Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Lili_Fierce_Sullivan    07/06/2013    1 recensioni
N.B. = i cognomi utilizzati nella FF sono tipici dell'Irlanda. Non hanno un significato particolare..O forse si..
"Dalla parte opposta del bancone, una voce profonda e melodiosa disse: "Nár lagaí Dia do lámh".
Cassandra si voltò di scatto, ricordando quelle parole "Come scusa?" chiese in direzione della voce, "Nár lagaí Dia do lámh.." ripetè la voce.
La ragazza era esterrefatta.
"Non è un'offesa..significa.." continuò la voce, "Possa il dio darti la forza" dissero insieme.
La voce ebbe finalmente un volto, spuntando dall'oscurità.
Due occhi colore del cielo, la fissavano curiosi, le labbra si aprivano in un sorriso amichevole e i capelli biondi arruffati donavano a quello strano ragazzo un'aria trasandata e buffa."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo scantinato era pieno di fumo acre e Cassandra si faceva largo tra un tavolo e l'altro.
I rossi ricci sobbalzavano ad ogni suo passo, la borsa sbatteva sul suo fianco destro e gli occhi verde smeraldo scorrevano i volti dei clienti del locale.
La ragazza si avvicinò al bancone, si sedette sullo sgabello e si rivolse al barman: "Whisky. Doppio. Con ghiaccio." disse con tono fermo.
Il barista scrutò gli occhi verdi della ragazza e le chiese "Giornata dura?", Cassandra alzò lo sguardo e fissò gli occhi grigi che la scrutavano
"Decisamente. Direi una delle più dure e lunghe della mia vita." rispose buttando l'occhio sull'anello con opale che spiccava sul suo indice sinistro.
Il barista le posò il bicchiere davanti e Cassandra estrasse dal pacchetto morbido una marlboro e l'accese aspirando profondamente.
Dalla parte opposta del bancone, una voce profonda e melodiosa disse: "Nár lagaí Dia do lámh".
Cassandra si voltò di scatto, ricordando quelle parole "Come scusa?" chiese in direzione della voce,
"Nár lagaí Dia do lámh.." ripetè la voce.
La ragazza era esterrefatta.
"Non è un'offesa..significa.." continuò la voce, "Possa il dio darti la forza" dissero insieme.
La voce ebbe finalmente un volto, spuntando dall'oscurità.
Due occhi colore del cielo, la fissavano curiosi, le labbra si aprivano in un sorriso amichevole e i capelli biondi arruffati donavano a quello strano ragazzo un'aria trasandata e buffa.
"A bheil Gàidhlig agad?" le chiese il ragazzo.
Cassandra lo guardò perplesso.
Lui sorrise "Lo prendo come un no. Ti avevo chiesto se parli gaelico.", lei sorrise, per la prima volta dopo diverse settimane
"No -gli rispose- conosco solo qualche parola. Mia nonna era irlandese".
Il ragazzo le si sedette accanto e le allungò la mano dicendo "Is mise Séamas"
lei lo fissò interrogativa mentre lui rideva "Significa io sono Séamas..è il mio nome".
Cassandra si fece rossa in volto "il mio nome è Cassandra Sullivan" rispose timidamente,
"Io sono Séamas McNamara. Il tuo è un cognome irlandese. Sei di queste parti?" le chiese sorseggiando la sua birra.
"Mio padre era irlandese" rispose lei tra una boccata di fumo e l'altra.
"Era..?" chiese lui tentennando,
"Si,era..Ho perso mio padre quattro anni fa per un infarto e ora anche mia nonna mi ha abbandonata.." rispose lei sovrappensiero.
Si chiese perchè glielo stesse dicendo, perchè si stesse confidando con uno sconosciuto.
Ma non riusciva a spiegarselo..
Forse quegli occhi di cielo nascondevano qualche magia e lei, da piccola strega quale era, si lasciava colpire e affascinare da qualsiasi cosa le sembrasse magica.
"Io ho perso mia madre pochi mesi fa..Capisco cosa provi, streghetta dagli occhi verdi" le sorrise lui
"Ben..Altro whisky" sentenziò rivolto al barista.
E mentre Ben riempiva i due bicchieri, Cassandra si voltava a guardare quello sconosciuto che sentiva sempre più vicino.
Vicino come pochi le erano stati nella sua vita.
Forse era stata quella parola, "streghetta", a convincerla che lui era magico;
quel nome le era familiare, il suo daddy e la sua granny la chiamavano così per via dei suoi occhi, dei suoi capelli ma soprattutto della sua magia.
La sua innata capacità empatica l'ha sempre fatta sentire lontana e diversa da chi la circondava, la sua bontà e il suo candore,
spesso distrutti e schiacciati dal mondo che la circondava, sembravano poter essere liberi davanti ad occhi di cielo.
"Sláinte!" disse lui mentre lei era ancora immersa nei suoi pensieri, "è come dire..Salute! Cin cin.." le sorrise.
I bicchieri tintinnarono quando si colpirono, lei bevve un sorso e poi un altro e si sentì definitivamente libera di parlare.
"Sinéad..Era il nome di mia nonna. Banale per un'irlandese, vero? L'ha portata via un tumore. O forse il dolore di aver perso il suo unico e adorato figlio.
Lei era la mia ispirazione, la mia luce. Questo anello me lo ha regalato lei, ha sempre detto che mi rappresenta. Chiaro ma non per questo comune.
Ogni sera mi salutava dicendomi 'Oíche mhaith..Codladh sámh (buonanotte..dormi bene)'..Lei sorrideva sempre.." disse Cassandra senza riflettere troppo.
Di nuovo.
Di nuovo si stava aprendo con uno sconosciuto, con un ragazzo di cui non sapeva nulla.
Ma sapeva tutto di lui in realtà. Non sapeva come ma lui era magia, emozione, amore.
"Ma non capisco perchè tu sia qui.." le disse Sèamas.
Era diretto e limpido, nessun giro di parole, nessuna bugia. Forse era anche questo a piacerle.
"Ho sparso le ceneri di granny nell'aria..Lei avrebbe voluto così..E io pensavo che sarei stata meglio.." disse Cassandra fissando il suo bicchiere.
"Come potresti sentirti meglio dicendole definitivamente addio?! Non potrai stare meglio finchè non avrai accettato la sua scomparsa.
E difficilmente la accetterai, se ti ho capita" le sorrise lui.
Quel sorriso non era perfetto, ma le trasmetteva pace.
Che banalità, eh? Si sentiva una sciocca innamorata.
"Ragazzi..è ora di chiudere.." disse Ben.
Sèamas pagò anche per Cassandra.
Si alzarono e uscirono dal locale, mentre cominciava a piovere.
Non servirono parole, si presero per mano e camminarono insieme sotto la pioggia fino all'albergo di lei.
Arrivati davanti al portone, Cassandra lo guardò negli occhi facendo dondolare i suoi da una parte all'altra.
Lui sorrise, le scostò una ciocca dal viso e si abbassò per baciarla.
Lei non si spostò di un millimetro.
Senza sapere il perchè, lei desiderava quel momento.
Desiderava quell'anima così compatibile con la sua, quell'anima che sembrava averla capita dal primo istante.
Come era possibile? Tutto ciò non aveva senso.
Era forse magia? La magia di cui le parlavano suo padre e sua nonna? La magia di cui loro la credevano capace?
Ma non era sicura di essere lei la strega in quel momento.



Cassandra si alzò stordita dal letto. Non era l'alcool, erano le emozioni.
Non era stato squallido, frettoloso o superficiale.
Era il semplice e puro amore di due anime che si incontrano.
Si vestì mentre lui respirava ritmicamente sotto le coperte, raccolse le sue cose e lui ancora sognava;
prese il suo quaderno, strappò un foglio e scrisse:
"Slán agat (arrivederci) Séamas..è stato l'incontro di due anime..L'attimo di una vita..L'amore fuggevole ma indimenticabile..
Non posso restare, sarebbe sbagliato per entrambi..Se puoi ricordami..Se vuoi dimenticami..
Tá grá agam duit (Ti amo).. Nár lagaí Dia do lámh".
Cassandra prese la sua valigia e dando un ultimo sguardo a Séamas uscì, diretta all'aeroporto.
Quello era probabilmente l'ultimo regalo di sua nonna.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Lili_Fierce_Sullivan