confuso. Alla fine mi chiede: «Ieri sera? Di che diavolo stai parlando? Ieri sera eravamo da Teddy, ma poi non ricordo altro».
  «Non... non ti ricordi altro?» faccio, sorpresa e ferita. «Nient’altro?». Quanto era ubriaca, allora? Non si ricorda niente. Ho davvero lasciato il segno. Vabè. Mi alzo con le spalle curve. Lei mi imita e mi mette una mano sulla spalla, ma io mi allontano. «Ehi, tutto bene? Ma è successo qualcosa, stanotte?»
  «No, niente di importante» le rispondo. «Lascia perdere. Salutami Sadie». Vado alla porta con passo pesante, la apro e esco. Faccio per chiuderla, ma Addison la ferma con una mano. «Mi dispiace» fa. Io mi stringo nelle spalle e me ne vado. Sono sconcertata, non mi era mai successo prima.
 
 
Torno nel mio appartamento e mi chiudo in camera. Non voglio vedere nessuno. Sto sdraiata sul letto per ore, in silenzio. All’ora di pranzo sento un bussare leggero alla porta. «È aperto» biascico. Callie apre la porta e si affaccia dentro. «Ciao. Tutto bene? Vieni a mangiare?»
  «No, voglio stare da sola, lasciami in pace» le dico, voltandomi su un fianco. Sento i suoi passi e poi un peso sul lato del letto. Si è seduta accanto a me. «Cosa ti è successo? Una ragazza?»
  Io mi sdraio di nuovo sulla schiena e la guardo. «Non vuoi saperlo davvero, fidati» le dico.
  «Certo che voglio saperlo, smettila» risponde, scuotendo la testa. «Sono tua amica».
  «Promettimi che non ti arrabbierai, qualunque cosa io potrei dirti». Lei alza le spalle e mi dice che me lo promette. Io prendo un respiro profondo e continuo: «Io e Addison ci siamo baciate, stanotte».
  «CHE?!» esclama Callie a bocca aperta. «Avevi detto che non ti arrabbiavi!» protesto.
  «Non sono arrabbiata» risponde sinceramente. «Sono... scioccata. Tu e Addison? Sul serio? Ma cos’è successo? E perchè sei così depressa?»
  «Be’, ieri sera eravamo da Teddy, Addison era ubriaca e mi ha chiesto di accompagnarla nell’appartamento. Poi io non è che l’ho proprio baciata, le ho tipo sfiorato le labbra, ma lei ha risposto. Poi stamattina sono andata da lei per chiarire, ma non si ricordava niente! Che cosa devo fare?»
  «Ascolta...» commenta Callie con un sospiro. «Devi stare tranquilla. Un bacio dato così può voler dire tutto e niente. Se era davvero ubriaca come dici, può darsi che con un po’ di tempo ricorderà. E se anche dovesse ricordare sarà spaventata. Prova a parlarle di nuovo magari fra un po’».
  «D’accordo, hai ragione» le dico alzandomi dal letto. Poi sorrido. «Andiamo a mangiare». Mentre camminiamo mi viene in mente Sadie. «A proposito, mentre ero da Addison ho conosciuto la sua compagna di stanza. Si chiama Sadie ed è carina, secondo me dovresti pensarci su».
  «Arizona...» osserva Callie perplessa. «Io ho già una ragazza. Erica, hai presente?»
  Certo che ce l’ho presente, solo che è un’idiota. «Be’, non... non credo che dovresti fermarti a lei». Callie mi guarda con gli occhi sbarrati e a quel punto io lascio la prudenza da parte. «Lei non va bene per te, d’accordo? Tu hai bisogno di una ragazza più carina e più allegra! Erica ha sempre la faccia di una che è stata messa in punizione!»
  Siamo arrivate alla mensa e dalla parte opposta alla nostra vedo arrivare proprio loro, Addison e Sadie. Oh no. Oh no, oh no, oh no! Addison mi vede e mi corre incontro. «È quella Sadie?» sussurra Callie. Io annuisco. Subito dopo succedono molte cose contemporaneamente. Addison esclama: «Arizona, ti devo assolutamente parlare!» e Erica spunta da chissà dove e si avvicina a Callie, che la bacia a lungo perchè sa che le sto guardando. Poi prima che Addison possa trascinarmi via, Sadie mi chiede: «Ma quella ragazza mora è la tua coinquilina?»
  «Sì è lei» rispondo a Sadie. «Addison, va bene parliamo. Callie non c’è bisogno di fare così, ho capito cosa volevi dirmi». Addison mi prende per il polso e mi trascina in un luogo isolato. Cosa vuole fare?
  «Senti...» comincia esitando, «riguardo a quello che mi hai detto stamattina... volevo riparlarne con te, se ti va. Perchè... insomma... diciamo che mi è tornato in mente quello che è successo».
  «Veramente?!» le chiedo totalmente presa alla sprovvista. La guardo a lungo e intanto lei continua.
  «Sì noi ci siamo... baciate tipo no? Non è un ricordo nitido, però è successo, giusto?»
  «Sì, è successo» le rispondo, continuando a guardarla. Non la sto ascoltando del tutto, penso a quello che è successo e che sto cercando di non pensare a come mi sento, mi voglio concentrare solo su quel bacio e sulla sensazione delle sue labbra sulle mie. Penso che ora è il momento, lei si è ricordata, ma è confusa, perciò se la bacio di nuovo forse si ricorda meglio e si convince, che ne so. Okay devo smettere di pensare ai pro e ai contro e a tutto il resto, perchè poi cambio idea lo so. Scollega il cervello. Fatto. Chiudi gli occhi. Fatto. Anzi no apri gli occhi, almeno vedi cosa fai. Fatto. Mi avvicino e Addison mi guarda perplessa. «Che fai?» mi chiede. Io scuoto la testa e le faccio segno di non parlare. Poi le prendo la faccia tra le mani e la bacio. Lei dopo pochi secondi si stacca.
  «Wow... okay... sì è decisamente successo ieri sera. Senti, non prenderla male però... io ero ubriaca, quindi non ero molto attendibile. Devo... devo pensarci, lasciami del tempo. Scusa». Si volta e scappa via, lasciandomi lì come un’idiota. Era ubriaca, certo, come hai potuto pensare che ci stesse davvero? Quando si è ubriachi si fanno le cose più impensate, tu sei un esempio. Giusto, okay. Quindi le lascerò un po’ di tempo per pensare e nel frattempo penserò ad altro. Magari mi improvviserò Cupido per Calliope. Sono decisa a farle lasciare Erica e a farla mettere con Sadie. Sono assolutamente sicura che se mi da retta poi non se ne pentirà. Il punto è che devo fare l’amica, quindi agire per il suo bene, non importa se all’inizio lei non sarà d’accordo.
 
 
Il giorno dopo vado in mensa a fare colazione. Non ho più visto Addison da ieri a pranzo quando l’ho baciata di nuovo. Non so se è diventata molto brava a mimetizzarsi o se davvero non era in giro. Forse non ha voglia di vedermi, ma mi sembra un po’ esagerato, in fondo cos’ho fatto di male? L’ho baciata e lei mi ha detto che “aveva bisogno di tempo”, ma non credevo che intendesse dire che non l’avrei più rivista per quasi ventiquattro ore! E quel che è peggio è che sto facendo impazzire Teddy perchè devo per forza sfogarmi con qualcuno e c’è solo lei perchè Callie ce l’ha con me da ieri a causa di quell’allusione su Erica. Va tutto storto, tutto quanto.
  «Secondo te per quanto è normale che non si faccia sentire?» chiedo alla mia migliore amica a un certo punto. Lei alza gli occhi al cielo e va avanti a bere il suo caffè.
  «Non è passato neanche un giorno!» risponde esasperata. «Dalle tregua! Se è rimasta davvero così sconvolta, qualche giorno di silenzio non te lo toglie nessuno. Adesso per favore possiamo smettere di parlarne? Mi stai facendo impazzire». Mi guarda per un po’ poi mi chiede: «A proposito cosa succede tra te e Callie? Solo ieri sembravate così amiche...»
  «Già... ehm... un piccolo malinteso» rispondo con un sorrisetto. Cambio volentieri argomento. «Le ho detto che secondo me dovrebbe stare con la compagna di stanza di Addison, Sadie no? perchè secondo me ha bisogno di una ragazza più allegra perchè Erica non sorride mai. E lei si è offesa».
  «Che cavolo, Arizona, ma non hai ancora capito com’è fatta?» risponde Teddy allargando le braccia. «Ormai dovresti saperlo che lei è il tipo “toccatemi tutto, ma non la mia Erica”! Cosa le hai detto esattamente, a parte che dovrebbe mollarla?»
   «Che ha sempre la faccia di una che è stata messa in punizione» rispondo facendomi piccola piccola. Ma certo come ho fatto a non pensarci? Che scema. Teddy affonda la faccia tra le mani, sconfortata.
  A questo punto controllo l’ora e mi rendo conto che sono in ritardo per le lezioni. Mi alzo, do un bacio sulla guancia a Teddy e corro fuori dalla caffetteria. Sulla soglia mi scontro con qualcuno.
  «Scusa» dico distrattamente alzando lo sguardo. È Addison. Le sorrido: «Ciao! Come stai?»
  «Ciao...» fa lei, nervosa. «Io... ehm... io devo andare adesso». Si allontana e corre dalla parte opposta.
  «Certo... devi andare» mormoro al nulla. Mi sistemo la borsa sulla spalla e mi avvio verso le aule. Sulla porta dell’aula di anatomia incontro Sadie. Quando mi vede mi sorride e io ricambio. Perfetto, passiamo alla modalità Cupido, così non penso a Addison. Certo Sadie è la sua coinquilina.
  «Ciao, Sadie! Mi sono appena scontrata con Addison» le dico. Lei annuisce e sorride di nuovo.                                                                             
  «Già... è un po’ strana oggi. Ma senti, volevo giusto parlare con te» mi risponde. Io mi faccio più attenta mentre entriamo e ci sediamo vicine. Dovrò tenere un posto a Teddy sennò si arrabbia. «E quindi?» dico, riprendendo il discorso. «Di cosa volevi parlarmi?»
  «Ho visto la tua compagna di stanza» risponde. Io la incito a proseguire. «Da quello che ho capito è impegnata. Dici che non ho nessuna possibilità?»
  «In teoria no, perchè è attaccatissima alla sua ragazza attuale... ma sono sicura che se ti conoscesse penserebbe che può avere di meglio».
  “Tipo te” mormora una voce nella mia testa. Non è affatto vero, non ha niente a che fare con me!
  “Certo, come no” risponde la voce. Io cerco di chiuderla fuori. Non voglio ammettere che forse, su qualche pianeta remoto, la voce potrebbe avere ragione. Non voglio che abbia ragione, sarebbe troppo complicato. È meglio che pensi a Addison e far mettere insieme Callie e Sadie o almeno a fare in modo che Callie lasci Erica. In quel momento arriva Teddy appena prima che il professore chiuda la porta.
  «Che mi sono persa?» mi sussurra nell’orecchio. Io le spiego a voce bassissima quello di cui io e Saide abbiamo parlato. Lei scuote la testa e fa: «Stai attenta. Io non mi fido di Erica Hahn».
  «Lo so, nemmeno io» replico tirando fuori il quaderno. Intanto continuo a pensare: non voglio perdere Addison, devo riuscire a parlarle seriamente. Ma non  voglio perdere nemmeno Calliope, devo far pace con lei, però dovrei ammettere che accetto Erica e questo non è vero. Alla fine della lezione esco dall’aula e me la trovo davanti. Non dice niente, ma mi lancia un’occhiata gelida. Deglutisco e me ne vado. Chi mi sono messa contro? Torno nell’appartamento e in soggiorno c’è Callie che sta guardando la televisione. Come mi sente entrare la spegne e si chiude in camera sua.
  «Calliope!» comincio a bussare alla sua porta. «Calliope andiamo, mi dispiace! Non volevo offendere Erica, e nemmeno te. Mi dispiace, sul serio! Dai apri!»
  «Erica mi ha lasciata» mi dice aprendo la porta. Le trema la voce e ha gli occhi rossi di chi ha pianto. «Ha saputo quello che ci siamo dette e mi ha lasciata. Sei contenta ora?»
  Bene, Callie non mi ha perdonata. Mi concentrerò su Addison e basta adesso. Devo riuscire a convincerla che questa cosa non è una pazzia. Devo tornare al suo appartamento, mi accamperò fuori dalla porta se è necessario ma non voglio rinunciare così. Addison mi piace accidenti, mi piace sul serio e voglio davvero che riprenda a parlarmi in vista di qualcosa di più serio. Potrei sempre corrompere Sadie, a lei piace Callie... no non la voglio mettere in mezzo di nuovo, mi odia già abbastanza. Mi inventerò qualcos’altro, ma sono decisa a conquistare Addison. Conquistare che brutta parola. Be’, comunque... voglio parlarle e... insomma convincerla a uscire con me.
 
 
Una volta presa questa decisione sono più sicura di me e subito quel pomeriggio vado da Addison. Busso alla porta e mi apre Sadie. «Ciao! Entra» mi dice. «Ti chiamo Addie, poi vi lascio sole».
  Ho trovato un’alleata davvero formidable. Mi strizza l’occhio, poi va in camera di Addison e poco dopo escono insieme. Lei mi guarda leggermente contrariata. «Perchè sei qui?» mi chiede. Io le sorrido, come per tranquillizzarla.
  «Senti forse siamo partite con il piede sbagliato» le dico. «Voglio parlare con te. Andiamo a prenderci un caffè? È davvero importante». Lei annuisce e andiamo alla caffetteria. Ci sediamo a un tavolo e cominciamo a parlare. Io le parlo di quello che penso, che questa cosa tra noi non è una follia, che dovremmo provarci davvero, che potrebbe funzionare. Addison mi ascolta e alla fine annuisce e fa: «Sì hai ragione. Forse sono stata troppo precipitosa. Non dovevo scappare così, mi dispiace. Perciò adesso dico... va bene proviamoci. Ci sto». Io le sorrido e le sposto una ciocca di capelli dal viso. La guardo negli occhi per un po’ e lei ricambia il sorriso.
  «Che ne dici di vederci stasera?» le chiedo. Lei esita e capisco che vorrebbe dire di no, ma alla fine risponde: «Alle 9. Ti passo a prendere io». Annuisco. Finalmente un appuntamento. Non aspettavo altro dal giorno in cui l’ho conosciuta. Non è passato tanto tempo, ma a me sembra una vita. Parliamo di che cosa fare, poi lei mi accompagna al mio appartamento. Sulla porta si avvicina e mi da un bacio. Leggero e veloce, ma bellissimo. «Giuro che questo me lo ricordo» mormora. Poi sorride e se ne va. Dopo due passi si volta e aggiunge: «Ci vediamo stasera». Entro in casa ancora in estasi e Calliope è di nuovo seduta sul divano. Adesso le parlo, è stupido continuare a tenersi il muso, sono troppo felice.
  «Perchè quella faccia?» mi chiede con voce seccata. Io le sorrido. «Ho un appuntamento». Suo malgrado è interessata e mi si avvicina. «Un appuntamento? E con chi? Con Addison?»
  «Già» rispondo facendo una specie di piroetta. «Ci siamo viste in mensa e me l’ha chiesto. Quindi il punto è che sono al settimo cielo e voglio che noi due facciamo pace. Mi hai detto che non stai più con Erica e quindi puoi provare a parlare con Sadie». Lei sbuffa, ma poi sorride.
  «Va bene» replica alla fine. «Ma lo faccio solo per te. Okay senti non usarlo per ricattarmi nei prossimi anni, ma... mi sei mancata in questo giorno solitario».
Sono felice e comincio a pensare all’appuntamento con Addison. Non so cosa faremo, penso qualcosa di semplice e informale, ma aspetto che me lo dica lei. Di solito funziona così, io le ho chiesto di vederci, ma lei ha proposto l’ora quindi sta a lei decidere anche il posto. Con questo pensiero in testa inizio a prepararmi con cura e finalmente Callie è lì con me e mi aiuta. Alle 9 precise bussano alla porta dell’appartamento. Visto che io mi sto ancora truccando va Calliope ad aprire. «Arizona, è arrivata Addison!» grida. Io sorrido.
  «Arrivo subito!» esclamo in risposta. Corro in soggiorno e subito oltre la porta vedo Addison che mi sorride e mi da un bacio sulla guancia. Wow, che le è successo? «Ciao» mi saluta.
  «Ciao» le rispondo in tono languido. Dietro di lei qualcuno si sporge e mi saluta con la mano. «Sadie!» esclamo meravigliata. «E tu che ci fai qui?»
  «Ha saputo che venivo da te, sa che tu vivi con Callie e che lei è di nuovo single e non ha resistito a passare» risponde Addison alzando gli occhi al cielo. Sadie alza le spalle.
  «Va bene se mi fermo?» chiede. Io tento di non esultare in modo troppo evidente. Il mio piano sta funzionando! «Per me non c’è problema. Andiamo Addison!» esclamo spingendo la mia quasi – ragazza ufficiale fuori dalla porta. La nostra serata ci attende. Mentre camminiamo la guardo. «Allora... hai pensato a qualcosa di entusiasmante per stasera?» le chiedo sfoggiando uno dei miei sorrisi.
  «Ti va di fare una passeggiata sul lungomare?» dice Addison. Io annuisco e faccio per prenderle una mano, ma lei si irrigidisce appena e io lascio perdere. Forse è troppo presto. Andiamo avanti a camminare fuori dal college e a un certo punto della passeggiata vediamo un carretto che vende hot dog. Io li guardo con evidente desiderio, è più forte di me.
  «Sul serio?» la voce di Addison suona piuttosto ironica. «Vuoi mangiare hot dog durante il nostro primo appuntamento?»
  «Sì ti prego!» rispondo io sentendomi una bambina. Ci manca solo che mi metta a saltellare battendo le mani. «È la serata perfetta per gli hot dog». Addison si stringe nelle spalle e ne ordina due.
  «Pago io» mi dice, prima che io possa mettere mano al portafoglio. «Stasera pago io. La prossima volta toccherà a te». Mi allunga il mio panino condito di tutto e riprendiamo a passeggiare.
   Credo che questa sia la serata perfetta. Sto passeggiando e mangiando hot dog insieme alla ragazza più stupenda della Terra, che cosa potrei desiderare di più? A un certo punto, sento la mano di Addison che si infila piano nella mia. Okay, vuoi provocarmi? Devo desiderare qualcosa d’altro? Finisco l’hot dog e butto il tovagliolo in un cestino, poi vedo una panchina e decido che io e Addison ci siederemo lì. Guarderemo il mare, il paesaggio, la luna... poi se qualcosa dovrà succedere succederà. Quindi le tiro il braccio e andiamo verso la panchina, dove ci sediamo. Che paradiso.
  «È una serata bellissima, vero Addison?» le chiedo voltandomi a guardarla. Lei sorride. Ma quanto è bella questa ragazza? Ogni volta che penso che non potrà più sorprendermi lo fa.
  «Hai ragione. È davvero bellissima. Grazie per avermi convinto a portarti fuori. Credo che me ne sarei pentita per il resto dei miei giorni» risponde lei sempre tenendomi la mano.
Direi che posso baciarla. Credo che se lo aspetti anche lei, insomma, siamo uscite davvero per un vero appuntamento e me l’ha chiesto lei, quindi direi che non c’è niente di male se provo a baciarla. La guardo negli occhi e lei fa lo stesso, poi mi lascia la mano, ma solo per infilare la sua nei miei capelli. Subito dopo fa lo stesso anche con l’altra. Wow, che sguardo intenso che ha. Si avvicina a me e mi bacia. Sì! Sì sì sì sì! Quando ci separiamo sono ancora in estasi e mi sembra di galleggiare. Restiamo sedute ancora per un po’ in silenzio e a un certo punto vedo che Addison rabbrividisce. «Ehi, hai freddo?» le chiedo avvicinandomi a lei e mettendole un braccio attorno alle spalle. Lei appoggia la testa alla mia e subito dopo decidiamo di alzarci per tornare al campus.
  Ormai camminiamo tenendoci per mano, non c’è più niente a impedircelo. Mi sento veramente benissimo, questa serata è stata stupenda, lei è stupenda. «Andiamo da me?» le chiedo. Addison annuisce, perciò ci avviamo verso il mio appartamento. Mi sento veramente in pace col mondo, penso che in questo momento potrei essere contenta di vedere perfino Erica Hahn. Magari lei e Calliope sono tornate insieme. Okay non devo fare brutti pensieri che mi rovinano questo momento.
  «Hai le chiavi?» fa Addison. Io le tiro fuori. «Magari Callie sta dormendo». Giusto. Apro la porta con le chiavi cercando di fare meno rumore possibile. La prima cosa che noto è una lampada accesa vicino al divano. Poi vedo loro due. Sono entrambe sdraiate sul divano e stanno dormendo. Sadie è sdraiata sopra Callie con le sue braccia attorno alla vita. Sono davvero carine, ho fatto un ottimo lavoro. Mi avvicino e faccio per svegliarle ma mi fermo. Ispirano tantissima pace. Ma in effetti sono sicura di volere la pace stasera? Forse non voglio la pace in effetti, forse voglio un ambiente... stimolante.
  «Le sveglio?» chiedo a Addison. Lei mi risponde che prima o poi Sadie dovrà tornare a casa. Non ha parlato di se stessa, è un inizio. La scuoto leggermente per una spalla. «Sadie!» chiamo a bassa voce.
  «Che c’è?» fa lei aprendo gli occhi. Poi vede me e Addison in piedi. «Oh, accidenti» esclama sedendosi. «Callie, svegliati!». Anche Callie apre gli occhi e sembra sconcertata quanto Sadie. «Che ora è?» chiede con voce parecchio assonnata. «Mezzanotte passata» le rispondo, dando un’occhiata all’orologio. In realtà neanch’io pensavo fosse così tardi: il tempo è volato stando con Addison. Anche se è tardi e domani abbiamo lezione io vorrei stare qua un po’ a parlare. Ci sediamo anche noi due sul divano e io lancio a Callie e Sadie occhiate molto maliziose, ma loro fanno finta di niente.
  «Com’è andato l’appuntamento?»  ci chiede Calliope. Io e Addie ci guardiamo e sorridiamo nello stesso momento. «Benissimo» rispondo. «Abbiamo passeggiato, mangiato hot dog, guardato la luna... è stato bellissimo! Vero Addie?»
  «È vero» risponde lei. «Non capisco perchè ho aspettato così tanto prima di accettare di uscire con te. E invece voi? Cos’avete fatto qui tutte sole?»
  «Abbiamo parlato» risponde Sadie in tono vago. Addison sbadiglia e guarda l’orologio. «Forse dovremmo andare, Sadie. Domani dobbiamo svegliarci presto» dice. Si alza e fa per avviarsi alla porta.
  «Tu vai, io resto qua ancora un po’» risponde Sadie. Allora io colgo la palla al balzo. «Ti accompagno a casa, Addie! Calliope ci vediamo dopo!»
  Usciamo insieme e diciamolo, non vedevo l’ora di stare di nuovo da sola con lei. L’accompagno fino al suo appartamento e ci fermiamo sulla porta. «Allora... buonanotte» le dico. «È stato bellissimo, non vedo l’ora di rifarlo. Presto possibilmente».
  «Nemmeno io. Buonanotte Arizona». Ci avviciniamo e ci baciamo, ma in quel momento una voce ci fa sobbalzare. «Addie, hai tu le chiavi?». Porca miseria. Proprio adesso doveva arrivare? «Oh, scusate» ci dice quando si avvicina. «Non volevo interrompervi, mi dispiace».
  «Non importa Sadie» le risponde Addison. «Tieni ecco le chiavi, io arrivo fra un po’». Mi prende per mano e ci allontaniamo dalla porta per evitare altre interruzioni. Ci mettiamo sulla scala d’emergenza e lei mi guarda in modo intenso. «Dove eravamo rimaste?» mi chiede, poi mi bacia di nuovo. Ho creato un mostro. Ma non mi lamento di certo.
 
 
Mi sveglio in pace col mondo e neanche lo strillo della sveglia riesce a scalfire il mio buonumore. Nemmeno il pensiero di una giornata di lezioni, può riuscirci, sono felice e basta. Esco dalla mia stanza e vedo Calliope che mi sta chiaramente aspettando. «Non credere di potermi sfuggire per sempre» esordisce. «Mi devi parlare di ieri sera, nei dettagli».
  «Va bene, andiamo a mangiare, ti racconto tutto» le dico. Andiamo in caffetteria e ci sediamo a un tavolo. «Più o meno ti ho già raccontato ieri sera. Siamo state a passeggiare sul lungomare e Addison mi ha preso un hot dog, poi ci siamo sedute su una panchina, lei mi ha baciata e dopo un po’ siamo tornate, e il resto lo sai. È stata una bellissima serata, e presto lo rifaremo».
  «Ti piace proprio, eh?» fa Callie. «Devo ancora farci l’abitudine. Ah, e prima che tu me lo chieda, con Sadie non è successo assolutamente niente. Siamo state sul divano a parlare e poi ci siamo addormentate. Nient’altro».
   «Sì, ma eravate abbracciate» preciso io per punzecchiarla. Lei fa finta di niente. Finisce di bere il suo caffè e si alza. «Devo andare a lezione» dice con voce piena di dignità.
  «Ah, no! Non puoi andartene così, Calliope Torres, torna subito qui!» esclamo alzandomi e andandole dietro. «Devi spiegarmi, io lo so che non è tutto qui, fermati! Fermati, devi raccontarmi!»
  «Mi dispiace, Arizona, sono in ritardo devo proprio andare» fa lei senza fermarsi. Io continuo a inseguirla, poi una mano spunta dal nulla e mi afferra un braccio. «Ehi!» esclama una voce familiare. Io mi fermo, è Addison. «Ti va un caffè?»
  «Certo!» le rispondo. Sono proprio felice di vederla. Ci scambiamo un bacio. «Volentieri. Scusa per le grida, ma stavo cercando di sapere qualcosa di più sulla serata di ieri di Callie e Sadie...»
  «Sì ci ho provato anch’io» commenta Addison con un sospiro. «Ma temo che sia fatica sprecata. Perciò... adesso direi di lasciar perdere e concentrarci su noi due. Che ne dici?»
  «Dico che sono d’accordo con te» rispondo, allacciando le mani dietro al suo collo e dandole un bacio. Restiamo sedute al tavolo finchè non ci rendiamo conto che dobbiamo andare a lezione e ci avviamo. Abbiamo due corsi diversi quindi quando arriviamo alle aule ci salutiamo. È tutto molto romantico.
  «Eccoti qui finalmente!» una voce mi arriva alle spalle facendomi fare un salto di un metro. Mi volto di scatto. «Teddy! Mi hai spaventata a morte! Che succede?» dico, con il cuore che pian piano riprende a battere a un ritmo decente.
  «Hai baciato Addison. In pubblico. State insieme? Perchè io non ne so niente?» esclama. Ha ragione. È la mia migliore amica e l’ho tenuta all’oscuro di tutto. Sorrido in modo supplichevole. «Hai ragione. Va bene, entriamo poi ti racconto tutto». Entro nell’aula e lei mi segue. Ci sediamo e lei continua a guardarmi in attesa. Io sospiro e comincio a parlarle di ieri sera, ma mi interrompo quando arrivo a parlare di Callie e Sadie. Non so perchè, forse perchè non riguarda me e Addison, e in questo istante ho in mente solo lei. Mentre racconto le lascio il tempo per fare commenti di ogni sorta, poi quando arrivo al bacio negli occhi le passa uno sguardo che è impossibile non notare. Sembra un misto stupore, gioia e invidia. Ma sono troppo su di giri per farci veramente caso. Mentre stiamo parlando entra il professore sbattendo la porta. Il silenzio cala istantaneo e anche noi taciamo subito. Con un’occhiata d’intesa decidiamo di andare avanti a parlarne dopo la lezione. Io però non riesco a concentrarmi, continua a balenarmi davanti agli occhi la faccia di Addison e penso solo a quanta voglia ho di rivederla. Teddy mi scrive un appunto sul lato del quaderno: “ho capito, ti passo io gli appunti. Tu sei una causa persa oggi”. Io annuisco e penso che è inutile stare qui. Mi alzo ed esco dall’aula e dall’altra parte del corridoio vedo arrivare Addison.
  «Che ci fai qui?» le chiedo sorpresa. Che abbia deciso di saltare anche lei la lezione?
  «Potrei farti la stessa domanda, a dire il vero» mi risponde lei.  Ci sediamo su una panchina nel parco e ci scambiamo un bacio.
  «Non riuscivo a seguire la spiegazione, avevo voglia di vederti» le spiego. Lei fa un sorrisetto. «Idem» dice. Restiamo sedute lì a parlare fino alla fine delle prime lezioni, quando gli studenti invadono il parco e la nostra privacy se ne va. Tra la folla vediamo spuntare Calliope. Seguita da Sadie. Molto interessante. «Ciao! Che ci fate qui?» ci saluta Callie. Noi ci alziamo e io rispondo: «Abbiamo saltato le lezioni. Siamo ancora nello stato d’animo post-primo appuntamento. Io non riuscivo a concentrarmi e nemmeno lei. Tu invece? Sei in compagnia per caso?»
  «Allora...» Calliope cambia immediatamente argomento e io faccio una risatina. «Pensate di uscire di nuovo presto? Magari stasera?»
  «Che c’è, hai un impegno?» mi diverto troppo a stuzzicarla, ma lei non si scompone. Come sempre. «Può darsi...» risponde evasiva. Io scoppio a ridere e poi mi allontano con Addison. Però quella di uscire anche stasera è un’idea carina... proprio mentre ci sto pensando, Addison mi fa: «E se prendessimo sul serio il suggerimento di Callie? Uscirei volentieri anche stasera...» la cosa fantastica è che ci leggiamo nel pensiero. Quindi ci mettiamo d’accordo per andare insieme a mangiare in un locale e poi magari a ballare da qualche parte. Oppure al bowling. Sarà divertente e poi non dico stasera, ma magari fra un po’ potremo passare alla seconda fase. Certo, lei dev’essere pronta. Ci mettiamo d’accordo per vederci alle sette davanti a casa sua, poi andiamo a lezione. Adesso siamo insieme, quindi sarà più facile sopportare. Naturalmente non concludiamo molto, ma almeno non ho quel fastidioso senso di colpa che mi provoca il saltare più di una lezione al giorno. Ci sediamo in fondo e continuiamo a parlare a bassa voce di quello che faremo stasera. Non vedo l’ora. Lo ammetto, ci guadagnamo più di un’occhiata infastidita dai ragazzi seduti vicino a noi, ma non ci importa molto.
 
 
Alla sera verso le sette sono pronta e mi preparo ad uscire per andare da Addison. Poi mi giro verso Calliope. «Tu che fai? Vieni?» le chiedo. Lei mi guarda, e sembra che voglia quasi dire di no, allora io esco, ma all’improvviso sento la sua voce che grida: «Aspettami! Va bene, vengo!»
  «Mh... non avevo dubbi» suono sarcastica, ma in realtà mi sento soddisfatta. Sono sicura del perchè ha deciso per il sì. È la seconda sera di fila che si vedono, le cose procedono alla grande! Arriviamo al loro appartamento e io busso due volte. Sento un rumore di passi di corsa e la porta si apre di scatto. «Oddio! Sei arrivata! Sei qui!» esclama Addison. Si sta infilando le scarpe e intanto si passa il lucidalabbra. «Dio, sono così in ritardo...»
  «Ma no figurati! Abbiamo tutta la sera!» le rispondo, mentre lei ci fa entrare. Sadie è seduta sul divano e come vede Calliope si alza. Io non la riesco a nascondere dietro di me, è troppo alta. Per fortuna Addison è pronta e possiamo uscire. «Non aspettateci faremo tardi!» le saluta lei agitando vagamente una mano mentre ce ne andiamo. «Che facciamo stasera?» mi chiede.
  «Pizza?» le propongo e il suo sguardo di apprezzamento risponde di sì. C’è un posto qui vicino dove mi è già capitato di andare e mi sembrava carino portarci Addison. Stasera tocca a me offrire e infatti mi sono premunita. Entriamo e troviamo subito un tavolo, non c’è molta gente stasera. Ci sediamo e arriva quasi subito un cameriere a prendere le ordinazioni. Ordiniamo le pizze, io ai funghi, lei capricciosa e intanto più che parlare ci guardiamo negli occhi. Quasi non ci accorgiamo di mangiare, siamo troppo prese l’una dall’altra. Quando arriva il momento di pagare lei tira fuori il portafoglio, ma io la fermo. «Eravamo d’accordo» le dico. «Ieri hai offerto tu, oggi tocca a me».
  «Ma io ti ho comprato un hot dog!» protesta lei. «Non una cena completa!» Io le faccio segno di non preoccuparsi, paghiamo e poco dopo siamo fuori, pronte a continuare la nostra serata. «Allora vuol dire che l’ingresso al bowling te lo paghi da sola» le dico.
  «Andiamo al bowling?» fa lei incredula. «Io adoro il bowling, è una vita che non ci vado!» Le sorrido e decidiamo di prenotare un taxi. Arriva subito e saliamo dietro. Mentre viaggiamo lei mi guarda a lungo, poi io le metto una mano sul ginocchio. A questo punto lei mi bacia, mentre il tassista fa di tutto per non guardare nello specchietto retrovisore. Mi sembra di essere esposta in una vetrina. Poco dopo arriviamo al bowling e scendiamo subito dal taxi. Andiamo a prendere le scarpe e proprio mentre stiamo pensando che in due non è divertente giocare in due, vediamo a un’altra cassa l’ultima coppia che mi sarei aspettata di vedere: Callie e Sadie. «Che ci fate voi qui?» chiediamo io e Sadie in coro.
  «Giochiamo a bowling!» rispondono Addison e Callie. Scoppiamo a ridere e Calliope fa: «Credevo che foste ancora a cena...»
  «Naah, abbiamo mangiato una pizza e poi abbiamo preferito venire qui» osservo. «Ma voi piuttosto, non pensavo neanche che usciste insieme».
  «Beh... va bene possiamo dirvelo. È il nostro primo appuntamento» dice Sadie. A questo punto decidiamo di fare squadra tutte e quattro. Nessuna di noi è molto brava a giocare a bowling, ma questo non è importante. Lancio la mia prima palla, ma mi scivola e finisco sulla pista insieme a lei. Poi imparo a lanciare e decido di lanciare una tradizione per stasera: prima di ogni tiro io e Addie ci scambiamo un bacio. È carino. A un certo punto Callie va a prendere da bere per tutte, ma dalla pista accanto alla nostra qualcuno fa strike ed esplode un boato tale che lei sobbalza e ci innaffia tutte di birra.
  «Grazie Calliope» faccio io asciugandomi la faccia. «La bevevo volentieri, ma okay...»
  «Vi ho risparmiato questa fatica!» esclama. «Non siete contente?». Scoppiamo tutte a ridere: è una bellissima serata. In effetti ci divertiamo molto, giochiamo una partita tutte e quattro e dopo un po’ facciamo la sfida delle coppie, io e Addison e Callie e Sadie, ma poi ci invertiamo: io gioco con Saide e Callie con Addison. È davvero fantastico e torniamo a casa tutte insieme in taxi. Quando arriviamo al campus ci dividiamo: io e Addison andiamo da me e Callie e Sadie vanno da Sadie. Entriamo nell’appartamento e Addison mi guarda un po’ preoccupata. «Che cosa vuoi fare?» Tu non ne hai assolutamente idea. Comunque niente che preveda tenersi addosso i vestiti. Okay, in teoria.
  «Niente che tu non ti senta pronta a fare, Addie» le rispondo. Per quello c’è sempre tempo. Niente sesso per stasera, ma siamo uscite solo due volte. Sarà per la prossima, spero. Però staremo sul divano, ci baceremo senza spogliarci... almeno questo credo vada bene. Vedremo, io ci provo. Ci sediamo sul divano e io la bacio e capisco subito che questo sarà il modo in cui finiremo la serata. Meglio di niente, comunque anche questo è bello. Ogni tanto. Non so quanto tempo restiamo lì sedute, a un certo punto perdo completamente la nozione del tempo e prima che me ne accorga, sento Calliope aprire la porta. Wow, quanto tempo è passato? Addie decide all’istante di andarsene, dopo avermi salutata e io e Callie restiamo sole. «Cos’avete fatto tutta la sera?» mi chiede ironica. Lei sarà arrivata al dunque? Cerco di capirlo guardandola negli occhi... naah, aspettano la prossima uscita probabilmente, ma non mi sarei sorpresa del contrario. Credo che Sadie sia anche peggio di me, e anche Callie forse. Io sto facendo la brava, tengo molto a Addison, quindi aspetto che arrivi il momento giusto. «Niente di che» le rispondo. «Ci siamo solo baciate. Mi conservo pura finchè lei non sarà pronta».
  «Pura?! Tu?!» esclama Calliope scoppiando a ridere. «Andiamo a letto che è meglio».
 
 
Il mattino dopo sono in piedi da poco, ma sono stranamente già pronta, quando sento bussare alla porta. Apro ed è Addison. «Andiamo a fare colazione?» mi chiede. Io annuisco, prendo la borsa e mi precipito fuori. Sarebbe carino incontrare qualcuno, tipo Teddy. Oh, guarda! Parli del diavolo...
  «Teddy!» esclamo salutandola da lontano. Le vado incontro mano nella mano con Addison e lei ci guarda meravigliata. Questa volta non posso non notare il lampo di gelosia che le passa negli occhi. Non credo sia perchè le piace Addison. Andiamo è impossibile. Probabilmente è perchè lei è single, prima eravamo da sole entrambe, adesso io ho lei. Poi, insomma, da quando in qua a Teddy piacciono le ragazze? Quando abbiamo iniziato il college usciva con Henry e al liceo c’era Owen che ora è andato in un’altra città. No, dev’essere gelosa perchè non sono pù single, tutto qua.
  «State insieme?» ci chiede. Noi facciamo sì con la testa. «Ma insieme sul serio? Cioè, tipo ufficialmente?» annuiamo di nuovo. «Arizona posso parlarti un attimo? Addison me la presti?» lei dice di sì e io seguo Teddy. «State insieme davvero? Anche secondo lei?»
  «Sì Teddy te l’ho già detto!» le rispondo. «Ieri sera siamo uscite per la seconda volta e al bowling abbiamo incontrato Callie e Sadie. Abbiamo giocato insieme a loro, stanno insieme più o meno, poi siamo tornate a casa e...»
  «L’avete fatto?» mi chiede lei. Io scuoto la testa. «Voglio aspettare il momento giusto» le spiego. Lei mi guarda a bocca aperta. «Allora fai sul serio con lei! Non è una qualsiasi! Brava Arizona, sono fiera di te».
  «Anch’io sono fiera di me» le rispondo. «Adesso torno dalla mia donna. A dopo!» poi mi alzo e torno da Addison, ma notando che Teddy ha un’aria molto dispiaciuta. Devo trovarle un ragazzo. Dopo vado a lezione e a pranzo ci vediamo tutte insieme noi del nostro giro. È bellissimo stare insieme così, io e Addison non ci separiamo mai, mi sembra di essere una dodicenne alla prima storia, ma del resto è praticamente la prima volta che potrei davvero innamorarmi. Di solito con le donne non mi comporto così. Non aspetto mai il momento giusto, per capirci, il momento giusto è subito. Sono giorni bellissimi e vorrei non finissero mai. Infatti non finiscono, e dopo le giornate ci sono le serate. Usciamo tutti i giorni praticamente e anche se non facciamo niente di speciale sono sempre momenti stupendi.
  Comunque il momento che aspetto io è un altro, ma purtroppo tarda ad arrivare. Non che noi non ci proviamo. Da dopo il terzo appuntamento in poi ogni sera che ci vediamo alla fine io tento di convincerla ad andare oltre, ma non c’è niente da fare. Per esempio la prima volta andiamo da lei e ci chiudiamo in camera sua. Non è un momento scelto a caso, ne avevamo parlato insieme e lei mi aveva fatto capire di sentirsi pronta. Però nonostante questo al momento decisivo lei mi dice che non se la sente e anche quando la bacio è tesissima. Quindi lascio perdere, sperando che la prossima volta vada meglio. Lei continua a scusarsi e le dico che non mi importa, anche se in realtà mi importa moltissimo. Il punto è che Addison mi piace tantissimo e non voglio perderla e se per evitarlo devo praticare la castità per un po’... vedrò di sopportare. Io continuo a provare ogni volta che ne abbiamo l’occasione, ma il risultato è sempre lo stesso. E io penso che sì, un po’ va bene, ma io sto cominciando a stufarmi. E il pericolo è che se lei continua a dirmi di no io potrei consolarmi con qualcuna più disponibile e questa è l’ultima cosa che voglio. Devo inventarmi qualcosa, una serata così speciale, che quando arriverà il momento fatidico lei non potrà dirmi di no. Le farò una sorpresa e per riuscire nel mio intento, dovrò chiedere aiuto alle altre. Forse è il posto che non funziona, magari lei non è il tipo da camera da letto. Magari se scelgo un posto più insolito mi dirà di sì. Tentar non nuoce. Ci consultiamo e Teddy propone un campeggio, ma io le dico subito di no. Se c’è una cosa che odio sul serio, è il campeggio. Se Addison non si sente ispirata in camera da letto io non mi sento ispirata in una tenda canadese. Dovremo pensare a qualcos’altro. Teddy e Sadie propongono cose a caso, alberghi e ristoranti intimi, ma niente che mi convinca, voglio un’idea strepitosa, unica. Voglio che Addison si senta speciale, io la vedo così. Alla fine Calliope ha l’idea geniale.
  «L’osservatorio astronomico!» esclama una sera mentre siamo tutte riunite da me. Sadie è sgattaiolata fuori dall’appartamento quando Addie è andata a dormire. Io la guardo allibita. Sta scherzando? Lei però è esaltatissima. «Sto parlando sul serio» dice. «Il guardiano doveva un favore a mio padre quindi gli ho chiesto se potevo prenotarlo per una serata e lui ha detto di sì. Potete guardare le stelle e fare anche altro!»
  «Calliope, di tutte le idee strampalate che potevano venirti, questa è la più... geniale!» le dico riflettendo. Potrebbe essere la serata giusta, finalmente lei potrebbe dire di sì! L’unica è provarci. Callie mi spiega dov’è, a che ora è libero e altre cose. Prima andremo a cena, poi la benderò e la porterò lì. Dovrò capire come portarla, ma se non sbaglio Sadie l’ultima volta è venuta qui in macchina magari me la faccio prestare. È incredibile come sia diventata nostra amica da quando ho conosciuto Addison. Ora poi sta con Callie quindi è a tutti gli effetti una di noi.
  Finalmente arriva la sera dell’appuntamento. Addison sa solo che usciamo a mangiare e che poi c’è una sorpresa per lei. Non vedo l’ora di vedere la faccia che farà, me lo sento che questa è la sera giusta. Passo a prenderla a casa e questa volta è puntualissima, anzi quando arrivo è già sulla porta che mi aspetta. Ottimo, cominciamo bene. Ci salutiamo con un bacio sulle labbra e andiamo subito. Per cena andiamo in un ristorantino vicino all’osservatorio, ma non abbastanza perchè Addison possa indovinare la sorpresa. Mangiamo abbastanza in fretta e quando usciamo io le allungo la benda e le dico di coprirsi gli occhi. «Dove mi porti?» mi chiede.
  «È una sorpresa» le spiego. «Ma sono sicura che ti piacerà».  Guido con sicurezza, Calliope mi ha spiegato bene la strada e in poco tempo arriviamo all’osservatorio. La faccio scendere dalla macchina e la guido all’interno, mentre saluto il guardiano che ci ha aperto la porta. Saliamo le scale e arriviamo in cima dove c’è l’apertura per guardare il cielo. A questo punto le tolgo la benda. «Eccoci qui» annuncio. Lei si guarda intorno a bocca aperta. «Ma dove siamo?» mi chiede, con la voce che rieccheggia nello spazio vuoto. Si guarda intorno e vede dei telescopi. È davvero bellissimo qui. Ho portato delle coperte, giusto per non sdraiarci sulla pietra, ma le stenderò al momento opportuno. Cioè adesso.  Rimaniamo lì a guardare il cielo per un po’, abbracciate, poi semplicemente succede. Ci baciamo e non saprei bene come spiegarlo, ma a un certo punto ci ritroviamo semplicemente sdraiate sulle coperte, nude e avvinghiate l’una all’altra. È un momento fantastico. Alla fine restiamo lì per un tempo indefinito, sdraiate a guardare fuori dalla finestra sul soffitto e abbracciate. Non so quanto passa e neanche mi interessa: voglio vivere e morire in questo posto e in questa posizione, con lei. Restiamo immobili finchè non sentiamo dei passi al piano di sotto. Io e Addison ci guardiamo preoccupate. Dev’essere il guardiano. Ci ha lasciato l’osservatorio libero, ma non so se il trovarci in questa situazione fosse previsto. Nel dubbio decidiamo di alzarci e di vestirci. Ho appena messo a posto le coperte che lui entra. «Vi siete divertite?» ci chiede con un sorriso cordiale.
  «Sì, direi che ci siamo divertite moltissimo!» gli rispondo, mentre mi viene da ridere. Addison mi pesta un piede. Forte. Decidiamo di andare e dopo avergli augurato la buonanotte usciamo dall’osservatorio andiamo a prendere la macchina. Appena siamo lontane a sufficienza scoppiamo a ridere. «Per poco non ci scopriva, non oso immaginare che faccia avrebbe fatto!» esclamo io. È stata una serata perfetta, poi è stato tutto naturale, non ho dovuto fare niente, a quanto pare era il momento giusto anche per lei... mi sembra di toccare il cielo con un dito. Torniamo al campus e io vado subito a dormire, non voglio vedere Calliope, per queste ore voglio tenere quello che è successo solo per me.
 
 
Da quella sera va tutto bene, in quel senso. Abbiamo rotto il ghiaccio all’osservatorio e adesso Addison non ha nessun problema neanche in camera da letto. Il mattino dopo naturalmente vengo assalita dalle altre tre che mi chiedono com’è andata la serata.
  «Benissimo!» rispondo io. Siamo tutte sedute allo stesso tavolo a fare colazione. Addison non si è arrabbiata nel sapere che abbiamo fatto lavoro di squadra. «Abbiamo guardato le stelle  e abbiamo fatto l’amore sul pavimento. È stato bellissimo». Guardo Addison e non so c’è una luce nuova nei suoi occhi ed è la stessa che sento di avere nei miei. La risposta è una sola: mi sto innamorando di lei. Ed è una bellissima sensazione. Credo davvero che d’ora in poi andrà tutto bene tra noi. Domani c’è una festa, nell’appartamento di un’amica di Sadie, tale Lauren. È passata una settimana dalla sera all’osservatorio, ma io spero che ne passino molte altre. Noi ci andiamo solo perchè lei ha invitato Sadie, che ha invitato Calliope, che ha invitato me eccetera. Dovrebbe essere bello, è la prima festa a cui vado, in cui sono sicura della persona con cui arrivo e di quella con cui torno a casa. C’è un sacco di gente, quando arriviamo. Sto con Addison praticamente tutta la sera tranne per cinque minuti in cui lei va in bagno e la padrona di casa, Lauren, mi si avvicina. «Ciao» mi saluta. «Sei qui da sola?» mi chiede con un tono allusivo che mi infastidisce. Ma chi è questa? Che cosa vuole da me?
  «No sono qui con la mia ragazza» le rispondo in tono sdegnoso. Ci tengo a farle sapere che non sono una che va con chiunque. Okay lo ero, ma ora non più. Se fossi stata single probabilmente non ci saremmo fermate alle presentazioni, ma ora c’è Addison. Sfortuna vuole che lei esca dal bagno proprio nel momento in cui Lauren mi sposta un ciocca di capelli. Io mi allontano, ma è troppo tardi. Ci ha già viste.
  «Che diavolo stavi facendo?» sibila afferrandomi per un braccio. È davvero arrabbiata. Però è bello che sia gelosa. Comunque adesso devo spiegarle che non stavo facendo niente. Spero che mi crederà.
  «Addison te l’assicuro, non è successo niente!» esclamo ancora dieci minuti dopo, quando siamo uscite dall’appartamento. Ho continuato a scusarmi, ma lei non mi è neanche stata a sentire. Adesso però l’ho fatta sedere e finalmente si è zittita. «Ti spiego com’è andata. Lei mi si è avvicinata e mi ha chiesto se ero lì da sola. Io ho capito che aveva un significato nascosto la sua domanda. Allora le ho detto che ero lì con te e lei mi ha toccato i capelli. Ma nient’altro! Davvero!»
  Lei mi guarda storto ancora per un po’, ma poi sorride e mi fa: «Andiamo da me?»
  «Va bene» le rispondo. Quindi arriviamo al suo appartamento, ci chiudiamo in camera sua e facciamo pace. A lungo. Questo è il modo migliore per concludere una serata. Qualunque cosa sia successa.
 

   
Quindici anni dopo
   
 
Torno a casa dopo un’interminabile giornata in ospedale e penso solo al fatto che rivedrò la mia famiglia. Anche se ormai sono passati tanti anni, a volte mi sembra ancora incredibile. Apro la porta e vedo i gemelli che mi corrono incontro. «Mamma!» gridano. Io li abbraccio entrambi, poi vedo mia moglie venire verso di me sorridendo.
  «Ciao tesoro» mi saluta con un bacio. Anch’io le sorrido e come potrei evitarlo? Vedere lei e i nostri quattro figli è una cosa che ancora adesso mi scalda il cuore. «Com’è andata al lavoro?» mi chiede.
  «Benissimo Calliope, ma sono contenta di essere a casa». Finalmente mi spoglio poi la raggiungo in cucina. Sembra che abbia cucinato per un esercito e io ho la netta sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante. Calliope me lo legge negli occhi.
  «Stasera vengono Teddy e Addison a cena» mi spiega. «Te l’eri dimenticato vero?»
  «Chi? Io?» esclamo imbarazzata. Sì, totalmente, che idiota. «Ma certo che no!» Calliope solleva un sopracciglio, ma non dice niente. Mentre parliamo arriva Sofia in cucina. «Ciao mamma» mi saluta. Io abbraccio anche lei e andiamo in soggiorno. Elena è seduta sul tappeto tutta occupata dai suoi giochi. «Ciao Nena» le dico dandole un bacio sulla guancia. Lei alza lo sguardo e mi sorride, ma è troppo concentrata. Sofia accende la televisione e subito dopo arrivano anche Timothy e Alejandro. Tim si siede sul divano accanto alla sorella, mentre Zorro mi viene in braccio. È vero si chiama Alejandro, ma io lo chiamo Zorro1 da quando ha cominciato a camminare. È una peste, è furbo e riesce sempre a fare in modo che io e Calliope gli facciamo fare quello che vuole, spesso con l’inganno.
  «Chi mi aiuta ad apparecchiare la tavola?» esclama Calliope affacciandosi dalla cucina. I gemelli si alzano subito e la raggiungono correndo. Dopo un attimo anche io e Sofia li seguiamo, lasciando Nena sul tappeto. Tanto la teniamo d’occhio. Prepariamo tutto per la serata, poi poco prima che arrivino gli ospiti, accompagno i bambini a lavarsi le mani. Sarà una cena di famiglia, Teddy e Addison vengono con i loro figli. La femmina, Violet, per caso ma non del tutto è la migliore amica di Sofia. Hanno la stessa età e vanno alla stessa scuola e poi sono figlie nostre che siamo rimaste amiche da allora.  In pratica si conoscono da prima di nascere.
  Suona il campanello e io vado ad aprire con Nena in braccio e gli altri dietro. Apro la porta e prima ancora che io possa salutare le nostre amiche, Violet si precipita in casa e lei e Sofia corrono a giocare. Addison entra seguita da Teddy che tiene Henry per mano. Ha sei anni, uno in più di Tim e Zorro. «Ben arrivate!» le saluto. «Ciao Henry! Come sei cresciuto!»
  Poco dopo ci mettiamo a tavola e io osservo tutto il gruppo. Siamo due famiglie, ci conosciamo da sempre, ma se le cose fossero andate in un altro modo, non so come saremmo adesso. Al college io stavo con Addison, se ci penso adesso mi viene quasi da ridere. Perchè a pensarci adesso, lei è perfetta con Teddy e io sento di appartenere a Calliope. Non sono sicura di sapere cos’è successo, semplicemente dopo un po’ abbiamo capito che non potevamo più stare insieme, Callie aveva lasciato Sadie e Teddy... ad un certo punto era chiaro che per Addison provava qualcosa di più di una semplice amicizia. E non subito, ma dopo un po’, Addison ha capito che ricambiava quel sentimento, una cosa a cui non avrebbe mai pensato. Invece per quanto riguarda me... Calliope non stava più con Sadie, perchè non funzionava, ma era chiaro che non poteva essere una storia seria e io ho sentito riafforare tutti i sentimenti che provavo per lei ma che avevo nascosto. E comunque c’erano stati dei segnali, subito prima che io e Addison ci lasciassimo. Litigavamo sempre e sì, lo ammetto, con la scusa che Callie era di nuovo single, una volta sono andata a letto con lei. Comunque prima ancora che potessi sentirmi in colpa, ho scoperto che Addison aveva fatto la stessa cosa con Teddy. Qui abbiamo finalmente capito che l’unica cosa intelligente da fare era lasciarci e cominciare delle nuove storie. E sì, ancora a distanza di quindici anni, non riesco a pentirmi di quello che ho fatto. Sorrido tra me e penso che possiamo fare una cosa. «Facciamo un brindisi!» propongo.
  «Un brindisi?» mi chiede Addie. «E a cosa vuoi brindare?»
  «A noi» le rispondo semplicemente. «Alla bellissima vita che abbiamo costruito, alle nostre famiglie e ai nostri figli». Gli altri sono d’accordo con me e quindi brindiamo con i bicchieri pieni di vino e Coca Cola. A noi.

 
 
NdA: Eccoci alla fine. Chiedo scusa per il ritardo e anche per la lunghezza. C’erano tante cose da dire e non sono riuscita ad aggiornare prima causa impegni di entrambe e più di una crisi ispiratoria. Comunque spero vi piaccia e ringrazio tanto chi ha letto e recensito.
 
1: oltre al nome del famoso eroe mascherato, “zorro” in spagnolo significa “volpe”, per chi non lo sapesse.
 
  
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