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Autore: mahidevran    07/06/2013    2 recensioni
[HarukaxMichiru]
La brezza gentile aveva portato con sé una fragranza familiare, un aroma opprimente e pungente, eppure piacevole: l'odore di Haruka.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Usagi/Bunny | Coppie: Haruka/Michiru
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Quinta serie
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Il pennello danzava a ritmo regolare e armonioso sulla tela che lentamente veniva dipinta, guidato dalla mano di un'artista dall'animo sensibile e profondo quanto l'oceano. 
Proprio quell'artista socchiuse le palpebre, come se la vista non le fosse di alcun utilità nell'opera. Si fermò per alcuni secondi, lasciando il tempo all'immagine ideale di dipingersi completamente nella propria mente, poi riprese a fare del suo meglio per riprodurla fedelmente.
Una brezza fresca e leggera muoveva le tende candide, facendole fluttuare all'interno dell'ampia stanza. 
La pittrice dalle movenze leggiadre non si lasciava distrarre dal caldo sole che si rifletteva sulle pareti chiare, né dal cinguettare degli uccelli proveniente dall'esterno, poiché solo la realizzazione del suo dipinto aveva importanza in quel momento.
Aspirò lentamente una boccata di quell'aria fresca e lasciò che essa pervadesse i meandri più reconditi della propria anima.
Solo allora ripose il pennello in una tazza dove ce n'erano già molti altri, diversi tra loro per spessore e forma. 
La brezza gentile aveva portato con sé una fragranza familiare, un aroma opprimente e pungente, eppure piacevole: l'odore di Haruka.
In qualsiasi altra circostanza percepirlo le sarebbe stato più che gradito, ma quella volta qualcosa le impedì di inebriarsene come amava fare. Realizzò solo allora che provare a dipingere ancora equivaleva a fallire, perché quando lei era vicina concentrarsi su qualsiasi altra cosa le risultava impossibile.
Fu solo questione di tempo prima che la ragazza dai tratti mascolini e i bei capelli d'oro si palesasse. Non disse nulla per annunciarsi, ma come sempre si limitò a rimanere ferma sull'uscio della porta. Qualche volta capitava che Michiru non si accorgesse del suo arrivo e in quei casi, quindi, Haruka poteva godersi la vista della sua graziosa fanciulla indisturbata; poteva osservarla mentre era intenta nelle attività in cui quello spirito fine ed elegante eccelleva: il violino e la pittura. 
Ad ogni modo, non fu ciò che accadde quel giorno.
 
Sei già di ritorno? — 
Michiru non si voltò subito verso di lei, anzi rimase seduta sul suo sgabello a pulire i pennelli che aveva sporcato mentre dipingeva, tenendole le spalle. L'altra, vedendosi ormai scoperta, si decise a varcare la soglia della stanza e si pose dinanzi alle tende che ancora venivano agitate dal vento. Dopo un silenzio che pareva interminabile, replicò. 
Te l'avevo detto che non sarei stata via molto. — 
La fanciulla dai capelli color del mare conosceva bene quella donna che godeva nell'apparire dura e impenetrabile come una fortezza, per cui sapeva riconoscere una crepa nelle sue mura incrollabili quando la vedeva e, in quel preciso istante, credeva di averne intravista una aprirsi sotto le parole appena pronunciate.
E hai incontrato la principessa? — 
Haruka esitò a rispondere. Per quanto amasse ostentare quell'aria sicura e determinata, doveva ammettere di essere un'ingenua davanti a Michiru, che leggeva nel suo cuore come se lo avesse tra le mani.
Si allontanò dalla finestra per avvicinarsi alla compagna, la quale ancora sedeva dinanzi alla tela dipinta solo per metà. Sorrise guardando il suo nuovo capolavoro ancora incompleto, e le accarezzò i capelli mossi.
Ti ho per caso interrotta? — 
Sospirò e scosse la testa in segno di dissenso, poi portò alle labbra la mano che la accarezzava per baciarla. 
Avrei smesso ugualmente. — Si mise poi in piedi, e le ripose la stessa domanda, per niente stupita che non le avesse risposto la prima volta. — Quindi non le hai parlato?
Haruka, forse spazientita da quell'insistenza, storse le labbra e cominciò ad armeggiare con i pennelli che l'altra aveva appena finito di ripulire. — Si rifiuta di ascoltarci. Non capisce che quelle estranee ci porteranno solo dei guai e non hanno niente a che fare con noi.
Michiru la lasciò parlare e giocherellare coi suoi pennelli, e mentre la ascoltava, sentiva quella crepa aprirsi sempre di più. 
Decise che avrebbe fatto qualcosa per fermarla. — Non lasceremo che si faccia ingannare. Noi siamo le guerriere del sistema solare esterno e il compito di proteggerla da nemici di altre galassie spetta a noi.
In quell'istante la preoccupazione, il dolore, la frustrazione, la gelosia e l'odio che Michiru vedeva chiare come il sole sul viso della sua amata, si attenuarono. La senshi del vento si lasciò cadere sullo sgabello di Michiru e, ormai spogliata di tutto il suo orgoglio, lasciò che la consolasse come solo lei era capace di fare. Affondò il volto nel ventre piatto di lei, che stava in piedi lì accanto e, con l'ausilio delle braccia, avvicinò a sé il suo corpo. 
La fanciulla sorrise accondiscendente, accogliendo fra le sue braccia il capo biondo di Haruka, la distruttiva sailor senshi di Urano, ridotta come una bambina che viene respinta per la prima volta dalla sua cotta.
Michiru le sussurrava parole dolci e a tratti incomprensibili ma che sortivano l'insolito effetto di tranquillizzarla. 
Nessuno conosceva quella Haruka. Quella Haruka era solamente sua. Almeno quella poteva dichiararla sua perché né Usagi, né qualsiasi altra principessa, avrebbero mai potuto vederla così vulnerabile e indifesa.
Michiru si consolava in questi pensieri, mentre una lacrima salata come il mare da cui era nata scendeva per rigarle il bel viso.

La ragazza adagiata sul suo ventre non la vide, né poteva sospettare che, inconsciamente, aveva tradito colei che diceva di amare.
   
 
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