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Autore: Tinkerbell    13/09/2004    5 recensioni
Per lei era tutto nuovo! Quel caldo afoso che l’aveva accolta all’aeroporto, l’accento straniero con cui parlava la gente del posto, la musica incessante, che si sentiva per le strade e i colori che sprigionava la città! Non aveva mai visto un centro abitato così colorato. Le ricordava lontanamente le isole della Grecia ma l’accostamento tra il bianco,l’arancio,il blu e il rosso era ancora più forte. Osservava lo spettacolo che le si presentava davanti al finestrino di quel vecchio autobus. E' una mia versione di Dirty Dancing 2. 2nd ff! Commentate plz!!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per lei era tutto nuovo! Quel caldo afoso che l’aveva accolta all’aeroporto, l’accento straniero con cui parlava la gente del posto, la musica incessante, che si sentiva per le strade e i colori che sprigionava la città! Non aveva mai visto un centro abitato così colorato. Le ricordava lontanamente le isole della Grecia ma l’accostamento tra il bianco,l’arancio,il blu e il rosso era ancora più evidente. Osservava lo spettacolo che le si presentava davanti al finestrino di quel vecchio autobus che la portava al locale di suo padre. I bambini che vedevano passare il locomotore gli si avvicinavano correndo e lo inseguivano per qualche metro, trovando un nuovo gioco che spezzava la monotonia di quelle ore di siesta. L’aria lì dentro era viziata e alcuni moscerini continuavano a ronzarle intorno. Cercò di allontanarli delicatamente un paio di volte, senza risultato. Alla fine , con uno scatto isterico , riuscì a ucciderne uno. Guardò fuori ancora una volta. ( Non sapeva se fosse peggio dedicarsi al mondo esterno o battagliare con le mosche sul suo sedile) . Fu felice di questa scelta. Poco lontano vide la fermata del pullman vicino alla quale scorse una figura familiare. Un uomo non troppo alto, con il fisico atletico e corti capelli castano scuro, stava fermo in attesa. “Papà…meno male”. Una lacrima le scese lungo la guancia. ,ma perché era andata lì? Sarebbe stata una vacanza da incubo! Già lo sapeva. L’unico fatto positivo era quello di vedere il suo vecchio per un po’ di tempo e, lavorando per lui, guadagnare un po’ di soldi. Scese scocciata da quel piccolo inferno su quattro ruote, del tutto intenzionata a non salirci più…nemmeno per tornare a casa. Sarebbe andata all’aeroporto a piedi! “ Ciao tesoro mio! Hai fatto buon viaggio!?!?” Fu azzittito da uno sguardo che lasciava poco all’immaginazione. Tentò nuovamente, era troppo felice di passare un po’ di tempo con la sua figlia prediletta: “Sai i trasporti qui non sono il massimo! Tutto il resto però è favoloso!” Lo guardò poco convinta “sì…immagino..”. L’argomento fu chiuso una volta per tutte. La giovane non gli avrebbe lasciato via d’uscita se fosse andato avanti. Si azzittì e le fece strada fino allo scooter . “Non hai neanche una macchina!?!” “no…qui non servono a molto!A meno che tu non voglia andare dall’altra parte dell’isola e io qui sto benissimo! No ti preoccupare la valigia la tengo io davanti!” La situazione sembrava peggiorare di minuto in minuto. Elisabeth abbracciò il padre mentre partiva. Durante tutto il tragitto studiò il paesaggio che le scorreva velocemente davanti. Passarono in una immensa piazza con una grande fontana al centro. Un gruppo di ragazzi non tanto più grandi di lei stava ballando una qualche danza latino americana. Sembravano divertirsi. Ridevano tutti. Non c’era nessuno con una espressione triste. La gioia comune era portata da un oggetto insignificante come una chitarra (in pessime condizioni) suonata da un nino di 8 anni. “E’ incredibile! E pensare che in Europa per divertirci un po’ abbiamo bisogno di tante cose! Come una mega stereo, l’ultima playstation o tanti vestiti firmati con cui farsi vedere in giro per le vie delle città! Qui bastano una chitarra e un po’ di musica!!” Il padre della fanciulla suonò passando davanti al gruppo spensierato, che vedendolo si mise a gridare il suo nome con mille saluti. “Figurati se non li conosceva!”. Il viaggio terminò prima di quanto la ragazza sperasse . Si erano fermati davanti ad una casa, di medie dimensioni. Non sembrava ben tenuta . Le pareti esterne erano scrostate . Il giardino circostante la casa non era proprio perfetto. “Eh ehm…non è proprio una reggia…ci vorrebbe il tocco di una donna ma…sai…il locale prima di tutto. Passo più ore lì che a casa…quindi…non ho tempo di fare altro” . Per la prima volta da quando era partita la ragazza sorrise. Non importava! Dopo l’autobus quella sembrava molto più di una proprietà del re. Il padre , nel vedere la sua reazione fu rilassato. “Almeno questa le piace...-pensò – Vieni! Ti mostro l’interno poi andiamo alla *Rosa Negra * ”Un’aria interrogativa si dipinse ancora una volta su quel visino poco abbronzato… “E’ il mio locale! Come ?!? Non ti avevo detto il suo nome!!?!??! Sono sicuro che ti divertirai molto!” Entrarono . Elly posò lo zaino stracolmo sulla sedia in cucina e poi si diresse in camera sua…o meglio..la cercò. Trovò una stanzetta poco illuminata, con un piccolo letto e un armadio vuoto. Stava squadrando la stanza dal soffitto al pavimento quando si sentì afferrare per il braccio. “No…questa è la camera degli ospiti..per te c’è di meglio!” Si fece condurre dall’uomo in un’altra parte della casa. Questa era più grande. Le finestre erano chiuse , anche se da esse filtrava qualche raggio di sole. “Ecco qui!” Si fece strada dentro. Si avvicinò alle persiane impolverate e le aprì. Lo spettacolo che si presentò agli occhi della giovane europea fu indescrivibile. Una spiaggia dorata le illuminò il viso. L’acqua cristallina rifletteva la luce solare, soffiava un leggero venticello. Questo muoveva le foglie delle palme e, ovviamente si sentiva in lontananza una musica latina, Credeva che questi paesaggi appartenessero solo alle cartoline . “Benvenuta a Cuba!” “io …sono senza parole!” “Lo so! Anche io ho avuto la tua stessa reazione un anno fa!” “E poi? Come hai fatto a riprenderti?” “Beh…non l’ho fatto! Ogni giorno vivo le sensazioni che stai provando tu…così…al mattino, mi siedo sulla spiaggia e osservo il mare…o meglio…l’oceano! Mi sento libero!” “Perché in qualsiasi posto vada sento suonare?!?!” “Beh…i cubani preferiscono ballare che guardare l’orizzonte!” “Non sanno che si perdono!” “Fossi in te …non parlerei così in fretta. Sei appena arrivata, il meglio deve ancora venire!” “Ovvero?” ”La rosa negra! Mettiti qualche cosa di carino e andiamo!”
  
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