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Autore: _Astrea7469_    06/06/2013    3 recensioni
James e Lily non sono mai andati d'accordo, a scuola. Eppure, si sono sposati, in barba a tutti coloro che scommettevano sul loro odio eterno.
Lily e James si sono sposati...Ma i guai sono forse finiti, con questo matrimonio? Lily riuscirà davvero a vivere una Luna di Miele come si deve? James sarà capace di essere abbastanza maturo da fare il marito? E Sirius riuscirà, in questo viaggio, a non comportarsi da Sirius?
Scopritelo leggendo questa mia fanfiction!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Era una calda giornata di sole. Neppure una nuvola oscurava il cielo.

Certamente il matrimonio che si sarebbe celebrato quello stesso pomeriggio sarebbe stato perfetto.

- Oh, Lily, sei magnifica! - sospirò raggiante Alice dopo aver visto la sposa riemergere dalle esperte mani del parrucchiere dopo ore ed ore di messa in piega.

- Grazie Alice, oggi deve essere tutto magnifico - sorrise di rimando Lily Evans.

Tra poche ore, infatti, la suddetta Lily, colei che a scuola era nota per la sua ferrea moralità ed i suoi alti scopi, sarebbe giunta a nozze proprio con quel tale James Potter, rinomata icona sportiva e di costume di Hogwarts, che tante volte era stato rifiutato da colei che quello stesso giorno sarebbe diventata la Signora Potter.

Lily ancora non riusciva a credere alle proprie orecchie ogni volta che pronunciava il suo nuovo nome.

Lily Potter.

Mai, mai in tutta la sua vita, avrebbe immaginato una cosa del genere.

Eppure, eccola lì, pronta con 6 ore di anticipo per farsi mettere la fede al dito dall'ex tanto odiato Potter.

- Wow, Lily, sei uno schianto! Adesso che James ti vede ci resta secco, puoi giurarci! - esclamò Mary, la sua migliore amica (insieme ad Alice), appena entrata nella stanza.

- Mary! Non dire così, porta male! - esclamò allarmata Alice.

- Porta male? Perchè? - chiese con la voce intrisa dal panico la futura sposa.

- Lascia perdere Lily, è Alice che è fissata... -

- Fissata un corno, Mary! Se vuoi che qualcosa non accada, non nominarla, è la prassi! Adesso non mi stupirei se arrivata all'altare, la nostra Lily si vedesse costretta a celebrare il funerale di James, anzichè il suo matrimonio!-

Silenzio.

Alice aveva appena finito di esporre la sua teoria, quando si accorse dell'espressione agitata di Lily.

- Oddio, Lily, no! Ehm, non volevo dire questo! - cercò di rimediare Alice.

- Davvero è probabile che James vada all'altro mondo poichè Mary ha detto che gli avrei fatto venire un infarto? -

- Ma no...Certo che no! Insomma, è impossibile! -

- Bhe, mica tanto impossibile, Alice. Ora che mi ci fai pensare, non è così che è rimasta vedova tua zia Lucille? -

- Sì, ma Mary, non credo sia il momento migliore per parlarne... -

- Come no? Sei tu che hai tirato in ballo l'argomento! -

- La mia era solo una constatazione! E' normale che mi venga in mente una cosa del genere dopo che tu te ne sei uscita con quella tua frasona... -

- Stai dando a me la colpa di tutto? Guarda che io lo dicevo tanto per dire, non volevo mica fare riferimento a quella leggenda che diceva che qualora una sposa avesse parlato della morte del futuro coniuge poco prima del matrimonio, quest'ultimo sarebbe morto! -

- Se vogliamo essere precisi, la leggenda vuole che se una sposa immagina la morte del futuro marito, poco prima delle nozze, quest'ultimo scappi con qualcun'altra, lasciando la ragazza sull'altare, a morire di crepacuore. -

Mentre Alice e Mary discutevano su tutte le possibili varianti di questa interessante teoria, Lily era in iperventilazione.

Ci vollero dieci minuti prima che quelle due se ne rendessero conto ed altri quindici prima che la futura sposa si riprendesse.

- Cacchio, Lily, avevano ragione in quei film babbani a dire che le spose, prima del matrimonio diventano isteriche -

- Io non sono diventata isterica Mary! Siete voi che mi fate agitare come se avessi un alveare sotto la gonna! - rispose concitata Lily.

- Interessante analogia - disse Mary prima di essere interrotta da una conciliante e pacata Alice:

- Tesoro, quello di cui parliamo noi sono solo delle leggede metropolitane. Stupide superstizioni che qualche sciocco ha messo in giro dopo essersi ispirato a fatti veri che, al più, capitano una volta ogni 1000 matrimoni. Non ti preoccupare! -.

Questo discorso sarebbe dovuto suonare fiducioso, se solo Lily non avesse saputo che c'era una probabilità su 1000 che lei si fidanzasse con James Potter, una possibilità su 1000 che lei accettasse di sposarlo e sempre una possibilità su 1000 che lei venisse a conoscenza di queste stupide leggende poco prima del matrimonio.

Queste erano le nozze della probabilità su 1000: cosa le avrebbe dovuto dare la certezza di non ritrovarsi, a fine giornata, sopsata con un cadavere?

****************

James era ad un passo dal boccino, il boccino che avrebbe segnato la vittoria della finale dei Mondiali di Quiddich. Tutta la folla era in delirio. Cori e cori urlavano a gran voce il suo nome. "James, James, James".

Con un'incredibile acrobazia era riuscito a schivare un bolide particolarmente veloce. Il cercatore dell'altra squadra era molto più distante di lui dall'ambita meta.

"James, James, James!"

La folla continuava a chiamare ad una voce il suo nome. Ora anche un terribile vento aveva iniziato a colpirlo tanto da farlo oscillare sulla scopa, rischiando di farlo sfracellare al suolo.

Ma il boccino era così dannatamente vicino!

"James, James!JAMES!"

Il vento continuava a scuoterlo senza tregua, ma ormai aveva la vittoria in pugno.

"JAAAAAAMESSS!"

Tra pochi secondi avrebbe sentito il freddo metallo del boccino sotto le dita, prima di percepire il flebile sbatacchiare d'ali di quell'esserino.

Ancora un secondo e...

"Porca miseria, James, SVEGLIA!!"

Una secchiata d'acqua aveva riportato James Potter alla realtà: non c'era nessuna partita di Quiddich, nessuno boccino e nessun fan delirante, solo le mani di Remus che lo scuoteva poderosamente, il piagnucolio di sottofondo di Peter e Sirius con un secchio d'acqua in mano.

Promemoria per me: mutilare Sirius per qesta sua trovata geniale, pensò James, ancora intontito dal sonno.

- Ragazzi, non ci crederete, stavo facendo un sogno meraviglioso, capite? Ero... -

- Sì, bell'addormentato, il sogno ce lo racconti un'altra volta se non vuoi che questa giornata si trasformi nel tuo peggior incubo - disse sbrigativo Sirius, mentre si abbottonava i pantaloni.

E fu allora, vedendo Sirius imprecare contro la sua patta, Remus intento a cercare una delle sue scarpe persa chissà dove e Peter che combatteva anche solo per infilarsi i calzini senza rotolare in giro per la stanza, che ricordò: quello era il giorno del suo matrimonio. E non di un matrimonio qualsiasi, ma del suo con Lily Evans. LILY EVANS, porca miseria!

Quella che per 7 anni non lo aveva mai degnato di uno sguardo!

Immediatamente, un sorriso sornione tipico di chi crede di avere la vittoria in pugno comparve sulle labbra del ragazzo.

- Incubo? Quale incubo? Oggi mi sposo la Evans! -

- Ti correggo - disse Sirius mentre si chiudeva la camicia del suo abito da testimone - Ti sposi la Evans se riesci ad arrivare al tuo matrimonio prima che questo cominci -

Silenzio. James stava utilizando tutte le sue ancora addormentate facoltà mentali per capire. Poi la scintilla arrivò:

- Ma che?... - guardò l'orologio - Oh santissima miseria! Sono le 13, 30! Io tra mezz'ora devo sposarmi! Perchè nessuno mi ha svegliato! -

I tre amici iniziarono a protestare contemporaneamente.

- Ah, basta, è inutile stare qui ad incolparvi di tutto: tanto lo so che è colpa vostra! Presto, dove cavolo è finito il mio smoking? -

20 minuti dopo erano tutti pronti.

Sirius perfetto nel suo completo color notte sulla quale spiccava un'indecente cravatta con le paperelle, rimediata dopo essersi ricordato di aver dato fuoco alla cravatta che avrebbe dovuto indossare; Remus impacciato nel suo completo nero e classico sulla cui giacca troneggiava una macchia di stufato di rognone, appropriatamente coperta da una spilla di James su cui lampeggiava la scritta "FORZA LEONI, TIRIAMO FUORI I CO***ONI"; Peter, strizzato in un terribile abito da cerimonia color semolino, appartenuto chissà a chi o a cosa, che rischiava di esplodere da un istante all'altro.

E poi James, l'unico che era riuscito a ricostruire pedissequamente il suo guardaroba (dopo aver tirato giù lo smoking dal lampione in fondo alla strada), pur senza essere stato capace di aggiustarsi i capelli in maniera dignitosa e approppriata.

- Perfetto - disse col fiatone James, mentre, insieme agli altri, correva all'auto affittata per l'occasione - Abbiamo 10 minuti per arrivare al mio matrimonio, sposare la Evans, avere decine e decine di bambini e invecchiare insieme in una casetta in riva al mare -

- Blea! Ti prego, amico, risparmiami i dettagli delle tue fantasie da coppietta felice - fece Sirius, disgustato.

- Ah, sta zitto tu, cagnaccio! E apri l'auto -gli rispose James, una volta arrivato di fronte la macchina.

- Scordatelo! Tu sei lo sposo, tu tocchi le chiavi che stamattina abbiamo fatto vomitare a Peter! -

Peter arrossì - Ieri sera sembrava una cosa intelligente, ingoiare le chiavi dell'auto: così non le avremmo perse! -

- Già, peccato che poi avresti anche dovuto pensare a come evacuarle, queste benedette chiavi - constatò Sirius.

- Ok, ragazzi, basta così! - intervenne Remus strappando le chiavi dalla busta di plastica in cui le aveva riposte James e aprendo le portiere dell'auto con le suddette chiavi.

- Remus! Tu sì che sei un vero amico! Quando avrò il mio primo figlio lo chiamerò Harry, ma puoi star sicuro che se dovesse nascere una bambina la chiamerò Remusina in tuo onore! - disse James saltando al posto di guida.

- Speriamo ti nasca un maschio, allora - commentò Remus mentre si puliva di soppiatto la mano contro il tornito braccio di Peter.

- Ok - disse James quando tutti furono saliti - Partiamo! -

Niente. Tutti rimsero in attesa, ma non accadde nulla.

- Ehm, James? Dovresti mettere in moto, credo... -disse timido Peter.

- Io? Ma io non so guidare! - gli rispose con gli occhi spalancati James.

- Come non sai guidare?? - urlarono gli altri in coro.

- Credevo che quest'auto si sarebbe guidata da sola. Io non ci capisco niente di tecnologia babbana! Sirius, guida tu -

- Io? Io non so guidare le auto. So andare in moto, ma sono cose diverse!- rispose agitato Sirius.

Fu in quel momento che Remus capì che quella giornata sarebbe stata molto, molto lunga.

  
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