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Autore: betacchi    07/06/2013    0 recensioni
[Impero Romano d'Oriente/Impero Arabo] [Bisanzio's pov] [no regrets]
Nacque per caso.
Bisanzio ne fu quasi contento, anche se le nuove religioni erano solite portare null'altro che guai (il suo disperso fratello ne sapeva qualcosa, dopotutto).
[Cose che la più raffinata libidine mi procacciarono - Assurbanipal (Cicero)]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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— Quaeque exsaturata libido hausit.



Nacque per caso.
Bisanzio ne fu quasi contento: dalla scomparsa di suo fratello Roma (“Possit nihil Urbe videre maius”- ma Costantinopoli era già più grande, più bella) non era più riuscito a trovare qualcuno con cui intrattenersi. Quei nordici, quei barbari ed ignoranti non erano nemmeno da prendere in considerazione: piccoli alcuni, figliocci senza eredità d’un Occidente gloriosamente crollato; altri vecchi orientali senza speranza reale di poter conquistare il suo Impero.
La verità era che soffriva la solitudine. Aveva provato anche a farsene una ragione: gli esseri divini ed ornati di porpora come lui non potevano conoscere destino diverso. Il volere di Dio non poteva essere messo in discussione, dopotutto.
La corte di Costantinopoli era tanto affollata quanto vuota per l’eterno Imperatore; sovrano di popolazioni, re di culture diverse, pativa la solitudine come un qualsiasi essere umano (o –forse- persino di più; chi poteva dirlo? Non gli era dato conoscere i patimenti di nature diverse dalla propria).
« Imperatore. »
Era lui: l’imperatore ch’aveva provato l’ambrosia degli dei, ch’aveva bevuto dal calice di Cristo il vino dell’Ultima Cena; eterno, come eternamente sarebbe vissuta la sua Costantinopoli.
« Gli arabi ci stanno attaccando. »


Nacque per caso.
Un giovane –Maometto si faceva chiamare- guidato da un ennesimo messia. Le nuove religioni avevano sempre portato dei guai; lo sapeva bene il suo disperso fratello.
Bisanzio, però, ne fu contento. Impero Arabo era un suo degno avversario: capitali stupende, esercito coeso, opere su opere di valore immenso.
Numeri! Nuovi numeri dalle immaginarie forme, lettere svolazzanti, lingue moderne.
Bisanzio non ne fu solo contento; ne fu estasiato. Quella popolazione nomade, ignorante e barbara, aveva portato lui nuove conoscenze: chimica, astronomia, matematica.
Bisanzio ammirava Arabia. Non poteva che definirsi ammaliato da ogni suo gesto: come Persia, bellissima dea orientale, Arabia possedeva eleganza ed intraprendenza, pur essendo lui un uomo con tanto di barba (per quanto fosse un principio, nulla di più).
Triste era per Bisanzio essere costretto a combatterlo. Le giornate passavano lente, noiose sotto il cocente sole che picchiava i campi di battaglia; le bronzee armature si scontravano le une sulle altre, le spade brillavano, producendo suoni che avrebbero estasiato il divino Ares.
Si diceva –quando filosofi passeggiavano scalzi per le affollate agorà- cje Ares fosse amante di Afrodite: divina bellezza greca, dea della passione, Amore Celeste e Carnale uniti in un sol turbinio di libidine. E se Ares controllava le sue mattine, se Ares faceva risplendere il Sole Apollo sopra di lui, allora Afrodite nascondeva le sue membra alla lucentezza della Luna Selene, per far si che il suo amore rimasse segreto.
Per Bisanzio era straziante; nemici ed amanti, la dannazione peggiore.


Nacque per caso.
La passione della lussuria che travolge il cuore, rendendo ogni battito fine ad un solo pensiero.
Una dannazione tremenda, una dannazione che non poteva essere frutto del benigno Dio, padre benevolo il quale aveva sacrificato il proprio figlio per la pace di tutti.
Dannazione tremenda ed immortale.
Lussuria continua, tinta di porpora come le sue vesti regali; libidine infinita. No, quella maledizione poteva solo provenire dai divini dell’Olimpo: ambrosia nei calici, si prendevano ancora gioco di lui.
Era una punizione. Una bellissima punizione.





Note:
Saaalve. In questo periodo sto scrivendo un sacco di cose che mi lasciano abbastanza perplessa. Sono più che stupita dalla mia stessa scelta (andiamo, Bisanzio/Arabia? Sul serio?), ma devo anche ammettere di essere –da un lato- alquanto soddisfatta. Non so perché, ma questa fic mi dà l’idea di essere qualcosa di innovativo e ciò mi rende più che contenta.
Mi rendo, considerando l’altra faccia della medaglia, perfettamente conto di quanto sia confusionaria. Ultimamente non riesco a seguire un filo logico di pensiero, non ho la più pallida idea del perché- oibò.
A presto!

betacchi.

   
 
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